L’estratto di melograno, abbinato a vitamine del gruppo B e C, ha dato effetti positivi nel combattere l’affaticamento prolungato (se non è dovuto a una particolare patologia). Sono stati i ricercatori dell’Università di Napoli Federico II a evidenziarlo gettando le basi per un futuro studio clinico randomizzato controllato con placebo in doppio cieco che dovrebbe andare a confermare l’efficacia dell’associazione delle vitamine sopra citate con l’estratto di melograno.
I pazienti reclutati, 21 uomini e 57 donne, hanno assunto melograno e vitamine idrosolubili (C e del gruppo B) sotto forma di integratore alimentare per un mese e hanno tutti segnalato un miglioramento significativo delle loro condizioni senza alcun effetto negativo.
In realtà, singolarmente considerati, questi nutrienti erano già apprezzati in letteratura per le loro proprietà anche energetiche. Ad esempio, è nota da tempo la capacità delle vitamine del gruppo B di contribuire alla riduzione della fatica attraverso la produzione di energia cellulare che a sua volta porta effetti benefici soprattutto per i muscoli e per il cervello. Anche la vitamina C, come le altre del gruppo B, si sa che è in grado di migliorare l’affaticamento perché ha un ruolo in una varietà di percorsi metabolici di base che supportano i sistemi di produzione di energia, il trasporto di ossigeno e la protezione dallo stress ossidativo. Il melograno pure era già conosciuto per le sue proprietà salutari tanto da essere stato insignito del titolo di superfood ed è soprattutto la buccia ad essere ricca di molti composti salutari: agenti antiossidanti, antinfiammatori e immunomodulatori particolarmente efficaci (il che significa che sono di reale aiuto gli integratori ottenuti dal frutto intero che contiene l’intero fitocomplesso e non solo i chicchi).
Il pregio dello studio citato, su piccoli numeri ma meritevole di ulteriori indagini, è quello di sottolineare la possibile utilità di assumere in contemporanea sia le vitamine sopra citate che l’estratto di melograno, in particolare in tutte quelle condizioni in cui la stanchezza non è legata a condizioni patologiche ma a errori di stile di vita (ad esempio mancanza di sonno, stress prolungato, preoccupazioni familiari e professionali) che nel tempo, insieme ad un’alimentazione poco accorta, possono predisporre a infiammazione e ad alterazioni più o meno significative del sistema immunitario.
Molto spesso, infatti, alla base dell’affaticamento c’è una carenza di vitamine e un’infiammazione cronica che possono essere migliorati attraverso un intervento nutrizionale.
Proprio in questo senso è interessante l’attività antinfiammatoria dell’estratto di melograno (ottenuto dal frutto intero, compresa la buccia) che potrebbe quindi essere uno dei meccanismi d’azione attraverso il quale questo frutto contribuisce ad alleviare la fatica.
Un altro meccanismo d’azione che potrebbe giustificare i risultati positivi dell’assunzione dell’estratto di melograno potrebbe essere la sua capacità di modificare il microbiota intestinale come dimostrato da recenti studi che ne evidenziano appunto la capacità di rimodellare la composizione della flora intestinale aumentando i batteri eubiotici probabilmente attraverso componenti polifenolici che vengono escreti nel lume intestinale e poi concentrati nel colon dove vengono metabolizzati dai batteri presenti in sostanze a basso peso molecolare (come le urolitine) che modulano il microbiota intestinale ed esercitano un’attività antinfiammatoria sistemica.
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VB