Jennifer Margulis / Joe Wang – The Epoch Times – 5 agosto 2022
Un team di 19 scienziati del Regno Unito ha pubblicato una nuova ricerca che aiuta a spiegare perché i paesi con i più alti tassi di vaccinazione registrano il maggior numero di quelle che chiamano “infezioni intercorrenti” (o infezioni post-vaccinali), nonché la reinfezione con altre varianti della Covid-19.
Questo articolo di ricerca, pubblicato il 14 giugno 2022 sulla rivista scientifica Science, è stato scaricato quasi 277.500 volte in meno di due mesi. Si tratta di un dato molto insolito per uno studio scientifico altamente tecnico e denso di contenuti.
Possiamo solo ipotizzare il motivo per cui così tante persone lo hanno letto. Ma ciò che questo studio suggerisce – e su cui molti medici e ricercatori hanno espresso preoccupazione – è che i vaccini a base di mRNA Covid-19 e i richiami potrebbero rendere meno efficace la nostra risposta immunitaria contro la variante Omicron del virus.
Se questo è vero, significa che il vaccino stesso sta portando ad un’infezione diffusa. Invece di fermare il virus, sembra che i programmi di vaccinazione con mRNA in tutto il mondo abbiano inavvertitamente (?) (*) reso il virus più diffuso.
Una maggiore diffusione del vaccino porta a tassi di infezione più elevati
Come sottolineano gli scienziati britannici, i paesi con tassi di vaccinazione più elevati registrano un numero elevato di infezioni primarie e frequenti reinfezioni con il SARS-CoV-2.
Per contro, nei luoghi in cui le campagne di vaccinazione non sono state ampiamente attuate – tra cui la maggior parte dei Paesi del continente africano – le persone non si infettano.
Per analizzare il motivo per cui le popolazioni più vaccinate contraggono il maggior numero di infezioni da Omicron, questo studio si è concentrato sui professionisti più vaccinati: il personale medico a cui sono state somministrate le due dosi di vaccino mRNA all’inizio e poi sono state fatte altre due iniezioni di richiamo. Per scoprire cosa accadeva a livello cellulare a questi operatori sanitari altamente vaccinati, gli scienziati hanno tenuto sotto controllo i diversi tipi di immunoglobina presenti nel sangue dei partecipanti.
L’immunoglobina (Ig), nota anche come anticorpo (Ab), individua virus, batteri e simili e induce il sistema immunitario a rispondere in modo appropriato.
Gli scienziati hanno identificato diversi tipi di immunoglobuline, ognuna delle quali guida la risposta immunitaria in modo diverso a seconda delle fasi e dei tipi di infezione.
IgG4, una risposta immunitaria di tolleranza
L’IgG4 è la forma di immunoglobina che attiva una risposta di tolleranza nel sistema immunitario, per i patogeni cui si è stati esposti ripetutamente e per i quali non è necessario attivare una risposta infiammatoria. Questo è un bene, per esempio, se si sta cercando di evitare la sensibilità immunitaria a un alimento. Ma non è il tipo di risposta immunitaria che i vaccini Covid-19 sono stati progettati per creare.
Gli apicoltori, quando vengono ripetutamente punti dalle api nel corso della loro carriera, mettono in atto una risposta IgG4 contro l’assalto al loro sistema immunitario. In pratica, il loro organismo impara che il veleno delle api non è pericoloso e la loro risposta immunitaria al veleno delle api diventa una risposta IgG4, per cui sono in grado di tollerare molto bene le punture. Mentre il veleno delle api in sé non danneggia l’organismo, la risposta infiammatoria dell’organismo stesso può essere pericolosa. Se l’organismo reagisce in modo eccessivo e sviluppa una risposta generalizzata in cui l’infiammazione stessa mette a rischio la respirazione di una persona, la risposta immunitaria può essere letale.
