L’esecuzione di Nicholas Berg: una ipotesi di lavoro e una soluzione per il mistero della tuta arancione.
Scopo di questo articolo è far luce sull’apparente esecuzione di Nicholas Berg mediante decapitazione. Ritengo che la maggior parte delle prove disponibili suggeriscono che si sia trattato di una “operazione sporca” compiuta da specialisti americani della guerra psicologica, con lo scopo di fornire ai media un argomento di rilevanza morale e contrastare così la deleteria diffusione al pubblico delle notizie sulle torture nella prigione di Abu Ghraib.
Riguardo la vicenda, e in particolare il video della decapitazione, molti osservatori hanno sottolineato alcuni aspetti con chiare incongruenze. Io ritengo che alcuni di questi aspetti possano essere spiegati anche senza dover ricorrere all’ipotesi di una cospirazione da parte dei servizi di sicurezza americani.
Anche se la maggior parte delle incongruenze risultano spiegate meglio se collocate all’interno di uno scenario dei servizi segreti. Anche in questo modo, al momento attuale, alcune anomalie rimangono inspiegabili.
Ad un certo stadio di una investigazione, al fine di spiegare fatti contraddittori ed oscuri, un investigatore deve adottare un’ipotesi di lavoro capace di integrare i principali aspetti della vicenda.
La mia ipotesi allora cerca di spiegare perchè, nel video dell’esecuzione, Nick Berg indossi una tuta arancione del tipo di quella indossata dai prigionieri dei militari americani come a Guantanamo Bay.
La maggior parte dei commentatori sono rimasti sorpresi da questo aspetto. Alcuni lo hanno spiegato come una parodia voluta dagli esecutori per criticare con sarcasmo gli Stati Uniti e sottolineare come gli americani imprigionano e umiliano gli arabi e i musulmani.
Questa potrebbe apparire la sola ragionevole spiegazione ma rimangono sostanziali dubbi.
Come hanno potuto i terroristi mettere le mani su questa tuta? E’ ragionevole pensare che essi se ne portassero una a spasso, nel caso che, per un colpo di fortuna, fossero riusciti a catturare un americano?
E in alternativa, può ritenersi probabile che, dopo aver catturato Berg, a uno di loro sia venuta la brillante idea di mandare la mamma al mercato ad acquistare la stoffa, dicendole di cucirne una in fretta e furia?
Viste le circostanze, entrambe le spiegazioni sembrano poco probabili. Teniamo presente che queste persone, come ci hanno detto, sono membri di una cellula terroristica di Abu Massab al-Zarwawi. Essi operano di nascosto per trasportare autobombe e cose simili. Per far questo dovrebbero vestirsi come normali iracheni. Vestire Berg con un indumento che è il fac-simile di quello dell’uniforme dei prigionieri americani, se non addirittura l’indumento originale, è cercare guai – un’azione senza senso, con perdita di tempo, che potrebbe esporre senza alcun guadagno al pericolo di essere scoperti. Perché non hanno tenuto Berg negli stessi abiti indossati al momento del sequestro, o, se ci fosse stata necessità di cambiarli, perché non sono stati usati comuni e anonimi vestiti iracheni?
(C’è un altro problema riguardo i “terroristi” nel video: perché sono vestiti in uniformi nere con tanto di giubbotti e armi? La milizia di Al-Sadr veste in quel modo, ma gli uomini di al-Zarwawi non sono una milizia, essi sono combattenti nascosti).
Ma se sembra poco credibile che il gruppo di al-Zarwawi abbia ripreso Berg in tuta arancione, perché lo avrebbero fatto quelli delle operazioni psicologiche della CIA (CIA psyops)? Nel mettere su un pezzo falsificato non avrebbero colpito di più se avessero agito nell’ovvio e nel semplice tenendo Berg nei suoi abiti?
Come ho detto sopra: per dare un senso ai fatti disparati e contraddittori e per filtrare il rumore di fondo è necessario tirar fuori un’ipotesi di lavoro che dia un senso alle principali osservazioni. Quella che segue è la mia.
Io ho usato l’eccellente analisi fotogramma-per-fotogramma di “Videoman” del video dell’esecuzione che si trova sul sito LibertyForum.
Videoman identifica 8 separate sequenze (da A a H) e assume che vi siano due telecamere (io le chiamo videocamera 1 e videocamera 2).
L’ipotesi
Nel momento in cui quelli della “CIA psyops”, decidono di vestirsi da terroristi e di tagliare la testa di Berg, egli era morto già da tempo.
Come notato da alcuni osservatori qualificati non si vede infatti alcun getto di sangue. Io per giunta dubito che perfino i più duri tra i duri della CIA siano capaci di staccare la testa di qualcuno mentre è ancora in vita.
