Fare del bene

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DI TONGUESSY

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Un paio di recentissimi episodi mi hanno dato molto da riflettere su come la linearità di certi atteggiamenti venga s/travolta dall’impeto tumultuoso dell’universo indeterministico che ci circonda.
Il primo episodio riguarda un paletto messo per evitare che certi SUV andassero a parcheggiare sopra a dei tombini frantumandoli e lasciando quindi aperta una voragine, possibile causa di incidenti. Nella realtà succede poi che proprio quel palo diventasse causa di incidente.
Il secondo episodio è relativo ad una visita fatta per alleviare le sofferenze di una persona anziana alle fine della quale, mentre si apprestava a ritornare a casa, una improbabile buca faceva cadere la volonterosa contro lo spigolo di un muretto causando fratture multiple.

Il male, ricordava qualcuno, è solo un eccesso di bene. E’ la madre premurosa che impedisce al figlio di affrontare la vita e lo mantiene sotto una confortevole campana di vetro. E’ il padre coscienzioso che per evitare che il figlio abbia incontri sgraditi gli impone abitudini disumane. Parafrasando: se fai le cose troppo per bene alla fine combini un disastro. Torniamo quindi al vecchio dubbio: in medio stat virtus oppure mediocritas? Fare del bene con convinzione è davvero l’unica strada percorribile oppure fare qualcosa senza nessun motivo, perché succede così, è la vera strada?

Questo è il terreno ideale per battaglie epocali tra l’universo deterministico che la mente genera incessantemente e l’universo indeterministico che il cuore osserva senza peraltro permettere alla mente di capirlo. Non per cattiveria, ma perché la mente proprio non ce la fa a capire queste mostruosità di incongruenze logiche. Ma come, ti stai dannando per realizzare un futuro semplice e senza problemi e combini un disastro? Tu pensa se ti fossi dato da fare per combinare casini….magari risolvevi tutto. No?

Come pensate si inserisca la recente supposta-pandemia in questo contesto? Si tratta sempre di fare del bene, prevenendo episodi ritenuti pericolosi tramite l’obbligo di precauzioni ritenute indispensabili. Alla base di tutto questo c’è una chiara tassonomia: il bene è qui, il male è lì. Punto.
Inutile che vi dica quanto queste tassonomie mi siano antipatiche. Il bene non è un’entità solida e facilmente verificabile come le dimensioni dell’armadio della camera da letto, ed il male, se si tralascia la foga di certe narrazioni, non è un valore immutevole nel tempo. Anzi.
Applicare quindi i principi dell’etnoantropologia può essere d’aiuto. Le situazioni mutano. Panta Rei, diceva Eraclito. Tutto scorre. Oggi si prendono in seria considerazione i diritti degli eredi di quegli africani che ieri erano oggetto di scherno e di lanciafiamme. Ieri era bene fare sesso con una sposa dodicenne (Montanelli docet), oggi è bene portare in tribunale il capro espiatorio delle fantasie di una minorenne.[1]

Fare del bene è una questione indubbiamente complicata. Presuppone una fissità che la Vita si rifiuta di riconoscere. Il che rende le operazioni oltremodo disagevoli. Missionari piuttosto che Padri Pellegrini, oppure genitori amorevoli? Quanto bene dovete spandere nell’universo prima che vi rendiate conto che questo valore è così inconsistente da risultare di dubbio valore se non addirittura dannoso?

Ma c’è di più. Fare del bene non può esimersi dal farsi del bene. Diventare cioè il centro del bene universale. Elargire bene a piene mani con l’evidente scopo di rendersi consapevoli del proprio ruolo di benefici portatori. Per farlo bisogna esserne consapevoli. Occorre cioè avere un alto livello di ciò che normalmente oggi viene chiamato positività. Una persona altamente positiva è quasi un oggetto di culto per l’aura di fiducia e potere che emana.
E’ per questo che oggi esiste il motivatore, ovvero “chi è dotato delle capacità e dell’autorevolezza necessarie per incoraggiare e stimolare altri a raggiungere un obiettivo”.[2]
Ovviamente si tratta di persone dotate di carica positiva, ovvero di capacità di valutare la situazione sempre come bicchiere mezzo pieno anche quando è quasi vuoto. Questa cosa ha molto a che fare con la PNL che, secondo il suo fondatore R.Bandler si sintetizza in una sola frase: “siamo la sola macchina che può programmarsi.”
Cioè se ci programmiamo con criterio ci possiamo fare un sacco di bene. A sapere cos’è il bene, però.
Sprizzare positività da tutti i pori, secondo la vulgata attuale, è segno di grande saggezza destinata a sicura fortuna. Vogliamo allora parlare di Alex Zanardi? Persona di sicuro carisma e di indiscussa positività. L’esempio vivente di quanto sia importante programmarsi secondo criteri (pro)positivi. Nel 2001 subiva l’amputazione delle gambe a seguito di un grave incidente durante una gara automobilistica, fatto che non scalfisce minimamente il suo sorriso. Campione paralimpico pluripremiato, Zanardi amava dire: «È possibile che se il fulmine m’è arrivato tra capo e collo una volta mi colpisca nuovamente, ma rimanere a casa per evitare e scongiurare quest’ipotesi significherebbe smettere di vivere, quindi no, io la vita me la prendo…»[3]
Non esiste quindi esempio migliore di automotivatore e di motivatore in generale. Amato da tutti per il gradi di positività che da sempre riesce ad esprimere, anche pochi giorni fa Zanardi “era allegro, come sempre. Sulla salita gli ho fatto vedere l’aranciata, mi ha urlato dammene un po’! Si scherzava, e in discesa andava piano, non era una grande discesa, e poi c’era il rettilineo. All’imbocco della curva ha cambiato traiettoria. E ha fatto una manovra azzardata.”[4]
Sappiamo come è andata. Eppure era una persona assolutamente positiva, uno che faceva del bene a sé e agli altri, un esempio di umanità e coraggio. Non riesco a vedere lati negativi. La personificazione del bene. Risultati? Giudicateli voi.
Cambiate quindi alimentazione per fare del bene ma ricordatevi che Steve Jobs pur concedendosi cibi vegani super-bio da 1000€/kg morì molto più giovane di mio nonno che affrontò fame, miseria e campi di concentramento.
Secondo me, in totale disprezzo verso il karma e verso chiunque veda una relazione tra pensiero positivo, bene e destino, esiste un universo indeterministico. Che se ne frega di tutte queste strutture mentali e opera come meglio gli aggrada. Cioè fa quel cazzo che vuole, che siate positivi o negativi, che abbiate riprogrammato la vostra struttura mentale e linguistica (PNL) oppure no, che siate carnivori o vegani, degli infami oppure dei santi. Non cambia nulla.
Motivatevi finché ce la fate, ma ricordatevi che neanche i dinosauri avevano colpe così gravi da meritarsi l’estinzione. Il gioco è da qualche altra parte. Cercate di trovarlo.

Tutto andrà bene alla fine. Se non va bene, allora non è la fine. – John Lennon, prima che gli sparassero

 

Tonguessy

Fonte: www.comedconchisciotte.org

28.04.2020

[1]https://www.ilgazzettino.it/nordest/vicenza_bassano/violenze_mario_balotelli_vicentina-5130879.html
[2]http://www.treccani.it/vocabolario/motivatore_(Neologismi)/
[3]https://it.wikipedia.org/wiki/Alex_Zanardi
[4]https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/06/19/alex-zanardi-incidente-in-handbike-per-lex-pilota-portato-in-ospedale-in-elicottero-fonti-ospedaliere-condizioni-molto-gravi/5841263/

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