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La Redazione

 

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CUBA E NEW ORLEANS: LE DUE AMERICHE

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A cura di Vichi genio
Il 17 Settembre 2005
48 Views

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DI MARJORIE COHN

Settembre scorso un uragano di categoria 5 si è abbattuto sulla piccola isola di Cuba con venti di oltre 200 km/ora. Un milione e mezzo di cubani sono stati evacuati e portati in salvo fuori dalla portata dell’uragano. Anche se ci sono state 20.000 case distrutte non si è registrata nemmeno una vittima.

Qual è il segreto del presidente cubano Fidel Castro? Secondo il dr. Nelson Valdes, professore di sociologia all’Università del New Messico, specialista dell’america latina: “tanto per cominciare tutta la difesa civile è incorporata nella società civile. La gente sa in anticipo dove devono andare.”
I dirigenti cubani si presentano in TV e si assumono le loro responsabilità.” Confrontiamo questo comportamento con la reazione di Bush di fronte all’uragano Catrina. Il giorno dopo che l’uragano aveva colpito la Costa del Golfo Bush stava giocando a golf. E’ apparso in TV dopo tre giorni e ha effettuato una visita dei luoghi colpiti dopo cinque giorni. In un editoriale del New York Times di giovedì scorso, si leggeva:: “ieri niente nel comportamento del presidente, che sembrava noncurante al punto di sembrare disinteressato, faceva pensare che avesse capito la gravità della crisi.”

Secondo Valdes: “A Cuba non è nemmeno concepibile che la gente venga ficcata dentro uno stadio.” I rifugi sono provvisti del personale medico che viene dalle zone limitrofe. I medici di famiglia vengono evacuati assieme alle altre persone, e così si sa già, per esempio, chi ha bisogno di insulina. Vengono evacuati anche gli animali e i veterinari, le TV e i frigoriferi. Così la gente se ne può andare senza paura che i ladri portino via i loro averi.

Dopo il passaggio dell’uragano Ivan la United Nations International Secretariat for Disaster Reduction (Segreteria internazionale delle nazioni unite per il controllo dei disastri) ha citato Cuba quale modello per la preparazione contro gli uragani. Il direttore dell’ISDR, Salvano Briceno, ha detto: “Il modello cubano può essere facilmente adottato sia dai paesi che si trovano in condizioni economiche simili e sia da paesi con maggiori risorse che al momento non si preoccupano di proteggere i loro cittadini come Cuba.”

Le nostre autorità federali e locali hanno avuto a disposizione un margine più che ampio di preavviso per la sopravvivenza di New Orleans, sul pericolo degli uragani che aumentano di intensità per via del riscaldamento globale. Però, invece di dare ascolto a questi avvisi, Bush non ha voluto che i vari stati si preoccupassero di mettere sotto controllo il riscaldamento terrestre, ha indebolito i poteri dell’ente per la protezione civile (FEMA), ha tagliato i fondi per la costruzione di nuove dighe a New Orleans di 71,2 milioni di dollari, una riduzione pari al 44 per cento.

Quasi la metà dei soldati e dei mezzi anfibi della Guardia Nazionale sono stati inviati a combattere in Irak una guerra non provocata. Un anno fa Walter Maestri, direttore di un’organizzazione contro le calamità naturali di New Orleans, ha notato: “A quanto pare i fondi sono stati dirottati a favore della sicurezza interna e della guerra in Irak.”

In un articolo di giovedì scorso è apparso che il corpo degli ingegneri “non ha mai nascosto il fatto che la causa principale dell’emergenza fondi era stata causata dalle esigenze delle guerra in Irak e della sicurezza interna, e dalla riduzione delle tasse “. Di conseguenza vi è stato un rallentamento dei lavori necessari per il controllo delle acque e la costruzione delle dighe.

“Questa tempesta è stata molto superiore alla protezione che eravamo autorizzati a fornire.” Ha riferito Alfred C: Naomi, un autorevole direttore di New Orleans.