Essi non avevano altra alternativa che quella di compiere le loro gesta con Berg vestito in tuta arancione. E questo perché, per drammatizzare l’orrore dell’evento, dovevano produrre un video che inequivocabilmente mostrasse Berg vivo prima che la sua gola fosse tagliata. Nel solo materiale registrato di cui potevano disporre, Berg dunque indossava la tuta arancione.
Io ritengo che il filmato che mostra Berg sulla sedia bianca di plastica, che senza costrizioni e in modo calmo fornisce il suo nome e i dettagli della sua famiglia, sia stato registrato, nell’ambito della routinaria acquisizione di documentazione investigativa, dagli agenti della CIA e/o dell’FBI durante gli interrogatori in carcere.
La sequenza appare così di routine perché era routine.
Berg venne arrestato, i suoi abiti furono portati via, fu vestito con la tuta arancione e quindi interrogato. Quasi sicuramente gli vennero poste una serie di domande durante le tre “interviste” che sappiamo aver avuto luogo, e le sue risposte furono videoregistrate nello stesso modo con cui gli interrogatori della polizia vengono video-registrati in molti paesi.
Dopo essere stato interrogato 3 volte in 13 giorni, Berg venne consigliato a lasciare il paese, fu rilasciato e (secondo alcune voci) gli venne prenotato un volo per lasciare Baghdad.
La CIA conosceva esattamente dove era e quali sarebbero stati i suoi movimenti.
Non ci vuole molta immaginazione per capire quello che è accaduto dopo.
Arriva l’ordine che Bush ha bisogno di una atrocità terroristica di alto livello per contrastare la tempesta sui media riguardo le torture a Abu Ghraib. I ragazzi psyops devono lavorare alla svelta, entro un termine prefissato. Saggiando le varie possibilità, decidono che Berg è una persona altamente sospetta. Ci sono strane storie registrate negli archivi, quella che il suo account di posta elettronica era usato da Moussaoui, quella dei genitori che si opponevano decisamente alla guerra, quella che Berg percorreva l’Iraq senza supervisione e infine quella visita ad un parente a Mosul.
Essi prelevano Berg quando esce dall’albergo e lo uccidono (forse accidentalmente).
A questo punto cominciano a costruire il video della decapitazione. E’ anche possibile che Berg venga ucciso da uomini della resistenza e rapidamente recuperato dalle forze americane.
Ora, torniamo al punto iniziale: per mostrare Berg da vivo il gruppo psyops poteva ricorrere solo alle registrazioni dei precedenti interrogatori. Non c’erano altre alternative che usare quelle registrazioni, così, con una certa ingenuità, iniziano a montare un video di una falsa decapitazione.
Il prodotto finale distribuito su internet si apre con due sequenze riprese da diversa angolazione. L’ora sul video dimostra che esse risultano apparentemente registrate a 11 ore di distanza, una alle 1,26 pm e l’altra alle 2,18 am.
La prima sequenza (videocamera 1) dura per soli 3 secondi ed in essa Berg è seduto sulla sedia bianca ed è inquadrato leggermente da sinistra. Tutto quello che riesce a dire è “Il mio nome è Nick Berg, il nome di mio padre è Michael….”, prima che si passi alla seconda camera posizionata direttamente di fronte a lui e apparentemente in funzione 11 ore dopo (o, alle 2,18 am di alcuni giorni dopo, o prima). Berg continua: “…il nome di mia madre è Suzanne…”. Berg non è legato e appare calmo e rilassato.
Perchè si è resa necessaria questa elaborazione rapida delle immagini e perchè c’è un apparente lasso di tempo tra le due sequenze? Se i terroristi hanno effettuato il video, perché non dicono a Berg di ripetere i dettagli nuovamente senza interruzioni?
Questa sequenza d’apertura a doppia ripresa è stata ottenuta dall’unione di frammenti provenienti da due video di diverse sedute di interrogatorio, condotte dall’FBI e/o dalla CIA, quasi certamente prelevati dalla parte iniziale di queste riprese e probabilmente registrate dalla stessa videocamera.
Ecco cosa credo possa essere accaduto:
Il team degli uomini che interrogano posizionano la loro videocamera su di un cavalletto, con l’orologio accuratamente calibrato ed iniziano a registrare alle 1,26 pm.
Stando fuori dal campo dell’obiettivo, essi iniziano la registrazione.
Cerchiamo di immaginare la scena. Le cose potrebbero essersi sviluppate in questo modo (i dialoghi udibili nel video sono in italico):
Interrogatore: Intervista con un uomo sospetto consegnato a noi dalla polizia irachena il [data, ora]. Dica il suo nome, per favore.
Berg: Il mio nome è Nick Berg, il nome di mio padre è Michael …
Interrogatore: Da dove viene, sig. Berg?
A questo punto l’interrogazione continua con domande in inglese poste da un non visibile interrogante con un accento americano. Le domande e le risposte riguardano le attività di Berg come appaltatore, i suoi contatti in Iraq, i suoi parenti a Mosul,perché si è fatto crescere una barba stile-islamico ed altre domande.
