Paul Craig Roberts e il Capolinea dell’Occidente: “Washington e Israele ci stanno portando all’Armageddon”

Intervista esclusiva al celebre economista americano e all'analista Costantino Ceoldo tra Impero e colonia tricolore: "Il destino dell'Italia passa dalla volontà di ognuno di noi a voler uscire dalla propria comfort zone mentale".

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Di Jacopo Brogi

Un viaggio al cuore dell’Impero, rimbalzando all’istante nella sua colonia per antonomasia, l’Italia: miracoli del web.

E’ questa l’intervista che state per leggere, grazie alla disponibilità di Paul Craig Roberts – al tempo fra gli economisti dell’Amministrazione Reagan – e dell’analista Costantino Ceoldo; insieme, hanno dato recentemente alle stampe “Il Capolinea dell’Occidente – Tirannia del Mercato, pensiero woke e società multiculturale” (Passaggio Al Bosco, 2023).

Finanza, Propaganda, Tecnologia e Guerra. Questi gli unici pilastri e la forza nucleare dell’Ovest, che sta rinnegando sé stesso, mentre l’Est ha ormai tutto per vincere la sfida globale: cultura millenaria, demografia, economia reale ed energia. Energia vitale, contro decadenza tecnocratica.

Come finirà? Intanto, l’Università Europea di Fiesole (European University Institute – EUI) – avamposto accademico Ue sulle colline fiorentine – cancella il Natale: per essere inclusivi, si onorerà la “Festa d’Inverno“.

Un’ Europa che si vuole più avanti di ogni altro continente nella promozione dei diritti umani universali, piuttosto che delle comunità definite sulla base della religione…” (1), spiega la Professoressa Costanza Hermanin, una delle promotrici dell’iniziativa, che potrebbe presto diffondersi, nel quasi silenzio generale – mondo cattolico che conta in primis.

Se noi siamo messi così, come stanno le cose altrove? Andiamo per ordine e diamo il benvenuto a Paul Craig Roberts e Costantino Ceoldo.

  • 1) Dr. Roberts, grazie di aver accettato questa intervista. Il “Capolinea dell’Occidente” è una sorta di affresco storico di come la società occidentale è stata disarticolata per sottometterla, attraverso organizzazioni sovranazionali, ad un manipolo di corporation senza scrupoli: dall’economia reale fino al nostro corpo nudo. Sembra proprio che il piano stia avendo un grande successo. È proprio così?

“Una serie di fattori ha portato alla distruzione della civiltà occidentale. Le mie risposte alle domande che seguono ne evidenzieranno alcuni. Per quanto riguarda la prima domanda, la delocalizzazione delle attività produttive in Paesi a basso salario è stata guidata da Wall Street e dagli interessi finanziari per massimizzare i profitti. L’obbligo alla vaccinazione anti-Covid ha dimostrato il potere dell’industria farmaceutica di utilizzare le autorità sanitarie pubbliche per massimizzare i propri profitti farmaceutici. Il World Economic Forum (WEF) sta cercando di imporre un’agenda al mondo ma, per la maggior parte, le organizzazioni sovranazionali non sono potenti. Si pensi all’ONU.

Inoltre, la questione è chi le controlla. L’ONU è proprietà di Washington, che paga la maggior parte del conto. Fattori economici e ideologici impediscono il consenso. Pertanto, l’era delle organizzazioni sovranazionali sta volgendo al termine.”

  •  Costantino, grazie del tuo tempo per questa intervista: cosa ha significato realizzare “Il Capolinea dell’Occidente” e come vedi l’Italia di oggi in questo contesto?

“Questo libro è stato sia un piccolo sogno personale che una sfida culturale. Ho grande stima di Paul Craig Roberts e lo considero un Maestro di pensiero. Le sue analisi sono sempre lucide e precise. In un panorama occidentale (ed italiano in particolare) ricco di figure opache e di scarsa cultura, Roberts dimostra di avere una conoscenza vastissima degli argomenti che tratta. Aggiungo che in un’epoca di pensiero unico e politicamente corretto, provo una sincera ammirazione per il suo coraggio di dire le cose come stanno, cercando al contempo di diffondere un messaggio di ragionevolezza sugli argomenti di cui scrive e parla. Volevo realizzare una carrellata su come la società americana e quella occidentale fossero cambiate negli ultimi venti anni circa e gli articoli di Roberts si prestavano perfettamente allo scopo.”

