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Geopolitica della questione europea

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A cura di AlbertoConti
Il 26 Dicembre 2023
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Geopolitica della questione europea

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

Dieci anni fa scrissi un articolo intitolato “La questione Europea, noi, il resto del mondo”.

Me ne ero quasi dimenticato ma, riletto oggi, mi ha impressionato tanto sembra rispecchiare fedelmente la realtà attuale dell’economia politica italiana.

Articolo ripreso a suo tempo da diversi siti alternativi e ancora reperibile, in sunto, su “Imola Oggi”:

La nostra maledizione si chiama euro. «Più che una moneta, è un metodo di governo occulto, illegittimo, e antidemocratico»

Ma allora, in casa nostra e nel mondo non è cambiato proprio nulla in questi ultimi 10 anni? Eppure ne è passata di acqua sotto i ponti, e si è trattato spesso di acque turbolente, fino al carattere alluvionale di questi ultimi tempi di impoverimento generalizzato e di guerra, prodromici di potenziali catastrofi non più solo localizzate, come l’Ucraina e la Palestina, agnelli sacrificali di un occidente disposto a tutto pur di sopravvivere nel segno di un ormai insostenibile unipolarismo imperiale a guida anglofona.

Non io, che non voglio passare per visionario menagramo, bensì Carlo Cottarelli su “La Stampa” del 30 dicembre 2019 (mainstream duro e puro: https://osservatoriocpi.unicatt.it/cpi-stampa-finisce-il-decennio-orribile-dell-economia-la-crescita-piu-bassa-dall-unita-d-italia ), dipinge un quadro particolarmente desolante dell’economia italiana nel secondo decennio del XXI secolo , nel pur tribolato contesto europeo. E siamo solo alla vigilia della psicopandemia all’italiana, la più nefasta di tutte! Le conseguenze economiche delle scellerate iniziative governative “anticovid” in Italia, ma anche nel resto d’Europa e particolarmente in USA, in questi ultimi 4 anni colpiscono sempre più duramente le già martoriate fasce più deboli della popolazione, che aumentano percentualmente assorbendo lembi di una classe media in via d’estinzione, mentre la piaga della povertà assoluta affligge un italiano su dieci.

Basti pensare all’inflazione esplosa e concentrata sui beni di consumo primari mentre imperversa la disoccupazione, peggiora la qualità del lavoro e crolla la natalità, nel quadro di una crescente deindustrializzazione di lungo corso, che però accelera ulteriormente deprimendo così il mercato del lavoro, già alterato dall’immigrazione selvaggia. Questo esercito crescente di stranieri disperati e irregolari viene giocoforza destinato ad ogni forma di sfruttamento, il che peggiora la generale precarizzazione del lavoro e l’abbattimento indecoroso dei salari. E’ così che questo marcio sistema contrasta l’improvvisa fiammata d’inflazione post-covid, d’origine puramente speculativa e politica, demolendo la domanda interna di consumi di massa tramite impoverimento generalizzato, sul cattivo esempio prodotto a suo tempo dall’ignobile governo Monti-Fornero.

