LA ''VISION'' DI SISTANI PER L'IRAQ

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Il cricket va bene; Ma gli scacchi sono “Assolutamente Proibiti”

DI PATRICK COCKBURN

Il cricket è permesso ma gli scacchi sono “assolutamente
proibiti”. Le donne non possono stringere la mano agli uomini. La musica è
consentita ma soltanto se non è per puro divertimento. Gli uomini non possono
pregare quando indossano orecchini.
Questi sono i punti di vista dell’uomo più potente in Iraq. Dopo l’invasione
degli Stati Uniti, i vari funzionari e generali Americani hanno creduto di
essere loro ad occupare questa posizione. Hanno dimostrato di essersi
sbagliati. Come confermato dalla vittoria elettorale degli Sciiti, la figura
più influente in Iraq, che veste una vecchia tunica grigia e un turbante nero,
è il Grand Ayatollah Ali al-Sistani.In politica è un moderato. Si oppone all’occupazione degli Stati Uniti ma non ha
fatto alcuna chiamata affinché ci si opponesse ad essa ricorrendo alle armi. È
stata la sua determinazione affinché agli Iracheni venisse permesso di votare
che ha forzato gli Stati Uniti, dopo una prolungata tergiversazione, ad
acconsentire alla organizzazione delle elezioni. È stato sotto i suoi auspici
che è stata messa in piedi l’Alleanza Irachena Unita, che ha raccolto assieme
vari partiti politici, principalmente Sciiti. Ed è probabile che l’Alleanza
finisca per conquistare almeno la metà del voto.

I funzionari degli Stati Uniti sono stati molto rapidi nella loro insistenza a
sottolineare la vasta differenza che corre fra il clero Sciita Iracheno e il
suo equivalente Iraniano. Il Vice Presidente Dick Cheney ha detto lo scorso
fine settimana che “gli Iracheni hanno guardato gli Iraniani operare per anni e
dar vita ad una teocrazia religiosa che è stato un tetro fallimento”. Cheney ha
vagamente fatto intendere che le guide religiose Irachene Sciite credono nella
separazione fra la chiesa e lo stato. È vero che l’Ayatollah e la sua scuola di
pensiero religioso non credono che il clero dovrebbe governare direttamente,
assumendo la direzione di determinate posizioni nel governo. Ma non è poi detto
che debbano realmente farlo. I vittoriosi partiti religiosi, principalmente
guidati da laici, sono abbastanza capaci di creare uno stato Islamico da soli.

L’Iraq potrebbe essere sul punto di vedere la più grande battuta d’arresto di
tutto il Medio Oriente nei diritti delle donne sin dai tempi in cui l’Ayatollah
Khomeini aveva assunto il potere in Iran nel 1979. Le leggi sul matrimonio, il
divorzio e l’eredità potrebbero essere modificate a favore degli uomini. Sotto
la legge islamica, le figlie ereditano meno dei figli.

L’orientamento dell’Ayatollah Sistani per quanto riguarda gli scacchi, il
cricket, la musica, gli orecchini e praticamente qualunque altra questione sono
pubblicati sul suo web site, che è altamente professionale (www.Sistani.org). Le
sue opinioni rivelano un elevato grado di tolleranza nei confronti delle altre
religioni. L’anno scorso era stato rapido a condannare gli attacchi a Baghdad
contro le chiese Cristiane, che aveva definito “crimini ripugnanti”. Aveva
consigliato di trattenersi quando i leader Sciiti avevano richiesto atti di
rappresaglia dopo i sanguinosi bombardamenti dei santuari e delle processioni
Sciite.

Non c’è neppure alcun dubbio che l’Iraq si sta dirigendo verso la costituzione
di una qualche forma di repubblica Islamica anche se in forma più liberale
dell’Iran. Ciò è probabile che venga riflesso nella nuova costituzione che deve
essere scritta da quell’Assemblea Nazionale che è appena stata eletta.
“Richiediamo che sia l’Islam la principale e unica fonte di legislazione e
rifiutiamo qualunque articolo che sia contrario alla legislazione Islamica,” ha
detto Ibrahim Al-Ibrahimi, il portavoce di un altro Grand Ayatollah, Ishaq
Al-Faladh. “Invitiamo i funzionari Iracheni a preservare la faccia dell’Iraq e
a non separare la religione e lo stato.” L’Ayatollah Faladh non è influente
quanto l’Ayatollah Sistani ma, quantunque appaia politicamente liberale quanto
può essere quest’ultimo, i suoi punti di vista sono per la preservazione delle
norme sociali Islamiche.

Anche se il clero Sciita prova a rimanersene in disparte, godrà in ogni caso di
grande autorità sulla politica Irachena. Nessuno dei due maggiori partiti
Sciiti è molto popolare, ossia il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Islamica
in Iraq (Sciri) e il Dawa, che furono lungamente perseguitati da Saddam Hussein.
Sono visti da molti Iracheni come porta valigie, arrivati in Iraq a cavallo di
un carro armato Americano. Lo Sciri e la Brigata Badr, la sua ala paramilitare,
combatterono dal lato Iraniano nella guerra fra l’Iran e l’Iraq e si presume che
abbiano torturato prigionieri di guerra Iracheni.

Senza il sostegno dell’Ayatollah Sistani, i partiti religiosi e coloro che si
sono presentati come indipendenti avrebbero avuto molti meno voti. Devono
quindi ascoltare il clero.

Iyad Allawi, il Primo Ministro ad interim, ha gareggiato per la conquista del
voto secolare in una campagna elettorale che è stata finanziata pesantemente
dagli Stati Uniti e da stati Arabi conservatori. Nondimeno anche lui finirà del
tutto dietro la coalizione Sciita e l’alleanza Curda. Già sono visibili i segni
che l’Iraq sta diventando un paese più islamico, specialmente nei distretti
Sunniti. Sono molti i negozi che vendono alcool, solitamente di proprietà di
Cristiani, che recentemente hanno chiuso. Alcuni sono stati attaccati. Nella
strada Al-Rashid e in gran parte del distretto Sunnita di Dohra, i negozi che
vendono CD sono stati distrutti. Le studentesse all’Università di Baghdad
adesso hanno frequentemente la testa coperta, questo per renderle meno esposte
al rischio di essere rapite.

Patrick Cockburn
http://www.counterpunch.org/patrick02092005.html
9.02.05

Tradotto da Melektro per www.peacelink.it
Articolo pubblicato anche su www.peacelink.it

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