COVID test: specificità e sensibilità

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Dr. John Hunt
internationalman.com

Nota dell’editore americano. Nell’ambito del COVID-19, quasi tutti i paesi del mondo hanno chiuso le proprie frontiere, messo in lockdown la popolazione e costretto le aziende a chiudere. Oggi, la maggior parte dei governi limita ancora i viaggi, l’attività economica e gli incontri sociali.

La giustificazione di queste misure senza precedenti è il numero crescente di casi di COVID-19. Questo ha scatenato una vera e propria epidemia di COVID test, facendo ricorso alla PCR e ai test antigenici rapidi per identificare i casi positivi. Il Dr. John Hunt fa un breve riassunto del razionale scientifico alla base dei COVID test, della loro efficacia e della logica della risposta governativa alla pandemia.

Cosa significano e cosa non significano i COVID test

I test RT-PCR sono progettati per essere estremamente sensibili alla presenza di RNA di origine virale. Ma un test estremamente sensibile rischia di avere una scarsa specificità per una malattia infettiva vera e propria .

I test antigenici rapidi sono diversi. Determinano la presenza di proteine virali facendo reagire un campione clinico con uno o due anticorpi creati in laboratorio accoppiati ad un marcatore rilevabile. Questi test antigenici spesso sono scarsamente specifici, il che significa che possono risultare positivi anche in assenza di una proteina virale specifica o di una patalogia da COVID.

Per un test di laboratorio, cosa significa essere sensibile e cosa significa essere specifico?

Userò il COVID per chiarire meglio la terminologia. Per farlo in modo corretto, dovremmo evitare di usare la fraseologia dei media e del governo, perché queste istituzioni tendono ad ingannarci proprio con la manipolazione del linguaggio. Per esempio, ci hanno erroneamente detto che un test COVID-positivo è sinonimo di malattia da COVID. Questo non è vero, come vedremo in seguito.

Nell’articolo userò il termine “Malattia Infettiva COVID rilevante” per indicare una condizione clinica causata dal COVID-19 in cui un paziente è o sofferente per l’infezione virale o, pur essendo asintomatico, ha (nel tratto respiratorio)  virus vivi e replicanti trasmissibili ad altri. Questa sembra una definizione abbastanza corretta di ciò che dovrebbe proccuparci di questa patologia. Se il paziente non è malato e non è quindi in grado di trasmettere la malattia, allora qualsiasi frammento di RNA da COVID o di proteina virale rilevato da un test non è importante, non può trasmettere l’infezione ed è perciò di scarsa significatività.

Sensibilità. Si potrebbe spiegare la sensibilità di un test facendo questo esempio: in un gruppo di 100 persone che soffrono tutte di Malattia COVID Infettiva Rilevante, quante persone risulteranno effettivamente “positive” al test? Utilizzando un test con una sensibilità del 95%, 95 di questi 100 pazienti veramente malati saranno segnalati dal test come COVID positivi e 5 non v erranno rilevati.

Specificità. In un gruppo di 100 persone che sicuramente non soffrono di Malattia COVID Infettiva Rilevante, quante persone saranno segnalate dal test come “negative“? Con un test specifico al 95%, 95 di queste persone sane saranno segnalate come COVID-negative e 5 saranno erroneamente etichettate come COVID-positive.

Sensibilità e specificità sono caratteristiche intrinseche di un test, non di un paziente, non di una malattia e non di una popolazione. Questi termini sono molto diversi dal Valore Predittivo Positivo (PPV) e dal Valore Predittivo Negativo (NPV). Il PPV e il NPV sono influenzati non solo dalla sensibilità e dalla specificità del test, ma anche dalle caratteristiche delle persone scelte per il test e, in particolare, dalla probabilità di fondo dei pazienti soffrire effettivamente di Malattia COVID Infettiva Rilevante. Il Valore Predittivo Positivo (la probabilità che un test positivo indichi effettivamente una vera malattia) è notevolmente più preciso se si testano persone con un’alta probabilità di aver contratto il COVID e, cosa altrettanto importante, se si evita di testare persone che, molto probabilmente, non soffrono di COVID.

Se fate un COVID test con un 95% di sensibilità e un 95% di specificità a 1.000 pazienti con febbre, rinorrea, tosse insistente e dispnea, allora state usando quel test come test diagnostico in persone che attualmente hanno una ragionevole possibilità di soffrire di Malattia COVID Infettiva Rilevante. Supponiamo che 500 di loro abbiano effettivamente la Malattia COVID Infettiva Rilevante e gli altri 500 un comune raffreddore. Questo test, sensibile al 95%, identificherà correttamente 475  persone veramente malate di COVID come COVID-positive e non ne individuerà 25. Questo test è anche specifico al 95%, il che significa che etichetterà, sbagliando, 25 dei 500 pazienti non COVID come COVID-positivi. Anche se il test non è perfetto, in questo gruppo di persone ha un valore predittivo positivo del 95%, ed è un test, nel complesso, abbastanza buono.

