di Ivana Suerra, ComeDonChisciotte.org
Democrazia: dal greco DèMOS ‘popolo’ e KRàTOS ‘potere’. “Forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico” (1).
Con buona pace dell’enciclopedia Treccani, alcuni giorni fa è apparso sul Corriere della Sera un articolo a firma di un illuminante Emanuele Trevi dal titolo “I no vax che non ti aspetti, impossibili da persuadere al vaccino pe il Covid” (2).
Curioso che sia stata proprio la democrazia a consentirgli di esprimere liberamente un pensiero tanto fatuo senza – per ciò solo – dover temere forme di sanzioni o discriminazioni…Pur non trattandosi di lettura istruttiva, se ne ricava un’interessante concezione di democrazia: quella che esiste nella mente del Trevi. A detta del critico letterario, le persone che non intendono sottoporsi alla terapia sperimentale anti Covid “ignorano che l’essenza della democrazia è fidarsi di chi sa” (3).
Ora, se la democrazia consiste essenzialmente nel fidarsi di chi sa, si rende necessario, con certa urgenza, apportare modifiche incisive non solo ai dizionari della lingua italiana ad alle enciclopedie, ma anche ai trattati di diritto e alle concezioni giuridico filosofiche che ci accompagnano sin dai tempi della civiltà ellenica.
Nel frattempo, occorrerà predisporre linee guida esplicative del concetto di ‘sapere’ e un elenco esaustivo dei nomi di ‘chi sa’, con l’ovvia esclusione di Socrate, il quale sapeva di non sapere. Altrettanto certa, ammonisce l’illustre Trevi, è l’esclusione di chi crede che “la democrazia sia farsi un’opinione” (4): al fine di eradicare un fenomeno di tale gravità, si auspica, a breve, la diffusione dei manuali di democrazia sui quali gli opinionisti del Corriere sono soliti consolidare, mediante una “lenta conquista che costa lacrime (e) sangue” (5), il proprio sapere.
Nel solco di cotanta autorevolezza si inseriscono, da settimane, i commenti di numerosi altri propagandisti: dai presentatori televisivi ai giornalisti di punta, dai noti influencers ai personaggi pubblici in cerca della notorietà perduta.
La democrazia consente a costoro di esprimersi liberamente, anche quando le loro opinioni sfociano nell’incitazione all’odio verso le persone che hanno scelto, altrettanto liberamente, di non inocularsi il vaccino sperimentale anti Covid.
Tutto ciò alimenta, come titolano i quotidiani, ‘la caccia ai no vax’, in forza della quale diviene lecito intimorire, minacciare, screditare e diffamare una larga parte dei cittadini di questo Paese democratico.
Nihil sub sole novum (6).
La propaganda volta all’individuazione del nemico pubblico ha permeato, in ogni epoca, tutte le società, dando frutti tanto efficaci quanto terrificanti.
Abile propagandista del suo tempo, seppur dotato di uno stile oratorio di tutt’altra stoffa, è stato Marco Tullio Cicerone, di cui si ricordano le c.d. ‘Catilinarie’ (7).
Le orazioni contro Catilina nascevano dall’esigenza di screditare la figura del Senatore romano reo di aver organizzato la famosa congiura ai danni della Repubblica. L’immagine di un Catilina malvagio, violento e pericoloso per la sicurezza di Roma ha avuto successo nella storia, così come ne ha avuto la descrizione del Nerone incendiario (la cui confutazione ha richiesto non poca fatica agli storici) (8).
Questo tipo di narrazione – favorita da certa storiografia romana – è stata spesso riservata ai personaggi che erano invisi al Senato, invisi ‘al potere’ di quell’epoca.
Ed è proprio dando credito a siffatte narrazioni che si commette l’errore di non comprendere la storia. Quella storia ‘maestra’ che è solita ripetersi.
Ciò giustifica il fatto che, mentre tutti gli studenti ricordano Catilina come un sadico cospiratore, nessuno si interroga sulle cause scatenanti della congiura.
Così facendo, si dimentica che a Catilina – politico di rilievo appartenente alla classe patrizia – fu negato per ben due volte l’accesso alla Carica di Console, seppur legittimamente ottenuta. Si ignora che il consenso riservato a Catilina proveniva da quella parte del popolo romano che condivideva il suo programma di miglioramento delle condizioni della plebe. Si scorda che simili promesse non potevano essere tollerate dai senatori, spaventati dalla possibilità di perdere ricchezze e privilegi (9).
Eccolo il contesto in cui maturò la congiura, ma su tutto questo la propaganda non proferì parola. Per converso, la propaganda fece parlare a gran voce l’Avvocato Cicerone, il quale, con le sue doti oratorie, abbagliò il popolo ed ottenne la condanna a morte dei congiurati in totale assenza di Processo.
Il Senato è il potere, Cicerone è il Senato e la propaganda incenserà proprio l’Avvocato come il salvatore delle sorti di Roma; mentre il popolo, dando retta a Cicerone – colui che sa – tradì se stesso.
Ricordare tutto ciò serve a comprendere le ragioni per cui è stato utile fare di Catilina un nemico pubblico.
Duemila anni dopo, nell’Europa democratica, la condanna a morte suonerebbe anacronistica, pertanto, avverso i nemici pubblici di oggi, è doveroso far ricorso ad altri, pur ben consolidati, strumenti repressivi.
Segregare: dal latino SEGRĕGARE ‘allontanare dal gregge’. “Isolare un individuo, o un gruppo di individui, dalla comunità di cui fa parte, tenendolo lontano da questa” (10).
Ne è un vergognoso esempio storico la diffusione di politiche segregazioniste riservate alle persone di colore, politiche note comunemente come Apartheid e sostenute a suo tempo dalla propaganda.
Negli ultimi giorni è sotto agli occhi di tutti un esempio analogo: trattasi dell’introduzione di un passaporto vaccinale attestante l’avvenuta sottoposizione alla terapia sperimentale anti Covid, noto comunemente come Green pass e fortemente sostenuto dal Corriere della Sera.
Cambiando la terminologia, il concetto non cambia.
Limitare l’accesso a determinati luoghi e la fruizione di specifici servizi ad una categoria di individui significa mettere in atto una politica di segregazione per annientare il nemico pubblico individuato.
Questo genere di politiche fa a pugni con il concetto di democrazia, soprattutto quando è di natura liberale…Questo dovrebbe capirlo anche Emanuele Trevi!
Eventualmente, in aiuto alla memoria, è consigliabile dar credito alle centinaia di migliaia di persone che hanno occupato, per giorni, le strade di Francia.
Lo hanno fatto sia per dire no al Green pass quale forma di Apartheid moderno, sia per richiamare all’ordine coloro che ignorano che l’essenza della democrazia è (anche) il legittimo dissenso.
di Ivana Suerra, ComeDonChisciotte.org
NOTE
(1) Vocabolario della lingua italiana dell’enciclopedia Treccani;
(2) Emanuele Trevi, Corriere della Sera del 16 luglio 2021;
(3) Ibidem;
(4) Ibidem;
(5) Ibidem;
(6) Niente di nuovo sotto il sole;
(7) Cicerone, Orationes in Catilinam;
(8) Carlo Palumbo, “La vita di Nerone”; Edizione Peruzzo 1985;
(9) Massimo Fini, “Catilina. Ritratto di un uomo in rivolta”; Edizione Feltrinelli 2019;
(10) Vocabolario della lingua italiana dell’enciclopedia Treccani.