Joaquin Flores – fort-russ.com – 10 gennaio 2022
Il panopticon della Smart City è un sistema istituito in modo che i liberi cittadini si sorveglino, si interroghino e si denuncino a vicenda.
Il mondo accademico, con la sua neolingua “woke” (lett. risvegliata, N.d.T.), è una cosa orribile. Solo attraverso la completa distruzione del linguaggio le politiche effettivamente fasciste, che minacciano di sradicare l’umanità, possono essere spacciate come progressiste, persino socialdemocratiche. Il nostro scopo è quello di costruire sui capitoli precedenti per mostrare che queste non erano spedizioni di pesca intellettuale – siamo qui con le prove.
L’orribile teoria di Jeremy Bentham e il modello del Panopticon sono apertamente presentati come una “visione positiva del futuro” che il mondo accademico ufficiale approva, attraverso i suoi idealisti liberali nelle loro torri d’avorio, come fondamento delle “Smart Cities”. Il Grande Reset prende apertamente ispirazione per la ‘Smart City’ dal sistema carcerario del Panopticon.
Nella sua opera del 1975, “Disciplina e castigo: la nascita della Prigione’, il post-strutturalista francese Michel Foucault, combinando le idee del suo mentore marxista Althusser e quelle di Nietzsche, guarda al panopticon di Bentham e lo fa risalire nel tempo al concetto di quarantena giustificato da una pestilenza. Continua a descrivere la città in quarantena del XVII secolo come la base della nostra moderna concezione di prigione in un dettaglio terribilmente preveggente, data la realtà attuale di un sistema di chiusura, di localizzazione dei cittadini e di controllo giustificato dalla pestilenza che già imprigiona milioni di persone in Europa e nel mondo anglofono.
Si tratta di una semplice coincidenza? O i pianificatori del Grande Reset hanno intenzionalmente preso la descrizione critica di Foucault della peste-panopticon come proprio sistema operativo?
La società a griglia carceraria, il progetto panopticista fu sviluppato dal liberale inglese del XIX secolo Jeremy Bentham, come abbiamo discusso in ‘Smart Cities’: La perfezione della società a griglia carceraria’.
Le Smart Cities non sono semplicemente manifestazioni povere o distorte di una visione genuinamente positiva, sono genealogicamente difettose, risalendo a quel grande nemico dell’umanità, Thomas Hobbes, la cui influenza su Bentham fu profonda.
Dal punto di vista dello sviluppo pianificato, queste nuove città sono il culmine di diversi decenni di iniziative “verdi” al centro di iniziative di sinergia pubblico-privato, che è stato il biglietto da visita di un certo numero di università.
Il mondo universitario al servizio della tecnocrazia
A causa del declino corporativizzato della civiltà occidentale, anche a livello del mondo accademico, c’è stata una compartimentazione e la mancanza di un approccio interdisciplinare veramente critico. Questo ha lasciato alle scuole di diritto, ingegneria e tecnologia il compito di proporre panopticon neo-bentamiani come le Smart Cities, e apertamente, ma con una comprensione scioccamente impoverita della scienza politica e della filosofia politica. Vedete, nelle loro menti, queste cose sono buone.
Eppure questi campi informano necessariamente sia la dimensione etica che quella pratica di qualsiasi progetto di civiltà come un “Grande Reset” per “costruire di nuovo meglio” nelle “Smart Cities”.
Il che non vuol dire che non ci sia qualche tentativo di affrontare l’etica dell’impresa a livello accademico. Il punto qui è che la condizione del mondo accademico ne è stata finora impoverita, proprio perché il risultato del sistema di premi per facoltà e cattedre è stato guidato dalla “filantropia” – una filantropia che a sua volta serve gli interessi della tecnocrazia, in linea con i progetti del World Economic Forum come il suo ‘Partners Program’, che lavora in tandem con la sua iniziativa ‘Young Global Leaders’.
Questo crea una camera d’eco e un circolo vizioso, dove i presidenti dei dipartimenti con poteri sul curriculum e sull’enfasi dei dipartimenti in questione, promuovono poi la prossima generazione di candidati attraverso i loro programmi post-secondari, che a loro volta avanzano attraverso un programma “di merito” di premi legati all’incarnare la visione già delineata dal WEF. È un regalo che continua a dare.
Se concepiamo la ‘socialdemocrazia’ come l’economia del fascismo con il suo sistema gemello di dominio corporativo più uno stato sociale, aggiungiamo ad essa il recente emergere di un sistema ufficiale di due classi di cittadini ‘gruppo interno vs. gruppo esterno’, eliminiamo elezioni significative, allora possiamo vedere una costruzione parallela o un’evoluzione analoga della tecnocrazia para-fascista che emerge da vari campi di ‘competenza’. Il tutto senza che i fachidioti (dal tedesco, persona esperta solo nel proprio campo, N.d.T.) di ogni campo abbiano una visione dell’intero leviatano.
