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La Redazione

 

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ATTENDITE A FALSIS PROPHETIS: Viganò reagisce alle accuse del Vaticano

Pubblichiamo la risposta dell'Arcivescovo rivolta al Dicastero per la Dottrina della Fede
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A cura di Katia Migliore
Il 22 Giugno 2024
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Annuncio dell’inizio del processo penale extragiudiziale per scisma
(Art. 2 SST; can. 1364 CIC)

 

Il Dicastero per la Dottrina della Fede mi ha informato, con una semplice e-mail, dell’avvio di un processo penale extragiudiziale nei miei confronti, con l’accusa di aver commesso il reato di scisma e imputandomi di aver negato la legittimità di “Papa Francesco”, di aver rotto la comunione “con Lui” e di aver rifiutato il Concilio Vaticano II. Sono stato convocato al Palazzo del Sant’Uffizio il 20 giugno, di persona o rappresentato da un avvocato canonico. Presumo che la sentenza sia già stata preparata, trattandosi di un processo extragiudiziale.

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Considero le accuse contro di me come un onore. Credo che la formulazione stessa delle accuse confermi le tesi che ho ripetutamente difeso nei miei vari discorsi. Non è un caso che l’accusa nei miei confronti riguardi la messa in discussione della legittimità di Jorge Mario Bergoglio e il rifiuto del Vaticano II: il Concilio rappresenta il cancro ideologico, teologico, morale e liturgico di cui la “chiesa sinodale” bergogliana è la necessaria metastasi.

È necessario che l’Episcopato, il Clero e il Popolo di Dio si chiedano seriamente se sia coerente con la professione della Fede cattolica assistere passivamente alla distruzione sistematica della Chiesa da parte dei suoi leader, così come altri sovversivi stanno distruggendo la società civile. Il globalismo richiede la sostituzione etnica: Bergoglio promuove l’immigrazione incontrollata e chiede l’integrazione di culture e religioni. Il globalismo sostiene l’ideologia LGBTQ+: Bergoglio autorizza la benedizione delle coppie omosessuali e impone ai fedeli l’accettazione dell’omosessualismo, mentre copre gli scandali dei suoi protetti e li promuove ai più alti posti di responsabilità. Il globalismo impone l’agenda verde: Bergoglio adora l’idolo della Pachamama, scrive encicliche deliranti sull’ambiente, sostiene l’Agenda 2030 e attacca chi mette in dubbio la teoria del riscaldamento globale causato dall’uomo. Va oltre il suo ruolo in questioni strettamente scientifiche, ma sempre e solo in una direzione: una direzione diametralmente opposta a ciò che la Chiesa ha sempre insegnato. Ha imposto l’uso di sieri genici sperimentali, che hanno causato danni gravissimi, morte e sterilità, definendoli “un atto d’amore”, in cambio di finanziamenti da parte di aziende farmaceutiche e fondazioni filantropiche. Il suo totale allineamento alla religione di Davos è scandaloso.

Ovunque i governi al servizio del Forum Economico Mondiale abbiano introdotto o esteso l’aborto, promosso il vizio, legittimato le unioni omosessuali o la transizione di genere, incoraggiato l’eutanasia, tollerato la persecuzione dei cattolici, non una parola è stata spesa per difendere la Fede o la Morale minacciate, o per sostenere le battaglie civili di tanti cattolici abbandonati dal Vaticano e dai Vescovi. Non una parola per i cattolici perseguitati in Cina, con la complicità della Santa Sede, che considera i miliardi di Pechino più importanti della vita e della libertà di migliaia di cinesi fedeli alla Chiesa romana. Nella “Chiesa sinodale” presieduta da Bergoglio, non viene riconosciuto alcuno scisma tra l’episcopato tedesco, né tra i vescovi di nomina governativa che sono stati consacrati in Cina senza il mandato di Roma. Perché la loro azione è coerente con la distruzione della Chiesa, e quindi deve essere nascosta, minimizzata, tollerata e infine incoraggiata. In questi undici anni di “pontificato” la Chiesa cattolica è stata umiliata e screditata soprattutto a causa degli scandali e della corruzione dei leader della Gerarchia, che sono stati totalmente ignorati anche mentre il più spietato autoritarismo vaticano si accaniva contro i sacerdoti e i religiosi fedeli, le piccole comunità di suore tradizionali e le comunità legate alla Messa in latino.

Questo zelo unilaterale ricorda il fanatismo di Cromwell, tipico di chi sfida la Provvidenza nella presunzione di sapere di essere finalmente al vertice della piramide gerarchica, libero di fare e disfare a proprio piacimento senza che nessuno possa obiettare nulla. E quest’opera di distruzione, questa volontà di rinunciare alla salvezza delle anime in nome di una pace umana che nega Dio non è un’invenzione di Bergoglio, ma lo scopo principale (e inconfessabile) di chi si è servito di un Concilio per contraddire il Magistero cattolico e iniziare a demolire la Chiesa dall’interno, a piccoli passi, ma sempre in un’unica direzione, sempre con l’indulgente tolleranza o la colpevole inazione – se non l’esplicita approvazione – delle autorità romane. La Chiesa cattolica è stata lentamente ma inesorabilmente conquistata e a Bergoglio è stato affidato il compito di farne un’agenzia filantropica, la “chiesa dell’umanità, dell’inclusione, dell’ambiente” al servizio del Nuovo Ordine Mondiale. Ma questa non è la Chiesa cattolica: è la sua contraffazione.

