DI JAMES PETRAS
DissidentVoice
I limiti dei movimenti sociali
I movimenti di massa che hanno forzato la rimozione di Mubarak, mostrano sia le forze, sia le debolezze delle ribellioni spontanee. Da una parte il movimento ha dimostrato la sua capacità di mobilitare centinaia di migliaia, se non addirittura milioni, di persone a sostenere una battaglia vincente, culminata con il rovesciamento del dittatore in un modo che la pre-esistente opposizione non era riuscita, o forse non voleva fare.
Dall’ altra parte, mancando qualsiasi leadership politica nazionale, i movimenti non potevano prendere il potere politico e realizzare le loro richieste, concedendo agli alti comandi militari di Mubarak di prendere il potere e definire il processo “post Mubarak”, garantendo il mantenimento della subordinazione Egiziana verso gli Stati Uniti, la protezione dell’ illecita ricchezza del clan Mubarak (70 miliardi di dollari), le numerose corporation dell’ elite militare e la protezione delle classi sociali alte. I milioni mobilitati dai movimenti sono stati praticamente esclusi dalla nuova giunta militare “rivoluzionaria” al momento di definire le istituzioni e le politiche da affrontare, e dalle riforme socio-economiche necessarie per rispondere ai bisogni primari della popolazione (il 40% degli egiziani vive con meno di 2 dollari al giorno, la disoccupazione giovanile è oltre il 30%).
Come nel caso dei movimenti studenteschi e popolari anti regime in Corea del Sud, Taiwan e Filippine, l’Egitto dimostra che la mancanza di una organizzazione politica nazionale permette a partiti e personaggi dell’ “opposizione” neo-liberale e conservatrice di rimpiazzare il regime. Procedono alla realizzazione di un regime elettorale che continuerà a servire gli interessi imperialisti, a dipendere e a difendere l’ apparato statale esistente. In alcuni casi rimpiazzeranno qualche vecchio amico capitalista con uno nuovo.
Non è un caso che i media stiano elogiando la natura ‘spontanea’ della lotta (non le richieste socio-economiche) e stiano dando una interpretazione favorevole al ruolo dei militari (sminuendo 30 anni come baluardi della dittatura). Una volta caduto il regime, i militari e l’ opposizione in cerca di elezioni “celebreranno” il successo della rivoluzione e velocemente si muoveranno a smantellare i movimenti spontanei per far spazio a negoziati tra politici, Washington e la classe dirigente militare per elezioni liberali.
Mentre la Casa Bianca può tollerare o addirittura promuovere movimenti sociali per spodestare (“sacrificare”) dittature, ha tutte le intenzioni di preservare l’ apparato statale. Nel caso dell’ Egitto, il principale alleato dell’ imperialismo Americano non è stato Mubarak, ma i militari. Loro sono stati in collaborazione con Washington prima, durante e dopo la cacciata di Mubarak, assicurando la “transizione” alla democrazia (sic) e garantendo la continua subordinazione dell’ Egitto alla politica e agli interessi di Stati Uniti ed Israele in Medio Oriente.
La rivolta del popolo: il Fallimento di CIA e Mossad
La rivolta araba mostra ancora una volta diversi errori strategici da parte delle tanto vantate polizie segrete, forze speciali, agenzie di intelligence Americane e l’ apparato statale di Israele, nessuno dei quali ha previsto e ne è intervenuto per precludere il successo della mobilitazione ed influenzare la loro politica attraverso i loro assistiti che governano ed ora sotto attacco.
L’ immagine che molti scrittori, accademici e giornalisti danno dell’ invincibilità del Mossad Israeliano e dell’ Onnipresenza della CIA, è duramente provata dalla loro stessa ammissione di fallimento nel non riconoscere la profondità, la portata e l’ intensità del movimento di milioni di persone che ha cacciato via Mubarak. Il Mossad, orgoglio e gioia dei produttori di Hollywood, presentato come un ‘modello di efficienza’ dai colleghi sionisti, non è stato in grado di rilevare la crescita di un movimento di massa nel paese di fianco a loro. Il Primo Ministro Israeliano Netanyahu è rimasto shockato (e costernato) dalla precaria situazione di Mubarak e dal collasso del suo maggior assistito arabo – per colpa delle errate informazioni del Mossad. Allo stesso modo, Washington è stata colta totalmente impreparata dall’ insurrezione di massa che stava montando e dall’ emergere di movimenti popolari, nonostante le 27 agenzie di intelligence ed il Pentagono, con i centinaia di migliaia di dipendenti ed un budget multi-miliardario.
Alcune osservazioni teoriche sono d’ obbligo. L’idea che governanti altamente repressivi, che ricevono miliardi di dollari di aiuti militari da Stati Uniti, e che contano circa un milione di militari fra polizia, esercito e forze speciali, siano i migliori garanti dell’ egemonia imperialista è stato dimostrata essere falsa. L’ ipotesi che rapporti a lungo termine e su larga scala con questi dittatori salvaguardino gli interessi imperiali degli Stati Uniti è stata smentita.
L’ arroganza Israliana e la sua presunzione di superiorità organizzativa, strategica e politica della parte ebraica rispetto agli “arabi” si è fortemente sgonfiata. Lo stato di Israele, i suoi esperti, i suoi agenti sotto copertura e gli accademici dell’ Ivy League sono stati ciechi di fronte allo svolgersi della realtà, ignorando la profonda disaffezione e dimostrandosi impotenti nel prevenire un’opposizione di massa nel loro miglior assistito. Gli addetti stampa Israeliani negli Stati Uniti, che difficilmente resistono all’ opportunità di promuovere la “brillantezza” delle forze di sicurezza di Israele, che uccidano un leader arabo in Libano o a Dubai, o che bombardino una struttura militare in Siria, per ora sono rimasti senza parole.
