Aumentano le pressioni sulla Von Der Leyen, mentre il CEO di Pfizer rinuncia a testimoniare davanti al gruppo Covid del Parlamento Europeo

Dopo il silenzio della von der Leyen, Bourla ha avuto l'opportunità di mettere le cose in chiaro al Parlamento europeo, ma ha preferito defilarsi. Perché tutti questi segreti? Cosa hanno da nascondere ai cittadini europei?

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Nick Corbishley
nakedcapitalism.com

Dopo che un’audizione alla Commissione Europea sulla strategia di approvvigionamento dei vaccini COVID-19 aveva evidenziato gravi violazioni procedurali, un assortimento di pezzi grossi di Big Pharma era stato invitato a testimoniare davanti al Parlamento Europeo. Tra questi, l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. La sua testimonianza, prevista per il 10 ottobre, avrebbe dovuto far luce sui contatti assai poco chiari che aveva avuto con la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, durante le trattative preliminari per quello che, alla fine, sarebbe diventato il più grande contratto di vaccini mai stipulato dall’UE (almeno fino ad oggi).

Nessuna risposta alle domande

Ma come ha riferito Politico giovedì scorso, Bourla ha rinunciato a partecipare all’udienza, per motivi non specificati. Questo è il genere di cose che, al giorno d’oggi, gli amministratori delegati delle grandi case farmaceutiche possono faresenza pagare un prezzo e senza attirare l’attenzione negativa dei media – o, in questo caso, l’attenzione dei media mainstream al di là dell’articolo di Politico. Non è sufficiente che l’azienda di Bourla goda dell’immunità da responsabilità (tranne che per dolo) per i miliardi di dosi vaccino che ha prodotto; Bourla si considera apparentemente immune anche dal dover difendere quei vaccini in udienze pubbliche potenzialmente ostili.

Come si legge nell’articolo di Politico, ci si aspettava che Bourla affrontasse un duro interrogatorio sugli accordi segreti sui vaccini stipulati personalmente con la von der Leyen (il cui triplo cognome, per motivi di tempo, spazio e convenienza, sarà qui abbreviato in VdL). Questo è presumibilmente qualcosa che Bourla preferirebbe evitare:

Il capo del gigante farmaceutico statunitense, il maggior fornitore di vaccini COVID-19 all’UE, doveva comparire davanti alla commissione il 10 ottobre. La commissione sta incontrando i principali funzionari coinvolti nel processo di approvvigionamento dei vaccini dell’UE per trarre lezioni su come rispondere a future pandemie. Altri dirigenti del settore farmaceutico si sono presentati alla commissione, tra cui l’amministratore delegato di Moderna e alti funzionari di AstraZeneca e Sanofi.

Anche se è vero che il Parlamento Europeo non ha poteri di citazione, il fatto che Bourla si sia tirato indietro all’ultimo minuto non fa una buona impressione. Se non altro, rafforza l’idea che Bourla e la sua partner in affari, la VdL, abbiano qualcosa di importante da nascondere ai legislatori e ai cittadini dell’UE.

Il più grande appalto di sempre della Commissione

Uno dei motivi per cui questo è importante è che l’acquisto dei vaccini COVID-19 per l’intero blocco dei 27 Paesi era stato il più grande e costoso appalto di sempre della Commissione Europea, pagato interamente con fondi pubblici. E Pfizer è stato di gran lunga il principale fornitore di questi vaccini,con poco più della metà dei 4,6 miliardi di dosi (sufficienti per più di 10 inoculazioni ad ogni cittadino dell’UE) acquistate da aziende farmaceutiche globali.

Grazie alle comunicazioni segrete della von der Leyen con Pfizer, la Commissione si è assicurata il terzo – e di gran lunga il più grande – contratto con Pfizer BioNTech. Tale contratto, firmato nel maggio 2021, prevedeva l’acquisto di 900 milioni di dosi di vaccino wild type e di un vaccino adattato alle varianti, nonché l’opzione per l’acquisto di ulteriori 900 milioni di dosi. Come osserva la Corte dei Conti europea, si è trattato del “più grande contratto per il vaccino COVID-19 firmato dalla Commissione e dominerà il portafoglio vaccini dell’UE fino alla fine del 2023.”

Tuttavia, rimangono seri interrogativi su come questi vaccini siano stati acquistati e a quali condizioni. Una recente relazione della Corte dei Conti sulla strategia di approvvigionamento dei vaccini dell’UE ha rilevato che la VdL ha partecipato direttamente ai negoziati preliminari per il contratto sui vaccini. Come osserva Politico, “questo si discostava dalla procedura di negoziazione seguita per altri contratti, in cui un gruppo di negoziazione congiunto composto da funzionari della Commissione e dei Paesi membri conduceva colloqui esplorativi.”