Nel frattempo la UE dà spettacolo di sprechi plurimiliardari nell’acquisto spropositato di “sieri magici” da multinazionali private (più di dieci strapagate dosi anticovid per ogni residente europeo!) e la sanità pubblica si va atrofizzando, a forza di tagli ai finanziamenti, per favorire quella privata, tendenzialmente orientata ai più benestanti, per quanto ampiamente sovvenzionata dallo Stato. Analogo, se non peggiore, è il degrado dell’istruzione pubblica, mentre i soldi dei contribuenti vengono deviati verso l’aumento delle spese militari dirette e la digitalizzazione forzata, in vista di un 5G e 6G necessari più ai militari che alla popolazione (che ne subisce gravi danni sanitari da inquinamento elettromagnetico), così come molte applicazioni belliche dell’intelligenza artificiale, il cui sviluppo viene finanziato e magnificato come potentissimo strumento funzionale alla prossima rivoluzione industriale. Il che è vero, come è pur vero che l’automazione spinta renderà inutili gran parte dei lavoratori attuali, destinati così ad accrescere drasticamente l’esercito industriale di riserva, cioè dei disoccupati forzati. Questo e molto altro di antipopolare ci “chiede l’Europa”, e se non basta chiedere scatteranno i soliti ricatti finanziari (sperando che non aggiungano terrorismi anche peggiori) sperimentati a suo tempo sulla martoriata Grecia. Molti contenuti di queste “condizionalità ai salvataggi”, vere e proprie estorsioni criminali, già incombono nella gestione ordinaria, visto l’ormai scontato appiattimento preventivo di qualsivoglia governo, anche presuntamente “alternativo”, ai voleri della finanza transnazionale. Voleri e diktat veicolati non solo tramite le potentissime lobbies finanziarie e industriali, ma anche direttamente e sfacciatamente da UE e NATO, oltre che subdolamente imposti dalle “migliori democrazie” USA e UK, cuore pulsante dell’impero del male.

Il diavolo, si sa, fonda la sua variegata strategia operativa nel convincere gli umani che non esiste.

Così fanno anche i “deep state” connaturati all’occidente atlantista, che da un lato si nascondono, come dice la loro stessa denominazione, mentre dall’altro legittimano il loro subdolo operato tramite l’imposizione mediatica dell’ideologia neoliberista, propagandata pervasivamente in mille forme, al fine di forzare il consenso popolare sulla realizzazione del proprio movente esistenziale, comunque riducibile al privilegio di pochi ricchi dominanti a spese di moltissimi poveri ridotti alla sudditanza passiva. Dal punto di vista di questa strategia si capisce la necessità di trasformare la lingua stessa alterandone i significati in senso orwelliano, così da mistificare “naturalmente” le proprie argomentazioni, basate necessariamente sulla menzogna. Basta leggere criticamente i “giornaloni” per credere, oppure ascoltare i TG mainstream, sia pubblici (RAI) che privati.

Uno degli stereotipi abusati al momento è quello che “c’è un aggressore e c’è un aggredito”, cioè un buono e un cattivo assoluti, ma identificati secondo criteri temporali di parte, che ignorano volutamente le precedenti provocazioni poste in essere per forzare una reazione necessariamente di quel tipo. L’ipocrisia dello schema ricorda la famosa favola di Esopo, dove il lupo aspetta che l’agnello si abbeveri al ruscello da una posizione oggettivamente a valle, per accusarlo di intorbidargli l’acqua e poi divorarlo.

Che questi metodi grossolani trovino terreno fertile in un ingenuo quanto ipocrita puritanesimo tipicamente anglosassone ormai non meraviglia più nessuno, ma che anche la vecchia Europa in blocco dimentichi e rinneghi le proprie tradizioni culturali per conformarsi a questo andazzo meschino, e non riesca a riconoscerlo per ripudiarlo in nome di una spiritualità alta e rinnovata, o molto più prosaicamente per reazione ai danni materiali inflitti dai propri “alleati” anglofoni (es. sabotaggio nord stream con conseguente dumping energetico), francamente stupisce. Che altro devono fare questi apolidi nemici dei popoli, oltre a mettere le mani nelle nostre tasche per derubarci, immiserirci e trascinarci in guerre devastanti quanto perse in partenza? Potrebbero smettere di nascondere la loro vera identità, palesandosi sempre più esplicitamente con parole ed atti. Potrebbero giustificare e promuovere il genocidio, la pedofilia, il razzismo più bieco e feroce, ed ogni altra sorta di nefandezze. Ed è proprio quello che stanno facendo, sotto i nostri occhi ed alla luce del sole, giorno dopo giorno.

