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La Redazione

 

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Ftalati e metalli pesanti in cialde e capsule predosate del caffè

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Il 1 Settembre 2022
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Ftalati e metalli pesanti nelle cialde del caffè

Il caffè è una delle bevande più consumate al mondo e la recente diffusione delle macchine espresso funzionanti con cialde o capsule preconfezionate ha contribuito a espanderne il consumo. Tuttavia, sebbene l’uso delle capsule predosate di caffè sia stato dichiarato sicuro dai produttori e sia ampiamente diffuso, c’è uno studio che evidenzia il preoccupante rilascio di sostanze pericolose, in particolare ftalati e metalli pesanti. È una ricerca italiana non proprio recente (pubblicata nel maggio 2017) che non è stata troppo pubblicizzata e che merita, invece, di essere conosciuta maggiormente.

Gli autori hanno studiato il rilascio di ftalati e metalli pesanti nel caffè preparato con capsule realizzate con diversi tipi di materiali (metallo, biodegradabile e plastica) e hanno rilevato piccole quantità di ftalati, al di sotto dei livelli di rischio giornalieri tollerati, in tutti i caffè preparati con i diversi tipi di capsule. Inoltre hanno rilevato metalli pesanti (piombo e nichel) in tutti i caffè testati: i livelli di piombo hanno rappresentato il 42-79% , mentre i livelli di nichel si sono rivelati maggiori al 100% dell’assunzione giornaliera tollerabile.
Considerato che chi ama il caffè generalmente non si ferma a una tazzina al giorno e che ne fa un utilizzo quotidiano, considerata la presenza di questi inquinanti in molti altri prodotti di consumo e  anche nell’ambiente e tenuto conto dell’effetto che l’accumulo di tali sostanze chimiche può avere sulla salute umana nel lungo periodo, i risultati dello studio sono da tenere in considerazione.

GLI FTALATI sono utilizzati in numerosi prodotti di consumo, compresi i materiali per la produzione alimentare e l’imballaggio. Si possono trovare anche nei pavimenti e nei rivestimenti per pareti (da qui finiscono nella polvere che può essere inalata) e in altri materiali per la casa, nei cosmetici e in altri prodotti per la cura personale (inclusi smalti per unghie, lozioni, fragranze e prodotti per l’acconciatura) e talvolta possono essere contenuti come eccipienti persino in farmaci e integratori. Sono chiamati interferenti endocrini perché sono in grado di influenzare negativamente la funzione ormonale. Vengono prodotte circa 5 milioni di tonnellate ogni anno in tutto il mondo di queste sostanze ed è stato dimostrato che penetrano negli alimenti dalle apparecchiature di plastica (come i tubi utilizzati nelle attività lattiero-casearie commerciali), dalle guarnizioni dei coperchi, dai guanti per la preparazione degli alimenti, dai nastri trasportatori e dai materiali per l’imballaggio, di conseguenza ci possono essere anche importanti fonti dietetiche di esposizione.
Sì sa da tempo che gli ftalati generano problemi di salute attraverso effetti anti androgeni negativi sullo sviluppo dell’apparato riproduttivo maschile (disfunzione erettile, calo della fertilità, aumento dell’incidenza di malattie o malformazioni congenite, diminuzione degli spermatozoi nel liquido seminale), più recentemente inoltre un numero crescente di studi epidemiologici ha riscontrato l’associazione tra l’esposizione prenatale a queste sostanze e uno sviluppo neurologico alterato dei bambini che si può manifestare successivamente nella crescita attraverso problematiche cognitive, psicomotorie e comportamentali, incluse ansia, iperattività e aggressività.

Per quanto riguarda I METALLI PESANTI, è nota la loro tossicità da diversi decenni e la loro possibile contaminazione ambientale dovuta ad alcune attività industriali nonché all’incenerimento dei rifiuti urbani.
Anche i metalli pesanti interferiscono negativamente con la salute, ad esempio si è scoperto che, come gli ftalati, possono determinare una diminuzione del numero degli spermatozoi oppure una ridotta motilità.

Il problema di entrambi questi inquinanti è soprattutto l’accumulo che giorno dopo giorno può avvenire nell’organismo viste le numerose fonti di esposizione ed è proprio questo che deve generare preoccupazioni.
Per risolvere il problema sarebbe necessario un approccio su più fronti. Occorrono leggi statali, ma anche azioni volontarie da parte di rivenditori e produttori e soprattutto importanti sono i consumatori che, facendo acquisti consapevoli, sono in grado nel tempo di influenzare le regole del mercato e della politica.

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VB

 

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Giornalista professionista specializzata in tematiche di salute e ambiente. Naturopata membro FNNP (Federazione Nazionale Naturopati Professionisti). “Percepisco il mio lavoro come una sottile indagine fatta di domande, di chiedersi il perché. Comprendere la causa è sempre il primo passo da fare.”
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