Ma, cosa succede se si esegue questo stesso test COVID su tutta la popolazione? Supponiamo che, negli Stati Uniti, la probabilità di avere la Malattia COVID Infettiva Rilevante sia, in questo momento, di circa lo 0,5% (cioè che 5 persone su 1000 siano attualmente infette e contagiose, tenete presente che è una stima elevata). Come funzionerà questo stesso test specifico al 95% e sensibile al 95% con una tale impostazione di screening? La buona notizia è che questo test, molto probabilmente, identificherà le 5 persone su 1000 con Malattia COVID Infettiva Rilevante! Evviva! La cattiva notizia è che, per ogni 1000 persone, il test sbaglierà e identificherà come COVID-positive 50 persone che non soffrono di Malattia COVID Infettiva Rilevante. Su queste 55 persone con test positivo ogni 1000, 5 avranno effettivamente la malattia e 50 saranno falsi positivi. Con un valore predittivo positivo del 9,09%, si potrebbe dire che questo è un test piuttosto scadente. Ed è ancora più scadente se si sottopongono al test solo persone senza sintomi (come nello screening di una scuola, di un cantiere o di un college), nelle quali la probabilità di avere la Malattia COVID Infettiva Rilevante è sostanzialmente ancora più bassa.

Lo stesso test, che è piuttosto buono quando si sottopongono a test persone effettivamente malate o a rischio, è pessimo quando si sottopongono a screening di massa gruppi di popolazione che non lo sono.

Nel primo scenario (con sintomi), il test viene utilizzato correttamente come strumento diagnostico. Nel secondo scenario (senza sintomi), il test viene usato per effettuare uno screening, e quindi in modo sbagliato.

Un test diagnostico va utilizzato nei pazienti che il medico ritiene abbiano una ragionevole possibilità di avere la malattia (per sintomi intendiamo febbre, tosse, rinorrea e dispnea nel periodo stagionale delle patologie virali).

Un test di screening serve invece ad accertare l’eventuale presenza di una determinata malattia in persone asintomatiche e non a rischio elevato di contrarre la malattia.

Un test di screening può essere appropriato quando ha una specificità molto alta (99% o più), quando l’incidenza della malattia nella popolazione è elevata e quando è disponibile una cura per la malattia, se identificata. Tuttavia, se l’incidenza è bassa (come nel caso della Malattia COVID Infettiva Rilevante) e il test non è abbastanza specifico (come nel caso della PCR e dei test antigenici rapidi per il virus COVID), allora l’uso di tali test come mezzo di screening in persone sane ne riduce automaticamente l’attendibilità. Più vengono usati in modo errato, più disinformazione producono.

Le nostre autorità sanitarie raccomandano di effettuare un numero sempre maggiore di test su persone asintomatiche. In altre parole, stanno incoraggiando un’applicazione sbagliata e fuorviante di questi test. I nostri funzionari sanitari stanno facendo quello che uno studente di medicina del primo anno saprebbe già di non dover fare. È un errore talmente grave che, per spiegarlo, esistono due sole possibilità: 1) i nostri più importanti funzionari sanitari governativi sono veramente incompetenti e/o 2) noi, come nazione, siamo stati intenzionalmente ingannati e manipolati. O magari entrambe le cose. (Un’altra conclusione da tener presente è che la mia analisi potrebbe non essere corretta. Sono disponibile al confronto).

Che cosa succederebbe se voi, come individui, risultaste positivi al test PCR (che ha una specificità del 95%) senza avere i sintomi del COVID-19 o senza essere stati di recente a contatto con un paziente realmente sofferente di Malattia COVID Infettiva Rilevante? Che cosa fareste? Beh, con quel test positivo, il vostro rischio di avere il COVID passerebbe di colpo da meno di 5/1.000 (il rischio generale della popolazione), a circa 5/55 (il vero rischio di Malattia Infettiva COVID Rilevante in persone asintomatiche con un test COVID-19 positivo). Si tratta di un aumento di rischio di 18 volte, pari ad una probabilità del 9% di essere affetti da Malattia COVID Infettiva Rilevante (o una probabilità del 91% di essere completamente sani).

