La donna che nel XVII secolo si firmò: “Plautilla Briccia architettrice”

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Viviamo in un secolo dove apparentemente una donna può svolgere qualsiasi professione, anche se spesso qualcuna perde la sua propria essenza utilizzando solo il lato meno femminile che le è proprio per competere con l’altro sesso, dimostrando in tal modo una inappropriata aggressività.
Se andiamo indietro nel tempo e ci fermiamo al 1600 incontriamo una donna che invece è riuscita ad affermarsi in un campo esclusivo degli uomini senza perdere la sua identità.
Questa artista che nella sua lunga carriera si è cimentata in ogni campo artistico dalla pittura, alla scultura e alla architettura. Sì!! proprio alla architettura! Campo esclusivo dell’architetto di sesso maschile, diventando, di fatto, la prima donna emancipata riconosciuta professionalmente con il termine Architettrice. Questo termine Architettrice è il femminile di “architettore”, sostantivo utilizzato all’epoca per indicare il mestiere che attualmente chiamiamo “architetto” (per inciso questa denominazione forse sarebbe più corretta linguisticamente infatti architettore deriva dal lat. architēctu(m), che è dal greco architéktōn, comp. di archi- ‘archi-’ e téktōn ‘costruttore’ , mentre il termine architetta al femminile, attualmente utilizzato per le donne che esercitano la professione di architetto, è stata introdotta di recente per una fantomatica parità di genere, per distinguersi dall’architetto, considerato erroneamente al genere maschile). Architettrice entrò ufficialmente nella lingua comune in seguito ad un atto notarile del 1663, relativo proprio a lei Plautilla Bricci, architettrice.
Ma chi è questa donna che ha osato cimentarsi in un campo esclusivamente maschile tanto che poteva impartire ordini a delle maestranze maschili?
Giovanni Francesco Bricci e Chiara Recupido diedero alla luce la loro terzogenita il 16 agosto 1616 e la battezzarono con il nome della zia paterna Plautilla. Entrambi i genitori erano versati per le arti, la madre era la cugina del celebre soprano Ippolita, il padre si interessava di pittura, letteratura, musica, teatro, membro dell’Accademie degli affumicati e dei Divisi e della Congrega dei Taciturni , inoltre era intimo amico di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino.
Plautilla si forma nella bottega paterna ricevendo una educazione improntata alle Humanae Litterae, e ad una vita virtuosa caratterizzata da una fervida devozione che trasmetterà nelle sue opere pittoriche e che le permetterà, grazie ad uno stratagemma studiato dal padre, di non sposarsi o entrare in convento vivendo da donna libera. Ma quale stratagemma utilizzò il padre per far sì che sua figlia potesse esercitare la professione di pittrice?

Vergine del Carmelo di Plautilla Bricci – Basilica di Santa Maria Basilica in Montesanto, piazza del Popolo Roma

 

Vediamo di ripercorrerne la storia. La sua carriera artistica inizia a 19 anni con una pala dall’altare la Vergine del Carmelo commissionata dai padri Carmelitani per una cappella della chiesa di Santa Maria in Montesanto andata distrutta in epoca successiva. Per fortuna il dipinto si salvò e venne collocato sull’altare maggiore della Basilica di Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo, dove è attualmente visibile. È significativo come, tra tutte le opere d’arte realizzate nel tempo da vari artisti maschili presenti in questa Basilica, che è stata soprannominata la Chiesa degli Artisti, l’unico dipinto creato da una donna sia diventato l’icona principale. Forse la scelta del monsignor Ennio Francia nel 1941 di scegliere proprio questa Basilica tra le tante esistenti a Roma per farne la sede della Messa degli Artisti, non è stata casuale. La concomitanza di così tante opere ha contribuito a farla diventare un luogo di raccordo tra natura e sacralità, uno spazio di apertura al confronto e al dialogo dove artisti di diversi credi potevano scambiare esperienze, realizzando un insolito ma fecondo rapporto con la creatività e la cultura.

Anche se per secoli il nome della autrice non venne alla luce, ha conservato un posto d’onore tra i fedeli, in quanto la Vergine del Carmelo venne considerata miracolosa. Solo nel 2016 quando il dipinto venne restaurato si scoprì sul retro della tela la firma dell’artista assieme alla cronaca del miracolo riportato dai padri Carmelitani : “a ultimare l’opera sarebbe stata la Madonna stessa”. Questo confermò la storia tramandata:

“ Non avendo mai “depinto in grande”, la giovane artista non riuscendo a dipingere correttamente le ombreggiature del volto della Madonna decise di deporre il pennello e di riposare, al risveglio lo ritrovò “miracolosamente perfettionata”.

In tal modo La Madonna col Bambino di Santa Maria di Montesanto divenne una vera e propria icona miracolosa.

Probabilmente tutta la storia è stata abilmente progettata da Giovanni Bricci che da abile commediante riuscì in tal modo ad assicurare alla amata figlia il suo futuro professionale nella produzione di immagini devozionali di Santi e Madonne.

Plautilla dopo questo evento miracoloso, fece voto di castità, avendo così occasione di dedicare la propria vita all’arte. Una svolta decisiva alla sua carriera è stata quando incontrò l’ Abate Elpidio Benedetti, figura importante nel mondo politico e artistico tra Roma e Parigi, tramite del Cardinale Giulio Mazzarino e poi di Jean-Baptiste Colbert, primo ministro di Luigi XIV. In lui Plautilla trovò un mecenate illuminato che le garantì varie committenze realizzando pale da altare e apparati decorativi. Grazie al Benedetti entrò in contatto con i più famosi maestri dell’epoca come Gian Lorenzo Bernini, Pietro da Cortona, Giovan Francesco Grimaldi, Andrea Sacchi e Giovan Francesco Romanelli.
Plautilla nell’ottobre del 1663 riceve dall’Abate Benedetti un eccezionale incarico: progettare e costruire una grande villa suburbana fuori porta San Pancrazio sulla sommità del Gianicolo a Roma. I sette disegni tecnici del progetto e il capitolato ideati da Plautilla sono giunti ai nostri giorni e sono conservati nel fondo dei Trenta Notai capitolini dell’Archivio di Stato di Roma, sono la testimonianza della attività di direttrice dei lavori della prima donna architettrice della storia ed è lei stessa a introdurre l’uso di questo termine professionale, firmandosi “Plautilla Briccia architettrice” nel capitolato della “Villa Benedetta“, sancendo, in tal modo, la sua autonomia nell’attività progettuale, che sino ad allora era rimasta in ombra e relegata a collaboratrice di più illustri architetti e pittori.

Disegni progettuali realizzati con dovizia di particolari e con un livello tecnico grafico eccezionale tanto che si potrebbe realizzare nuovamente la villa che nel 1849, diventando l’avamposto delle truppe garibaldine, venne distrutta durante l’assedio francese di Roma. Attualmente nel quartiere di Monteverde vecchio si può ammirare quel che resta di questo spettacolare edificio, delle insolite rocce emergono dalla facciata dell’ingresso situato sul muro di cinta.

 

Villa Il Vascello Roma Stato attuale

 

Quest’opera eccezionale venne soprannominata “Villa del Vascello” per la sua forma particolare che ricordava proprio un vascello adagiato su uno scoglio; non si conosce il motivo di questa scelta, forse, visto lo stretto legame con il re di Francia, era un modo per superare simbolicamente il conflitto in atto tra la Francia e la Chiesa. I lavori di costruzione iniziarono nel 1662-1663 ed Elpidio le diede piena libertà d’azione nella fabbrica. Al cantiere presero parte artisti del calibro di Bernini, Cortona e Grimaldi, ma spettava a Plautilla il compito di dirigere le maestranze.
L’edificio si sviluppava su tre piani a pianta rettangolare con un giardino pensile sulla copertura, presentava una galleria lunga 130 palmi, lastricata da maioliche e ornata di stucchi e pitture. Sulla volta si potevano ammirare gli affreschi di Pietro da Cortona “L’Aurora” , “Il Mezzodì”  dell’Allegrini e “La Notte” di Grimaldi. A Plautilla spettò il compito di dipingere la pala dell’altare della cappella.

Il prospetto su via Aurelia era composto da un basamento a finta roccia su cui poggiava un portico semiellittico; sull’arcata centrale era posizionato lo stemma del re di Francia sostenuto da due statue della divinità Fama (la messaggera di Giove che ne diffondeva gli annunci).

Villa Il Vascello pianta

 

Villa Il Vascello – prospetto longitudinale

 

Per  l’Abate Benedetti realizzò dei  magnifici progetti:  il monumento funebre di Mazzarino e  la scalinata di Trinità dei Monti, opere che rimasero solo sulla carta.

Plautilla-Bricci progetto del monumento dedicato a Mazzarino
Plautilla Bricci progetto per la scalinata di Trinità dei Monti a Roma

 

L’unica opera integrale giunta ai nostri giorni si può ammirare nella chiesa di San Luigi dei Francesi, dove l’architettrice realizzò l’intera cappella oltre alla pala d’altare, raffigurante San Luigi tra la Fede e la Storia, incarico affidatole dal Benedetti.

Plautilla Bricci, Cappella di San Luigi, Roma Chiesa di San Luigi dei Francesi

 

La realizzazione di queste opere di architettura aprirono Plautilla ad altre proficue committenze.
Dipinse due tele a monocromo per l’Oratorio della confraternita del Ss. Sacramento al Laterano, collocato nel fianco destro dell’ingresso alla Scala Santa.

Nel Giubileo del 1675 la Compagnia della Misericordia di Poggio Mirteto, le commissiono’ lo stendardo processionale: una tela di grandi dimensioni, dipinta sui due lati, con la Nascita e il Martirio del Battista, conservata oggi a Poggio Mirteto nell’Oratorio di San Giovanni.

Plautilla Bricci stendardo

 

Tante le opere e le attività di questa artista coraggiosa di cui, non conosciamo il volto: possiamo solo immaginarla nel suo studio, intenta a disegnare, o in cantiere a seguire e a impartire ordini con fermezza alle maestranze, o a dibattere.

Una donna determinata a seguire la sua naturale vocazione, che decise di sposare l’arte, il tempo oscurò le sue opere, ritenendo che non potevano essere attribuite ad una semplice figura femminile; solo ora la riscopriamo ed apprezziamo e forse siamo riusciti finalmente a farla sorridere riconoscendone la fama di quando era in vita.

Per chi volesse approfondire lo studio e la conoscenza di questa eccezionale artista consiglio la lettura del libro della storica d’arte Consuelo Lollobrigida dal titolo “Plautilla Bricci Pictura et Architectura celebris – L’architettrice del Barocco Romano” Gangemi editore.

L’ articolo fa parte di una serie di approfondimenti sulle artiste italiane del passato, qui l’ articolo sulla Gentileschi

https://comedonchisciotte.org/tag/artemisia-gentileschi/

 

NOTE

https://www.aboutartonline.com/una-storia-dellarte-plautilla-bricci-pictura-et-architectura-celebris-larchitettrice-del-barocco-romano/

https://www.progettostoriadellarte.it/2020/11/25/plautilla-bricci-ritratto-di-una-rinnegata/

https://www.chiesadegliartisti.it/chiesa-artisti.html

https://www.romasette.it/madonna-di-montesanto-riemerge-la-firma-sulla-pala-daltare/

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