L’opera di Foucault e la sua influenza sulle ‘Smart Cities’ non è solo un’astrazione su cui insistiamo, ma si trova saldamente e apertamente nella letteratura accademica sulla costruzione delle Smart Cities. Non pretendiamo che Foucault lo sostenga, dato che la sua analisi è un non-patrocinio. Ma l’istituzione in cui ha lavorato aveva una ragione per il suo mantenimento.
Per il contesto, citeremo prima la sezione pertinente del testo dal già citato “Disciplina e punizione“.
“Questo spazio chiuso, segmentato, osservato in ogni punto, in cui gli individui sono inseriti in un posto fisso, in cui i minimi movimenti sono sorvegliati, in cui tutti gli eventi sono registrati, in cui un ininterrotto lavoro di scrittura collega il centro e la periferia, in cui il potere è esercitato senza divisione, secondo una figura gerarchica continua, in cui ogni individuo è costantemente localizzato, esaminato e distribuito tra i vivi, i malati e i morti – tutto ciò costituisce un modello compatto del meccanismo disciplinare.[…]
Ma c’era anche il sogno politico della peste, […] La città colpita dalla peste, percorsa per tutta la sua lunghezza dalla gerarchia, dalla sorveglianza, dall’osservazione, dalla scrittura; la città immobilizzata dal funzionamento di un potere esteso che grava in modo distinto su tutti i singoli corpi – questa è l’utopia della città perfettamente governata. La pestilenzae (prevista almeno come possibilità) è il processo nel corso del quale si può definire idealmente l’esercizio del potere disciplinare. Per far funzionare i diritti e le leggi, secondo la teoria pura, i giuristi si collocano immaginariamente nello stato di natura; per vedere funzionare le discipline perfette, i governanti sognano lo stato della pestilenza.” – (Michel Foucault, Disciplina e castigo: La nascita del carcere, capitolo ‘Panopticismo’ pp. 197-198)
Coloro che sono consapevoli, che hanno una base interdisciplinare sufficiente per vedere ciò che si sta veramente sviluppando, si ritrovano o come rinnegati di quel sistema, o come suoi tirapiedi e ideologi, le cui proprie motivazioni rasentano l’irrilevanza dato che il sistema tenderà sempre a produrre le parti che richiede.
Un tipico esempio di questi tirapiedi si ritrova al Queensland Institute of Technology, Facoltà di Legge. Dagli studi di diritto di “sinergia” aziendale nelle arene della proprietà intellettuale, delle preoccupazioni ecologiche, del diritto internazionale e dello sviluppo delle “Smart Cities”, troviamo il Programma di Ricerca sulla Dataficazione e Automazione della Vita Umana.
L’intero progetto è inquadrato proprio come la ‘critica’ al FMI che viene dal WEF. La grafica della loro testata riflette questo: è una persona imprigionata, e qui dobbiamo ipotizzare che sono contro un tale sistema. Se intervistati, quanti affermerebbero di essere contrari a soluzioni illiberali, e di sostenere invece un discorso di responsabilizzazione? Eppure il senso e la sostanza del loro lavoro è interamente corporativista e tecnocratico, avvilendo gli esseri umani e cambiando le leggi da requisiti minimi a richieste massime della tecnocrazia.
Per esempio, il lavoro di Lachlan Robb e Felicity Deane del programma DAHL, in “Smart Cities as Panopticon: Highlighting Blockchain’s Potential for Smart Cities Through Competing Narratives”, troviamo un microcosmo del mondo invertito, dove la tecnocrazia è mascherata nel linguaggio del giornalismo progressista, evidenziato solo nel sommario:
“Questo capitolo sostiene che le narrazioni delle “città intelligenti” dimostrano il valore potenziale delle tecnologie blockchain. Attingendo a narrazioni in competizione all’interno dell’immaginario culturale, sia il ‘sogno’ di una città migliore, sia la ‘paura’ di una struttura oppressiva, evidenzierà la necessità di considerare sia Bentham che il Panopticon di Foucault. Il termine ‘panopticon’ è definito ed esplorato nel contesto della tecnologia blockchain. Nel fare ciò vengono identificati tre concetti: la natura abilitante di un panopticon; l’uso di un blockchain-enabled-panopticon per incoraggiare il prosperare umano; e la capacità di una tecnologia come questa di migliorare gli standard al di sopra del minimo di base della legge. Questo capitolo suggerisce che la comprensione delle città intelligenti, del panopticon e della blockchain, può permettere di rendere meglio conto delle narrazioni concorrenti della paura che possono portare a una comprensione più profonda di come questa tecnologia può essere impiegata.”
Ciò che viene proposto qui è identico a ciò di cui abbiamo costantemente messo in guardia in pezzi come ‘Deplorabile fino a prova contraria: Kafka, Credito Sociale e Teoria Critica“:
Il cambiamento della legge in standard comunitari, per passare da un minimo di legalità di base alla massima conformità forzata ad un ideale; la cancellazione della distinzione tra legalità e “virtù”.
