DI MICHAEL SNYDER
Sembra un’altra settimana difficile per i mercati finanziari mondiali. All’inizio della settimana, i mercati hanno perso in tutto il mondo e all’improvviso i rapporti USA-Arabia Saudita hanno preso una brutta piega. Cosa che potrebbe significare molto: prezzi del petrolio molto più cari e, inutile anche dirlo, cosa molto negativa per l’economia degli Stati Uniti. Ha sorpreso molti di noi vedere la drammatica accelerazione che hanno preso gli eventi nel mese di Ottobre, e l’aria di Wall Street che ha preso una svolta decisamente sul negativo. Sì, venerdì le azioni USA hanno avuto un leggero rimbalzo (come avevo ben previsto), ma è stato molto meno di quanto molti investitori speravano. E questa settimana è cominciata male su tutti i principali mercati asiatici in sensibile calo…
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Nell’area della Grande Cina, l’indice Hang Seng a Hong Kong è sceso dello 0,9 % nelle prime ore e anche il composite di Shanghai è scivolato dello 0,33%, mentre lo Shenzhen composite è andato in contro-tendenza finendo con un + 0,4%.
In Giappone, il Nikkei 225 è sceso dell’1,48% in mattinata, mentre l’indice Topix è scivolato dell’1,17%, con la maggior parte dei titoli in perdita.
Ma quello che era successo in Asia non è stato niente in confronto con quello che abbiamo visto in Arabia Saudita.
A un certo punto lo stock market in Arabia Saudita è crollato del 7% dopo che è girata la notizia che il Presidente Trump aveva avvertito i sauditi che avrebbero potuto andare incontro a “seri guai” per la scomparsa del giornalista Jamal Khashoggi. I sauditi negano di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma sono tutti d’accordo sul fatto che il giornalista sia scomparso, e sono anche tutti d’accordo sul fatto che sia stato visto per l’ultima volta quando è entrato nel Consolato saudita di Istanbul il 2 ottobre.
Si dice che l’intelligence USA avesse già intercettato comunicazioni che parlavano di un piano Saudita per rapire Khashoggi e si dice anche che Khashoggi sia stato fatto a pezzi, dopo essere stato rapito dai sauditi, e tutte le potenze occidentali si sono espresse con grande preoccupazione per il suo destino.
Ma i sauditi insistono sul fatto che non hanno niente a che vedere con questa scomparsa, e minacciano “reazioni più gravi” se verranno imposte loro delle sanzioni. Come si legge su USA Today…
L’Arabia Saudita nega qualsiasi coinvolgimento nella sparizione del giornalista del Washington Post, Jamal Khashoggi e domenica scorsa ha ammonito che qualsiasi sanzione contro il ricco regno del petrolio andrebbe incontro a “maggiori reazioni” e probabilmente ad una esplosione del prezzo del petrolio.
“Il Regno dichiara il suo rigetto totale per qualsiasi minaccia che tenti di indebolirlo, sia con la minaccia di imporre delle sanzioni economiche, sia con l’uso di politiche che facciano pressioni o ripetendo delle false accuse” ha detto il governo in una dichiarazione rilasciata ai media sauditi: “Il regno afferma inoltre che reagirà a qualsiasi provocazione con una “reazione maggiore.”
Pertanto cosa potrebbe essere questa “reazione maggiore”?
Ebbene un funzionario Saudita ha accennato che il prezzo del petrolio potrebbe salire a “$100, o $200, o arrivare anche a raddoppiare certe cifre…
In un articolo pubblicato subito dopo la dichiarazione di SPA, il canale Al Arabiya di proprietà del General manager Saudita Turki Aldakhil ha lanciato un monito che : imporre delle sanzioni al maggior esportatore mondiale di petrolio potrebbe esporre l’intero sistema economico globale ad un disastro.
Significherebbe non avere accesso alla produzione saudita di 7,5 milioni di barili e se un prezzo che arriva a $ 80 farebbe arrabbiare il Presidente Trump, non si può immaginare cosa succederebbe se il prezzo arrivasse a $ 100, o $ 200, o se addirittura raddoppiasse quelle cifre”.
Se il prezzo del petrolio raggiungesse i 200 dollari al barile, l’economia americana potrebbe paralizzarsi completamente.
Costerebbe molto più che andare a comprare il gas. Praticamente tutto quello che compriamo deve essere trasportato a lunga distanza e quindi il prezzo della benzina incide su qualsiasi prodotto.
Il prezzo del cibo è già ridicolmente alto, e non voglio assolutamente pensare a cosa significherebbe farsi un giro in un grocery store se i sauditi mettessero in atto le loro minacce. Nel frattempo, i segnali lanciata dai media main-stream su una nuova crisi di Wall Street continuano a diventare ancora più drammatici.
Ad esempio, ecco un estratto da un articolo di Bloomberg “The Next Financial Crisis Is Staring Us in the Face”…
Dieci anni fa la crisi finanziaria di Wall Street spinse l’economia globale fin sul limite dell’abisso. Si potrebbe pensare che questo avesse fatto capire qualcosa su come gestire meglio il rischio e dove sono gli squilibri strutturali dei mercati finanziari, se non addirittura a comprendere qualcosa sui malfunzionamenti dei nostri processi cognitivi.
Invece, abbiamo imparato ben poco da quell’esperienza e non abbiamo tratto nessuna consapevolezza dall’aver vissuto quell’evento tanto traumatico.
ed ecco come finisce l’articolo di Bloomberg …
Mentre i ricordi della crisi svaniscono appena che l’economia si riprende, scopriamo che i semi della prossima crisi erano già stati piantati. Sono sempre gli stessi problemi sul rischio del debito, di una cattiva gestione e del non rendersi conto dei propri limiti. Se non siamo capaci di imparare dalle nostre esperienze vissute, siamo condannati a ripetere gli stessi errori. Dobbiamo incolpare solo noi stessi.
Sembra che abbiano ripreso le parole di The Economic Collapse Blog.
Certo l’autore di quell’articolo di Bloomberg sta seduto sui soldi, ma ci dice che non abbiamo imparato niente dalla dura lezione della crisi del 2008, anzi abbiamo semplicemente rigonfiato tutte le vecchie bolle e le abbiamo fatte diventare più grandi che mai.
Ora l’America ha un debito di 68.000 miliardi di dollari, e la resa dei conti è tanto vicina che anche i media mainstream cominciano a lanciare l’allarme.
La prossima dovrebbe essere un’altra settimana molto interessante. Lunedì potrebbe far sentire il polso dell’intera settimana, quindi speriamo che i mercati USA si riprendano e se non si riprenderanno, potrebbe scatenarsi un altro giro di panico …
Michael Snyder è una personalità dei media e attivista politico che scrive a livello nazionale. Pubblica su The Most Important News ed è autore di quatto libri, tra cui The Beginning Of The End and Living A Life That Really Matters.
Fonte: http://theeconomiccollapseblog.com
8.10.2018
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario