Aveva cercato di fuggire dal posto di blocco nonostante la pistola puntata contro, il ragazzo di 17 anni (Nahel) ucciso da un poliziotto della stradale il 27 giugno in Francia. Il dramma di Nanterre è stato ribattezzato l’episodio, che ora vede accusato di “omicidio volontario” l’agente grazie alla registrazione fatta da un passante, e che ha scatenato un’ondata di violente proteste nel Paese.
Accostato faziosamente al caso di George Floyd – nonostante le dinamiche siano totalmente diverse – a causa dell’etnia della giovane vittima, l’evento ha avuto come conseguenza lo scoppio di disordini e insurrezioni, che oramai durano da 3 giorni e che hanno visto numerose città coinvolte e saccheggiate dai manifestanti.
Secondo le Monde “un totale di 875 persone sono state arrestate durante la notte da giovedì a venerdì in Francia, di cui 408 a Parigi e nei suoi sobborghi interni, durante la terza notte di violenza urbana in risposta alla morte di Nahel M., ucciso da un agente di polizia. Un totale di 492 edifici hanno subito danni, 2.000 veicoli sono stati bruciati e 3.880 incendi di strade pubbliche sono divampati ieri sera, secondo i dati forniti dal presidente della Repubblica” mentre ancora non sono confermati i dati sui feriti, sia dei manifestanti che dei poliziotti (i giornali italiani parlano di circa 249 poliziotti e gendarmi).
Tra i leader dei vari partiti si parla di necessità di ‘Coprifuoco’ e ‘Stato d’Emergenza’ mentre Eric Ciotti, il capo del partito Les Républicains, ha aggiunto che c’è necessità di “combattere spietatamente la violenza“: “Il nostro Paese è sull’orlo di un precipizio“, ha scritto in un comunicato stampa, “non possiamo arrivare al punto di vedere ogni mattina le immagini dei nostri centri urbani devastati. Non abbandoneremo la Repubblica francese agli istigatori della guerra civile che prendono il pretesto di una tragedia, oggi nelle mani della giustizia, per gettare il caos nelle nostre strade. Dobbiamo condurre una lotta spietata contro la violenza perchè la Repubblica non deve tremare di fronte alle orde di teppisti che la sfidano. Dobbiamo bloccare i discorsi dell’estrema sinistra antirepubblicana che mina le basi della nostra coesione sociale invocando la guerra civile“.
Élisabeth Borne, Primo Ministro, ha annunciato il dispiegamento di veicoli corazzati per le città. Questa decisione fa parte delle misure annunciate da Macron durante l’unità di crisi interministeriale. Il Presidente della Repubblica ha anche invitato anche ‘genitori responsabili’ e social network ad avere uno spirito collaborativo.
Massimo A. Cascone, 30.06.2023