Sempre nell’atroce opera neofascista di Deane, per aggiungere chiarezza e veridicità alla nostra interpretazione dlla neolingua, abbiamo aggiunto, tra parentesi, il significato decodificato della neolingua usato in ‘Panoptic blockchain ecosystems: Un caso di studio esplorativo della catena di approvvigionamento della carne bovina’:
“In questo articolo guardiamo questa tecnologia attraverso una lente diversa e suggeriamo che la blockchain rappresenta un’espressione tecnologicamente abilitata del panopticon moderno, in qualche modo rovesciato. [È letterale, non al contrario].
Il termine panopticon, concettualizzato per la prima volta da Jeremy Bentham nel XIX secolo, inizialmente descriveva una struttura fisica di una prigione, che nel suo cuore includeva una torre centrale. Intorno alla torre ci sono coloro che sono oggetto di osservazione, “gli osservati”, o i prigionieri.
L’ambiente e le condizioni dei prigionieri significavano che non potevano sapere se erano osservati in un dato momento, e quindi erano incoraggiati [terrorizzati] a comportarsi nel modo dettato dalle regole. Fare qualsiasi cosa al di fuori di questo, avrebbe potenzialmente comportato una punizione dopo che il comportamento si fosse verificato.
Questo panopticon può essere paragonato all’attuale comprensione della legge e della governance. Il suggerimento che promuoviamo in questo documento è che la tecnologia blockchain può aumentare il potere negativo [potere disciplinare] associato alla legge e alla governance. Infatti, mostriamo come la blockchain permetta la creazione di associazioni volontarie di conoscenza comune (associazioni volontarie) [gang blockchain involontarie], in cui i soggetti partecipanti hanno il potere di autoregolamentarsi [costretti a controllarsi a vicenda in un sistema punitivo collettivo] in un modo che replica le qualità del panopticon.
Per illustrare queste idee, usiamo osservazioni dal progetto Beefledger [il progetto mira a ridurre la disponibilità di carne bovina]. Attraverso queste osservazioni illustriamo perché la tecnologia abilitata alla blockchain e la conseguente formazione di associazioni volontarie di conoscenza comune può essere desiderabile usando la metafora del panopticon. Nel panopticon, la relazione è una configurazione uno-a-molti [dittatoriale e autoritaria] dove l’uno è una figura di autorità (l’osservatore sull’osservato).
Tuttavia, le blockchain possono attivare un nuovo ruolo per i ‘guardati’ – vale a dire, essere anche ‘osservatori’. L’originale ‘osservatore’ può quindi fare un passo indietro, conservare l’energia e lasciare che i soggetti facciano la propria supervisione [gang blockchain involontarie]. A questo proposito, queste associazioni volontarie beneficeranno [risparmiando ulteriori punizioni] non solo coloro che partecipano al loro interno, ma la comunità più ampia [norme comunitarie create dall’alto].”
Il mondo accademico sta producendo fallimenti morali
Perché c’è un tale desiderio di creare sistemi adatti alla prigione, per i liberi cittadini di una società?
Perché non si parla dell’effettivo fallimento della prigione Panopticon, costruita a Millbank? Non ha prodotto lavoro significativo da parte dei detenuti, e il tasso di malattie mentali e suicidi è salito alle stelle. Come mai non se ne parla?
Perché il progressismo dice che i tentativi passati di ingegneria sociale sono falliti solo perché il passato non godeva dello stato contemporaneo della scienza. Fidatevi della scienza.
È qui che possiamo vedere che i tirapiedi accademici della tecnocrazia condividono la confusione di Bentham tra innovazione tecnologica e bene.
Nel tracciare la perfezione di questo sistema del panopticon stesso, le nuove tecnologie permettono che la prigione sia decentralizzata e non richieda un luogo.
Movimenti, pensieri, attività che oggi sono ancora legali, possono in un secondo momento essere dichiarati retroattivamente illegali, e gli stessi possono essere usati come una predizione pre-crimine che porta all’arresto su base algoritmica per reati non ancora commessi.
I prigionieri diventano le guardie carcerarie, e mettendo insieme il panopticon di Bentham con lo stato di sorveglianza 24-7, abbiamo un sistema che supera ogni potenziale ostacolo di bilancio, che Bentham stesso sperava di superare attraverso i vetri oscurati.
Il panopticon della Smart City è un sistema impostato in modo che i cittadini liberi si sorveglino, si interroghino e si denuncino a vicenda, e peggio ancora, interiorizzino queste regole tecnocratiche in modo da indurre una sindrome di Stoccolma collettiva di massa. Vediamo questo cancro crescere già con il fenomeno “Karen” sugli obblighi Covid-19.
Allo stesso modo, il sistema accademico è un sistema impostato in modo che gli studenti entrino con ideali vagamente progressisti, ed escano ‘stoccolmati’ con un quadro discorsivo connotativo di liberazione, ma ironicamente denotativo dell’ordine top-down della tecnocrazia.
Link: https://fort-russ.com/2022/01/panopticon-how-mainstream-academia-normalized-mass-imprisonment/
Traduzione di Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte