Parliamo di una signora, classe 1953, residente a Torrenova deceduta lo scorso 30 giugno all’ospedale Barone Romeo di Patti per la quale la competente Procura ha disposto il sequestro della salma per sottoporla, quasi certamente, ad esame autoptico per accertare eventuali responsabilità o se sussistono omissioni penalmente rilevanti.
La signora C.G., sottopostasi a vaccinazione il 14 maggio presso l’HUB di Capo d’Orlando, lo scorso 8 giugno accusa un malore. Il giorno successivo i familiari contattano il Servizio di Urgenza Emergenza Sanitaria 118, la donna viene trattata, ma non ospedalizzata.
Passa qualche giorno e la 67enne accusa nuovamente un malore. I familiari attivano ancora una volta il Servizio 118 che, dopo un’accurata visita, dispone il ricovero presso il Presidio Ospedaliero di Sant’Agata Militello. Sottoposta a TAC addominale alla donna viene diagnosticato un blocco indestinale. Trattata con clistere, la stessa rimane in osservazione sino al giorno dopo quando i medici decidono di dimetterla. Ma passano pochi giorni e la signora accusa nuovamente un malore. Contattato nuovamente il 118 la paziente viene accompagnata presso il Presidio Ospedaliero di Patti dove, la stessa sera, riscontrata una trombosi, i medici decidono di intervenire con un’angioplastica ad un arto inferiore interessato da un coagulo.
Il giorno successivo i sanitari riscontrano la formazione di nuovi trombi nella parte immediatamente sotto al ginocchio dell’arto in cui erano intervenuti. Il chirurgo vascolare ordina una nuova TAC dalla quale, nella regione addominale, si evince un infarto della milza. I medici ritengono necessaria la rimozione dell’organo, nel corso del quale, non solo veniva riscontrato il disfacimento dello stesso organo, ma anche del sangue coagulato nell’addome. La donna viene intubata ed attaccata ad un ventilatore automatico.
Dopo una nuova valutazione i medici, informando i familiari, concludono che probabilmente sarebbe stato necessario sottoporre la paziente ad un terzo intervento poiché anche sugli altri organi si evincevano evidenti segni di compromissione determinata da un’ampia, ostinata e persistente infezione. Intanto, fisiologicamente, la formazione dei coaguli all’arto destro andava avanti. La situazione andava sempre più degenerando, ma per i sanitari era oramai diventato difficile pesare ad un intervento di amputazione per la delicata situazione clinica in cui versava la paziente.
L’altro ieri, lo scorso 30 giugno, la signora viene urgentemente trasferita in sala operatoria e sottoposta ad un ennesimo intervento che si protrae fino alle ore 16. Alle ore 18:00 i sanitari comunicano ai familiari il decesso. Familiari che, senza pensarci su due volte si rivolgono alla magistratura, chiedendo approfondimenti volti ad accertare se la vita della compianta , sottratta improvvisamente e violentemente all’affetto dei propri cari, poteva essere salvata e, quindi, se sussistono omissioni penalmente rilevanti.
Il pubblico ministero di turno, Andrea Apollonio, del Tribunale di Patti, ieri pomeriggio ha disposto il sequestro della salma – in atto presso l’Ospedale di Patti – sulla quale, con molta probabilità, verrà eseguita l’autopsia atta ad accertare se possano essere stati commessi errori e/o omissioni nelle diagnosi eseguite a cura dei sanitari o che addirittura possa esservi correlazione tra la morte e la somministrazione del vaccino Pfizer sia perché la sig.ra non era affetta da particolari patologie e sia per le complicanze tromboemboliche accertate.
Fonte articolo: https://www.nebrodinews.it/67enne-muore-in-ospedale-la-procura-sequestra-la-salma/