Non è colpa loro se ancora preferiamo esorcizzare la paura nascondendo la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Quei poveri diavoli si danno un gran da fare per sfondare i limiti della nostra umana sopportazione. Siamo noi che non li consideriamo come meritano. Per “noi” intendo le masse prive di “santi in paradiso”, ignorantizzate, prese per fame, per paura, per necessità di stare dentro il recinto della sopravvivenza fisica ed emotiva, del conformismo al sistema, dell’obbedienza alle regole comunque imposte senza alternative. Ma purtroppo anche molti intellettuali di razza si comportano analogamente, dimostrandosi più realisti del re. Ovvero partono da analisi di realtà profonde e corrette, per concludere però con l’arrendersi passivamente ai rapporti di forza sfavorevoli, oppure proponendo soluzioni praticabili formalmente all’interno del sistema vigente, ma fallimentari in partenza proprio per la contrarietà scontata e vincente del potere dominante (vedi ad es. tre diversi casi intervistati da Francesco Toscano: https://visionetv.it/indegno-scaricabarile-sulla-questione-mes-dietro-il-sipario-talk-show/ ).

Come se nel nostro mondo di esseri umani non ci fosse altro che la legge del più forte in senso materiale, negando così la primazia della forza della ragione, della morale, degli ideali, dell’amore, cioè in una parola dello spirito che guida e rende possibile il principio di autodeterminazione dei singoli come dei popoli.

E’ ovvio che per cambiare come vorremmo lo status quo occorre dare battaglia, e nessuno può garantire a priori l’esito dello scontro. Ma è quello che hanno sempre fatto i nostri più eroici antenati, grazie ai quali la storia ci ha portato fino a qui, attraverso una successione di cambiamenti altalenante (corsi e ricorsi) ma chiaramente orientata, in prospettiva, ad una continua evoluzione civile, culturale, animica, di pari passo con le vantaggiose applicazioni pratiche delle conquiste tecnologiche. Che è proprio quello di cui ora abbiamo un estremo bisogno esistenziale, anche solo per sopravvivere al crescente strapotere della tecnologia.

Dal basso in cui siamo caduti occorre perciò rialzarsi con coraggio e tornare a sognare le utopie, per provare e riprovare a costruirle e ricostruirle un pezzo alla volta, disposti a pagarne il prezzo. Migliaia e migliaia di bambini barbaramente uccisi senza pietà ce lo chiedono dal paradiso degli innocenti, altro che le regole calate dall’alto da autonominati “organismi comunitari”. La pulizia deve sempre cominciare da casa propria, e quando qualcosa non è più riparabile lo si sostituisce ex novo. Punto! E questo lo si può e lo si deve fare adottando le dovute cautele per ripararsi dalle forze esterne avverse, la cui potenza e pericolosità nessuno nega, ma che troppi sopravvalutano pavidamente rispetto alla rapida evoluzione del contesto geopolitico.

Un primo esempio di necessaria rottamazione è ovviamente l’euro, con tutto il relativo corollario istituzionale, cioè la moneta strumentalizzata per schiavizzarci, che ha consentito, anzi costretto alla degenerazione l’originario sogno europeo di pace, libertà e collaborazione leale tra i popoli europei come pure con quelli asiatici, africani, sudamericani, ecc. Non nomino la Russia, nostro principale alleato forte in questa battaglia di libertà, perché di fatto fa parte dell’Europa, a dispetto degli infami guerrafondai che ci vogliono dividere e contrapporre fino a sacrificarci, pur di negare questa evidenza geografica, culturale ed economica che tanto li spaventa.

Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org

21/12/2023

Per  chi fosse interessato/a a dibatterne direttamente con l’autore può contattare la redazione.

Alberto Conti. Laureato in Fisica all’Università Statale di Milano, docente matematica e fisica, sviluppatore software gestionale, istruttore SAP, libero pensatore, collaboratore di Giulietto Chiesa, padre di famiglia, appassionato di filosofia, psicologia, economia politica, montagna, fotografia, fai da te creativo, sempre col gusto alla risoluzione dei problemi.

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