Pravda.ru
Cos’è che non permette agli americani di attaccare militarmente la Siria?
Quali sono gli interessi delle compagnie petrolifere inglesi e francesi per un intervento?
Per chi suonerà la “campana islamica”?
A queste e altre domande ha risposto il presidente dell’Istituto degli Studi Orientali e Africani, Said Gafurov, in un video su Pravda.Ru.
La scorsa settimana, il New York Times ha pubblicato un editoriale di Vladimir Putin. Crede sia sensato rivolgersi alla nazione americana?
“Credo che abbia molto senso. Deve capire a che tipo di pubblico era destinato l’editoriale. Potrebbe suonare un po’ cinico, ma non si trattava di un appello alla nazione. È difficile rivolgersi ad una nazione. Era piuttosto un appello all’establishment americano, alla burocrazia americana in generale e, soprattutto, ovviamente, un appello all’ufficio del Segretario di Stato. Ci dimentichiamo sempre che nella politica americana non esistono né un’unità di interessi né di propositi.
La politica americana è il risultato di molti fattori, spesso in conflitto tra loro. Uno degli elementi fondamentali nella formazione della politica estera degli Stati Uniti in qualsiasi campo è la posizione del Dipartimento di Stato, la posizione dell’apparato diplomatico, l’apparato dello Stato. Si tratta di persone che non cambiano al cambiare del presidente, sono politicamente indipendenti, quindi hanno molta influenza non tanto sul processo decisionale, quanto nello sviluppare queste decisioni, un passo decisamente importante.
L’editoriale di Putin, secondo me, è diretto soprattutto all’apparato. Ha toccato temi che l’apparato capisce. Questi temi non sono da New York Times: è un giornale liberale, che i lavoratori non leggono, tanto meno gli impiegati o persino i banchieri; è un giornale per funzionari governativi.
Credo che abbaia ampiamente raggiunto il suo obiettivo, perché ha scelto i temi giusti. Tuttavia, io posso capirlo perché da qualche parte nel profondo sono un funzionario e capisco quali temi vengono captati dai funzionari. Di solito sono diversi”.
L’editoriale ha influenzato la decisione di Obama di posporre il bombardamento della Siria?
“In primo luogo, Putin ha di certo influenzato la decisione di Obama. Per quanto riguarda l’editoriale, non credo che questo fosse il suo interesse. Dopo la pubblicazione dell’articolo, ci vorrà qualche mese prima che inizi ad influenzare qualcosa. Il fatto che gli americani abbiano rimandato le loro intenzioni non significa che abbiano esitato, ma significa che non erano pronti per delle relazioni tecnico-militari.
Alcuni esperti dell’esercito, della cui opinione mi fido, affermando che gli Stati Uniti non hanno mai usato la Marina per un’operazione offensiva. Per ragioni militari, la Marina, ovvero gli apparecchi delle portaerei e i missili dei cacciatorpediniere e delle navi da guerra, non può risolvere il problema. Bisogna usare la potenza dell’Aeronautica. Sono molto contento che la Russia abbia assunto questa posizione. Sono sorpreso dal fatto che sia la prima volta. Infatti, il nostro Paese sta attraversando un periodo strano, in cui governo ed opposizione sono uniti”.
Ha detto che gli Stati Uniti non sono ancora pronti ad attaccare la Siria. Tuttavia, secondo alcune fonti, il discorso del presidente Obama è stato riscritto pochi minuti prima dell’annuncio. Inizialmente, si pensava che Obama avrebbe spiegato alla nazione e al Congresso il motivo per cui gli USA avrebbero dovuto invadere la Siria, ma qualcosa lo ha bloccato. A quanto sembra, dunque, erano pronti?
“La dottrina militare statunitense contempla il concetto di “perdite accettabili” e di “perdite inaccettabili”. Il successo di un’operazione dipende direttamente da questo concetto. Credo che le possibili perdite per gli Stati Uniti siano state considerate inaccettabili. Il numero di missili antinave di cui dispongono la Marina, l’Esercito e l’Aeronautica siriana è abbastanza alto da distruggere la portaerei che si trova lì in questo momento, e ciò sarebbe una perdita inaccettabile. Sappiamo anche che quando Francia e Inghilterra cercano di costringere Obama a decidere di andare in guerra, stanno sicuramente agendo a nome delle loro compagnie, specialmente la Total, la British Petroleum e, in misura minore, la Norwegian Stateoil.
Non sono convinto del fatto che coloro che dell’industria petrolifera americana influenzano Obama vogliano spendere tutti quei soldi (ogni sparo costa più di un milione di dollari) per difendere gli interessi della British Petroleum, specialmente in tempi di enormi deficit di bilancio. Anche se la British Petroleum viene chiamata “BP Amoco”, dove Amoco sta per “American Oil Company”, la compagnia petrolifera statunitense, tutti sanno che la BP viene controllata principalmente dall’aristocrazia britannica.
Non è chiaro il perché gli americani dovrebbero togliere le castagne dal fuoco per le compagnie petrolifere e di gas francesi, le quali in larga misura mirano alla ridistribuzione sul mercato dell’UE e l’acquisizione di strutture chiave nelle infrastrutture. Perché gli americani dovrebbero pagare col loro bilancio? Anche questo è un punto molto importante.
