Correva l’anno 2021: “Un rincoglionito con demenza senile”, queste parole secondo l’infettivologo Matteo Bassetti sarebbero appropriate a definire un biologo e virologo di carriera come Luc Montagnier.
07/04/2023. Il Tribunale civile di Genova ha deciso per una condanna al pagamento di 6000 euro a fronte dei 500mila richiesti dall’accusa, come risarcimento per i danni subìti da tali affermazioni pubbliche, agli eredi del premio nobel morto all’inizio dello scorso anno.
Secondo il giudice quanto detto da Bassetti durante una conferenza a Sutri, nel viterbese, è offensivo e lesivo dell’onore e della reputazione del ricorrente, in quanto diretto a screditarne il valore come persona, e non le sue posizioni in merito al dibattito.
Da quando la legge 119 del 2017 ha imposto 10 vaccinazioni obbligatorie in età pediatrica sulla scia di una fantomatica epidemia di morbillo, si è dato il via ad una vera e propria caccia ai sanitari non allineati, da sospendere o addirittura radiare degli ordini delle professioni perché divulganti posizioni contrarie alla vaccinazione obbligatoria, ritenute “non scientifiche”. Eppure le evidenze in troppi casi dimostrano i rischi per la salute che certi trattamenti possono provocare. Ci vogliono biologicamente in balìa dei mercati.
Bassetti non ha mai perso occasione di insultare chi non si è prestato alla sperimentazione anti-covid: bestie, asini, complottisti. Nemmeno il curriculum di Montagnier riesce a restituirlo all’onestà intellettuale, piuttosto ci si aggrappa all’insulto personale. Al tempo il dibattito era caldissimo, ma Bassetti ancora oggi continua diabolicamente a rendersi ridicolo minacciando il ricorso in appello, davanti alle conferme – sempre più drammatiche – che certi dubbi erano sacrosanti fin dall’inizio.
La notizia ha rimbalzato su diversi giornali del mainstream e la frase ricorrente, riscritta in diverse salse, ha del vomitevole, cito il Fatto Quotidiano:
“Il periodo in cui era forte la contrapposizione sui vaccini anti-Covid tra la comunità scientifica e il mondo No vax, che aveva in Montagnier uno dei suoi più autorevoli esponenti”
Non si vuole accettare l’evidenza di una gigantesca macchinazione che non ha cuore la salute di nessuno. I fatti, caro Fatto, risalgono a quando si stava infiammando il dibattito, durante la psicopandemia, sull’utilità dei farmaci “anti-Covid”, sì, tra scienziati convinti ciecamente della dottrinale iniezione e scienziati scrupolosi che sollevavano ragionevoli dubbi e che per consigliare un qualsiasi trattamento, in scienza e coscienza, vorrebbero conoscere i dati delle sperimentazioni prima e non dopo, ad esempio.
Correva l’anno 2021, ma non è che adesso sia meglio.