Nel tentativo di fomentare l’odio sociale contro i no vax, il premier ha dato dimostrazione dell’inefficacia e dannosità dei vaccini. I dati tirati fuori dal non-eletto Draghi e il suo compare rettiliano (che è sinonimo di dalemiano) Speranza, si reggono sulla solita montatura dozzinale. Gli “empi e scellerati” no vax che bloccano il paese, come evidenziato dal quotidiano La Verità, sono perlopiù i vaccinati, e questo accade nel mondo dove tutto è possibile, quello della “menzogna sovrana” ovvero dei media di regime. Un bivaccinato che, avendo subito effetti avversi, non vuol fare la terza dose è un no vax, e se le complicanze di questi effetti avversi lo conducono in terapia intensiva è un irresponsabile che intasa le terapie intensive, esattamente come un non vaccinato – che guarda caso, in intensiva ci finisce in percentuale estremamente minore, ma è accorpato in un’unica etichetta con il bidosato renitente, come esplicitato nei dati dello Spallanzani che leggiamo ne L’Antidiplomatico:
Agghiacciante la frase del premier: “gran parte dei problemi dipendono dai no vax”.
Ma chi sono i no vax cui scaricare il fallimento, l’inefficienza e l’incompetenza del governo Draghi?
Perché qui c’è una sorpresa che non tutti hanno colto ma che ha definitivamente chiarito il direttore dello Spallanzani Vaia recentemente in una trasmissione di Rai Uno. I non vaccinati (i no vax) sono quelli che non hanno ricevuto la terza dose. Quindi – logica aristotelica – le persone con due dosi vengono classificate come “non vaccinate” o “novax”. “Si può considerare un paziente vaccinato solo se ha ricevuto anche la terza dose. Noi abbiamo nel nostro reparto il 7% di pazienti che hanno ricevuto la terza dose e in rianimazione, dove sei su sei i posti letto sono occupati, tutti i pazienti ricoverati non sono assolutamente vaccinati”, ha poi ulteriormente precisato un TGR di Rai 3.
Questo spiegherebbe i dati degli ospedalizzati o in terapia intensiva che rilevano una maggiore incidenza di no vax rispetto a chi ha completato anche la terza dose che è bene ricordare ha avuto inizio solo a metà settembre. “Quando va fatto il rapporto non va più fatto fino alla seconda dose, ma va fatto in coloro che hanno avuto la dose booster, cioè la terza dose”, ha precisato ancora Vaia.
Poi ha sviscerato i numeri dello Spallanzani: “Le persone ricoverate in ricovero ordinario, per oltre il 90%, sono non vaccinate o vaccinate fino alla seconda dose. In terapia intensiva abbiamo il 95% di persone non vaccinate o vaccinate in doppia dose, il 5% vaccinate in terza dose”. Ha candidamente dichiarato Vaia, dando tutto altro significato anche ai grafici pubblicati da Speranza…
Trattasi tuttavia di arma a doppio taglio: se i tanti occhi pigri abboccheranno alla narrazione, al più vigile balzerà all’occhio la nuda realtà: i vaccinati stanno intasando le terapie intensive.
MDM 11/01/2022