L’Europa non esiste!

Continua la serie di articoli inerente le prossime elezioni amministrative ed europee previste per l’ 8 e 9 giugno prossimi, dove si dà spazio a tutte le opinioni, come è giusto e come CDC è abituato da sempre a fare. Nel rispetto reciproco di chi scrive, di chi legge e di chi commenta.

Come avrete notato, non si dà spazio ad alcun partito (niente interviste/cronache politiche ecc..), ma soltanto alle libere opinioni della comunità di CDC sull’utilità o meno del voto e su cosa significhi.

Il fatto di non dare spazio ai partiti in lizza è una scelta precisa. Come è una scelta precisa dare spazio a tutte le posizioni legittime e argomentate in ambito astensione/non astensione.

Siamo consapevoli che il tema del voto è divisivo: pubblicare articoli in ogni direzione (andare a votare/non andare a votare) non significa schierarsi per l’una o l’altra scelta, ma vuol dire dare spazio ad un dibattito che nella società italiana, o quello che ne rimane, dimostra di esserci, anche se magari cova sotto la cenere o viene espresso ormai via digitale attraverso mezzi e apparecchi elettronici, visto che sembra purtroppo l’unica partecipazione che attecchisce.

Ognuno poi farà le proprie libere scelte. Si prega di mantenere un tono ed un dibattito civile e rispettoso delle opinioni di tutti, come è tradizione e prassi di questo spazio web.

La tesi del  voto, così come del NON voto è stata e sarà ampiamente trattata ancora, come è giusto che sia.

Basta andare QUI e si possono trovare tutti gli articoli, che rispecchiano ogni orientamento.

Chiunque voglia contribuire puo’ scriverci a [email protected]

La Redazione

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

I popoli europei sono chiamati alle urne per quello che in realtà è molto più assimilabile ad un sondaggio che ad una espressione elettorale per eleggere i propri rappresentanti dentro una istituzione che di fatto non esiste.

Sto parlando del Parlamento europeo, sulla carta principale istituzione democratica di quella che tutti conosciamo come “l’Europa”, ma che nella realtà pratica dei fatti, ha meno potere di una assemblea di condominio, dove, come noto a tutti l’amministratore fa il bello e cattivo tempo.

In questo caso l’amministratore, è rappresentato dalla Commissione europea, alla quale è demandato ogni tipo di potere a partire dalla materia legislativa.

Di fronte ai connazionali che già da tempo hanno trovato una risposta alla domanda – all’interno di quello che è il fenomeno astensionista che ha raggiunto quasi il 40% di coloro che hanno diritto al voto – molti italiani oggi si chiedono quanto sia ancora opportuno recarsi alle urne il prossimo 6 giugno. E soprattutto quante sono le probabilità che questa loro azione possa determinare sulle loro vite.

La risposta è nessuna!

Questo perché l’Europa intesa come stato costituito e quindi rispettoso di ogni principio democratico su cui si fondano gli stati moderni, non esiste!

E di questo pare rendersene conto anche il nostro deep state, che attraverso le parole del Presidente Mattarella – paradossalmente pronunciate proprio nel giorno della Festa della nostra Repubblica – prova con forza a legittimare quella che è stata una azione compiuta con il favore delle tenebre, da quei poteri profondi che ne sono a capo, posta in essere al di fuori della Costituzione.

Dal “votate in tanti” un richiamo alla partecipazione che mostra quanto chi si astiene faccia paura al Vero Potere, al “con il voto consacreremo la sovranità dell’unione” per finire a “l’Europa è stata una nostra scelta”…. sono tutti frasi – pronunciate da Mattarella – che mostrano quanto ancora oggi questa Europa, unita solo nella moneta e dall’interesse predatorio delle classi elitarie, non esista come stato costituito.

Non solo, le frasi appena citate, mostrano anche quanto sia di fondamentale importanza per il deep state, l’apparente legittimazione popolare che nel mondo occidentale si conferisce a quelli che in realtà sono dei veri e propri regimi, attraverso la partecipazione al voto.

L’Europa non esiste e per chi ancora non ci crede o cerca risposte ancora più chiare e complete, consiglio di leggere questo recente scritto del filosofo italiano Giorgio Agamben – nel quale si spiega perfettamente come andare a votare per il parlamento europeo, assuma nella pratica un significato ben preciso:

quello di legittimare una istituzione che di fatto non è mai esistita!