La von der Leyen ha invece condotto da sola i negoziati preliminari e ha presentato i risultati al consiglio direttivo in aprile. La prevista riunione dei consulenti scientifici, organizzata per discutere la strategia dell’UE in materia di vaccini per il 2022, non ha mai avuto luogo. La Commissione guidata dalla VdL si è inoltre rifiutata di fornire i documenti delle discussioni con Pfizer, sotto forma di verbali, nomi di esperti consultati, termini concordati o altre prove.

“Abbiamo chiesto alla Commissione di fornirci informazioni sui negoziati preliminari per questo accordo,” scrivono gli autori del rapporto. “Tuttavia, non ce ne sono state fornite.”

La VdL è anche nei guai per il suo rifiuto di rivelare il contenuto dei suoi messaggi di testo con Bourla, nonostante le ripetute richieste degli eurodeputati e del difensore civico dell’UE, Emily O’Reilly. Quando la O’Reilly ha esortato la Commissione ad intraprendere una ricerca più approfondita dei messaggi di testo in questione, la Commissione ha preso tempo, prima di dichiarare che essa non può e non è tenuta a ricercare i messaggi di testo.

“A causa della loro natura effimera e di breve durata, i messaggi di testo, in generale non contengono informazioni importanti relative alle politiche, alle attività e alle decisioni della Commissione,” ha scritto Vera Jourová, vice commissario europeo per i valori e la trasparenza.

L’aspetto forse più preoccupante è l’evidente disprezzo che la Commissione guidata dalla VdL sembra avere persino per i suoi stessi standard fondamentali di trasparenza e responsabilità. E questo è del tutto in contrasto con la posizione pubblica della VdL. Nelle sue linee guida politiche, la VdL afferma che “se gli Europei devono avere fiducia nella nostra Unione, le sue istituzioni devono essere aperte e irreprensibili in materia di etica, trasparenza e integrità.” Eppure, quando la Corte dei conti ha chiesto alla Commissione informazioni sui negoziati preliminari, è stata snobbata.

“Non ci è stata trasmessa alcuna informazione.” hanno dichiarato gli ispettori al Berliner Morgenpost. Dal canto loro, gli ispettori sono sbalorditi: “Questo comportamento è altamente insolito, non è mai successo prima.”

La sostituta di Bourla

Un portavoce di Pfizer ha dichiarato a Politico che, al posto di Bourla, parteciperà all’audizione della commissione Janine Small, presidente dei mercati di sviluppo internazionali dell’azienda. “È stata individuata come la più adatta a sostenere la commissione nel raggiungimento dei suoi obiettivi,” ha dichiarato il portavoce. Ma la Small non sarà in grado di fare luce sulle trattative preliminari di Bourla con la VdL, e questo, presumibilmente, è il motivo per cui è presente lei, e non Bourla.

La presidentessa della commissione, l’europarlamentare belga Kathleen Van Brempt, ha dichiarato a Politico di “deplorare profondamente” la decisione presa da Pfizer. L’europarlamentare italiana Stefania Zambelli, anch’essa membro della commissione speciale, ha usato un linguaggio meno diplomatico, descrivendo la decisione come “l’ennesimo episodio di una storia piena di lati oscuri”:

“Dopo il silenzio della von der Leyen, Bourla ha avuto l’opportunità di mettere le cose in chiaro al Parlamento Europeo, ma ha preferito defilarsi. Perché tutti questi segreti? Cosa hanno da nascondere ai cittadini europei?”

Crescono le pressioni

La scorsa settimana, il Berliner Morgenpost ha riferito che le pressioni sulla VdL stanno crescendo e che aver rifiutato le conclusioni della Corte dei Conti dell’UE potrebbe essere stato un passo troppo lungo. Citando informazioni fornite alla sua redazione, il giornale ha osservato che “la commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo sta preparando un rimprovero formale, il malcontento in Parlamento è grande e alcuni deputati chiedono l’intervento della Procura Europea.”

La mancanza di trasparenza nei contratti multimiliardari è da tempo un problema del Parlamento Europeo, in parte perché contribuisce ad alimentare il sentimento anti-vaccini, dice il giornale: “Il blocco della Von der Leyen sta alimentando ogni sorta di speculazione tra i critici, comprese [le accuse di] una preferenza per l’azienda statunitense Pfizer.”

