GEAB N. 87 – C’ERA UNA VOLTA L’AMERICA

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FONTE: LEAP2020.EU

Il declino degli Stati Uniti lo abbiamo più volte analizzato, ne abbiamo ripetutamente scritto … ed ora non possiamo che confermarlo.

Il fatto che i media sostengano che l’America abbia ritrovato sia la salute economica [1] che un fiorente mercato del lavoro [2], che sia dotata di un futuro energetico veramente roseo [4] e che continui ad essere un modello per l’Europa e per il mondo [3] … ci costringe a presentare, di conseguenza e per l’ennesima volta, uno sguardo chiaro, brutale e senza compromessi sulla realtà economica, finanziaria e politico-sociale degli Stati Uniti e degli americani.

All’ostinazione della propaganda “americanista”, non possiamo che opporre un’analoga resistenza.

Certo, gli indici di borsa sono alle stelle, ma questo non significa che una società ed un’economia siano uscite dalla crisi. Il record è l’effetto sia della politica monetaria dei “soldi facili” (praticata dalla Fed), che dell’impasse in cui sono piombati gli investitori, che non trovano altri investimenti che non siano quelli sui sopravvalutati titoli azionari e sull’ingannevole finanza innovativa.

Gli Stati Uniti stanno distruggendo sé stessi ed il mondo. “Gli dei accecano coloro che vogliono perdere” … e ciechi, riguardo la realtà mondiale, gli americani lo sono per davvero. La smisurata arroganza di una nazione che considera sé stessa “il paese di Dio”, la “numero” uno su tutte le cose di questo mondo, l’araldo di tutti i valori dell’umanità, sta spingendo gli Stati Uniti verso un abisso.

UNA SUPER-POTENZA DISTRUTTA DALLA SUA ARROGANZA (E CHE ORA STA DISTRUGGENDO IL MONDO)

In Medio Oriente la politica americana ha lasciato un enorme caos geopolitico, praticamente senza precedenti nella storia del mondo, al punto che l’intera regione è in fiamme e senza alcuna speranza che dal caos possa emergere una forza stabilizzatrice.

Questo caos rischia di durare a lungo. Dopo 13 anni di guerra al terrorismo gli Stati Uniti, infine, consentono ad un gruppo islamico crudele e fanatico di stabilirsi in modo permanente in una zona sufficientemente ricca di risorse da poterlo finanziare, rendendolo ancor più potente. Combattendo il terrorismo, gli Stati Uniti lo hanno reso più forte che mai. [5]

Dobbiamo ricordare, a questo punto, quali erano gli obiettivi che gli Stati Uniti si erano prefissati con l’invasione dell’Iraq: volevano trasformare tutti i paesi della regione, dal Marocco al Pakistan, dalla Turchia allo Yemen, in paesi democratici, secolarizzati, con un buon livello d’istruzione e delle buone opportunità economiche. [6]
Vista la situazione di oggi, rileggendo quel piano iniziale [7] per come era stato presentato dai neo-conservatori, siamo veramente esterrefatti sia dalla loro ingenuità che dalla loro testardaggine nel voler eliminare dalla realtà mondialequalsiasi parte che in quel momento non si adattava al mondo che essi volevano.

E la stampa americana marciava di pari passo [8], anche se il New York Times si è poi scusato per non aver fatto il suo lavoro di “quotidiano indipendente”, scrivendo sull’invasione dell’Iraq. [9]

Non contenti di aver destabilizzato il Medio Oriente, gli Stati Uniti stanno cercando di destabilizzare anche l’Europa, una regione che aveva trovato, dopo la caduta del “Muro di Berlino”, una pace sufficientemente stabile e serena.
La crisi ucraina ha le sue radici nella politica americana basata sul “contenimento della Russia”, che a sua volta ha il punto d’ispirazione e di partenza nel famoso “Long Telegram” [10] inviato da George Kennan (Ambasciatore a Mosca) il 22 Febbraio 1946, in cui esprimeva la convinzione che, sul lungo termine, la pace con la Russia era impossibile, perché questo paese stava ancora cercando di ampliare la sua potenza ed il suo territorio, e che quindi c’era necessità di una permanente “politica di contenimento”.

Sarebbe profondamente preoccupante se chi è al potere a Washington non fosse in grado di cogliere la differenza tra l’Unione Sovietica sotto Stalin e la Russia di oggi sotto Putin.

