Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia del 18 ottobre 2023
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Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia MELONI
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Al Ministro dell’Interno
Pref. Matteo PIANTEDOSI
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Al Ministro Pubblica Amministrazione
Dr. Paolo ZANGRILLO
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Al Sig. Capo della Polizia
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
c.a. Pref. Vittorio Pisani
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All’Ufficio Relazioni Sindacali
Dipartimento della Pubblica Sicurezza
c/o il Ministero dell’Interno
Vice Pref. D.ssa Maria DE BARTOLOMEIS
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Ill.me Autorità
I Padri Costituenti ci hanno lasciato un monito: la predominanza del diritto sulla guerra.
E uno strumento per attuare ciò: la limitazione di sovranità nazionale per la costruzione di un ordinamento internazionale a difesa della pace.
La riflessione, nell’ora grave della guerra che attanaglia diverse aeree territoriali vicine al nostro Paese, deve uscire dalle semplificazioni del dibattito pubblico e darsi due compiti: cercare le cause che hanno inceppato i meccanismi di diritto internazionale a difesa della pace e individuare urgentemente le correzioni da mettere in atto, per non cancellare il progresso umano ottenuto in 78 anni di pace.
In quest’ottica gli appartenenti al Comparto Sicurezza e Difesa, nelle loro competenze territoriali e specificità operative, svolgono un ruolo essenziale, se non proprio di primaria ed indifferibile importanza.
L’art. 11 della nostra Costituzione recita “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”.
In tale alveo costituzionale il legislatore, nel corso dei decenni, ha approntato delle specifiche determinazioni affinché si desse compimento al succitato articolo pubblicando la Legge nr.185 del 09 luglio 1990, rubricata in “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni che prevede all’art. 1, comma 6, lettera a) “L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”.
È noto a tutti come questo Governo, appena insediatosi, ha dovuto concentrare gran parte del programma della sua agenda politica nel contributo attivo per quanto concerne gli aiuti alla popolazione e all’esercito ucraino, così come ora si sta industriando per dare il suo appoggio internazionale alla gestione e all’auspicata soluzione delle vicende che attanagliano la Striscia di Gaza.
Tutti questi sforzi hanno comportato un esborso non proprio minimale delle già limitate disponibilità di spesa pubblica.
In questo filone di logica si supporrebbe che anche il Comparto Sicurezza e Difesa sia attenzionato ed investito da importanti volumi di spesa, al fine di trovare quella giusta soddisfazione economica per tutte quelle donne e quegli uomini in divisa che ogni giorno, ogni notte di ogni santissimo giorno che ci viene concesso, si producono in turni continuativi di lavoro per garantire la sicurezza e la libertà al popolo italiano.
Purtroppo noi di O.S.A. Polizia, in virtù dell’onestà intellettuale che ci caratterizza, non ci accodiamo ai peana che, da tutte le parti sindacali rappresentative, si innalzano in queste ore a seguito di neanche due minuti di dichiarazione del Presidente del Consiglio. Passaggio in cui si fa riferimento alla premura che tutto il Governo ha per le sorti retributive delle donne e degli uomini in divisa. Passaggio più mediatico che concretamente attuabile.
La nostra più aperta diffidenza innanzi a tali proclami verte su due ordini di ragionamento: quello meramente contabile e quello di merito applicativo.
Per quanto concerne il primo aspetto, vorremmo sommessamente – ma con perentorietà – ricordare che, per soddisfare realmente le aspettative economiche del Comparto Sicurezza e Difesa, ci dovrebbero essere in cassa decine e decine di miliardi di euro. Infatti per riuscire ad attuare quanto promesso si dovrebbero rapportare, in un’ottica di equità remunerativa fra le varie forze di polizia europea, le vigenti retribuzioni con quelle dei nostri omologhi continentali, ma ciò diventerebbe alquanto imbarazzante per il volume di denaro necessario per far vedere la luce a tale riforma.
Basti ricordare che attuando una comparazione fra la retribuzione base di un poliziotto italiano fresco di nomina – che si attesta, al netto delle contribuzioni fiscali, intorno ai 1.200 € – e quella dell’omologo collega austriaco – che percepisce 1.700 € – abbiamo un divario che si assesta in quota del 40%!