  • 2) Dr. Roberts, lei ha collaborato con il Presidente Reagan: numerosi analisti individuano le “trickle down” come politiche apripista, in termini neoliberisti, usate poi nel mondo post Guerra Fredda per avviare la globalizzazione che ci ha portato fin qui. Cosa ne pensa?

“La politica economica dell’amministrazione Reagan non era “trickle down” o neoliberista. Era una politica dal lato dell’offerta, un’innovazione descritta nel mio libro The Supply-Side Revolution (Harvard University Press, 1984). Gli economisti neoliberisti (lato della domanda) denigrarono la nuova politica come “trickle down”, per caratterizzarla ideologicamente come un taglio delle tasse per i ricchi piuttosto che come un nuovo pensiero economico. Questa politica [economica] non aveva nulla a che fare con la globalizzazione economica. Questa è stata innescata dal crollo dell’Unione Sovietica, che ha convinto Cina e India che il futuro era con il capitalismo, non con il socialismo, e ha portato questi due Paesi con un enorme eccesso di manodopera ad aprirsi agli investimenti stranieri.”

Paul Craig Roberts e il Capolinea dell'Occidente: "Washington e Israele ci stanno portando all'Armageddon"
Paul Craig Roberts
  • Costantino, il declino demografico italiano è sotto gli occhi di tutti, così come l’immigrazione senza freni nella penisola. Di fatto, Giorgia Meloni ha usato proclami sovranisti per attuare politiche globaliste. Come vedi il tessuto sociale italiano dei prossimi decenni?

“L’Italia è sottoposta da anni a forza centrifughe potenti, di origine interna ma anche esterna e che un governo autodichiaratosi sovranista (in questo caso pure di coalizione, quindi implicitamente debole) avrebbe enormi difficoltà a contenere. Come ha già scritto Roberts, “sovranista” è diventato oggi sinonimo di “nazista” laddove le due cose sono chiaramente diverse. L’idea di Patria è pressoché scomparsa in Italia, quasi bandita. Nord e Sud covano rancori reciproci per motivi in parte reali ma che comunque sbiadiscono se osservati da una prospettiva secolare. In caso di secessione, l’Italia del Nord diverrebbe una colonia-vassallo di Francia e Germania mentre il Sud si ritroverebbe ad essere il gran cesso dell’Africa: un destino umiliante per entrambe le parti. La cosiddetta “Sinistra progressista” è una formidabile quinta colonna che lavora sistematicamente contro l’Italia inseguendo sogni demenziali di armonie universali verdi/arcobaleno. In passato facevano i comunisti sovietici e oggi scimmiottano i “risvegliati” americani, magari piegando anche loro un ginocchio alla morte di un delinquente di colore in overdose da Fentanyl. Giorgia Meloni è stata brava a presentarsi come politico responsabile quando il suo partito era all’opposizione: i suoi messaggi, le sue dichiarazioni, hanno comunicato a molti elettori l’idea di una persona con la testa sulle spalle, in grado di rimettere l’Italia su una rotta ragionevole. Tuttavia, dopo un anno di governo, gli sbarchi di clandestini non solo continuano ma addirittura sono aumentati e chi li porta in Italia continua a farsi beffe palesi e sfacciate dell’autorità della Repubblica e restando per il momento ancora impunito e libero di agire.

Continuano anche i finanziamenti all’Ucraina e, di riflesso, ai suoi nazisti destinati alla sconfitta e la posizione ufficiale del governo sembra non tenere conto delle sofferenze del popolo palestinese, sofferenze che in passato sono state invece denunciate con forza e coraggio proprio nel nostro Parlamento da alcuni dei tanto bistrattati politici della Prima Repubblica. Non dimentichiamoci infine che le riforme Biagi e D’Antona sono ancora lì, quasi intoccabili e senza che nessuno senta la necessità di criticarle pur essendo oramai evidente come abbiano trasformato i lavoratori italiani in strumenti usa e getta e come solo il ritorno allo status precedente possa ridare loro dignità rilanciando così lo sviluppo della nostra Patria. Quindi, se non ci sarà un cambiamento di rotta, coraggioso e deciso, presentato in termini chiari alla parte buona e sana della nostra Nazione, il tessuto sociale italiano continuerà a disgregarsi fino a quando Stati Uniti e alcuni Paesi europei (che non sono né nostri amici né nostri alleati) decideranno che è oramai vantaggioso per loro farla finita con l’Italia, frammentandola in protettorati di comodo come è stato fatto con la ex-Jugoslavia. Allora si realizzerà appieno la profezia di Bettino Craxi che, pur nei suoi errori, ha pagato con l’esilio e la vita il suo amore per il nostro Paese.”

