DI ANDERJ ARESEV
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La sera del 17 luglio, nel cielo sopra la regione di Donetsk, si è schiantato l’aereo di linea Boeing 777 della Malaysia Airlines, in volo da Amsterdam a Kuala Lumpur. A bordo c’erano 298 persone, tra cui 85 bambini e 15 membri dell’equipaggio, tutti sono morti. Subito dopo il disastro le autorità di Kiev hanno accusato le milizie della Repubblica Popolare di Donetsk. A sua volta, le autorità della Repubblica Popolare di Donetsk, in un modo del tutto sensato, hanno riferito che non dispongono di mezzi in grado d’abbattere aerei ad una tale altezza. Sulla scena del fatto si sono recati gli inviati dell’OSCE, i cui rappresentanti stanno mostrando un insolito interesse per il confine russo-ucraino, con palese disinteresse nei riguardi dei barbari bombardamenti sulle città e sui villaggi delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk (il giorno prima solo a Lugansk, sono state uccise più di 40 persone, riguardo alle quali, né si sono interessati i capi delle Nazioni Unite, né sono state pronunciate parole piene di commozione, da parte dei dirigenti dei vari organismi internazionali).
I frenetici tentativi di Kiev per eludere la responsabilità di ciò che sta accadendo, a quanto pare e com’era prevedibile, stanno mostrando la loro inefficacia; anzi, sempre di più iniziano ad assomigliare a delle palesi PR sul sangue e sulla tragedia umana. Il presidente russo Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergej Lavrov hanno annunciato che Mosca insisterà con fermezza per un’indagine oggettiva e indipendente sullo schianto del volo di linea malese in Ucraina, esprimendo la disponibilità a fornire tutto l’aiuto necessario. Intanto che stentatamente iniziava l’indagine sulla catastrofe del Boeing malese, che ha causato la morte di 300 persone, allo stesso tempo è partita una feroce campagna di propaganda, promossa, in primo luogo, da una serie di paesi occidentali, soprattutto dagli Stati Uniti. Durante la riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, in rappresentanza degli Stati Uniti è intervenuta Samantha Power con accuse scandalose contro le milizie della Novorossia, e persino contro la Russia. Il Presidente Barack Obama, con una singolare dichiarazione ha mosso accuse talmente infondate, da non poter essere considerate se non una vera e propria pressione politica, finalizzata ad ottenere, nell’imminente inchiesta, un risultato che sostenga totalmente la versione ufficiale di Washington.
Sembra, che la totalità dei fatti al momento disponibili e le circostanze della tragedia dimostrino in modo univoco, a prescindere dall’esito delle indagini sulle circostanze dell’incidente che indubbiamente dovrebbero essere condotte sotto controllo internazionale, che la colpa di ciò che è accaduto ricade su Kiev. In conformità con le norme giuridiche internazionali in materia di trasporto aereo internazionale, è proprio la parte ucraina che dovrebbe, non solo garantire la sicurezza dei voli dell’aviazione civile nella zona posta sotto il suo controllo (dato che Kiev insiste sul fatto che i territori delle Repubbliche Popolari di Donetsk e di Lugansk sono sotto la suo giurisdizione), ma anche evitare un’escalation di “guerra aerea” nella cosiddetta operazione anti-terrorismo. Non dobbiamo dimenticare che lo speciale ricorso massiccio alle operazioni di combattimento contro la popolazione civile in Ucraina orientale, è diventato un fattore chiave nell’escalation delle ostilità.
Disponibili prove video del dispiegamento bellico del complesso-missilistico “Buk”, in dotazione all’esercito ucraino (persino registrazioni audio da parte del Ministero della Difesa russo sull’attività di questi sistemi dislocati a sud di Donetsk) indicano la negligenza dei militari ucraini nel testare i “Buk”, il più vicino possibile ai combattimenti. A favore di questa versione esiste una serie di circostanze indirette, comprese: per usare un eufemismo, un non troppo alto livello di formazione degli specialisti, come, la recente messa in stato di allerta totale delle forze aeree e di difesa ucraine. Allo stesso tempo, possiamo dire, che almeno due circostanze possono provare la preparazione da parte di Kiev (sotto direzione americana) di una provocazione premeditata.