Più vaccini portano a più infezioni da Covid-19
Questo studio dimostra esattamente come le vaccinazioni ripetute stiano causando una maggiore suscettibilità alla Covid-19. Le prime dosi di vaccino hanno provocato le classiche risposte immunitarie infiammatorie. L’infiammazione è una parte fondamentale della risposta immunitaria (a un vaccino o a un’infezione) ed è responsabile della maggior parte di ciò che si prova quando si è malati: febbre, dolori, letargia, ecc. Questa infiammazione è il motivo per cui ci si sente male quando si fa il vaccino antinfluenzale e perché il vaccino Covid-19 è diventato famoso per far sentire le persone malate per alcuni giorni. L’organismo produce una risposta infiammatoria alle proteine della Covid-19.
Ma cosa succede nell’organismo che ha fatto due vaccini e ne riceve un terzo? Gli scienziati hanno scoperto che dosi successive di vaccini a base di mRNA iniziano ad abituare o desensibilizzare i soggetti alle proteine Covid-19, facendo migrare la loro risposta immunitaria verso la forma IgG4, che essenzialmente insegna all’organismo a tollerare le proteine.
Un diverso tipo di protezione?
La risposta dei partecipanti allo studio è stata di fatto disattivata, rendendoli ancora più vulnerabili all’infezione e meno propensi a reagire rispetto a coloro che non sono mai stati vaccinati.
Quando si è esposti a un raffreddore o a qualsiasi altro virus in modo ripetuto e distanziato nel corso della vita, come accade con l’esposizione naturale, non si sviluppa una tolleranza al virus, ma il corpo lo combatte senza che ce ne accorgiamo. Il corpo utilizza la normale risposta immunitaria per combattere le malattie ma, poiché riconosce l’agente infettivo, non si manifestano i sintomi dell’infiammazione. Per questo motivo, quando si è esposti naturalmente a varie malattie, si ha un’immunità che dura tutta la vita.
Al contrario, questo nuovo studio dimostra che le ripetute iniezioni di mRNA e i richiami anti-Covid-19 producono una risposta di tolleranza, come se fossero iniezioni di allergeni. Stanno abituando l’organismo al virus, in modo da non riconoscerlo più come pericoloso.
Un altro studio, pubblicato a luglio da un team di oltre 20 scienziati tedeschi, ha confermato in modo indipendente che le successive vaccinazioni e i richiami anti COVID-19 stanno convertendo la risposta immunitaria dalla classe protettiva delle IgG alla classe di tolleranza.
Allo stesso tempo, la creazione di questa tolleranza indotta dal vaccino non significava che i soggetti non fossero protetti.
Mantenere ammalate le persone
Il vaccino e il programma di richiamo hanno finito per fare l’opposto di ciò che era previsto: evitare che le persone si ammalino.
Ma questo è mai stato un obiettivo realistico? La Covid-19 è come i coronavirus endemici correlati. Proprio come il comune raffreddore, sembra che il SARS-CoV-2 non stia scomparendo, che nessuno possa evitarlo all’infinito e che continuerà a mutare.
Da un lato, questo studio suggerisce che i vaccini aiutano il sistema immunitario dell’organismo a non reagire in modo eccessivo al virus. Il virus in sé non uccideva le persone, ma era l’interazione del virus con il sistema immunitario dei pazienti a causare infezioni gravi e talvolta letali, a causa della reazione eccessiva del sistema immunitario a un virus nuovo.
D’altra parte, l’immunità acquisita naturalmente sembra essere più forte di quella acquisita con il vaccino e i pericoli dei vaccini stessi, soprattutto per i giovani, suggeriscono che i rischi della vaccinazione superano di gran lunga i benefici.
Se i vaccinati ora contraggono facilmente il virus ma solo con reazioni lievi perché il loro sistema immunitario dice loro di tollerarlo, questo potrebbe essere un vantaggio della vaccinazione.
Ma i richiami non sono mai stati necessari per produrre tolleranza: lo studio ha dimostrato che i soggetti hanno iniziato a sviluppare tolleranza dopo solo due dosi. I vaccini potrebbero aver contribuito a desensibilizzare la popolazione alle risposte immunitarie infiammatorie dannose alla Covid-19. Hanno fatto la loro parte. Non è necessario continuare con richiami successivi.
(*) (L’interrogativo è del Traduttore; come dire, ma ci prendono in giro?)
Scelto e tradotto (IMC) da Arrigo de Angeli per ComeDonChisciotte