Mandato di arresto internazionale per Vladimir Putin

A Roma c’è un detto per indicare alcune situazioni, come questa di cui vi diamo notizia: “Siamo alla frutta” o meglio, “sono (loro) alla frutta”; l’espressione corrente italiana credo sia “raschiare il fondo del barile”. Comunque, sofismi linguistici a parte, direi che entrambi i modi di dire esemplifichino correttamente la situazione e, soprattutto, delineino il costante filo di ipocrisia/bis-pensiero nel più puro stile “1984”.

Da una parte abbiamo presidenti degli Stati Uniti (un paese in cui la pedofilia è ai massimi livelli, ma questa non è materia da CPI) che ordinano di sganciare bombe atomiche su obiettivi civili, che approvano l’assassinio di alti funzionari di paesi con i quali, peraltro, non sono mai stati in guerra, che fanno dichiarare il falso su tanto pretese quanto inesistenti armi di di distruzione di massa di Saddam, un segretario di stato (ministro degli esteri) che dichiara che la morte di 500.000 bambini iracheni non è stata un prezzo troppo alto per sconfiggere Saddam (sic!)  e, dall’altra, una corte (di cui tratterò successivamente in maggior dettaglio) che trae le sue origini da uno stupro del diritto internazionale quale il processo di Norimberga, che ha già al proprio attivo processi farsa contro altri leader, adesso questa corte, evidentemente prostituita agli interessi di chi in questo conflitto sta perdendo la faccia sulla pelle di chi sta perdendo la vita, portato a forza a combattere da un pazzo criminale drogato, questa corte, ripeto, ha l’ardire di lanciare un’accusa così ridicola e risibile, oltre che artefatta e capziosa. Mi vengono in mente, quanto mai adatte a quanto stiamo vivendo già dall’11 settembre 2001, le parole del Marco Antonio shakespeariano sul cadavere di Cesare:

“O Judgment ! Thou art fled to brutish beasts, and men have lost their reason !”

Tom Ozimek – The Epoch Times – 17 marzo 2023

Il Presidente russo Vladimir Putin è stato formalmente accusato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) di crimini di guerra e rischia un mandato di arresto, che il Cremlino considera illegittimo.

In una dichiarazione in video di venerdì il presidente della CPI, Piotr Hofmanski, ha comunicato che è stato emesso un mandato di arresto per Putin per i “presunti crimini di guerra di deportazione di bambini dai territori occupati dall’Ucraina nella Federazione Russa“.

Il diritto internazionale proibisce alle potenze occupanti di trasferire civili dalle aree occupate ad altri territori.

Hofmanski ha detto che il contenuto dei mandati sarà tenuto segreto per proteggere l’identità dei presunti bambini rapiti.

“Tuttavia, i giudici della sezione che si occupa di questo caso hanno deciso di rendere pubblica l’esistenza dei mandati, nell’interesse della giustizia e per prevenire il ripetersi di tali crimini“, ha dichiarato.

Cooperazione internazionale?

Sebbene i giudici della CPI abbiano emesso i mandati, spetterà alla comunità internazionale farli rispettare, poiché la CPI non dispone di una propria forza di polizia.

“L’esecuzione dipende dalla cooperazione internazionale“, ha detto Hofmanski.

Sebbene non sia chiaro quale tipo di cooperazione internazionale porterebbe all’arresto di Putin, la Russia ha chiarito che non ha intenzione di collaborare.

All’inizio della settimana il Cremlino ha dichiarato di non riconoscere la giurisdizione o l’autorità della Corte Penale Internazionale.

“Non riconosciamo questo tribunale, non riconosciamo la sua giurisdizione”, ha dichiarato martedì il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ai giornalisti a Mosca.

Il disconoscimento dell’autorità della Corte da parte di Peskov è avvenuto in mezzo alle speculazioni dei media secondo cui i procuratori della CPI avrebbero aperto due casi di crimini di guerra ed emesso diversi mandati di arresto per coloro che sono ritenuti responsabili dell’attacco alle infrastrutture civili ucraine e del rapimento di massa di bambini.