Questo potreste considerarlo un aumento rilevante del rischio, tanto da farvi scegliere di evitare di esporre i vostri amici e familiari al rischio connesso alla vostra probabile, maggior infettività rapportata a quella della popolazione generale. Ma, se il governo dovesse spendere le proprie risorse per tracciare tutti i vostri contatti, allora traccerebbe inutilmente il 91% delle persone. Però i lockdown vengono imposti sulla base dell’idea sbagliata che i test COVID-positivi in persone sane siano epidemiologicamente accurati, quando, in realtà, sono per lo più sbagliati.

Per quanto riguarda le 50 persone asintomatiche a basso rischio che risultano falsamente positive in ogni gruppo di 1.000, cos’è che le rende positive? Con un test antigenico rapido il motivo è che il test non è mai stato destinato ad essere usato come mezzo di screening in persone asintomatiche sane, perché non è abbastanza specifico. Per un test PCR, la positività significa che, si, nel campione c’era sicuramente RNA di COVID, ma che, molto probabilmente, nella mucosa nasale o faringea erano presenti detriti e frammenti virali provenienti dalle particelle di polvere sospese nell’aria che avevate respirato mentre andavate al laboratorio analisi per farvi fare il test, prima di sapere che avreste potuto usare il drive-in. La PCR può essere veramente troppo sensibile.

La presenza di alcuni filamenti di RNA è irrilevante. Anche poche centinaia di particelle virali intatte non sono in grado di infettare o scatenare la malattia. Gli esseri umani non sono poi così fragili. Però tenete presente che c’è una piccolissima possibilità che il test sia positivo perché state per ammalarvi di COVID-19 e il test ve lo ha segnalato, per pura fortuna, abbastanza in tempo.

Oltre a questo uso errato dei test diagnostici come mezzo di screening, il governo sta sovvenzionando gli ospedali affinchè trattino i pazienti positivi al COVID-19. Supponiamo che, durante la degenza ospedaliera, un ospedale sottoponga, per quattro volte, un paziente asintomatico al test COVID, utilizzandolo come mezzo di screening. Se quel test risulta positivo una volta e negativo le altre tre, l’ospedale riferirà che il paziente soffre di COVID-19, anche se è molto probabile che l’unico risultato positivo sia un falso positivo. Perché gli ospedali usano così di frequente questo test? In parte, perché ricevono dal governo 14.000 dollari per ogni paziente che dichiarano affetto da COVID-19.

Quando vediamo le statistiche dei decessi da COVID-19, dovremmo ammettere che una parte sostanziale dovrebbe essere rinominata “Morti con un test COVID-19-positivo.” Quando vediamo aumentare il numero dei casi, dovremmo sapere che viene definito “caso” chiunque abbia avuto un test COVID-19-positivo, e, come ora sapete, questi sono numeri che non dicono assolutamente nulla.

Riassunto:

1. Abbiamo un’epidemia di test COVID-positivi che è sostanzialmente ben più grave della vera epidemia di Malattia COVID Infettiva Rilevante. All’opposto, molte persone con casi reali, ma lievi, di patologia da COVID non vengono testate. Quindi, i dati su cui si dovrebbero basare le misure di contenimento, sono inattendibili.

2. I dati sui ricoveri ospedalieri e sui decessi da COVID negli Stati Uniti sono artificialmente gonfiati da un programma di sovvenzioni governative che incentiva l’uso improprio dei test in persone senza particolare rischio di malattia.

3. Fate il test COVID se avete i sintomi della malattia, se siate stati a contatto con persone sintomatiche e/o positive al test COVID o se avete qualche altra, logica, ragione personale che lo giustifichi.

4. Sappiate che fare il test prima di un viaggio all’estero comporta un modesto rischio di ottenere un risultato falso-positivo che sicuramente metterà a rischio il vostro viaggio. È il nuovo rischio politico del viaggiare.

5. C’è in ballo molto di più di quel che appare nella gestione politica dei test virali e ci sono un sacco di strani incentivi. Ci sono aree grigie e c’è spazio per il dibattito.

6. Sì, il COVID può uccidere. Ma un test positivo non ucciderà nessuno. Purtroppo, ogni test COVID-positivo dà più potere a quei politici e burocrati che hanno una naturale tendenza a controllare le persone, ai sociopatici e a tutti quelli come loro.

Dr. John Hunt

Fonte: internationalman.com
Link: https://internationalman.com/articles/covid-tests-gone-wild-an-epidemic-of-covid-positive-tests/
Scelto e tradotto da Markus par comedonchisciotte.org

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