  • 3) Dr. Roberts, sappiamo ormai abbastanza dei poteri globali e globalisti, perlomeno di quali sono i loro obiettivi di fondo. Ci può aiutare a capire se vi è una reale alternativa ad essi, un’alternativa capace di contrastare i disegni di Davos, Onu 2030 e Grande Reset?

“Dalla fine della Seconda guerra mondiale, l’Europa e gran parte del resto del mondo hanno vissuto sotto la forma dell’egemonia statunitense, mantenuta attraverso il dominio finanziario e militare e gli assassinii ed i colpi di stato della CIA. Il globalismo richiede un potere unico e la distruzione dei nazionalismi e delle nazioni, cosa verso cui il mondo era ben avviato. Lo scopo del globalismo e dei suoi strumenti – la “diversità” e il “multiculturalismo” – è distruggere le nazioni etniche e sostituirle con delle torri di Babele. Le politiche di immigrazione degli Stati Uniti, del Canada e dell’Europa hanno raggiunto questo obiettivo. In tutta Europa, “nazionalista” è equiparato a nazista. Negli Stati Uniti “nazionalista” è chi vuole chiudere le frontiere aperte e viene liquidato come un bianco suprematista e razzista. I Paesi senza confini non possono essere nazioni. Sono luoghi geografici.

L’ascesa della Cina, dell’India, dell’Iran e il ritorno della Russia come grandi potenze hanno messo fine al periodo globalista. Come il Presidente russo Putin ha ripetutamente chiarito, oggi il mondo è multipolare. Né la Russia, né la Cina, né l’Iran hanno intenzione di assoggettare i loro interessi nazionali al globalismo.”

  • Costantino, il Grande Reset è anche economico. Il Veneto è sempre uno dei motori dell’Italia. Da cittadino come vedi la tua regione?

“Non credo proprio che il Grande Reset possa essere realizzato senza lo sterminio dei due terzi dell’Umanità, eventualità che i circoli malthusiani inglesi auspicano apertamente guardando a sé stessi come a dei pastori severi ma giusti, perfino compassionevoli, ma mai come i crudeli psicopatici che in realtà sono.

Sia Sergey Glaziev che Nikolai Patrushev hanno messo in guardia pubblicamente, in varie occasioni, questa sedicente élite sui suoi piani concernenti il “Miliardo d’oro”, ma non sembra che questi avvertimenti siano stati presi nella dovuta considerazione. I veneti (come di fatto tutti gli italiani) hanno il culto del lavoro portatore di prosperità e dignità. Questo è al contempo una forza ed una debolezza, perché ovviamente non basta lavorare molto per diventare davvero ricchi o per salvare la pelle in certe situazioni. L’economia della regione Veneto, per il momento, è ancora prospera ma il culto del lavoro non salverà i veneti, se la Russia dovesse cadere definitivamente vittima dei circoli occidentali.”

  • 4) Dr. Roberts, vista da Oriente, questo Grande Reset in stile Davos, così tanto green, sembra ormai circoscriversi proprio e soltanto all’Occidente, mentre altri Paesi del resto del mondo riformulano in proprio, in chiave nazionale ciò che è, e ciò che sarà. Cosa ne pensa?

“Il discorso sul globalismo sembra essere limitato all’Occidente. Ma con l’impero statunitense che sta crollando per eccesso di potere, con le sanzioni statunitensi che causano la de-dollarizzazione, con le difficoltà di formare una politica unificante in una Torre di Babele, il globalismo è ovunque in via di estinzione. Gli intellettuali e i professori universitari occidentali hanno distrutto il sistema di credenze della civiltà occidentale. La civiltà occidentale è sotto attacco da decenni. Agli studenti viene presentata come “razzista e sfruttatrice”. Negli Stati Uniti persino la Costituzione, la base stessa del Paese, viene derisa nelle facoltà di legge come una barriera contro l’“equità” e la “giustizia sociale”. I Paesi senza un sistema di credenze intatto non sono Paesi.”