Oltre a richiedere l’arresto di Putin, venerdì la CPI ha annunciato di aver emesso un mandato d’arresto nei confronti di Maria Alekseyevna Lvova-Belova, Commissario per i Diritti dei Bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa, per accuse simili.

La CPI ha dichiarato in un comunicato che sia Putin che la Lvova-Belova sono “presumibilmente responsabili del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione (bambini) e di trasferimento illegale di popolazione (bambini) dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa“.

I crimini sarebbero stati commessi nei territori occupati dall’Ucraina almeno a partire dal 24 febbraio 2022“, ha dichiarato il tribunale, data dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che Mosca definisce “operazione militare speciale”.

I mandati di arresto arrivano circa un anno dopo che il procuratore della CPI Karim Khan ha aperto un’indagine su possibili crimini di guerra, crimini contro l’umanità e genocidio in Ucraina.

Khan ha dichiarato che, durante quattro viaggi in Ucraina, stava esaminando il presunto attacco alle infrastrutture civili e i crimini contro i bambini.

Il procuratore generale dell’Ucraina Andriy Kostin ha salutato la decisione della CPI in una dichiarazione sui social media.

“Il mondo ha ricevuto il segnale che il regime russo è criminale e che la sua leadership e i suoi sodali saranno chiamati a risponderne“, ha dichiarato. “Questa è una decisione storica per l’Ucraina e per l’intero sistema del diritto internazionale“.

Andriy Yermak, capo dello staff presidenziale ucraino, ha dichiarato che la mossa è “solo l’inizio“.

Non ci sono stati commenti immediati da parte della Russia dopo l’annuncio della Corte penale internazionale.

Giovedì, un’inchiesta sostenuta dalle Nazioni Unite ha accusato la Russia di aver commesso numerosi crimini di guerra in Ucraina, tra cui la deportazione forzata di bambini in territorio russo.

Le tensioni aumentano

L’annuncio della CPI è arrivato mentre la Slovacchia, giovedì, ha annunciato che trasferirà all’Ucraina la propria flotta di caccia MiG-29 di epoca sovietica.

Con questa mossa, la Slovacchia si è unita alla Polonia, che il 16 marzo è diventata il primo Paese della NATO a inviare i propri caccia al vicino in difficoltà.

I leader ucraini hanno ripetutamente chiesto alle potenze occidentali aerei da caccia per aiutarli nella lotta contro le forze russe.

Secondo gli analisti, né Mosca né Kiev hanno la superiorità aerea nei cieli sopra l’Ucraina, e la decisione di inviare i jet è vista come un potenziale punto di svolta nel respingere l’offensiva russa.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha ripetutamente richiesto l’invio di aerei da caccia, mentre Washington e gli altri alleati della NATO si sono rifiutati, adducendo la preoccupazione di un’escalation del ruolo dell’alleanza nel conflitto.

Peskov ha minimizzato la decisione di inviare aerei polacchi e slovacchi in Ucraina.

“Nel corso dell’operazione militare speciale, tutte queste attrezzature verranno distrutte”, ha detto Peskov. “Sembra che tutti questi Paesi siano quindi impegnati nello smaltimento di vecchie attrezzature inutili“.

La Polonia, che considera le ambizioni regionali della Russia una minaccia per la propria sicurezza, è stata uno dei più convinti sostenitori di Kiev fin dall’inizio del conflitto.

Varsavia ha già fornito all’Ucraina circa 250 carri armati e il mese scorso si è impegnata a fornirne altre decine, tra cui avanzati carri armati Leopard di fabbricazione tedesca.

Tom Ozimek è un giornalista senior di The Epoch Times. Ha un’ampia esperienza nel giornalismo, nell’assicurazione dei depositi, nel marketing e nella comunicazione e nell’educazione degli adulti.

Link: https://www.theepochtimes.com/international-arrest-warrant-issued-for-vladimir-putin_5130866.html

Scelto e tradotto (IMC) da CptHook per ComeDonChisciotte