In altre parole, sono stati utilizzati solo i primi 3 secondi di quello che era un routinario interrogatorio di polizia; sono quei 3 secondi che gli autori del video trovano utili per di far credere che Berg fosse ancora vivo al momento della videoregistrazione e nelle mani di terroristi.
Ci fu un secondo interrogatorio (probabilmente, ma non necessariamente, successivo a quello ripreso nella Sequenza A), questa volta alle 2,40 am. Di nuovo, come di routine, chi interroga apre la registrazione. E potrebbe essere andata in questo modo (i dialoghi udibili nel video sono in italico):
Interrogatore: Intervista con un sospetto consegnatoci dalla polizia irachena il [giorno, ora]. Dica il suo nome per favore.
Berg: Ve l’ho già detto prima. Perché mi state trattenendo qui. Sono un cittadino americano.
Interrogatore: Non renda le cose più difficili, risponda solo alle domande.
Berg rimane in silenzio. quindi simultaneamente entrambi gli uomini parlano …
Interrogatore: Cominci …
Berg [dandosi per vinto]: “Il nome di mio padre è Michael, il nome di mia madre è Suzanne…” ecc.
La voce di chi interroga si sovrappone alla prima parte della risposta di Berg rendendo utilizzabile solo la registrazione contenente le parole “…il nome di mia madre…” ecc. Il resto della registrazione non era utilizzabile per la stessa ragione della prima ripresa.
Posso anche immaginare altri motivi del perchè la prima parte della risposta di Berg in questa sequenza non poteva essere usata. Una ad esempio potrebbe essere l’ingresso nella scena di qualcuno identificabile come un americano.
Così il gruppo di psyops aveva a disposizione solo questi due frammenti per organizzare l’apertura del video. Il primo frammento era troppo breve, ma unito insieme al secondo avrebbe fornito 13 secondi di riprese utilizzabili.
C’era però un punto debole: esse erano state riprese in tempi diversi (come si vede nella registrazione). Qui le diverse angolazioni delle camere vengono in aiuto. Infatti si può giustificare il tutto sostenendo che c’erano due videocamere che registravano la scena, ma una con l’orologio inavvertitamente rimesso su di un’ora sbagliata. Rimaneva però un problema: per nascondere il fatto che la registrazione iniziale era un collage di due videoriprese effettuate in tempi diversi, si doveva continuare a registrare le successive immagini ancora con due videocamere mantenendo la stessa differenza di tempo tra le due. E il problema è stato infatti risolto in questo modo.
Tutte le successive riprese sono state effettuate dopo la morte di Berg e quasi sicuramente nella stessa stanza dove fu interrogato durante il suo periodo di incarcerazione (Abu Ghraib?).
Il suo corpo senza vita veniva vestito con l’identica tuta indossata durante gli interrogatori e puntellato nella posizione che osserviamo nel video. La sequenza C (quella che va dal discorso del terrorista fino a che Berg viene fatto cadere con una spinta) è quella che viene allora registrata e successivamente modificata fotogramma per fotogramma per far apparire come se il corpo di Berg si muovesse occasionalmente dando l’illusione che fosse in vita (io dissento dall’interpretazione di Videoman che lo ritiene a questo punto ancora in vita). Usando un software comunemente disponibile tali metodiche sono relativamente semplici e sufficientemente convincenti, se camuffi il video mediante un procedimento che lo trasforma da un video ad alta risoluzione ad una versione sgangherata a bassa risoluzione per internet.
Delle 5 sequenze successive, quattro sono riprese dalla videocamera 1 e solo 4 secondi dalla videocamera 2. E’ un processo semplice riprendere l’intero video con una sola videocamera e cambiare l’orario in due sequenze (C e G) per far apparire che i terroristi usavano due videocamere, camuffando così il problema della differenza di orario.
La mia ipotesi ha i seguenti vantaggi:
1. Spiega la tuta arancione
2. Spiega la discrepanza dell’orario
3. Spiega perché Berg non è legato e appare rilassato nelle prime due sequenze
4. Non è inconsistente con i noti movimenti di Berg in Iraq
5. Suggerisce più proficue linee di indagine
Uno scenario della tuta alternativo (ma improbabile)
Il solo scenario alternativo (ma lontanamente plausibile) che riesco a pensare è che, al momento del rilascio, a Berg venisse donata la tuta come ricordo. In questo caso Berg avrebbe avuto la tuta con sé al momento del sequestro.
Non solo questa eventualità sembra incredibile, ma non si capisce perché i terroristi avrebbero avuto la necessità di usare due videocamere e di creare una sequenza composta dalle riprese A e B, quando avrebbero potuto semplicemente chiedergli di dire chi era.
Traduzione comedonchisciotte.net
Fonte: http://www.brushtail.com.au/nick_berg_hypothesis.html (23 May 2004)