Le dimissioni di Benedetto XVI e la nomina da parte della mafia di San Gallo di un successore in linea con i diktat dell’Agenda 2030 dovevano consentire – e sono riuscite – il colpo di Stato globale con la complicità e l’autorevole sostegno della Chiesa di Roma. Bergoglio è per la Chiesa ciò che gli altri leader mondiali sono per le loro nazioni: traditori, sovversivi e liquidatori finali della società tradizionale, certi dell’impunità. Il difetto di consenso (vitium consensus) di Bergoglio nell’accettare la sua elezione si basa proprio sull’evidente estraneità della sua azione di governo e di magistero rispetto a ciò che ogni cattolico di ogni epoca si aspetta dal Vicario di Cristo e dal Successore del Principe degli Apostoli. Tutto ciò che Bergoglio fa costituisce un’offesa e una provocazione all’intera Chiesa cattolica, ai suoi Santi di tutti i tempi, ai Martiri uccisi in odium Fidei e ai Papi di tutti i tempi fino al Concilio Vaticano II.

Si tratta anche e principalmente di un’offesa al Capo Divino della Chiesa, Nostro Signore Gesù Cristo, la cui sacra autorità Bergoglio pretende di esercitare a danno del Corpo Mistico, con un’azione troppo sistematica e coerente per apparire frutto di semplice incapacità. Nell’opera di Bergoglio e della sua cerchia si concretizza l’avvertimento del Signore: Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi sotto l’aspetto di agnelli, ma che in realtà sono lupi rapaci (Mt 7,15). Mi onoro di non avere – e anzi non voglio – alcuna comunione ecclesiale con loro: la loro è una lobby, che nasconde la sua complicità con i padroni del mondo per ingannare molte anime e impedire ogni resistenza contro l’instaurazione del Regno dell’Anticristo.

Di fronte alle accuse del Dicastero, rivendico, come Successore degli Apostoli, la piena comunione con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con il Magistero dei Romani Pontefici e con l’ininterrotta Tradizione dottrinale, morale e liturgica che essi hanno fedelmente conservato.

Ripudio gli errori neo-modernisti insiti nel Concilio Vaticano II e nel cosiddetto “magistero post-conciliare”, in particolare in materia di collegialità, ecumenismo, libertà religiosa, laicità dello Stato e liturgia.

Ripudio, rigetto e condanno gli scandali, gli errori e le eresie di Jorge Mario Bergoglio, che manifesta una gestione del potere assolutamente tirannica, esercitata contro il fine che legittima l’Autorità nella Chiesa: un’autorità che è vicaria di quella di Cristo, e come tale deve obbedire solo a Lui. Questa separazione del Papato dal suo principio legittimante, che è Cristo Sommo Sacerdote, trasforma il ministerio in una tirannia autoreferenziale.

Nessun cattolico degno di questo nome può essere in comunione con questa “Chiesa bergogliana”, perché essa agisce in netta discontinuità e rottura con tutti i Papi della storia e con la Chiesa di Cristo.

Cinquant’anni fa, in quello stesso Palazzo del Sant’Uffizio, l’arcivescovo Marcel Lefebvre fu convocato e accusato di scisma per aver rifiutato il Vaticano II. La sua difesa è la mia; le sue parole sono le mie; e le sue argomentazioni sono le mie – argomentazioni davanti alle quali le autorità romane non poterono condannarlo per eresia, dovendo invece aspettare che consacrasse dei vescovi per avere il pretesto di dichiararlo scismatico e poi revocare la scomunica quando era già morto. Lo schema si ripete anche dopo che mezzo secolo ha dimostrato la scelta profetica dell’arcivescovo Lefebvre.

In questi tempi di apostasia, i cattolici troveranno nei Pastori fedeli al mandato ricevuto da Nostro Signore un esempio e un incoraggiamento a rimanere nella verità di Cristo.

Depositum custodi, secondo l’esortazione dell’Apostolo: all’avvicinarsi del momento in cui dovrò rendere conto al Figlio di Dio di tutte le mie azioni, intendo perseverare nel bonum certamen e non venir meno alla testimonianza di fede che è richiesta a ciascuno che, come Vescovo, è stato dotato della pienezza del sacerdozio e costituito Successore degli Apostoli.

Invito tutti i cattolici a pregare affinché il Signore venga in aiuto della Sua Chiesa e dia coraggio a coloro che sono perseguitati per la loro Fede.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo

20 giugno 2024

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