FONTE: ZEROHEDGE.COM
George Soros desidera che l’Europa faccia molto di più per i rifugiati, sia per i richiedenti asilo che per la generale massa di migranti dal Medio Oriente. Come scrive in un editoriale per Project Syndacate, l’Unione Europea deve riconoscere le sue responsabilità per la mancanza di una politica comune rispetto alle domande di asilo, fatto che ha trasformato il crescente influsso di rifugiati da problematica gestibile nell’ennesima crisi politica.
Ogni Stato membro si è concentrato egoisticamente sui suoi interessi, spesso in conflitto con interessi altrui. Questo ha creato il panico tra i richiedenti asilo, il pubblico generale e le autorità preposte al mantenimento della legge e dell’ordine. I richiedenti asilo sono state le maggiori vittime.
La UE ha bisogno di un ampio piano per rispondere alla crisi, uno che riasserisce una capacità di gestione effettiva sul flusso di richiedenti asilo, in maniera tale che la loro introduzione si svolga con modalità sicure e ordinate e a un ritmo che rifletta le capacità dell’Europa di riassorbirli. Per essere davvero comprensivo, il piano dovrebbe estendersi oltre le frontiere d’Europa. E meno traumatico e molto meno dispendioso tenere i potenziali richiedenti asilo presso, o nei paraggi della loro località di partenza.
La sorte della popolazione Siriana spicca tra le priorità, ma gli altri richidenti asilo e migranti non possono essere dimenticati. Similmente, un piano Europeo deve essere accompagnato da una risposta globale, sotto l’egida delle Nazioni Unite e che ne coinvolga gli Stati membri. Questo consentirebbe di redistribuire il fardello della crisi Siriana su un numero molto più vasto di Stati, nonchè di stabilire standards globali per la gestione dell’emigrazione forzata in generale.
Qui i sei punti di un piano comprensivo:
Primo, l’Unione Europea dovrà accettare almeno un milione di richidenti asilo all’anno per il futuro prossimo. E per far questo deve diviversi il carico equamente, principio che una maggioranza qualificata ha finalmente sancito nell’incontro di mercoledì scorso.
Finanziamenti adeguati sono cruciali. L’UE dovrà provvedere 15.000 euro (16.800 pound stirling) per richiedente asilo per ognuno dei primi due anni dal suo ingresso, per aiutare a coprire le spese di alloggio, sanità, istruzione e per rendere l’accettazione di rifugiati più appetibile ai paesi membri. Può generare questi fondi emettendo bonds a lungo termine utilizzando la sua, largamente inutilizzata capacità AAA di ottenere prestiti, che presenterebbe il vantaggio aggiuntivo di provvedere uno stimolo fiscale ben motivato all’economia Europea.
E’altrettanto importante consentire sia agli Stati membri che ai richidenti asilo di esprimere le loro preferenze, utilizzando il minimo di coercizione possibile, destinando i rifugiati ai luoghi dove desiderano recarsi, e dove sono desiderati, è conditio sine qua non per il successo.
In secondo luogo la UE dovrebbe guidare lo sforzo globale di provvedere adeguati fondi a Libano, Giordania e Turchia per mantenere i 4 milioni di rifugiati che al momento vivono in questi paesi.
Fino ad ora, soltanto una minima frazione dei fondi richiesti anche per il minimo di assistenza necessaria sono stati trovati. Se istruzione, tirocini lavorativi e ulteriori bisogni essenziali sono inclusi, i costi annuali ammontano a 5000 euro per rifugiato, un totale di 20 milioni di euro. L’aiuto corrente dell’UE alla Turchia, nonostante sia raddoppiato la settimana scorsa, ammonta ancora solo a un milione. In aggiunta la UE dovrebbe provvedere alla creazione di zone economiche speciali (con statuto speciale commerciale) nella regione, incluse Tunisia e Marocco, per attrarre investimenti e generare offerta di lavoro, sia per i locali che per i rifugiati.
La UE avrebbe bisogno di impegnarsi nei confronti delle nazioni di confine con almeno 8-10 miliardi l’anno, con aiuto dagli Stati Unito e dal resto del Mondo. Questo da aggiungersi al ricavato dei bonds a lungo termine necessari a sostenere i richiedenti asilo in Europa.
Terzo, la UE dovrebbe immediatamente impegnarsi a costruire un singolo sistema di richiesta di asilo Europeo e una singola agenzia per l’immigrazione, eventualmente una guardia doganale Europea unica. Il corrente quadro a macchie con 28 sistemi diversi di richiesta d’asilo non funziona: è costoso, inefficiente e produce risultati eccessivamente dissimili nel determinare chi è elegibile a ottenere asilo. La nuova agenzia sarà in grado di allineare e sveltire le procedure, stabilire regole comuni per il lavoro e l’imprenditoria, a determinare i benefits; a determinare, inoltre, una efficace politica di ritorno degli migranti che non si qualificano per il diritto d’asilo nel rispetto dei diritti.
Quarto, dei canali sicuri devono essere stabiliti per i richiedenti asilo, iniziando dal trasporto da Grecia e Italia alle loro nazioni d’arrivo. Questo è molto urgente perchè può calmare il panico. Il passo successivo è logicamente allargare le rotte sicure ai paesi di confine extra UE, riducendo così il numero di migranti che tentano la strada del pericoloso attraversamento del Mediterraneo. Se i richidenti asilo hanno ragionevoli possibilità di raggiungere l’Europa, ci sono molte più possibilità che si fermino dove sono e aspettino. Questo richiederà di negoziare con i paesi di frontiera, in cooperazione con l’agenzia ONU per i rifugiati, per stabilire centri di processo delle domande in quei paesi, con la Turchia come priorità assoluta.
Le misure operative e finanziarie sviluppate dalla UE devono esssere usate allo scopo di stabilire degli standards globali per il trattamento di richidenti asilo e migranti. Questa è la quinta parte del piano comprensivo.
Infine, allo scopo di assorbire ed integrare oltre un milione di richiedenti asilo all’anno la UE deve mobilitare il settore privato, le ONG, la chiesa e aziende, in funzione di sponsors. Richiederanno non soltanto fondi a sufficienza, ma anche le risorse umane e informatiche per fare incontrare migranti e sponsors.
L’esodo dalla Siria distrutta dalla guerra non sarebbe mai dovuto diventare una crisi. Si è svolto in tempi lunghi, era assai prevedibile, e decisamente gestibile dall’ l’Europa e dalla comunità internazionale.
Il Primo Ministro Ungherese Viktor Orban ha anche lui stilato un piano in sei punti per contrastrare la crisi, ma il suo piano, che subordina i diritti umani dei richidenti asilo e dei migranti alla sicurezza dei confini minaccia di dividere e distruggere la UE attraverso la rinuncia ai valori sui quali è stata edificata e violando le leggi che dovrebbero governarla.
La UE deve rispondere con una politica sulle domande di asilo genuinamente Europea che metta fine al panico e a tanta sofferenza umana non necessaria.
Certo, come no, facile…
Fonte: www.zerohedge.com
27.09.2015
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONZI