Caso Assange. L’accanimento continua

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Di Patrizia Cecconi, ComeDonChisciotte.org

LONDRA –

La richiesta di libertà vigilata dietro cauzione presentata dalla difesa di Assange è stata respinta.
Il famigerato carcere di Belmarsh, famoso come GUANTANAMO INGLESE, non aprirà le sue porte per far uscire il simbolo della libertà di espressione più odiato dal potere. Assange resterà nello stesso luogo che lo ha ridotto nelle disastrose condizioni psico-fisiche riconosciute dalla stessa giudice che ha negato la sua estradizione proprio per motivi di salute.
L’ambasciata statunitense aveva mostrato “profonda delusione” per la sentenza di non estradizione ed ha promesso di ricorrere in appello.
C’è quindi da supporre che il Regno Unito non volesse dare un’altra “profonda delusione” agli USA, Trump o Biden per lui pari son, e quindi Julian Assange non tornerà in libertà, nemmeno dietro cauzione.
Colpirne uno per educare tutti quelli che potrebbero seguire il suo esempio. Forse è questo il senso dell’accanimento contro Assange.
La difesa non si arrende, ma intanto il simbolo della libertà di espressione più odiato dal potere resta nella “Guantanamo di Londra” nonostante le sue condizioni di salute.
Intanto la polizia ha allontanato con “severità” i sostenitori di Assange e gli attivisti per i diritti umani che contestavano la decisione della Corte.
Per ora da Londra è tutto

Patrizia Cecconi, ComeDonChisciotte.org

Londra 6 gennaio 2021

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