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La Redazione

 

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QUEL MOSTRO DI ASSURDITÀ CHIAMATO TAP

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A cura di Truman
Il 13 Marzo 2015
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DI MICHELE IMPERIO

lanotteonline.com

 

Domani il Tar del Lazio dovrebbe pronunciarsi sulla legittimità delle approvazione e dei permessi concessi finora al consorzio TAP la grande condotta che dovrebbe portare dall’Azerbaijan 10 miliardi di metri cubi di gas sbarcando sulle coste salentine per alimentare di gas la più parte delle regioni europee in regime praticamente di monopolio dopo che saranno chiuse tutte le condotte russe e fino a quando durerà la situazione di stallo che a tutt’oggi caraterizza- non a caso – la situazione in Libia

Oggetto del contendere di questo nuovo ricorso al TAR Lazio della Regione Puglia è l’approvazione del progetto da parte dal Ministero dell’ambiente senza il rispetto della direttiva Seveso.

La direttiva Seveso è quella direttiva europea recepita nella legislazione italiana che origina dall’incidente di Seveso e che obbliga tutti gli stati europei a un più stringente sistema di controlli in materia di prevenzione dei grandi rischi industriali.

La “direttiva Seveso” impone preliminarmente agli stati membri dell’Unione Europea di identificare i propri siti a rischio e quindi di sottoporli a queste normative e a questi controlli più rigidi in fatto di tutela ambientale.

Non capisco come si è fatto finora a non ritenere un gasdotto un sito a rischio.

gas belgio 2

I gasdotti infatti esplodono e questo succede molto più spesso di quanto noi non pensiamo o o di quanto noi non siamo informati. Solo per citare i casi più recenti ricordo il caso di un gasdotto esploso nel Ghislenghien una piccola città in Belgio,-Ventiquattro persone sono morte e 150 sopravvissuti sono stati ricoverati in ospedale, la maggior parte con gravi ustioni

Un’altra esplosione viene ancor oggi ricordata come il disastro di Ufa sulla ferrovia Kuybyshev il 4 giugno 1989 in Unione Sovietica , a circa 50 chilometri dalla città di Ufa .L’esplosone è avvenuta quando un fuoriuscita di liquidi da gas naturale aveva creato una nube altamente infiammabile che è stata incendiato dalle scintille create da due treni passeggeri che passavano l’un l’altro nelle vicinanze. Entrambi i treni portavano molti bambini: uno era di ritorno da una vacanza vacanza sul Mar Nero e l’altro stava prendendo i bambini per portarceli. Secondo le cifre ufficiali, 575 persone sono morte e oltre 800 sono rimaste ferite. Alberi fino a 4 chilometri di distanza sono stati abbattuti dall’esplosione, le 2 locomotive sono deragliate e 38 autovetture sono state danneggiate.

In Belgio, nei pressi Ath, il 30 luglio 2004 l’esplosione di un gasdotto uccise 24 persone e ne ferì 122 alcune in modo critico

Nel 2009 un incendio ha coinvolto un gasdotto della TransCanada Corporation. L’esplosione, che ha inviato fiammate per 50 metri in aria, ha distrutto due ettari di superficie boschiva

Nel 2014: l’esplosione di un gasdotto nello stato di Sarawak, in Malesia ha provocato l’evacuazione di tutti gli abitanti dei villaggi vicini;

Il 26 gennaio di quest’anno (2015) sono esplosi quattro gasdotti tutti nel mese di gennaio negli Usa. Fortunatamente non ci sono state vittime o feriti, ma gli abitanti di Pittsburg dicono di aver visto una gigantesca palla di fuoco salire per centinaia di metri in aria. Secondo quanto scrive Pittsburgh Tribune-Review la tragedia però è stata sfiorata: l’esplosione ha incenerito i dintorni di un’abitazione e danneggiato almeno una linea di alimentazione d elettricità.

Il 6 marzo 2015 a Pineto (Teramo) Tre abitazioni sono andate in fiamme e otto persone hanno avuto bisogno di cure mediche per l’esplosione di una condotta del gas: In ospedale anche un bambino, grave la mamma;. A causarle è stata la caduta di un traliccio della corrente sulla condotta, un cavo elettrico si è staccato da un palo della luce che è rimasto in piedi provocando il gigantesco rogo al contatto col gas.

Ebbene un grande impianto di depressurizzazione del gas e una condotta da 10 miliardi di tonnellate di gas dovrebbe ora sorgere e passare dalla spiaggia di San Foca nel Salento.

ledune de salento

Stiamo parlando del sito dove depongono le uova le tartarughe di mare, caretta caretta. Stiamo parlando di una delle più belle spiagge del Salento se non d’Italia insignita per ben quattro volte della Bandiera blu e delle cinque Vele di Legambiente e distante appena un chilometro e mezzo dalla riserva naturale di interesse internazionale Le Cesine. Siamo in una zona ad alta intensità turistica, dove i giovani si sono inventati un lavoro puntando sul turismo e sulla tutela delle risorse naturali, staiamo parlando di una zona che si trova tra numerosi siti di interesse comunitario e un sito archeologico di straordinaria bellezza, Roca Vecchia, la Micene del Salento.Su appena 500 metri di arenile, ci sono ben tre stabilimenti balneari. E poco distante sorge un albergo. Ebbene su questo contesto dovrebbero abbattersi tonnellate e tonnellate di acciaio e di cemento più una centrale di depressurizzazione 19.000 ulivi sarebbero abbattuti e per una fascia di rispetto di svariati kilometri quadrati non si potrebbe svolgere più alcuna attività.