Rotta del volo 14 luglio 2014
Rotta del volo 15 luglio 2014
Rotta del volo 16 luglio 2014
Rotta del volo 17 luglio
In primo luogo, il Boeing della Malesia è stato condotto consapevolmente nello spazio aereo sopra il territorio della Repubblica Popolare di Donetsk con correzioni di rotta: la sua uscita direttamente sopra un’area di operazioni di combattimento attivo, e la riduzione della sua altitudine sono ovviamente fatti intenzionali. L’alterazione della rotta del Boeing è del tutto identica al famoso e infausto ricordo della provocazione del Boeing sudcoreano che gli americani portarono deliberatamente nello spazio aereo sovietico nel 1983, dopo di che fu abbattuto.
In secondo luogo, il Boeing ha effettuato le sue manovre solo su disposizione dei controllori di volo ucraini di Kiev e di Dnepropetrovsk, proprio qui è stata disposta la modifica del suo corridoio, più a nord, rispetto alla rotta abituale. Intanto, le informazioni su come è stato cambiato il corridoio aereo il 17 luglio, sono di dominio pubblico, a differenza delle frettolose linee imbastite dall’ SBU ucraino, che nessuno può né controbattere né smentire.
Pertanto, il controllo della situazione al momento del disastro si trovava completamente sotto i servizi ucraini.
Francamente, il ruolo destabilizzatore degli Stati Uniti in eventi che stanno scompigliando “l’Ucraina e i suoi dintorni”, nemmeno rappresenta più un segreto. Di conseguenza – avanti immediatamente con una campagna di massiccia propaganda, il cui obiettivo finale è il tentativo di screditare la Russia e la sua posizione chiara e coerente finalizzata a una soluzione politica e diplomatica del conflitto in Ucraina. La dichiarazione del cosiddetto “Procuratore generale” Yaremy riguardo all’assenza, tra gli armamenti in dotazione alle milizie, dei sistemi missilistici antiaerei “Buk”, S-300 e S-400, è un prologo alle accuse dirette contro la Russia.
Tuttavia, è improbabile che gli atti criminali e intenzionali di Kiev e di coloro che lo sostengono, riescano a nascondere tali sofisticate imprese di propaganda, indipendentemente dalle isterie che potranno suscitare. Kiev dovrà presto dare risposte significative almeno alle domande: sul perché sotto il suo controllo i “Buk” si trovavano in modalità di combattimento, e perché il Boeing ha deviato dal corridoio aereo originariamente stabilito. Le autorità ucraine si trovano in difficoltà nel fornire risposte oggettive a queste e a molte altre domande, tutto ciò rappresenta un’ulteriore prova della natura distruttiva delle azioni delle autorità ucraine; i cittadini di decine di paesi, dai Paesi Bassi alla Malesia, sono diventati vittime di queste sue avventure sanguinose. Allo stesso tempo, sarà problematico poter ottenere queste risposte, nello specifico, senza ispezioni sulle “carenti” unità militari ucraine, e senza un attento monitoraggio delle forniture di armi (compreso le più moderne) della giunta di Kiev.
Il compito principale di tutti coloro che sono interessati a un’indagine obiettiva ed indipendente sarà quello di creare un ambiente che impedisca i tentativi di Kiev e dei suoi sponsor di nascondere “le prove sott’acqua”.
Anderj Arešev
Fonte: www.fondsk.ru
Link: http://www.fondsk.ru/news/2014/07/19/katastrofa-malajzijskogo-boinga-v-nebe-nad-ukrainoj-kievskoe-bezumie-i-amerikanskij-stil-28553.html
19.07.2014
Scelto e Tradotto dal russo per www.comedonchisciotte.org da Eliseo Bertolasi