LE FOGNE DELLA STORIA

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DI ROSANNA SPADINI

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Di stagni fetidi la storia ne ha annusati tanti, ma noi ne stiamo vivendo uno veramente degno di nota olfattiva, simile a quelli che hanno segnato le svolte più drammatiche della vita degli ominidi sapiens sapiens di Italian storyteller, reality show visionabile in tempo reale.

Dunque molte tessere del puzzle piduista, puzzolente e nauseabondo, si stanno posizionando sullo scacchiere della storia, e gli italiani, spesso a loro insaputa, soavemente ignari, beatamente increduli, oppure magari furiosamente imbestialiti, stanno assistendo alla trasformazione di quello straccio di democrazia che ci resta in una vera e propria “dittatura della maggioranza”.



Intanto stendiamo un velo melmoso sulle grida vergognose degli spin doctor della menzogna, gazzettieri traditori della patria, quali l’Unità, il Foglio, il Giornale, Repubblica, che blaterano e bestemmiano le loro putrefatte bufale. Tra le altre, Grillo sarebbe stato umiliato da Renzi e i 5Stelle si sarebbero piegati al potere, perché pronti a mediare per le riforme, scodinzolando dietro al premier/padroncino, come cucciolotti desiderosi di coccole.

Forse questi house organ dei poteri finanziari vogliono spacciare come sempre lucciole per lanterne, ma del resto in questo consiste la loro nobile professione, servi dei potenti e sicari della democrazia. Cerchiamo di capire: per la riforma elettorale alle 10 domande del Pd, i 5Stelle hanno consegnato risposte condizionate, che molto spesso vanno in direzione opposta al patto del Nazareno, stretto tra un dipendente Usa e un pregiudicato (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei).
Tra una “pseudo/democrazia totalitaria”, espressione della dittatura della casta, e una “democrazia diretta”, espressione della volontà e dell’impegno dei cittadini, scegliete voi:

Liste bloccate (Pd/Fi) contro preferenze (M5s);

Ridurre l’indennità dei consiglieri regionali (Pd/Fi), già fatto per i 5S restituendo il surplus (M5s);

Senato non elettivo senza potere legislativo, formato da sindaci e consiglieri regionali che fanno i senatori part-time (Pd/Fi); senatori eletti direttamente dai cittadini, full-time, con funzioni anche legislative (diverse dalla Camera), dimezzando le indennità di deputati e senatori (M5s);

Mantenere l’autorizzazione a procedere per intercettare, arrestare e perquisire senatori e deputati (Pd/Fi); abolire l’autorizzazione a procedere, lasciando solo l’insindacabilità per opinioni e voti (M5s)

È evidente che il progetto Pd-FI è assolutamente incompatibile col progetto M5s, dunque perché i colonnelli grillini si sono dati tanto da fare per collaborare con la casta, sapendo benissimo che le loro proposte sarebbero state scartate dai professionisti della menzogna? Perché tanto disappunto di fronte allo snobismo smargiasso del grande rottam’attore, che richiede per iscritto quello che già è stato detto e scritto migliaia di volte?

Semplicemente perché in una società ossessionata dallo strapotere dei media e dell’informazione/spettacolo, chi vuol giocare deve stare al gioco, chi vuol competere politicamente deve saper utilizzare gli stessi mezzi di propaganda dell’avversario, diversamente viene direttamente esautorato della legittimazione di competitor dagli “strateghi della propaganda” (Marcello Foa, “Gli stregoni della notizia”).

Dunque come mai l’onorabile Pd chiede al M5s risposte scritte, rispetto dei tempi, e competenza di contenuti, quando tutto questo non viene assolutamente richiesto a quell’altro interlocutore che è stato condannato a 4 anni di carcere per “frode fiscale” ? (non semplice evasione, ma sistematica e decennale frode ai danni del popolo italiano). Come mai il rispettabile Presidente della Repubblica, interviene come al solito a gamba tesa nel dibattito tra forze politiche, garantendo spudoratamente solo la casta di falchi rapaci che stanno al potere?
Giorgio Napolitano infatti, il padre/padrone/monarca/assoluto ed ereditario, rompe il silenzio nel dibattito sulle riforme legge elettorale/Senato, e nel pieno delle trattative tra Pd e M5s va in pressing: “No inconcludenza, bisogna cambiare per velocizzare l’iter di approvazione delle leggi.”
Già l’avevamo capito che Napolitano difende sempre la casta contro quegli “sporchi democratici” dei grillini, che difendono la Costituzione italiana, quella antifascista e tanto odiata da JP Morgan, anche quando avevano vinto le politiche del 2013, quando di fronte alla domanda di un giornalista che gli chiedeva se avesse sentito il boom, lui rispose bruscamente: “Non ho sentito nessun boom”.

Dunque il Presidente mostra chiaramente di preferire “Il Patto del Nazareno”, che non ha nulla da spartire con la dimensione sacra del divino, se mai con la dimensione privata della truffa a danno degli italiani. È infatti un patto privato, segreto e misterioso, contratto tra Pd e Fi, che garantisce il mantenimento dello status quo politico, il governo delle larghe intese mafiose, il drenaggio sistematico di denaro pubblico a vantaggio di politici e aziende private (Mose, Tav, Expo), quindi la salvaguardia delle aziende del noto pregiudicato, la sua immunità giudiziaria per altri problemucci retroattivi e futuri, il controllo assoluto del partito Fi da parte del suo signore padrone, del resto creato da un altro nobile pregiudicato, or ora in galera.