La caduta di Mubarak e la possibile comparsa di un governo indipendente e democratico potrebbe significare per Israele la perdita del suo miglior ‘poliziotto’. Un pubblico democratico non coopererà con Israele nel mantenimento del blocco di Gaza – affamando i Palestinesi per stroncare la loro resistenza. Israele non potrà contare su un governo democratico che sostenga l’ espropriazione violenta delle terre nella West Bank ed il suo regime fantoccio Palestinese. E neanche gli Stati Uniti possono contare su un Egitto democratico che appoggi i loro intrighi in Libano, le loro guerre in Iraq e Afghanistan, e le loro sanzioni all’ Iran. Inoltre, la rivolta Egiziana è servita come esempio per movimenti popolari contro altre dittature amiche degli Stati Uniti in Giordania, Yemen e Arabia Saudita. Per questi motivi, Washington ha sostenuto il golpe militare per poter guidare una transizione politica che aggradi gli interessi imperiali.
L’ indebolimento del principale pilastro del potere imperialista degli Stati Uniti e del colonialismo Israeliano in nord Africa e nel Medio Oriente rivela il ruolo fondamentale dei regimi collaborazionisti. Il carattere dittatoriale di questi regimi è una diretta conseguenza del ruolo che svolgono nel sostenere gli interessi imperialisti. I principali pacchetti di aiuti militari che corrompono ed arricchiscono l’ elite governante sono la ricompensa per essere stati dei volenterosi collaboratori. Data l’ importanza strategica della dittatura Egiziana, come spieghiamo il fallimento delle intelligence Americane e Israeliane nell’ anticipare le rivolte?
CIA e Mossad hanno lavorato con agenti dell’ intelligence Egiziana, si basavano sulle loro informazioni, sui loro report dove dicevano che “tutto era sotto controllo”: i partiti d’ opposizione erano deboli, decimati dalle repressioni e dagli infiltrati, i militanti stanno in prigione o soffrono di fatali “attacchi di cuore” per le “dure tecniche di interrogatorio”. Le elezioni sono state truccate per eleggere uomini degli Stati Uniti e Israele – nessuna sorpresa democratica a medio o breve termine.
Gli agenti dell’ intelligence Egiziana sono stati addestrati e finanziati da agenti Israeliani e Statunitensi e sono propensi ad eseguire le volontà dei loro padroni. Sono stati così compiacenti nel fornire report che accomodassero i loro mentori, che hanno ignorato tutti i segnali di una protesta popolare crescente o di agitazione su internet. CIA e Mossad erano così embedded nel vasto apparato di sicurezza di Mubarak che non erano capaci di ottenere qualsiasi informazione dalla fonte principale, decentrata, dai fiorenti movimenti indipendenti dalla tradizionale opposizione elettorale “controllata”.
Quando i movimenti di massa extra-parlamentari sono scoppiati, il Mossad e la CIA hanno contato sull’ apparato di Mubarak per riprendere il controllo, con il tipico sistema del bastone e della carota: concessioni transitorie simboliche e chiamare l’esercito, la polizia e gli squadroni della morte. Mentre il movimento cresceva, da migliaia a milioni di persone, il Mossad e alcuni deputati Statunitensi, sostenitori di Israele, hanno esortato Mubarak a “tenere duro”. La CIA è stata ridotta a rappresentare la Casa Bianca con ufficiali militari affidabili e malleabili personaggi politici “di transizione” disposti a seguire le orme di Mubarak. Ancora una volta CIA e Mossad hanno dimostrato la loro dipendenza dall’ apparato di Mubarak per informarsi su chi potrebbe essere una “fattibile” (pro-Stati Uniti/Israle) alternativa, ignorando le principali esigenze delle masse. Il tentativo di cooptare la vecchia guardia elettoralistica dei Fratelli Musulmani con negoziati con il vicepresidente Suleiman è fallito; in parte perchè la Fratellanza non aveva il controllo del movimento, e perchè Israele e i suoi sostenitori Statunitensi hanno obiettato. Inoltre, l’ ala giovanile della Fratellanza Mussulmana ha fatto pressioni per la ritirata dai negoziati.
Il fallimento dell’ intelligence ha complicato gli sforzi di Washington e Tel Aviv di sacrificare il dittatore per salvare lo stato: CIA e Mossad non hanno sviluppato legami con nessuno dei leader emergenti. Gli Israeliani non hanno trovato nessun “volto nuovo” con un seguito popolare disposto a servire come uno stupido collaboratore dell’ oppressione coloniale. La CIA era stata totalmente impegnata nell’ uso della polizia segreta Egiziana per torturare i sospetti terroristi (“exceptional rendition”) e in attività di polizia nei paesi Arabi vicini. Come risultato sia Washington che Israele hanno promosso il golpe militare per prevenire ulteriori radicalizzazioni.
Alla fine, il fallimento di CIA e Mossad nell’ individuare e prevenire il sorgere di un movimento popolare e democratico, ha rivelato le basi precarie del potere imperiale e coloniale. Nel lungo periodo non sono le armi, i miliardi di dollari, la polizia segreta e le camere di tortura a decidere la storia. Rivoluzioni democratiche occorrono quando la vasta maggioranza del popolo insorge e dice “basta”, prende le strade, paralizza l’ economia, smantella lo stato autoritario e chiede libertà e istituzioni democratiche senza la tutela imperiale e l’ asservimento coloniale.
Titolo originale: “Egypt: Social Movements, the CIA, and Mossad”
Fonte: http://dissidentvoice.org
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16.02.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di REJO