FONTE: WASHINGTON’S BLOG
Come avevo più volte rimarcato, i contribuenti americani stanno dando una mano alle banche straniere da anni.
Ad esempio, avevo fatto notare
Come ha fatto rilevare il Wall Street Journal, la Federal Reserve potrebbe aprire di nuovo le sue “swap lines” [accordi per lo scambio temporaneo di valuta, NdT] per salvare gli europei:
La Fed sta considerando la riapertura di un programma di prestito già messo in piedi durante la crisi finanziaria nel quale venivano trasferiti soldi oltreoceano tramite banche centrali straniere come la Banca Centrale Europea, la Banca Nazionale Svizzera e la Banca d’Inghilterra.
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Al culmine della crisi nel dicembre 2008, la Fed aveva inviato 583 miliardi di dollari oltreoceano nella forma di queste swap lines.
Come scrive scrive Robert Peston della BBC:
Ci sono voci del fatto che la BCE stia fornendo un qualche genere di agevolazione di riacquisto della durata di un anno (dove i titoli governativi sono scambiati per prestiti a 12 mesi) in collaborazione con la Federal Reserve americana.
A questo link potete avere maggiori informazioni sulle swap lines.
E’ certo che la Federal Reserve stia aiutando da anni le banche centrali e le banche private straniere.
Ad esempio, i 40 miliardi di dollari del salvataggio di AIG sono andati a banche straniere. L’ex presidente di AIG aveva addirittura dichiarato che il governo aveva utilizzato AIG “per convogliare denaro ad altri istituti, tra cui banche straniere”.
Come ha scritto il Telegraph nel settembre 2008:
La Fed ha da poco offerto altri 125 miliardi di dollari di liquidità alle banche al di fuori degli Stati Uniti che sono alla ricerca disperata di denaro e non possono accedere ai mercati congelati del credito americani.
Il parlamentare Grayson aveva dichiarato che la Fed aveva “ficcato” di nascosto cinquecento miliardi di dollari in tasche straniere.
(Ovviamente la Fed non dirà mai al Congresso o al sovrintendente del TARP – figuriamoci ai cittadini americani – chi ha avuto i soldi).
E come avevo sottolineato lo stesso mese:
Un comunicato del Tesoro americano dice:
Gli istituti finanziari partecipanti devono avere operazioni di rilievo negli Stati Uniti, a meno che il Segretario decida, consultandosi con il Presidente della Federal Reserve, che siano necessari requisiti più ampi per stabilizzare efficacemente i mercati finanziari.
Un articolo di oggi su Politico spiega:
“Con una modifica rispetto alla proposta originaria inviata a Capitol Hill, le banche straniere che hanno importanti operazioni negli Stati Uniti potrebbero avere i requisiti per il salvataggio del Dipartimento del Tesoro, stando alle clausole scritte in caratteri minuscoli di un comunicato dell’amministrazione pubblicato sabato notte”.
Naturalmente, una buona parte dei soldi del salvataggio destinato alle banche americane è finito con l’andare all’estero. Come avevo scritto nel marzo 2009:
E il governo è pronto a fornire altri miliardi di dollari – oltre alle migliaia di miliardi di dollari per garantire beni privi ormai di alcun valore – ai fondi sovrani e agli hedge funds.
Dunque, non solo gli americani stanno aiutando le proprie banche “troppo grandi per fallire”, ma stanno anche aiutando importantissime banche straniere.
Anche se il salvataggio dell’Europa potrebbe avere un senso se l’America straripasse di denaro, le cose ora sono un po’ diverse. Come hanno scritto i parlamentari Kucinich e Filner nel giugno scorso:
Il nostro paese e questo istituto non si possono permettere di spendere i soldi del contribuente americano per salvare le banche private europee.
Inoltre, gli Stati Uniti stanno anche – ovviamente – contribuendo con decine di miliardi di dollari al salvataggio greco tramite versamenti al Fondo Monetario Internazionale. Alcuni sostengono che gli Stati Uniti aiuterebbero in segreto il salvataggio di tutta l’Europa. Vedere qui e qui qui.
Come
ha sottolineato Tyler Durden la scorsa settimana, l’FMI adesso ha abbandonato qualsiasi tetto sui salvataggi che concede, e gli Stati Uniti sono il più grande finanziatore dell’FMI.
Ora il New York Times sostiene che gli Stati Uniti aiuteranno la più grande banca dell’Afghanistan:
I dettagli dell’accordo, tra cui la quantità di denaro che ciascun governo dovrà versare, sono ancora in corso di perfezionamento tra la Banca Centrale dell’Afghanistan e il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, hanno detto alcuni funzionari…
I principali dirigenti della Kabul Bank e un alto funzionario della Banca Centrale si sono rifiutati di commentare pubblicamente la proposta di salvataggio, ancora in corso di trattativa. Tuttavia, un direttore della Banca Centrale e un alto funzionario americano hanno confermato che il funzionario americano aveva chiesto un “intervento”.
Non c’è da stupirsi del fatto che ci siano state numerose accuse di corruzione nei confronti della Kabul Bank:
Aggiornamento: il New York Times ha aggiornatoil proprio resoconto con alcuni commenti da parte di dirigenti del Tesoro americano i quali insistono che non verrà utilizzato denaro americano per ricapitalizzare la Kabul Bank.
“Non verranno utilizzati fondi dei contribuenti americani per sostenere la Kabul Bank”, ha detto Jenni LeCompte, una portavoce del Dipartimento del Tesoro.
Ovviamente, l’FMI, la Banca Mondiale o un paese straniero potrebber convogliare i soldi del salvataggio e successivamente gli Stati Uniti potrebbero stampare altri soldi per “rimborsarli”. I trucchi contabili e gli accordi sottobanco riescono a fare miracoli per nascondere la verità agli arrabbiati servi contribuenti americani.
Fonte: www.globalresearch.ca
Link: http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=20911
5.09.2010
Traduzione a cura di JJULES per www.comedonchisciotte.org