In America, ci sono persone che odiano sinceramente la guerra e affermano che non dovrebbero esserci attacchi in quando è sempre una cattiva idea quando un missile uccide degli umani. Ci sono persone negli Stati Uniti che sono interessate ai profitti di una certa compagnia o di una certa banca. Ci sono persone che non sanno niente e sono per lo più interessate a garantirsi più voti alle elezioni. Poi c’è, ovviamente, l’apparato di Stato, dove ci sono persone che ancora la pensano come nella Guerra Fredda.
Prima di tutto, Putin aveva in mente i funzionari, compresi quelli dell’intelligence. Abbiamo quest’idea per cui i funzionari dell’intelligence siano una qualche sorta di cavalieri che conducono operazioni segrete. In realtà sono semplici burocrati che obbediscono alle loro rigide regole e istruzioni e sono ben consapevoli della logica del presidente russo. In questo spettro di opinioni divergenti, il presidente Obama deve prendere la decisione giusta.
Di certo, lo scrittore di Obama ha scritto un discorso che preparava alla guerra, ma capiva che le armi chimiche non erano state usate dal governo. Ciò è ovvio per una serie di ragioni”.
In risposta all’editoriale di Putin sul New York Times, una portavoce del senatore McCain ha contattato la versione inglese della holding Pravda.ru. McCain voleva pubblicare un discorso per i russi. Pravda.ru ha pubblicato questo discorso stamattina. Perché pensa che McCain lo stia facendo?
“Crede che il senatore McCain sia un politico serio e responsabile, interessato allo sviluppo di una soluzione comune? Inoltre, è anche un candidato e un rappresentante del suo partito. Ha un enorme impegno, specialmente nei confronti dell’apparato del partito e delle compagnie che hanno finanziato la sua campagna elettorale. Credo si tratti di una mossa politica interna.
Tra il pubblico della vostra holding ci sono diplomatici russi, così come tra i lettori del New York Times ci sono diplomatici americani. Forse cercheremo di capire la sua logica, ma in realtà McCain non può dirci niente di nuovo, solo ripetere quello che abbiamo già sentito”.
Diversi esperti hanno affermato che nell’eventualità di un attacco americano contro la Siria potrebbe suonare qualche “campana islamica” che verrà sentita in molti Paesi, con conseguenze assolutamente imprevedibili. È d’accordo che questa vibrazioni potrebbe venire avvertita in parecchi Paesi?
“Questo è sicuramente vero, ma è tutto molto, molto complicato. Qui i dettagli sono di fondamentale importanza, in quando gli USA, se dovessero attaccare, si comporteranno come il diretto alleato della porzione di Islam più reazionaria e terribile. Che di fatto non si tratta di Islam, non si tratta di una grande religione e una grande tradizione: queste sono persone che stanno cambiando la grande tradizione. Sapete che cambiamenti politici stanno attuando i wahabiti? Stanno cambiando una delle tesi fondamentali dell’Islam. Quindi, negli studi occidentali sull’Oriente viene usato il termine “convenzione””.
Potrebbe approfondire quest’ultimo punto?
“La convenzione sull’indipendenza della salvezza afferma che nel Giorno del Giudizio le persone verranno salvate, a prescindere dal loro credo. Questo è ciò che ha permesso all’Islam di diventare una religione globale. Questa idea è dominante nell’Islam.
I wahabiti l’hanno abbandonata: affermano che i cristiani non saranno salvati, secondo le loro fonti. Ciò è alquanto sgradevole, perché porta a bruciare chiese, ai conflitti africani, etc. Questa è quella parte dell’Islam politico fondata per lo più dai Paesi del Golfo; in più, a loro si unisce la fazione moderata dell’Islam – la Fratellanza Musulmana. La logica della lotta in Siria è diversa da quella in Egitto o in Iraq.
La Siria li ha condotti su una parte del campo. D’altra parte, in Siria non ci sono solo sunniti, ma anche sciiti, cosa che porterà all’inasprirsi della tendenza sunnita-sciita. Di solito parliamo di sunnismo e sciismo nel contesto dei Paesi arabi, ma c’è anche il Pakistan, dove il problema è molto più grande in termini di numeri; c’è l’India, dove ci sono più sciiti che sunniti”.
Quali sono le possibili conseguenze per la Russia nel caso in cui si realizzi questo scenario?
“Non dimentichi che la Russia gode di buone relazioni con l’Iran sciita, l’Iraq e la Siria, dove ci sono comunità sciite di grande influenza. Potremmo essere toccati direttamente o indirettamente. Il Caucaso settentrionale è una regione povera; sebbene in misura minore, anche il Tatarstan lo è, ma è ancora vulnerabile ai radicali sunniti e può rimanere coinvolto. Sono convinto che la posizione della Russia sia molto corretta e che il fatto che il governo e l’opposizione fossero d’accordo sulla questione quasi all’unanimità è una buona cosa”.
Fonte: www.lewrockwell.com
Link: http://www.lewrockwell.com/2013/09/no_author/what-stops-the-us-from-bombing-syria/
24.09.2013
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ROBERTA PAPALEO