DI MAURIZIO BLONDET
La celebrazione corale della “memoria” ci ha dato una serena certezza: siamo tutti contro i lager e l’antisemitismo. Nessuno che abbia espresso un dissenso, un distinguo: una decisione corale, totalitaria, per il “ bene “. Stavolta, se torna Hitler, non ci coglierà a guardia bassa. Stavolta faremo tutti quadrato, nessuno escluso. Anche Fini. Gasparri, Vittorio Emanuele IV. Non c’è verso, stavolta, che ci lasciamo sedurre dai discorsi del “grande stregone“, dalle liturgie di Norimberga. Né tantomeno intimorire dalla Gestapo e dalle SS.
Certo, sessant’anni fa non accadde così: ci furono servilismi, collaborazionismi, bassi tornaconti. Quando la Gestapo andava in giro e si sentivano sui marciapiedi gli stivali dell SS, non fu facile a tutti capire da quale parte stava il bene.
Ci furono professori che profittarono delle leggi razziali per prendere il posto e la cattedra dei docenti epurati. Persino eroi della ”resistenza intellettuale“ come Norberto Bobbio scrivevano al duce servili lettere, negando di essere mai stati antifascisti e antirazzisti, per conservarsi il posto o pietirne uno migliore.
Stavolta no. Abbiamo imparato a riconoscere il nemico. Basta che provi a ribruciare il Reichstag, a rispaccare le vetrine degli ebrei, e saremo tutti contro di lui, come un sol uomo.
Purché, si capisce, sia un nuovo incendio del Reichstag, una replica esatta della tragedia: con gli stessi figuri e le stesse divise. Perché, basta che cambi un particolare, e rischiamo di non saper riconoscere il nemico. Mettiamo, per esempio, che invece dell’incendio del Reichstag sia un colossale attentato al World Trade Center: già i pareri divergono, e già la maggioranza dice che la ragione sta dalla parte del più potente. Il razzismo biologico, l’eugenetica, devono ripresentarsi nelle esatte forme della storia passata.
Perché basta che si presenti in qualche forma banalizzata e sanitaria anziché militare – la sperimentazione sui feti, le modificazioni genetiche, gli espianti di organi da corpi ancora respiranti – e già non la riconosciamo più come tale, come violazione dell’uomo e della sua dignità.
Il feldmaresciallo Wilhelm Keitel fu condannato dal tribunale di Norimberga, fra l’altro, per aver definito “obsoleta” la Convenzione di Ginevra: impiccato, giustamente, ora lo comprendiamo bene. Però il presidente Bush ha scelto come attorney general Alberto Gonzales, un giurista che dichiara obsoleta la Convenzione di Ginevra, e già il giudizio non è più chiaro: i più continuano a dire che il Quarto Reich sta portando la democrazia e la libertà al mondo.
Cosa volete, siamo tutti moralmente pronti a vincere la guerra precedente. Non quella in corso. L’altro giorno il 90 per cento dei deputati ha approvato la Costituzione Europea.
Quella che, con il mandato di cattura europeo, ci consegnerà a giudici turchi, rumeni, polacchi, su loro richiesta e senza possibile opposizione. Magari ci avrebbe rassicurato un dibattito, una presa di distanza da questo provvedimento.
Invece il sì è venuto, come dice l’Indipendente, con una percentuale “bulgara”. Ecco. Non vorremmo che tra il consenso “bulgaro” all’antinazismo e la corale, totalitaria adesione “bulgara” al liberticidio attuale ci fosse una continuità, lo stesso conformismo, la stessa sordità morale e politica.
Maurizio Blondet
Fonte:www.effedieffe.com
27.01.05