Di Sara Iannaccone
Sono passate poche ore dalla fine del torneo di Wimbledon e l’entusiasmo dei tifosi e degli amanti del tennis è ancora grande. La competizione è stata vinta dal tennista serbo Novak Djokovic e dalla russa Elena Rybakina, i due fenomeni del momento che hanno dato un insegnamento al mondo intero.
Djokovic è arrivato a quota sette, mentre Rybakina ha vinto per la prima volta l’edizione femminile; ma ciò che conta non è tanto il loro trionfo sportivo in quanto tale; a stupire è la loro storia, molto importante anche per chi non si era mai occupato di tennis prima d’ora.
La distopia sta stravolgendo tutto a livello globale, ma Wimbledon ha risollevato gli animi. Non solo ha unito le persone, ma ha dato allo sport un vero e proprio significato politico: Djokovic e Rybakina incarnano attualmente il simbolo della Resistenza.
Per Novak Djokovic sono stati tempi duri, e nell’ultimo anno è stato spesso sotto i riflettori, subendo vessazioni e soprusi per aver deciso liberamente di non sottoporsi alla vaccinazione anti Covid. Il grande tennista serbo, però, non si è lasciato abbattere, asserendo che “la libertà di scelta viene prima di tutto“.
A volte, il prezzo per la libertà ha un gusto amaro e Nole è stato punito e quindi escluso dall’Australian Open e quasi sicuramente lo sarà, anche dal prossimo US Open (in programma per fine agosto – inizio settembre), vista la attuale normativa americana in tema vaccinale.
Queste “punizioni” subite per aver difeso la propria libertà non lo hanno fatto cedere, ma reso più determinato e più amabile agli occhi di chi vede in lui un raggio di speranza per un possibile ritorno alla normalità.
Oggi Djokovic vince e rimane saldo nella sua scelta: la dignità vale molto di più della gloria.
Per quanto riguarda Rybakina, come sappiamo, alla fine dello scorso aprile fu annunciato al mondo intero la decisione di escludere gli atleti di nazionalità russa e bielorussa dai tornei, quindi una vera e propria ritorsione politica per la guerra in Ucraina iniziata a febbraio 2022.
Nonostante ciò, a sorpresa, oggi il torneo femminile di Wimbledon viene vinto da una russa. Ciò è stato possibile perchè la tennista, anche se nata e cresciuta a Mosca, ha il passaporto kazako, ed è quindi riuscita a svincolarsi dalle limitazioni razziali e a partecipare sotto altra bandiera, riuscendo addirittura a conquistare la vittoria.
Insomma, Wimbledon 2022 è stata una vera e propria soddisfazione per coloro che sono stanchi di questa narrativa, che non fa altro che alimentare odio fra gli individui. Una rivincita di tutti gli oppressi, che vedono ripagate le scelte di chi, come loro, come noi, è stato – ed è tutt’ora – ostracizzato.
Di Sara Iannaccone, 12.07.2022