Alla luce di questa analisi non possiamo non sottolineare con veemenza che i proclami governativi, sotto l’aspetto meramente contabile, saranno destinati a fallire.
Inoltre c’è l’aspetto del merito applicativo di queste paventate ingenti risorse.
Nel pluri-veicolato intervento mediatico, il Presidente del Consiglio disquisisce dell’entità economica dello straordinario di un poliziotto. Che, nella sua essenzialità monetaria, è corretto: 6,00 € nette per ora di straordinario sono oggettivamente pochine. Epperò incentrare il discorso solo su questo aspetto e su poche altre indennità, è alquanto fuorviante. Almeno per noi di O.S.A. Polizia che ben conosciamo le dinamiche attuative delle ore di straordinario. Dinamiche queste che, in più di un contesto lavorativo, divengono fonte e sorgente malsana di sperequazioni d’impiego del personale a disposizione.
A parte il fatto che, se si volesse veramente trattare l’argomento straordinario dal punto di vista concettuale, si dovrebbe partire dal semplice assioma giuridico che l’ora extra-ordinaria deve essere remunerata di più rispetto a quella ordinaria. Ci siamo sforzati di trovare quel contratto collettivo di lavoro che non preveda tale basilare condizione, e – ahinoi! – non ci siamo riusciti!
Forse perché è oggettivamente fuori da ogni logica contrattuale?
Inoltre, sempre per evidenziare come spesso e volentieri “sui cadaveri dei leoni banchettano gli sciacalli”, duole ricordare che ci sono ore di straordinario e ore di straordinario. Infatti non si capisce perché l’ora di straordinario consumata nell’espletare mere pratiche burocratiche debba essere corrisposta nella stessa entità economica di quell’ora svolta in gravose condizioni logistiche o dopo turni notturni.
Noi di O.S.A. Polizia siamo per la riconoscenza operativa del singolo poliziotto e con la conseguente giusta ed adeguata remunerazione.
Noi di O.S.A. Polizia non siamo per le elargizioni senza criterio, come si fa con le scimmiette dello zoo cui si danno le noccioline!
Noi di O.S.A. Polizia ci teniamo a ricordare che, ad oggi, lo Stato italiano è in debito con ogni singolo poliziotto degli esuberi di rendicontazione delle ore di straordinario prestate da maggio 2022 sino ad oggi. Ben 17 mesi!!
Noi di O.S.A. Polizia non dimentichiamo che l’ultimo Accordo Nazionale Quadro porta la data del 31 luglio 2009…14 anni fa!
Noi di O.S.A. Polizia non ci facciamo distrarre dal silenzio assordante degli altri sindacati che, con la sorniona complicità dell’Amministrazione, evitano di porre il problema perché ben sappiamo che è proprio in quel documento che si delineano i veri profili economici che caratterizzano l’attività del poliziotto. Perché è in quel documento che si recepiscono le novità e le conquiste sociali ed economiche già acclarate nel mondo del lavoro. Non è l’aggiunta di un caffè alla retribuzione di un’ora di straordinario o all’indennità notturna o festiva che ci fa acquietare. Anzi sarà proprio quel “caffè” che ci farà sobbalzare!!
Noi di O.S.A. Polizia non concepiamo la stucchevole litania secondo cui il sacrificio di ingenti fonti economiche per le guerre, la cui genesi si addentra nei meandri di ben altri equilibri elitari, debba vederci coinvolti quando poi, coloro che sono chiamati ad un precipuo compito di tutela e sicurezza nazionale, si trovano a masticare asfalto con scarpe dalle suole di cartone.
In conclusione, Noi di O.S.A. Polizia siamo per un approccio metodico, realista e leale della situazione stipendiale del Comparto Sicurezza e Difesa, lontani anni luce dai proclami roboanti a mezzo stampa delle attuali parti e controparti.
LA DIGNITÀ DEL POLIZIOTTO SI RAGGIUNGE ANCHE CON LA GIUSTA CORRESPONSIONE ECONOMICA!
L’occasione ci è gradita per porgerVi Cordiali Saluti.
Aversa, 18 ottobre 2023
LA SEGRETERIA NAZIONALE
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Qui il PDF del Comunicato