Gasdotto Transadriatico(TAP)

Ed allora mi chiedo: chi mai ha avuto l’idea di far approdare sulle spiagge di San Foca la condotta della TAP? Ed ancora mi chiedo per quello che abbiamo detto prima: come si fa a non considerare un gasdotto un sito a rischio?

Ora la questione non è di poco conto perché In Italia il controllo dei siti a rischio è affidato alle agenzie regionali per la protezione ambientale (ARPA, Vigili del fuoco, CTR) e si sa che la Regione Puglia è fortemente contraria quanto meno all approdo della TAp jn quel punto particolare della costa salentina i Ministeri romani invece sono favorevoli.

Quindi se il Tribunale Amministrativo del Lazio si pronunciasse a favore della direttiva Seveso tutti i permessi finora concessi sarebbero nulli e tutta la procedura dovrebbe ripartire da zero con l’inevitabile ricerca di un nuovo sito ove far approdare la condotta perchè a questo punto le autorizzazioni dipenderebbero dalla Regione.

Ma la di là degli aspetti tecnici del problema quello che mi preme sottolineare è che tutta la vicenda della TAp costituisce una delle più turpi espressioni dell’arroganza e dell’aggressività del potere anglo-americano contro tutti coloro che si oppongono alle loro decisioni e ai loro presunti interessi.

gasdotto algeria

Attualmente infatti tutta l’Europa si approviggiona di gas da tre “porte” principali: il Nord Africa (Algeria e Libia), la Russia e la parte settentrionale del vecchio continente (sull’asse Mare del Nord/Norvegia-Olanda) che garantiscono capienza e diversificazione con un vantaggio per la Russia sicuramente ma la Russia aveva concesso generose compartecipazioni a industrie estrattive italiane e tedesche.

Dal Nord Africa partono 4 gasdotti due per l’Italia, due per la Spagna : il Transmed, che collega l’Algeria all’Italia Mridionale (Mazara del Vallo) attraverso la Tunisia; il Greenstream, che collega la Libia all’Italia (Gela); il Maghreb che collega l’Algeria alla Spagna attraverso il Marocco e, infine, il Medgas, che collega direttamente l’Algeria alle coste spagnole.

gasdotto-russi-diretti-in-europa

I gasdotti in arrivo dalla Russia sono anch’essi quattro ma potrebbero essere di più se l’Ucraina non fosse diventata una nazione ostile alla Russia.e che sono il Nord Stream, con una capacità di trasporto di 27,5 miliardi di metri cubi all’anno, raddoppiabili mediante l’affiancamento di una ulteriore linea già programmata, che collega la Russia alla Germania attraverso il Mar Baltico, scavalcando l’Ucraina; lo Yamal, che dalla Russia percorre quasi 4.200 km attraverso Bielorussia e Polonia per arrivare in Germania; il Tag, che trasporta gas passa dall’Austria e arriva fino all’Italia (Tarvisio) e alla Slovenia e, infine, il Blue Stream, che trasporta gas naturale alla Turchia attraverso il Mar Nero.
Esiste una rete di gasdotti nel mare del Nord (Langeled Gas Pipeline) che collega Norvegia, Inghilterra e Olanda. Infine, l’Europa centrale è attraversata dai gasdotti Tenp e Transitgas che dall’Olanda, attraverso la Germania, portano gas di produzione olandese e del Mare del Nord in Svizzera e in Italia (Passo Gries)

gas greco

Nuovi enormi giacimenti gasiferi sono stati scoperti nei mari di Grecia e di Israele per cui c’è assolutamente capienza e diversificazione. Un’ulteriore diversificazione sarebbe utile se favorisse una maggiore concorrenza e quindi un abbattimento del costo del gas. Ma più il gas proviene da lontano e maggiore è il suo costo. Si può dire quindi che ogni regione d’Europa potrebbe essere oggi autonoma e indipendente quanto a forniture di gas o comunque poter attingere da fonti vicine e quindi poco costose. Da dove viene fuori allora questa fornitura dall’Azerbaijan?

Pare che questo dubbio è venuto anche alla banca Centrale europea che è quella che dovrebbe finanziare l’operazione anticipando 60 miliardi di euro e che ora – pare – ci stia ripensando.

