Segnaliamo questo interessante convegno in corso di svolgimenti presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca.
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Di Andrea Cerroni
Il Neoliberismo viene usualmente presentato come una teoria economica sorta in risposta alla crisi del keynesismo negli anni Settanta, ma in realtà è una concezione (politica, filosofica, sociologica, antropologica, psicologica…) della vita umana di ben più antica data e di assai più ampia portata nella formazione dell’assetto della contemporaneità. Si spiega, così, che il suo ingresso nelle politiche economiche europee dai primi Ottanta, ma soprattutto da Maastricht in avanti, sia stato accompagnato da politiche che hanno riguardato tutte le leve fondamentali dello Stato nazionale democratico di diritto, per l’Italia allora di recentissima istituzione, portandolo a un progressivo esautoramento.
Particolare attenzione merita la filiera della conoscenza: 𝐬𝐜𝐮𝐨𝐥𝐚 e 𝐮𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐭𝐚̀. Si voleva cambiare il cuore e la mente usando l’economia (cit.) e le conseguenze in Europa sono sotto gli occhi di tutti. Ma per comprendere quel che è veramente successo, come sempre quando le cose sono sotto il nostro naso da lungo tempo, è indispensabile superare sia il dato per scontato delle divisioni fra consolidate discipline, integrandole e non rimuovendole, sia fra istanze locali portatrici di legittimi interessi e, persino, fra rispettabili appartenenze politiche o risalenti a un periodo in gran parte precedente, e dunque con visioni comunque limitate dalla storia, o, in qualche caso, ancora bisognose di fondazioni ideali nelle problematiche di questo mondo nuovo.
Non si vede altro modo che prendere una distanza teorica sufficiente a capire il mondo se si vuole davvero cambiarlo (cit.). È per altro urgente riprendere una via di progresso, pasolinianamente inteso come ben diverso da uno sviluppo meramente economico, oggi che vediamo persino questo, e non per caso, precipitato in una crisi che, all’interno del canone mainstream, è irreversibile. Un’alternativa, insomma, è possibile, come sempre; e, forse, anche più d’una: proviamo a pensarle. Appuntamento a gennaio (e intanto auguri a tutti).