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di Fausto Sorini
Il partito di Putin si riprende la Duma: sfiora il 50% dei voti (meno 4% rispetto alle politiche precedenti), il che significa, considerando anche i risultati nei collegi uninominali, che esso avrà una maggioranza dei due terzi che gli consente anche modifiche costituzionali.
I comunisti attorno al 20% (+7% sulle precedenti):un ottimo risultato. Il riequilibrio tra Russia Unita e il PCFR è un fatto positivo e condiziona a sinistra la politica economico-sociale di Putin. La politica estera è condivisa.
Tutti gli altri partiti minori che superano la soglia del 5%, con varie accentuazioni, sostengono il Cremlino.
Fallisce clamorosamente ogni tentativo di affermazione di forze politiche e orientamenti filo atlantici, ivi compresi quelli di Navalny.
La Russia resta in mani solide e antimperialiste.
Pubblicato il 21.09.2021