Di Hanieh Tarkian
Il 16 agosto 1979, circa sei mesi dopo la vittoria della Rivoluzione islamica in Iran, l’imam Khomeini dichiarò che l’ultimo venerdì del sacro mese di Ramadan era da celebrarsi come la “Giornata mondiale (o internazionale) di Gerusalemme”. L’imam Khomeini aveva sempre sottolineato come la questione palestinese fosse una delle questioni fondamentali, e al popolo iraniano, alle altre nazioni islamiche e a tutti i popoli liberi diede consapevolezza riguardo ai crimini del regime sionista di Israele. Dopo più di sei mesi di aggressione del regime israeliano nei confronti dell’oppresso popolo di Gaza, con più di 32 mila civili uccisi, per la maggior parte donne e bambini, è chiara più che mai la necessità di celebrare questa giornata e ricordare che la questione palestinese non è iniziata il 7 ottobre; nel corso degli anni molti sforzi sono stati fatti per far dimenticare la situazione dei palestinesi e l’oppressione che stanno subendo.
L’imam Khomeini affermò che la Giornata di Gerusalemme in realtà non è una giornata dedicata esclusivamente a questa città e alla causa palestinese, è bensì il giorno della lotta dei diseredati e oppressi contro gli oppressori e le potenze arroganti, come gli Stati Uniti e i loro alleati. La questione palestinese è ciò che ci permette di comprendere chi sostiene gli oppressi e chi è invece dalla parte degli oppressori, è la lotta del bene contro il male.
Come la stessa Gerusalemme, la Giornata mondiale di Gerusalemme non è una giornata che appartiene solo ai musulmani, ma appartiene a tutti i popoli liberi che credono ancora al diritto di autodeterminarsi e alla vera libertà. La questione palestinese è prima di tutto una questione di umanità, al di là di qualunque visione politica o religiosa si sposi.
Coloro che credono nel diritto di un popolo di proteggere la propria terra e di autodeterminarsi devono unire le forze per opporsi all’oppressione e sostenere la causa palestinese, perché l’oppressione che i palestinesi stanno subendo da più di settant’anni non ha pari nella storia e non riguarda solo loro, fa parte dell’oppressione che viene attuata in varie forme a livello globale. Dobbiamo quindi essere uniti, anche perché vediamo che i nemici cercano sempre di creare divisione e conflitto tra le persone e i popoli liberi, e in quanto oppressori vogliono imporre i propri interessi a tutto il globo, e chiunque lotti per la giustizia viene visto come un ostacolo ai loro scopi.
Padre Atallah Hanna, arcivescovo della chiesa greca ortodossa di Gerusalemme, la chiesa della maggior parte dei cristiani palestinesi e che ha come punto di riferimento principale la Chiesa del Santo Sepolcro nella Città Santa, affermò che gli arabi, sia cristiani che musulmani, considerano la Palestina la loro causa principale. “Gli attacchi israeliani nei confronti di Gerusalemme sono attacchi al nostro retaggio” dichiarò. Molti pensano che la questione palestinese riguardi solo il mondo islamico, sappiamo invece che un’antichissima comunità cristiana vive in Terra Santa, comunità che agli inizi del XX secolo e prima dell’occupazione sionista costituiva circa il 9 per cento della popolazione, mentre adesso è solo il 2%.
La questione di Gerusalemme, e in generale la questione palestinese, non riguarda quindi solo i musulmani e il mondo islamico, per ciò in questa conferenza online abbiamo deciso di condividere l’opinione di alcuni rappresentanti delle principali religioni.
Rabbi Weiss, rappresentante dell’organizzazione di ebrei ortodossi antisionisti Neturei Karta, ci spiegherà come, secondo la visione dell’ebraismo ortodosso, l’ideologia sionista alla base della fondazione dello Stato di Israele sia in contraddizione con gli insegnamenti del giudaismo e che i rabbini ortodossi furono i primi ad opporsi alla sua fondazione, e che la soluzione alla questione palestinese è metter fine all’occupazione.
Il professor Adolfo Morganti, presidente dell’Associazione Identità Europea, ci illustrerà la situazione dei cristiani a Gaza e come tutti i palestinesi, sia cristiani sia musulmani, stiano soffrendo a causa dell’aggressione israeliana.
E. Mohammad Reza Sabouri, ambasciatore della R. I. dell’Iran in Italia, spiegherà come l’operazione Tempesta di Al-Aqsa è stata una risposta ai settant’anni di occupazione del regime sionista, all’inefficacia delle risoluzioni delle organizzazioni internazionali e al disprezzo delle grandi potenze per le sofferenze e le aspirazioni del popolo palestinese, e che la soluzione alla questione palestinese è l’attuazione del diritto internazionale, nonché la formazione di uno stato palestinese indipendente.
Il dottor Mohsen Saleh, scrittore e saggista palestinese, presidente dell’Istituto di ricerca al-Zaytuniah, ci illustrerà, esattamente come fatto da Rabbi Weiss, che la soluzione alla questione palestinese consiste nel mettere fine all’occupazione e che i palestinesi come ogni altro popolo hanno il diritto all’autodeterminazione.
La trasmissione andrà in onda domani 5 aprile alle ore 21:00 sul canale Youtube di ComeDonChisciotte.org – Regia e montaggio di Giulio Bona
Di Hanieh Tarkian