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L’ucraino reso semplice

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A cura di Markus
Il 4 Novembre 2022
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Dmitry Orlov
cluborlov.wordpress.com

Sempre più persone in Occidente iniziano a grattarsi la testa chiedendosi perché dovrebbero sopportare un’inflazione alle stelle, bollette stratosferiche, folle indisciplinate di migranti ucraini scrocconi. Le menti più attente sono perplesse sull’incredibile velocità con cui il governo ucraino inghiotte le ingenti somme di denaro che gli vengono inviate senza mostrare nulla in cambio, mentre i servizi pubblici in Occidente falliscono per mancanza di fondi, o sul motivo per cui tutta la NATO viene rapidamente spogliata di numerosi tipi di sistemi d’arma, che vengono spediti in direzione dell’Ucraina per poi essere distrutti, venduti a terzi in tutto il mondo o presi come trofei dai Russi, mentre l’inflazione rende proibitiva la loro sostituzione

Alcuni cominciano a pensare che si tratti di uno stratagemma per arricchire il clan Biden e rimpinguare le casse della sua campagna politica, al fine di evitargli una disastrosa sconfitta politica tramite l’acquisto di voti e brogli alle urne, mantenendo il figlio di Biden, Hunter, rifornito di droga e di prostitute ucraine minorenni, ma si tratta ovviamente di teorie della cospirazione. Siate certi che tutto ciò che l’Occidente collettivo sta facendo nei confronti dell’Ucraina, così ingiustamente invasa dalla Russia dopo che il suo leader aveva semplicemente minacciato la Russia di un attacco nucleare durante una conferenza internazionale sulla sicurezza, è giusto e in regola.

Per comprendere correttamente l’Ucraina, come stato d’animo e anche come Stato fallito, che è ciò che realmente è, a questo punto è essenziale cogliere un fatto chiave: l’intero costrutto è un esercizio di tragica ironia. Ciò si spiega meglio facendo riferimento ad alcuni termini che esistono solo all’interno della lingua ucraina. Il resto della lingua ucraina può essere tranquillamente ignorato: è solo uno sfoggio di virtù da parte dei russofoni di convinzione ucraina (un effetto transitorio), non vi si scrive o pubblica nulla di importante e fa essenzialmente parte di un continuum di dialetti russi meridionali che si estende da Tambov e Voronezh a Lvov. Di questi, è l’unico ad essere stato formalizzato come lingua a sé stante, con scarsi risultati: difficilmente lo si può usare per esprimere concetti complessi e, quando è il momento di smettere di fare i virtuosi e iniziare a risolvere i problemi, gli Ucraini ricadono inevitabilmente nel russo. Questo, senza dubbio, accresce il senso di tragica ironia che è alla base dell’identità ucraina.

Eppure, per rispondere ad alcune domande importanti, come “Dove sono i nostri soldi?,” “Che fine hanno fatto tutte quelle armi?” e “Perché continuate a mentirci?,” dobbiamo prima comprendere il significato di alcune parole che esistono solo in ucraino. Sono solo nove e costituiscono le pareti, il pavimento e il soffitto della prigione psichica in cui langue il pensiero ucraino moderno.

Maidán. Originariamente era il nome della piazza centrale di Kiev – “Maidan Nezalezhnosti” o Piazza dell’Indipendenza – ma è finito con il fare riferimento al violento rovesciamento dell’ultimo governo costituzionale dell’Ucraina, all’inizio del 2014. Era stata una vittoria per una piccola fazione di nazionalisti estremi e neonazisti, per i funzionari del Dipartimento di Stato americano e della CIA che vi avevano investito soldi e per i media occidentali che si erano tappati il naso dando loro un sostegno sprezzante. Maidan rappresenta una serie di ideali: democrazia (fare tutto ciò che i curatori occidentali ti dicono di fare), bezviz (viaggiare senza visto nell’UE per lavoro) e (non chiedetemi perché) biancheria intima di pizzo. E poi c’è l’ideale più importante di tutti: la completa distruzione di tutto ciò che è russo, compresa la lingua, la cultura, il popolo e il Paese stesso.

Peremóha. Il suo significato originale è “vittoria”, ma nel corso della storia moderna, è arrivato a significare qualsiasi cosa tra la vittoria e la sconfitta, spesso entrambe contemporaneamente. Maidan era stata una sconfitta per la stragrande maggioranza degli Ucraini, che non avevano preso parte ai violenti festeggiamenti in piazza Maidan e la cui situazione si era poi deteriorata. Ma non hanno il diritto di chiamarla sconfitta, quindi la chiamano vittoria, ammiccando, strizzando l’occhio e dicendo basta! Poiché gli Ucraini non hanno vittorie da annunciare, la peremoha può essere usata solo in senso ironico, spesso accompagnata da un grugnito e da un’alzata di spalle. L’ucraino ha una parola per “sconfitta” –porázka– ma viene usata raramente perché, nel contesto ucraino, peremoha funziona perfettamente per vittoria e sconfitta. Tuttavia, ci sono momenti in cui la sconfitta diventa fin troppo evidente, anche per l’ironia drammatica più dura e industriale, e allora è il momento di usare la parola…

Zráda. Il significato letterale di questo termine è “tradimento”, ma, il più delle volte, viene usato come sostituto di “sconfitta,” perché la parola “sconfitta” non può essere pronunciata, in quanto l’atto stesso sarebbe uno zrada. I termini “peremoha” e “zrada” non sono tanto due facce della stessa medaglia quanto due facce di una palla che rotola, perché, ad ogni falsa vittoria, quando la falsità diventa troppo evidente, il passo successivo e naturale è quello di supporre che sia il risultato di perfidia e tradimento. Questo porta inesorabilmente ad una caccia alle streghe contro i presunti traditori. Una volta puniti gli innocenti e premiati i colpevoli, viene annunciata la peremoha. Ma, quando le condizioni continuano a peggiorare, diventa a sua volta una zrada, e così via all’infinito. Sarebbe sbagliato pensare che si tratti di una dialettica che, alla fine, portasse ad una sintesi zrada/peremoha; al contrario, le due cose rimangono distinte in un caleidoscopio tremolante di percezioni errate che ha lo scopo di distorcere una realtà ucraina sempre più disastrosa.