  • Costantino, il fulcro del reset italico passa dagli ospedali. Abbiamo vissuto e viviamo ancora restrizioni in ambito sanitario che fanno della Sanità Pubblica, disastrata da anni e anni di tagli, il ventre molle del Paese. Numerosi i tuoi articoli durante l’emergenza Covid. Sono passati oltre tre anni. A che punto siamo?

“È stato grazie alla Covid che l’azione contro Donald Trump è andata a buon fine, permettendo così l’insediamento di un Joe Biden in preda ad una qualche forma di demenza senile e quindi chiaramente inadatto ai suoi compiti, ma proprio per questo funzionale ai suoi manovratori occulti. È stato grazie alla Covid che la fase finale della guerra contro la Russia ha potuto essere avviata, anche se i risultati non sono ancora quelli voluti e, con l’aiuto di Dio, non lo saranno mai. Ancora, è stato grazie alla Covid che sono usciti pienamente allo scoperto coloro che sognano la riorganizzazione completa dell’Umanità per realizzare un futuro, a loro dire, radioso. O meglio, la riorganizzazione di quella parte di Umanità a cui sarà concesso di sopravvivere alle prossime (non molte temo…) epidemie e campagne vaccinali.

Si tratta, è chiaro, di un gruppo in preda ad un’autoesaltazione di tipo messianico. Pensando all’Italia, nel nostro Paese il Covid è stato gestito con un’aderenza perfetta ai piani di questa cosiddetta élite ed è forte ora la tentazione di parafrasare Ungaretti: “si sta come in autunno sugli alberi le foglie”… L’impressione che sperimento è come se molti, qui in Italia, stiano aspettando l’abbrivio, l’autorizzazione quasi supernaturale, a rimettere in scena lo stesso spettacolo di raccapricciante stupidità, codardia, incompetenza e malevola prevaricazione a cui abbiamo assistito impotenti durante la fase pandemica e che, per molti aspetti, è tipico di un gregge che si muove folle perché in preda al terrore. Sia chiaro: non c’entrano i tagli alla sanità. Quello che abbiamo visto e sperimentato nostro malgrado sulla nostra pelle viva, è stato dovuto all’aver coltivato ad arte, per decenni, le caratteristiche peggiori dell’animo italico, prima fra tutte la sottomissione ruffiana e il sentirsi importanti brillando di una presunta luce riflessa dovuta alla sottomissione, ruffiana per l’appunto, al padrone di turno.”

  • 5) Dr. Roberts, Donald Trump da un lato e il blocco Brics dall’altro potrebbero essere già il sintomo dei diversi orientamenti e interessi politici e geopolitici in gioco a livello internazionale?

“Donald Trump ha cercato di togliere il governo alle élite al potere e di restituirlo al popolo, cosa che le élite hanno chiarito di non voler permettere. In effetti, la sconfitta di Trump è la sconfitta della democrazia americana. La crescita del blocco dei BRICS è una misura della crescente disaffezione del mondo dall’Occidente.”

  • 6) Dr. Roberts, seguendo Washington in tutti i suoi diktat, l’Europa si sta rendendo sempre più dipendente dagli USA.

“L’Europa è stata devastata dal suo asservimento a Washington. Ora è tagliata fuori dall’energia e dal commercio con i Paesi sanzionati. Gli Stati Uniti hanno delocalizzato la produzione in Cina e in Asia. In tutto l’Occidente le ondate di immigrati-invasori stanno abbassando i salari e gli standard di vita e introducendo lingue alternative. L’intero tessuto delle società occidentali si sta disintegrando. Presto non rimarrà più nulla.”

  • 7) Dr. Roberts, i BRICS+ prefigurano un mondo multipolare da più punti di vista: il “Capolinea dell’Occidente” significa anche dedollarizzazione. Cosa vuol dire questo per gli Usa?

“La de-dollarizzazione è già iniziata: significa la fine del potere americano.”

8) Dr. Roberts, vi è una correlazione tra la diffusione delle teorie gender arcobaleno fra i nostri giovani e la teoria malthusiana della decrescita demografica?

“Un accademico potrebbe senza dubbio crearne una. Ma il fatto è che la normalizzazione della perversione sessuale è un modo efficace per distruggere il tessuto morale dell’Occidente.”