 

Europa o l’impostura [1]

È probabile che ben pochi fra coloro che si apprestano a votare per le elezioni europee si siano interrogati sul significato politico del loro gesto. Poiché sono chiamati a eleggere un non meglio definito «parlamento europeo», essi possono credere più o meno in buona fede di star facendo qualcosa che corrisponde all’elezione dei parlamenti dei paesi di cui sono cittadini. È bene subito chiarire che le cose non stanno assolutamente così. Quando si parla oggi di Europa, il grande rimosso è innanzitutto la stessa realtà politica e giuridica dell’Unione europea. Che si tratti di una vera e propria rimozione, risulta dal fatto che si evita in tutti i modi di portare alla coscienza una verità tanto imbarazzante quanto evidente. Mi riferisco al fatto che dal punto di vista del diritto costituzionale, l’Europa non esiste: quella che chiamiamo «Unione europea» è tecnicamente un patto fra stati, che concerne esclusivamente il diritto internazionale . Il trattato di Maastricht, entrato in vigore nel 1993, che ha dato la sua forma attuale all’Unione europea, è l’estrema sanzione dell’identità europea come mero accordo intergovernativo fra Stati. Consapevoli del fatto che parlare di una democrazia rispetto all’Europa non aveva pertanto senso, i funzionari dell’Unione europea hanno cercato di colmare questo deficit democratico stilando il progetto di una cosiddetta costituzione europea.
È significativo che il testo che va sotto questo nome, elaborato da commissioni di burocrati senza alcun fondamento popolare e approvato da una conferenza intergovernativa nel 2004, quando è stato sottoposto al voto popolare, come in Francia e in Olanda nel 2005, è stato clamorosamente rifiutato. Di fronte al fallimento dell’approvazione popolare, che di fatto rendeva nulla la sedicente costituzione, il progetto fu tacitamente – e forse bisognerebbe dire vergognosamente – abbandonato e sostituito da un nuovo trattato internazionale, il cosiddetto Trattato di Lisbona del 2007. Va da sé che, dal punto di vista giuridico, questo documento non è una costituzione, ma è ancora una volta un accordo tra governi, la cui sola consistenza riguarda il diritto internazionale e che ci si è pertanto guardati dal sottoporre all’approvazione popolare. Non sorprende, pertanto, che il cosiddetto parlamento europeo che si tratta di eleggere non sia, in verità, un parlamento, perché esso manca del potere di proporre leggi, che è interamente nelle mani della Commissione europea.
Qualche anno prima il problema della costituzione europea aveva dato del resto luogo a un dibattito fra un giurista tedesco di cui nessuno poteva mettere in dubbio la competenza, Dieter Grimm, e Jürgen Habermas, che, come la maggior parte di coloro che si definiscono filosofi, era del tutto privo di una cultura giuridica. Contro Habermas, che pensava di poter fondare in ultima analisi la costituzione sull’opinione pubblica, Dieter Grimm ebbe buon gioco nel sostenere l’improponibilità di una costituzione per la semplice ragione che un popolo europeo non esisteva e pertanto qualcosa come un potere costituente mancava di ogni possibile fondamento. Se è vero che il potere costituito presuppone un potere costituente, l’idea di un potere costituente europeo è il grande assente nei discorsi sull’Europa.
Dal punto di vista della sua pretesa costituzione, l’Unione europea non ha pertanto alcuna legittimità. È allora perfettamente comprensibile che una entità politica senza una costituzione legittima non possa esprimere una politica propria. La sola parvenza di unità si raggiunge quando l’Europa agisce come vassallo degli Stati Uniti, partecipando a guerre che non corrispondono in alcun modo ad interessi comuni e ancor meno alla volontà popolare. L’Unione europea agisce oggi come una succursale della NATO (la quale NATO è a sua volta un accordo militare fra stati).
Per questo, riprendendo non troppo ironicamente la formula che Marx usava per il comunismo, si potrebbe dire che l’idea di un potere costituente europeo è lo spettro che si aggira oggi per l’Europa e che nessuno osa oggi evocare. Eppure solo un tale potere costituente potrebbe restituire legittimità e realtà alle istituzioni europee, che – se impostore è secondo i dizionari «chi impone ad altri di credere cose aliene dal vero e operare secondo quella credulità» – sono allo stato attuale nient’altro che un’impostura.
Un’altra idea dell’Europa sarà possibile solo quando avremo sgombrato il campo da questa impostura. Per dirla senza infingimenti né riserve: se vogliamo pensare veramente un’Europa politica, la prima cosa da fare è togliere di mezzo l’Unione europea –, o quanto meno, essere pronti per il momento in cui essa, come sembra ormai imminente, crollerà.

20 maggio 2024

 

Fonte: L’Europa non esiste! – Megas Alexandros

Note: 

[1] Giorgio Agamben, Europa o l’impostura – Quodlibet

riproposto da CDC il 24 maggio 2024

 

Continua la serie di articoli inerente le prossime elezioni amministrative ed europee previste per l’ 8 e 9 giugno prossimi, dove si dà spazio a tutte le opinioni, come è giusto e come CDC è abituato da sempre a fare. Nel rispetto reciproco di chi scrive, di chi legge e di chi commenta.

Come avrete notato, non si dà spazio ad alcun partito (niente interviste/cronache politiche ecc..), ma soltanto alle libere opinioni della comunità di CDC sull’utilità o meno del voto e su cosa significhi.

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Siamo consapevoli che il tema del voto è divisivo: pubblicare articoli in ogni direzione (andare a votare/non andare a votare) non significa schierarsi per l’una o l’altra scelta, ma vuol dire dare spazio ad un dibattito che nella società italiana, o quello che ne rimane, dimostra di esserci, anche se magari cova sotto la cenere o viene espresso ormai via digitale attraverso mezzi e apparecchi elettronici, visto che sembra purtroppo l’unica partecipazione che attecchisce.

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