Le “riforme” in programma sono dettate dal vero potere che governa l’Italia, che è l’espressione euroatlantica delle multinazionali dominanti. Queste spudorate “riforme”, se portate a compimento, instaureranno la dittatura della maggioranza e del suo leader, unico uomo al potere. Quindi non disturbare il manovratore !

Infatti la legge elettorale “Italicum” progettata dalla casta pura e immacolata, ripropone: liste bloccate, deputati nominati, soglie di sbarramento piuttosto alte, ballottaggio, premio di maggioranza calcolato appositamente per ostacolare le opposizioni (M5s), perché: per ottenerlo subito il, il primo partito (o coalizione) deve raccogliere almeno il 37% dei voti: nel qual caso gli spetta il 55% dei seggi, pari a 340 deputati, se invece nessuno arriva al 37%, i primi due classificati si sfidano al ballottaggio e chi vince (con almeno il 51%) incassa 327 deputati. Cioè: chi ha meno voti (37% o più) ha più seggi e chi ha più voti (51% o più) ha meno seggi. Ma non basta: prendiamo una coalizione con un partitone al 20% e cinque partitini al 4% ciascuno. Totale: 40%, con premio al primo turno. Siccome nessuno dei partitini alleati supera il 4,5%, il partito del 20% incamera il 55% dei seggi. E governa da solo, confiscando il potere legislativo, che di fatto coincide con l’esecutivo a colpi di decreti e fiducie.

Il “Senato delle autonomie” sarà formato da 100 senatori non eletti, scelti tra sindaci e consiglieri che scadranno ciascuno insieme alle rispettive cariche comunali e regionali, trasformando Palazzo Madama in un albergo a ore, con sindaci che vanno e consiglieri che vengono. I senatori non voteranno più la fiducia né saranno chiamati ad approvare, emendare, bocciare le leggi. Esprimeranno solo pareri non vincolanti, salvo per le norme costituzionali.

I partiti di opposizione saranno in parte decimati dalle soglie di sbarramento dell’Italicum, poi per i superstiti, la riforma costituzionale sancisce l’uso della “ghigliottina”, già calata dalla presidente Laura Boldrini contro il M5S che tentava di impedire la conversione in legge del decreto-regalo alle banche.

L’elezione del presidente della Repubblica sarà controllata dalle scelte del premier, forte del 55% dei deputati da lui nominati, gli basteranno 33 senatori per raggiungere la maggioranza semplice dell’Assemblea e mandare al Quirinale un suo fedelissimo. Inoltre, dopo il precedente regime “monarchico-presidenzialista” di Napolitano, che ha rivestito il proprio ruolo a colpi di invasioni di campo, il nuovo inquilino del Quirinale potrà arrogarsi enormi poteri d’interferenza in tutti i campi, giustizia in primis.

Nulla cambia nell’elezione dei giudici costituzionali, chi va al governo con l’Italicum (anche col 20% dei voti) controllerà direttamente o indirettamente ben 10 dei 15 giudici costituzionali: così, occupati i poteri esecutivo e legislativo, il premier espugna anche il supremo organo di garanzia costituzionale. E sarà molto difficile che la Consulta possa ancora bocciare le leggi incostituzionali, o dare torto al potere politico nei conflitti di attribuzione con gli altri poteri dello Stato.

Per quanto riguarda i vertici della magistratura li sceglierà il Csm sempre più “controllato dal governo” e ad aumentare l’influenza politica concorrerà anche il progetto immaginato da Violante e sostenuto da Renzi di assegnare i procedimenti disciplinari per il giudizio sui magistrati ad un’Alta Corte a maggioranza partitica (per la serie, attento a ciò che fai, se no ti stiro).

L’immunità parlamentare, prevista in Costituzione per le Camere elettive, viene estesa a un Senato non elettivo, composto da sindaci e consiglieri regionali che per legge ne sono sprovvisti, e che all’occasione ne approfitteranno molo gradevolmente, così da evitare arresti, intercettazioni e perquisizioni. Il governo poi continuerà a dominare la Rai, rapinata però di 150 milioni e sull’orlo del default. Mentre i giornali continueranno a rappresentare il dispositivo ideale per estorcere milioni di fondi pubblici.

Eppure la storia della Repubblica, in tempi eticamente paleolitici, ha conosciuto anche Padri nobili, come Enrico De Nicola, Alcide De Gasperi, Piero Calamandrei, Umberto Terracini … ce li siamo dimenticati? La nostra contemporaneità invece conosce patrigni molto meno nobili, patrigni /padroni, insensibili, dispotici e autoritari.

Piero Calamandrei diceva: “Dietro ogni articolo della Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta.” E ancora: “La libertà è condizione ineliminabile della legalità; dove non vi è libertà non può esservi legalità.” Oppure: “La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare.” 

Ebbene oggi l’aria sta venendo a mancare e gli italiani cominciano a boccheggiare, come fossero pesci impazziti, usciti da quello stagno puzzolente che è diventata la vita politico istituzionale dell’Italia. Lo fanno per cercare di sopravvivere o, in alcuni disgraziati casi, anche per suicidarsi.

Rosanna Spadini

Fonte: www.comedonchisciotte.org

12.07.2014

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