ISRAELE STA CERCANDO DI PROVOCARE UNA TERZA INTIFADA ?

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DI SAMER BADAWI

972mag.com

Sono in corso le più grandi incursioni israeliane in Cisgiordania dalla Seconda Intifada,mentre continuano gli attacchi aerei su Gaza per la quinta notte consecutiva. “La serata è stata più lunga del solito”, dice un mio amico di Gaza, si è sposato da poco, e lui e sua moglie si sono trasferiti all’attico di un condominio con vista panoramica su Gaza City.

Nella foto: Soldati israeliani arrestano dei palestinesi all’incrocio Gush Etzion, vicino alla città palestinese di Betlemme, il 16 giugno 2014. (Oren Ziv / Activestills.org)

Per le ultime cinque notti, il panorama che vedai dalla sua casa gli ha dato la possibilità di vedere, come in un reportage giornalistico, tutta la campagna dei bombardamenti israeliani – la più lunga campagna, dal novembre del 2012, dall’inizio dell’ Operazione Pilastro della Difesa, dell’attacco di nove giorni fa sulla striscia di 25-miglia. Allora Israele aveva giustificato i bombardamenti, in cui avvennero attacchi che Human Rights Watch aveva definito in violazione alle leggi di guerra, come “strumento di dissuasione” contro i razzi lanciati da Hamas.

Non importa se l’attacco del 2012 era stata la risposta di Hamas a Israele per l’assassinio di Ahmed Jabar, capo dell’ala militare di Hamas, che era stato responsabile della diffusione della violenza, scoppiata dopo che i soldati israeliani avevano invaso Gaza l’8 novembre, uccidendo un ragazzo palestinese di 12 anni. L’attacco del 2012 per lo meno è stata la conseguenza di una serie di impegni presi da Israele che, comunque, aveva disatteso.

La campagna che è cominciata adesso non ha nessuna gustificazione, non mostra nessuna coerenza. Se l’obiettivo è quello di ritrovare i tre studenti yeshiva che sono scomparsi in Cisgiordania – nei territori occupati sotto il pieno controllo militare israeliano – allora perché Israele sta bombardando Gaza?

Vedi : Perché la risposta israeliana ai rapimenti ci sembra di averla vissuta ?

ASCOLTATE : un ufficiale israeliano che ieri ha parlato ad un canale ultra-ortodosso e lascia percepire qualche squarcio delle vere di intenzioni di Israele: “In realtà il nostro vero obiettivo”, ha detto sulle operazioni militari in corso a Jenin “è provocare [i palestinesi] a causare disordine, e poi colpire tutti quelli che hanno provocato i disordini.”

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Nella foto: Un ragazzo palestinese sul tetto della sua casa distrutta dalle macerie dei bombardamenti israeliani nella zona di Al Shoja’iya di Gaza City, 2 dicembre 2012.

Se Israele spera di provocare Hamas per far lanciare una raffica di razzi da Gaza, la tattica finora non ha funzionato. Una spiegazione si potrebbe trovare nel fatto che Hamas considera una “non-reazione” come una opportunità per guadagnare considerazione politica fra i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania. Il calcolo è semplice: Hamas sostiene, almeno pubblicamente, il fronte unito che ha stretto con Mahmoud Abbas. Nel frattempo, il leader di Fatah sta minando la sua credibilità, giurando di voler continuare la sua “cooperazione sulla sicurezza” con Israele.

A lungo termine, questa strategia potrebbe produrre vantaggi politici per il gruppo islamista. Ma questo non è il momento per manovre politiche. Il mio amico di Gaza mi dice che i raid sono più bassi, che le eco di ogni esplosione sono sempre più forti. E, la quinta notte, sono anche durati più a lungo – questa volta ferendo sei persone, tra cui quattro bambini.

Nel frattempo, la Cisgiordania sta subendo il più grande assalto militare israeliano dopo la Seconda Intifada. Giovedì sera, i soldati israeliani hanno ucciso Jihad Mohamed Duadin, di 13 anni, nella città di Dura, vicino a Hebron, e hanno lasciato un altro adolescente palestinese in condizioni critiche, dopo avergli sparato in una località vicina a Qalandiya. Per non parlare di tutte le incursioni da nord a sud che hanno strappato centinaia di persone dalle loro famiglie, saccheggiato le case, e isolato città e villaggi palestinesi.

Una cosa è chiara

Mentre Israele va avanti per questa strada, né Fatah né Hamas hanno i mezzi per proteggere le popolazioni che li sostengono e che rappresentano e i palestinesi in Cisgiordania e a Gaza continuano a sopportare il peso del pungolo di un Israele che li sta uccidendo : è a loro che Netanyahu e Co. alla fine dovranno rispondere.

E se la storia insegna qualcosa, allora non ci sarà nessuna forza militare che riuscirà a farli restare in silenzio.

Fonte: 972mag.com

Link: http://972mag.com/is-netanyahu-trying-to-force-a-third-intifada/92320/

20.06.2014

Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario.

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Badawi: Why Israel’s response to the kidnappings feels awfully familiar
Omer-Man: Rights groups say response to kidnapping is collective punishment
Matar: Israel’s crackdown moves beyond Hamas militants

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