Il popolo italiano sempre più piegato dalla crisi economica

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Di Katia Migliore per ComeDonChisciotte.org

 

Ci hanno detto che con l’euro avremmo lavorato un giorno di meno guadagnando come se avessimo lavorato un giorno di più. Ci hanno assicurato che l’adesione alla UE avrebbe rappresentato un’opportunità per le popolazioni europee: niente inflazione, niente crisi economiche, niente guerre. Ci hanno raccontato che uniti saremmo stati più forti, che sarebbe stata una scelta di civiltà e di convenienza economica, politica, culturale.

Ebbene, non è accaduto nulla di tutto questo…

Economicamente la nostra capacità di spesa è diminuita e continua a diminuire esponenzialmente; non abbiamo nessun potere decisionale a livello politico, nè le istituzioni europee possono dirsi democratiche; dipendiamo in politica estera da Nazioni e soggetti terzi. Insomma, la sovranità del popolo italiano, così come quella degli altri popoli, è stata eliminata. Tutti sono diventati servi senza via d’uscita, piegati oggi – palesemente – dalla folle rincorsa all’aumento dei prezzi causati dalle sanzioni imposte da UE e USA e dagli speculatori internazionali alla Russia.

E come se non bastasse, ci troviamo nell’impossibilità di optare per una classe politica in grado di prendere davvero quelle scelte coraggiose che andrebbero fatte per evitare il disastro del nostro Paese, perché le reali alternative non si vedono all’orizzonte, e per i nostri rappresentanti odierni sembra valere sempre il motto per cui “o Franza o Spagna, purché se magna” [1].

De resto, ci vuole coraggio per prendere decisioni ardite. E come diceva Don Abbondio:

Il coraggio, uno non se lo può dare [2].

[1] Attribuito a Francesco Guicciardini, (Firenze, 6 marzo 1483 – Arcetri, 22 maggio 1540)

[2] Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, Capitolo XXV

* * *

Fonti Ansa, 30 settembre 2023

Dai mutui all’Rc auto gli italiani piegati dai rincari

Mutui variabili (+44%), Rc auto (+26%), benzina (+21%), prestiti personali (+19%), spesa alimentare (+24%), ortofrutta (+20%), servizi turistici (+9,4%): ecco le voci di spesa familiare salite di più nell’ultimo anno.

Le hanno calcolate Facile.it e Consumerismo No profit secondo cui le famiglie italiane stanno anche per andare incontro a un autunno che si preannuncia “caldo” dal punto di vista dei prezzi.

Guardando ai vari settori, quello assicurativo ha mostrato un +26% ad agosto per un veicolo a quattro ruote mentre è andata peggio per chi si sposta sulle due ruote con un +41%.

Sul fronte carburanti la vera stangata è arrivata ad agosto e a settembre: nella settimana dal 18 al 24 settembre il pieno, in media, è costato il 21% in più rispetto all’anno prima per un’auto a benzina, il 10% in più per una diesel.

Le rate dei mutui sono una delle voci di spesa cresciute maggiormente nell’ultimo anno. Un finanziamento medio a tasso variabile sottoscritto all’inizio dello scorso anno ha visto crescere la rata del 44%. La buona notizia è che gli aumenti potrebbero essere vicini alla fine; il picco è previsto entro dicembre.

Anche il mondo del credito al consumo ha risentito dell’aumento generale del costo del denaro, il Tan medio ha visto un aumento del 19%.

Il “carrello della spesa” ha subito i maggiori aumenti negli ultimi due trimestri per colpa di crisi climatica, energetica e inflazione.

Dallo zucchero all’olio d’oliva, dalle patate al riso si riscontra un aumento del 24,5% con un aggravio di oltre 1.100 euro rispetto al 2022 per una famiglia di 4 persone.

Mediamente l’ortofrutta ha subìto aumenti del 20% e gli italiani dovranno mettere in conto un aggravio di circa 8 euro al mese (su una spesa media di 40 euro a settimana).

Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/09/30/dai-mutui-allrc-auto-gli-italiani-piegati-dai-rincari_67dadb32-0648-4d8b-b0a0-f5aba21d731a.html

 

E come se non bastasse…

Cresce in Europa e in Italia il numero di bambini e minori (i ragazzi sotto i 18 anni) a rischio povertà

Secondo le ultime rilevazioni di Eurostat nel 2022, il 24,7% (quasi 20 milioni) dei bambini nell’Ue erano a rischio di povertà o esclusione sociale.
Rispetto al 2021, questa quota è aumentata dello 0,3%.

A livello nazionale i valori più alti sono stati segnalati in Romania (41,5%), Bulgaria (33,9%) e Spagna (32,2%). Segue l’Italia, al quarto posto con una quota di circa il 28% che corrisponde a circa 2,6 milioni di minori. Al contrario, Slovenia (10,3%), Repubblica Ceca (13,4%) e Danimarca (13,8%) hanno registrato le quote più basse.

Allarmati i sindacati europei che, in vista della revisione che si annuncia più restrittiva del patto di stabilità e crescita, spiegano:

I piani per reimporre le misure di austerità in 14 Stati membri a partire dal 2024 garantiranno che la tendenza alla crescente povertà infantile continui in Europa nel prossimo futuro.

Il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati, Esther Lynch, commenta:

Questi dati dovrebbero essere un campanello d’allarme per i leader dell’Ue: milioni di famiglie stanno già lottando per sopravvivere e non possono far fronte a ulteriori tagli.

Fonte: https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/09/30/in-ue-20-milioni-di-bambini-a-rischio-poverta_806cc628-c209-4e5f-95fd-8496352a37c3.html

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