Carnevalata all’Italiana

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di Tommesh per Comedonchisciotte.org

Domenica 19 Febbraio 2023. Durante la settimana, mi hanno girato in chat su WhatsApp una locandina nella quale si annuncia la festa di carnevale per le strade del centro storico della città (non dirò quale città, ma non è un paesino di campagna).

Decido di portarci mia figlia, vestita da principessa, con una parrucca bianca, ma sul davanti ha l’immancabile frangetta color arcobaleno (il marchio di fabbrica deve sempre essere ben visibile per non passare da terrorista/nazista).

Leggo sul manifesto che la festa durerà solo un’ora, mi sembra un po’ pochino, ma, visti i tempi di carestia e crisi, mi accontento, mi stampo un bel sorriso in faccia e partiamo alla volta del centro città.

Arrivati in centro, all’ora esatta scritta sulla locandina, vediamo alcune persone passeggiare, ma niente festa di carnevale. Chiamo al cellulare un amico di zona, sempre informato su tutti gli eventi della città, per chiedere maggiori informazioni. Neppure lui sa nulla.

Inizio a chiedere ai passanti, ma mi guardano con facce del tipo: “Poverino, non c’è nessuna festa in città, hai portato tua figlia a perder tempo e ci rimarrà molto male”.

Controllo quindi nuovamente la chat dove ho trovato l’invito all’evento e scopro che, scritto in piccolo (un classico, sembra che lo facciano apposta!), c’è specificato che la festa si svolgerà solamente in una determinata piazza della città.

Mi dirigo quindi a grandi passi verso il luogo indicato, facciamo tardi di circa mezz’ora, ma finalmente arriviamo.

La piazza è semi-deserta, pochi carri in fila uno dietro l’altro, pochissima gente mascherata.

Appena arrivati vedo delle macchine dei vigili urbani: alcuni cittadini hanno lasciato le macchine parcheggiate in piazza ed i carri è da 30 minuti che non possono muoversi.

Scene da commedia all’italiana si susseguono nel cercare di rimuovere le auto in sosta. I classici anziani che osservano i cantieri commentano l’accaduto, alcuni volenterosi cercano di risalire ai proprietari, un gruppo di baldi giovani cerca (invano) di rimuovere le macchine con la sola forza delle braccia. Alla fine arrivano i proprietari e, tra le urla ed i fischi, spostano le macchine ed i carri possono iniziare a girare intorno alla piazza.

Saliamo con mia figlia su un carro; in tutto erano otto, molto fatiscenti, vecchi, nessuna manutenzione sembra essere stata fatta in questi anni.
La cosa inizia a diventare triste, ma io ho sempre il sorriso stampato in faccia.

Mentre giriamo attorno alla piazza mi rendo conto che davvero ci sono poche persone. Non mancano i gruppi di africani con abiti nike ed il cellulare in mano (altro marchio di fabbrica), alcune famiglie con figli, alcuni anziani.

Sul carro accanto a me c’è una famiglia italiana composta da padre, madre e due bambini piccoli (specie rara al giorno d’oggi, dovrebbero dedicargli interi documentari su Discovery Channel).
La figlia ha una bomboletta di stelle filanti spray, inizia a spruzzare quel piccolo filamento rosa giù dal carro ed inavvertitamente prende sul petto uno di tre uomini che erano a bordo strada.
Appena si rende conto di cosa è successo, l’uomo (di nazionalità straniera) inizia ad inveire verso la piccola con frasi e termini in una lingua a me sconosciuta. Minaccia di salire sul carro, mentre gli altri due uomini se la ridono e ci guardano con una faccia che vuol significare: “Non avete la minima idea di cosa avete fatto”.
Le poche persone sul carro rimango allibite, incredule… il padre cerca di spiegare alla persona che è carnevale, è festa e che l’uso dello spray con le stelle filanti è permesso. L’uomo non sente ragioni e, puntando il dito verso il padre della piccola, in italiano stentato dice: “Merda, fanculo”. Cala il silenzio sul carro.

Facciamo altri 100 metri attorno alla piazza ed il carro si ferma del tutto, al megafono viene annunciato di scendere dai carri perché la festa è finita.
Mia figlia si volta verso di me ed esclama: “Come? Già finita?”.
Scendiamo dal carro ed lei continua a chiedere spiegazioni.
“Perché la festa di carnevale è già finita?”
“Perché quell’uomo era arrabbiato con la bambina?”
La guardo, rimango in silenzio per un attimo e poi le dico: “Amore, ti spiego tutto a casa, adesso andiamo a fare un giro per il centro, è meglio…”.

Mentre lasciavamo la piazza vedo una famiglia di italiani con un bambino vestito con abiti normali ed in testa una confezione rosa chiaro di pandoro Bauli con due fori intorno agli occhi.
Mia figlia lo guarda e mi chiede “Ma quel bambino da cosa è vestito?”
Gli rispondo “E’ lo specchio dell’Italia di oggi”.

 

 

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