  •  Costantino, “Il Capolinea dell’Occidente”, tra utopia e immaginazione: come si potrebbe arrivare ad un risveglio dell’Italia?

“Di solito faccio io questa domanda… diciamo che non c’è una regola certa, un manuale da seguire pedissequamente e che garantisce il risultato. Ma si può comunque individuare un percorso. Questo tipo di risveglio nasce da molti fattori: l‘educazione ricevuta dai propri genitori, il rapporto con gli altri, la stratificazione di esperienze di vita che portano al cristallizzarsi della convinzione che non si può più vivere in un certo modo ma bisogna cambiare strada.

Nel mio caso, oltre agli insegnamenti fondamentali di mia madre e mia nonna, ai libri che ho letto e alle difficoltà che ho sperimentato vivendo, credo abbiano aiutato le arti marziali (anche quando ero impossibilitato a praticarle al dojo) e, negli ultimi 15 anni almeno, proprio il non avere avuto la televisione.

Ernst Junger parlava di passare al bosco, per alcuni anche letteralmente. E nel suo “Le tempeste d’acciaio”, un secolo fa, ha descritto bene la condizione che i popoli occidentali avrebbero sperimentato cento anni dopo durante l’emergenza Covid: chi vive la propria vita come un animale da compagnia finisce col ritrovarsi preda. Se mi si chiedesse quali autori consigliare, direi ovviamente Junger ma sicuramente anche Roberto Giacomelli perché il suo “Oltre il maschio debole” è esemplare, Roberto Marchesini perché in “Codice cavalleresco per l’uomo del terzo millennio” afferma con forza la necessità di un comportamento etico che sia al contempo portamento quotidiano e, infine, l’ultima fatica di Matteo Carnieletto perché con “Ultima degenerazione” ci viene offerta una visione, intrisa di toccante umanità, sui limiti del nostro vivere quotidiano.

Tuttavia i libri da soli non bastano: bisogna davvero uscire, andare davvero fisicamente nei boschi, magari con qualche scuola di sopravvivenza, e mai fuggire timorosi dalla possibilità di farsi in qualche modo del male, oltre che finire sfatti dalla fatica. In altre parole, ci vuole la volontà di uscire dalla propria comfort zone mentale: è questo il requisito iniziale essenziale, oltrechè uno degli obiettivi finali.

Il destino dell’Italia cambierà in meglio se il numero di coloro che seguono questo sentiero sarà sufficientemente alto.”

Paul Craig Roberts e il Capolinea dell'Occidente: "Washington e Israele ci stanno portando all'Armageddon"

  • 9) Dr. Roberts, l’ideologia woke ed il politicamente corretto sono le due armi micidiali per dominare l’eterno presente del cittadino comune: quali potrebbero essere gli antidoti di cui si dovrebbe dotare una nazione e, al contempo, il singolo cittadino per sfuggire a queste gabbie culturali e psicologiche?

“Lei mi chiede come fa un Paese a riprendersi dalla perdita delle proprie convinzioni. Non conosco alcun modo. Ai giovani occidentali non viene più inculcato il sistema di credenze noto come “civiltà occidentale”. Sono educati a essere ostili alla civiltà occidentale. La cantilena “la civiltà occidentale deve sparire” è vecchia di decenni.”

  • 10) Dr. Roberts, considerate le recenti pubbliche affermazioni del presidente Biden, che ha congiunto la questione ucraina a quella israeliana quali cause prioritarie per gli Usa, siamo forse alla vigilia della Terza Guerra Mondiale?

“Le provocazioni occidentali nei confronti della Russia e quelle americane/israeliane nei confronti dell’Iran, di Hezbollah e del mondo musulmano sono estremamente pericolose. L’uno o l’altro conflitto, o entrambi, possono andare fuori controllo. L’Occidente non ha alcuna possibilità in queste guerre, se non con le armi nucleari di Washington. Washington dovrebbe accettare la sconfitta o usare armi nucleari che, insieme alla risposta russa e cinese, distruggerebbero il mondo. La totale irresponsabilità di Washington e Israele ci sta portando all’Armageddon.”

Di Jacopo Brogi

29.10.2023

NOTE

(1) = https://www.lanazione.it/firenze/cronaca/il-natale-cambia-nome-luniversita-europea-si-difende-festa-dinverno-per-aprire-a-tutti-linclusione-va-messa-in-pratica-39739da7

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