di Nestor Halak
ComeDonChisciotte.org
Tra una balla e l’altra sono oramai due anni che cerco di farmi una rappresentazione mentale di quello che sta succedendo al mondo, ma inquadrare la follia covidiana e la situazione geopolitica in una strategia fondamentale comprensibile e coerente, non mi pare per nulla facile, rimane sempre un resto contraddittorio, qualcosa che non sembra accordarsi con il quadro generale.
Anche solo se pensate a questo: un governo impone l’ inoculazione a TUTTA la propria popolazione, ivi compresi la polizia e l’esercito, di un farmaco sperimentale i cui effetti a breve e soprattutto a lungo termine non sono noti. Per di più fa di tutto per non lasciare neppure un gruppo di controllo di non inoculati. Non è questo, da solo, un gesto incomprensibile e potenzialmente suicida?
Certo, mi dicono, ma i governi possono essere controllati da un potere esterno: il governo italiano, ad esempio, è di sicuro controllato dagli americani che potrebbero benissimo voler distruggere o danneggiare l’Italia per ragioni loro. Probabile, ma il problema è che gli americani adottano la stessa strategia anche in casa propria, usano lo stesso trattamento al loro stesso popolo, al loro stesso esercito, alla loro stessa polizia. Per di più, al medesimo tempo, portano avanti temerarie provocazioni verso i loro nemici geopolitici fidando proprio su quella potenza militare che (forse) stanno minando dall’interno, su quella potenza economica e su quella coesione nazionale che certamente stanno minando attraverso i confinamenti, l’artificiosa divisione delle persone tra vaccinati e non, attraverso l’immigrazione di massa e attraverso un’ideologia incredibilmente stupida e disfattista.
Insomma, tutti questi fatti, non sembrano volersi incastrare assieme in un quadro coerente. Naturalmente sono a conoscenza che molte ricostruzioni tentano di farlo con risultati più o meno credibili: l’obiezione più ricorrente e più importante è sempre la stessa: non sono più i governi delle nazioni che comandano realmente, ma una serie di soggetti economici transnazionali che li controllano. Questo è sicuramente almeno in parte vero, soprattutto per gli stati minori e medi, meno, mi pare, per i grandi stati, USA soprattutto. E poi non stiamo parlando di alieni. Difficile pensare che queste entità retrostanti, come i grandi fondi di investimento, big pharma e big tech, non abbiano una precisa matrice nel capitalismo anglosassone, che non siano legate a doppio filo con il deep state americano con il Pentagono e tutte le sue agenzie, che non li controllino e ne siano a loro volta controllate: vedo tutto ciò come un sistema correlato di potere. Solo per fare un esempio, pensate a quali società farmaceutiche sono state prescelte per il lucroso affare dei “vaccini”: praticamente solo quelle americane.
Risulta anche difficile inquadrare il ruolo delle altre grandi potenze, la Cina e la Russia: che parte stanno recitando nel gioco? C’è un qualche tipo di accordo? Se in senso geopolitico le rivalità, lungi dal ridursi, sembrano invece esacerbarsi, in quello pandemico non paiono affatto interessate a contrastare in un qualsiasi modo la narrativa mediatica occidentale, anzi, spesso lo assecondano, magari vantando le virtù, peraltro con pochissima convinzione, dei loro “vaccini” alternativi alla big pharma americana.
Insomma è difficile farsi un’idea precisa e complessiva di quello che sta succedendo: sembra di essere di fronte ad una sorta di teorema di Godel: se la ricostruzione dei fatti è completa, allora non è coerente, se è coerente, allora non è completa.
Come possono queste elite, pur sempre radicate negli USA e negli altri stati occidentali, pensare di conservare il loro potere e anzi di accrescerlo, distruggendo le basi stesse sulle quali si fondano, la classe media e il potere economico, politico e militare di quelle società nelle quali si sono formate? E poi perché dovrebbero farlo se già sono saldamente al comando? Perché distruggere l’economia diffusa dell’occidente per favorire un pugno di aziende americane? Perché addirittura depopolare uccidendo i viventi anziché impedire le nascite? Tutto ciò ricorda qualcosa di assurdamente estremistico tipo la rivoluzione culturale di Mao o il comunismo agricolo di Pol Pot, qualcosa che se anche per miracolo potesse funzionare, porterebbe ad una situazione finale inevitabilmente peggiore di quella di partenza.
Più che a un piano coerente sembra di assistere ad un comportamento quasi istintivo, automatico, simile a quello di un cancro che nella sua cieca furia di allargarsi senza limite finisce per uccidere l’organismo del quale è ospite e con esso, inevitabilmente, se stesso. Si vede un grande sfoggio di strategia, ma gli obbiettivi finali paiono incoerenti, nebbiosi, inconsistenti. Che il male sia davvero così banale come diceva la citatissima Hanna? E se una buona parte della spiegazione risiede davvero nell’imbecillità, si tratta di una buona o una cattiva notizia?
Nestor Halak