A differenza di Cuba, dove per sicurezza interna si intende sia la protezione dei cittadini contro gli eventi naturali calamitosi sia contro eventuali invasioni straniere, Bush ha fallito nel suo compito. Paul Krugman ha scritto recentemente sul New York Times: “A livello fondamentale i nostri dirigenti semplicemente non si sono seriamente impegnati su alcune funzioni fondamentali di governo. Quando si tratta di portare la guerra agli altri popoli sono ben felici, ma quando si tratta di assicurare la sicurezza interna contro le calamità, o di portare soccorso ai bisognosi e di spendere denaro in misure di prevenzione allora non ne vogliono sapere. E non viene mai, proprio mai, in mente loro di chiedere sacrifici a tutti.”

Durante la campagna elettorale del 2004 il candidato alla vice presidenza, John Edwards, aveva parlato di “Due Americhe”. Sembra impossibile che si possa sparare contro i soccorritori. Però, dopo il pestaggio di Rodney King, trasmesso alla TV in tutto il paese, la gente povera, disperata, affamata di Watts aveva assalito il vicinato con incendi e saccheggi. La loro rabbia, tenuta nascosta sotto la superficie per così a lungo, è scoppiata di nuovo. E’ quello che sta succedendo oggi a New Orleans. E noi, quasi tutti bianchi, gente fortunata, molto raramente volgiamo lo sguardo a quest’altra America.

Il Reverendo Calvin O. Butts III, pastore della Abyssinian Baptist Church ad Harem, ha detto: “Penso che ciò abbia a che fare, in gran parte, con il razzismo e il classismo. Le persone coinvolte erano quasi tutte povere, e negri.”

Il sindaco di New Orleans, Ray Nagin, mercoledì sera è arrivato al punto di rottura: “Volete dire che quando ci sono probabilmente migliaia di morti e altre migliaia che stanno morendo ogni giorno, non siamo in grado di autorizzare l’utilizzo di tutte le risorse che ci servono? Andiamo!”

Il segretario della Homeland Security, Michael Chertoff, ha affermato che la FEMA e le altre organizzazioni federali hanno fatto “un magnifico lavoro”, date le circostanze.

Però, Nagin ha replicato che “Stanno dicendo un sacco di stupidaggini, ci stanno prendendo in giro mentre la gente continua a morire. Levatevi di mezzo e fateci lavorare.”

Interpellato a proposito dei saccheggi il sindaco ha detto che, a parte alcuni teppisti, si tratta di gente disperata che cercava di trovare acqua e cibo per sopravvivere.

Nagin ha condannato la violenza e la criminalità che sono esplose a causa dei drogati che si sono visti privati dei loro rifornimenti, e girano disperati per la città .

Quando Ivan ha colpito Cuba non vi fu bisogno di alcun coprifuoco, e non vi fu nessun scoppio di violenza o saccheggio. Tutti si trovavano nella stessa barca.

Fidel Castro, che ha paragonato i preparativi per l’uragano Ivan ai preparativi di lungo periodo per un’invasione dell’isola da parte degli USA ha detto: “Noi ci stiamo preparando da 45 anni.”

Giovedì scorso l’Assemblea Nazionale di Cuba ha inviato un messaggio di solidarietà alle vittime dell’uragano Catrina. Nel messaggio si leggeva che i cubani avevano seguito le notizie relative al passaggio dell’uragano in Luisiana, Missisipi e Alabama, e che ciò ha provocato loro tristezza e dolore. Nel messaggio sei legge anche che le vittime più colpite sono gli Afro-Americani, gli operai Latino americani, i poveri che non ancora soccorsi e portati in salvo. Sono loro che hanno sofferto la maggior parte delle perdite di vite e di case. Il messaggio si conclude affermando che questa tragedia dovrebbe essere fatta propria da tutto il mondo.

Marjorie Cohn
Fonte:www.truthout.org
Link:http://www.truthout.org/docs_2005/090305Y.shtml
3.09.05

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da VICHI

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