Hanbá! (È meglio usarlo con un punto esclamativo, perché spesso viene gridato durante le manifestazioni). Il suo significato letterale è “vergogna,” ma è usato per indicare che qualsiasi deviazione dagli ideali vantati e incontrastati del sanguinoso Maidan trasforma inevitabilmente ogni presunta peremoha in uno zrada. Insieme alla peremoha e allo zrada, l’hanba forma una triade in cui l’annuncio dell’hanba funge da evento trasformativo. Cioè, è quando il grido “Hanba!” viene pronunciato in pubblico che una peremoha diventa uno zrada.

Pokráshchennya. Il suo significato letterale è “miglioramento,” che nel contesto ucraino contemporaneo viene sempre promesso ma mai realizzato. Ma, poiché pronunciarlo direttamente sarebbe un caso di zrada, ora significa anche il suo contrario: deterioramento (grugniti e occhiatacce facoltative). Il termine viene utilizzato per caratterizzare ogni sorta di fenomeno ucraino contemporaneo, tra cui, ma non solo, lo stato disastroso delle strade, la mancanza di elettricità, di riscaldamento o di acqua nelle case, la costante diminuzione dei redditi, l’aumento vertiginoso dei costi e delle tariffe, ecc.

Poperédnyky. Questo termine significa “predecessori” e viene utilizzato per spiegare la mancanza di peremoha. La mancanza di successo in tutti i settori viene automaticamente imputata alle amministrazioni, ai regimi e alle autorità precedenti. A volte, nel caso dello zrada, la ricerca di capri espiatori può essere cortocircuitata sollevando la questione dei poperednyky, ma la cosa è meno soddisfacente perché in questo caso non ci sono innocenti da punire, né colpevoli da premiare, né peremoha da dichiarare di conseguenza.

Svýdomy. Questo termine, che in origine significava qualcosa come “i coscienziosi,” è oggi un elemento chiave del sistema nazionalista ucraino per identificare amici e nemici. Rappresenta l’adesione agli ideali del Maidan e il rifiuto di tutto ciò che è russo. Ogni volta che qualcuno non è sufficientemente svydomy, è automaticamente uno zrada.

Moskál. Originariamente significava “moscovita,” nel linguaggio ucraino contemporaneo questo termine si riferisce a chiunque non sia uno svydomy. Per essere etichettati come moskál non è necessario essere filorussi, possedere un passaporto russo, sventolare la bandiera russa alle manifestazioni o avere il ritratto di Putin appeso al muro; è sufficiente cantare canzoni popolari russe o parlare russo (la lingua madre della maggior parte dei residenti dell’ex Ucraina). Un esempio particolare di drammatica ironia lo abbiamo avuto di recente, quando una persona la cui lingua madre è chiaramente il russo è andata alla televisione di Stato ucraina per dichiarare, in un ucraino traballante, che la lingua russa dovrebbe essere bandita da tutte le sfere della vita ucraina. Sospetto che il suo cattivo ucraino e il suo buon russo lo facciano comunque passare per un moskál.

Zarobitchányn. In origine questo termine significava “lavoratore ospite,” ma oggi si applica a qualsiasi Ucraino abile in età lavorativa. Questo perché l’Ucraina non ha più una grande economia (che permetta a chiunque di guadagnare davvero) e, a parte varie forme di criminalità e corruzione, l’unica opzione è andare all’estero, sia per lavorare che per arrangiarsi. Si stima che circa la metà di questo contingente sia fuori dal Paese (impiegato o meno), mentre gran parte del resto è nelle forze armate. C’è un processo di conversione continuo, per cui uno svidomy diventa o un moskal o uno zarobitchanyn, a volte entrambe le cose allo stesso tempo.

Se tutto va bene, l’ultimo gruppo di svidomy rimasto sarà costituito dal presidente Zelensky e dai suoi scagnozzi. Poi una banda di moskal li arresterà tutti, li processerà e li rinchiuderà a vita. Sarà uno zrada per Zelensky e i suoi scagnozzi e una peremoha per il resto di noi. E, se tutto va male, l’intera Unione Europea e il resto dell’Occidente si trasformeranno gradualmente in una gigantesca Ucraina..

Dmitry Orlov

 

Fonte: cluborlov.wordpress.com
Link: https://boosty.to/cluborlov/posts/18c5dd66-7043-4da3-829d-bd460596cf25
26.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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Dmitry Orlov è nato a Leningrado, nell’URSS, da una famiglia di accademici ed è emigrato negli Stati Uniti a metà degli anni Settanta. Laureato in ingegneria informatica e linguistica, ha lavorato in diversi campi, tra cui la fisica delle alte energie, il commercio su Internet, la sicurezza delle reti e la pubblicità. È autore di numerosi libri, tra cui Reinventing Collapse e The Five Stages of Collapse.

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