L’Europa latino mediterranea (Portogallo, Spagna Italia e Grecia) in particolare potrebbe approvvigionarsi di gas dalla stessa Grecia, dalla Libia, dall’Algeria e in minima parte dalla Russia (tutti però popoli non eletti e che non necessariamente impongono il dollaro nelle transazioni internazionali, ecco dov’è il problema!)

Nel 2013, secondo l’ultimo bilancio Snam, l’Italia ha registrato un fabbisogno complessivo di circa 70 miliardi di metri cubi di gas. Di questi, 7,8 (quindi poco più del 10% del fabbisogno) sono venuti da produzione nazionale, Poi in Italia arriva gas africano tramite la Libia, con Greenstream, il gasdotto lungo più di 500 chilometri con capacità giornaliera di 31 milioni di metri cubi che collega il Paese africano con la città di Gela. Dalla Libia proviene circa l’8% del totale, pari a 5,70 miliardi di metri cubi l’anno. Ma ne potrebbero provenire di più. Infatti tutti i gasdotti vengono costruiti sulla necessità del trasporto orario e giornaliero dei giorni di domanda particolarmente elevata, ovvero d’inverno. Negli altri periodi dell’anno, i gasdotti sono utilizzati al di sotto della loro capacità massima, anche per riempire gli stoccaggi per l’inverno successivo. Detto questo, la portata (massima) di Greenstream è di circa 25 milioni di metri cubi al giorno (Mmc/g), per un totale annuo teorico di circa 8,5 miliardi di metri cubi. (quindi 12% annuo) E siamo a 22%.

Oltre alle condutture libiche in Italia arriva anche il gas attraverso l’Algeria e la Tunisia con il gasdotto Transmed, dalla capacità giornaliera massima di 99 milioni di metri cubi che si collega all’Italia tramite Mazara del Vallo: da qui nel 2013 sono entrati 12,46 miliardi di metri cubi (quindi 18% del fabbisogno) E siamo al 40%.

Da Norvegia e Olanda il gas arriva in Italia attraverso Transitgas, il gasdotto con un massimo di capacità giornaliera di 107 milioni di metri cubi che dalla Svizzera raggiunge la località di Passo Gries e si connette con la Rete nazionale dei Gasdotti italiana. A nord Transitgas è collegato alla conduttura del Trans Europa Naturgas Pipeline, che rifornisce anche Germania e Svizzera con gas olandese e norvegese. Dal mare del Nord lo scorso anno sono arrivati 7,49 miliardi di metri cubi (10% del totale). E siamo al 50%.
Le importazioni di gas in Italia avvengono anche attraverso navi metaniere che trasportano gas naturale liquefatto (GNL), in seguito rigassificato nei terminali di Panigaglia, Rovigo e Livorno. In totale, la quota soddisfatta in questo modo è di circa l’8%, pari a circa 5,5 miliardi di metri cubi.. E siamo al 58%.
gas Galsi_

Altro importante progetto allo studio è il Galsi: un gasdotto destinato all’importazione di gas naturale dall’Algeria all’Italia attraverso la Sardegna (con conseguente metanizzazione della regione) e sbocco finale a Piombino, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi all’anno. (quindi altro 10% del totale) Per la sua costruzione si è costituita una società ad hoc, la Galsi Spa, in cui Hera Trading, la società del Gruppo Hera dedicata alle attività di commercio all’ingrosso di gas, ha una partecipazione del 10,4%. L’azionista principale della società Galsi è Sonatrach, l’impresa di stato algerina attiva nel mercato energetico, che detiene il 41,62%. Gli altri soci sono invece Edison (20,81%), Enel Produzione S.p.A. (15,61%) e Sfirs (11,56%).

Quindi circa il 68% del totale di fabbisogno di gas proviene o può provenire da fonti nazionali o estere a noi vicine con gli stati dei quali noi potremmo avviare degli interscambi commerciali (tu mi dai gas io ti do un altro prodotto mio) e con bassi costi del gas. Il gas libico notoriamente è quello che costa di meno in assoluto.

Quanto può venirci dai nuovi gasdotti scoperti nel mare della Grecia dove ancora una volta l’Eni potrebbe essere delegato all’estrazione del gas non avendo la Grecia impresa in grado di fornire il servizio? Diciamo un altro 20% dei nostri consumi. E siamo all’ 88%

Allora che importanza può avere a questo punto un 12% di approviggionamento di gas da parte della Russia? E se la Russia aveva investito l’Eni come suo principale patner per joint venture in Italia e all’estero qual è la nostra convenienza? Farci deturpare le nostre spiagge dal gas dell ‘Arzebaijan e creare una nostra dipendenza nella fornitura di gas dall’Azerbaijan o accettare un minimo di 12% di fornitura russa in cambio di joint venture di Eni con Gazprom?

Ma passi anche la dipendenza dall’Azerbaijan, però le tartarughe caretta caretta – per favore – lasciamole nidiare ancora a San Foca! Anglo-americani! Lasciateci almeno questo!

Michele Imperio

Link: http://lanotteonline.com/2015/03/10/quel-mostro-di-assurdita-chiamato-tap/

10.03.2015

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