Come minimo, la commissione per il controllo dei bilanci castigherà la Commissione e insisterà sul fatto che tutte le informazioni rilevanti per l’audit devono sempre essere condivise con la Corte dei Conti, afferma Monika Hohlmeier (CSU), che presiede la commissione. Il portavoce dei Verdi al Parlamento europeo, Rasmus Andresen, chiede una trasparenza totale:

“L’accordo con Pfizer deve essere spiegato. Si tratta di miliardi che sono stati pagati dalle casse pubbliche. Abbiamo tutti il diritto di sapere come sono nati gli accordi con i produttori di vaccini.”

L’articolo del Berliner Morgenpost che raccoglie tutte queste dichiarazioni è stato pubblicato il 27 settembre. Due giorni prima che Bourla rinunciasse a testimoniare davanti al Parlamento Europeo. In altre parole, è probabile che da allora il malcontento del Parlamento sia aumentato. La pressione sulla VdL potrebbe aumentare ulteriormente nei mesi a venire, con il netto peggioramento delle condizioni economiche nell’UE, soprattutto a causa del ritorno di fiamma delle sanzioni economiche imposte dalla Commissione al principale fornitore di energia del blocco, la Russia.

Non che la VdL fosse una scelta popolare come Presidente della Commissione Europea. Come candidato indipendente, le sarebbero bastati 374 voti per essere eletta. Come aveva osservato Euro News all’epoca, qualsiasi risultato inferiore a 400 voti sarebbe stato considerato “deludente.” Era riuscita a raccoglierne solo 383. Ancora più grave è che solo un Tedesco su tre riteneva che l’ex ministro della Difesa sarebbe stato un buon presidente della Commissione.

Scelta come candidata di compromesso da Macron e Merkel dopo settimane di accordi e giochi di potere, la VdL era arrivata a Bruxelles già in odore di scandalo. In quello che era chiaramente un presagio delle cose a venire, era già stata accusata di aver cancellato dal suo cellulare tutti i file che avrebbero potuto essere utilizzati come prove in un’inchiesta sull’assegnazione impropria di contratti governativi durante il suo periodo come Ministro della Difesa. Mesi dopo, si era scoperto che aveva cancellato un secondo telefono.

Ancora qualche ammiratore

Ma, ahimè, non tutti sono insoddisfatti delle prestazioni della VdL alla guida del ramo esecutivo dell’UE. La Fondazione Bill e Melinda Gates, che detiene una quota consistente di azioni sia di Pfizer che di BioNTech, è rimasta talmente impressionata dai risultati ottenuti finora in questo ruolo che, a settembre, le ha conferito il Global Goalkeepers Award. Bill Gates stesso ha tenuto il discorso di presentazione, in cui ha lodato la gestione della VdL non solo della pandemia ma anche della guerra in Ucraina (no, non sto scherzando):

“Pochi leader mondiali si sono dedicati così pienamente a risollevare l’umanità come Ursula von der Leyen. A pochi mesi dall’inizio del suo mandato di presidente della Commissione europea, prima donna a ricoprire tale carica, si è ritrovata in prima linea in una crisi sanitaria unica nel secolo. Poi, mentre l’Europa iniziava a fare i conti con la pandemia, è emersa una nuova crisi, la tragica guerra in Ucraina, per la quale la Presidente Von der Leyen si è impegnata a fondo per minimizzare i danni e porvi fine.”

Vale la pena ricordare che Bill Gates e i suoi partner, tra cui la Wellcome Trust, una fondazione di ricerca britannica con stretti legami con Big Pharma, hanno essenzialmente usato il loro potere all’interno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di altri organismi sanitari globali per controllare efficacemente la risposta globale alla COVID, per di più senza quasi alcuna supervisione, come ha scoperto una recente inchiesta di Politico e Welt. E, se sono contenti loro, la VdL deve sicuramente fare qualcosa di buono. Giusto?

Nick Corbishley

Fonte: nakedcapitalism.com
Link: https://www.nakedcapitalism.com/2022/10/eu-commission-president-and-pfizer-ceo-have-crossed-the-line-in-brussels.html
04.10.2022
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Nick Corbishley è uno scrittore, giornalista, insegnante e traduttore che lavora a Barcellona, ha conseguito una laurea in storia presso l’Università di Sheffield e ha lavorato per molti anni presso un’autorevole rivista di economia e commercio in Spagna. Collabora regolarmente al blog di notizie e analisi finanziarie statunitense Naked Capitalism, dove scrive di tendenze e sviluppi finanziari, economici e politici in Europa e America Latina.

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