La Russia fu duramente colpita dal crollo dell’Unione Sovietica (e quindi dalla perdita del 22% del suo territorio, del 50% della sua popolazione e della sua rete di stati-satellite, che passarono quasi tutti nel “campo occidentale”), la sua economia fu notevolmente compromessa dal programma “riformatore” del FMI ispirato dagli Stati Uniti (che le fece perdere gran parte della sua ricchezza nazionale, con le famigerate privatizzazioni riservate alla nascente “classe degli oligarchi”) [11], e fu infine circondata sia dall’alleanza militare avversa (la NATO, che si era fortemente ampliata) che dal blocco economico europeo (presente finanche all’interno del suo stesso ex territorio, il Baltico).

La capacità di analisi e la comprensione degli affari mondiali dei funzionari americani ci hanno sempre impressionato molto poco, ma il pensiero che Washington non capisca la differenza fra l’Unione Sovietica di ieri e la Russia di oggi non ci sfiora nemmeno.

L’obiettivo del “contenimento” è legato essenzialmente a motivazioni di tipo economico: l’aspirazione dei funzionari americani è quella di aprire l’Ucraina ai prodotti americani, di impossessarsi del suo immenso patrimonio agricolo [12] (la speculazione si sta gettando sul settore alimentare) [13] e delle sue grandi società [14], e di aprire infine il mercato energetico europeo al gas ed al petrolio di scisto americano. [15]

Ma qualunque sia la reale motivazione, per portare avanti una politica di “contenimento” gli Stati Uniti devono detenere, o devono poter acquisire, i mezzi necessari per poterlo fare. Ma questo non è ancora il caso.
Il Ministro della Difesa Chuck Hagel ha presentato varie proposte volte a ridurre la spesa militare che, secondo USNews, “trasformeranno la difesa americana in una forza praticamente irriconoscibile rispetto a quella del dopo guerra-fredda, che ha affrontato 13 anni di guerra nei territori del Medio Oriente”.

Tredici anni di guerra … e che risultati! L’Afghanistan continua ed essere destabilizzato [16] ed è ancora il primo produttore di oppio al mondo. [17] In Iraq l’autorità del governo centrale è implosa, mentre in Siria la lotta contro il dittatore Assad (che è ancora al potere) ha generato un nemico ancor più feroce, l’ISIS, che alcuni comparano addirittura al terribile Gengis Khan. [18] Per concludere, si è dovuto promuovere l’Iran al rango di “alleato di fatto” nella regione. [19]

Tutto ciò a cui i funzionari americani hanno dato inizio, negli ultimi tredici anni, si è trasformato in un disastro. Ed i costi saranno conseguenti: secondo uno studio dei ricercatori di Harvard [20], gli Stati Uniti dovranno pagare, per le guerre contro l’Iraq e l’Afghanistan, una fattura compresa tra i 4 ed i 6 miliardi di dollari (ampiamente al di sopra della spesa federale che era stata prevista per l’anno fiscale 2014). [21]

Quote consistenti delle spese correnti saranno impegnate per la cura ed il sostegno finanziario ai veterani di guerra, che peseranno sui conti pubblici americani per tanti anni ancora.

Ormai da molti anni gli Stati Uniti non sono più la superpotenza in grado di risolvere qualsiasi problema attraverso una campagna militare. La causa è da ricercare innanzitutto nello squilibrio tra ambizione e sforzo, e subito dopo nella mancanza di risorse. Visto che il potere globale degli Stati Uniti è stato costruito sul potere militare, questo paese è ormai solo l’ombra di quello che era stato.

Se non abbiamo mezzi sufficienti per le nostre ambizioni, allora dobbiamo trovare qualcun altro che faccia il lavoro per conto nostro. Non è quindi sorprendente che il governo americano abbia riscoperto l’utilità della NATO per muovere le sue pedine in Ucraina. Ha messo in atto un’enorme pressione sui governi dei paesi membri, perché essi aumentino il loro budget militare, ma l’esito è stato abbastanza incerto. [22]

L’obiettivo di effettuare nuove spese militari per un importo pari al 2% del PIL di ogni singolo paese, in effetti, è stato spalmato su un periodo che arriva fino al 2024. Il Ministro della Difesa tedesco, oltretutto, il giorno successivo ha ulteriormente ridimensionato questa decisione, definendola una mera “dichiarazione d’intenti”. [23]

Allo stesso modo, la decisione di creare una forza d’attacco-rapido pari a 3.000-5.000 soldati, impallidisce davanti ad un esercito russo pari a 1,15 milioni di soldati e a 2 milioni di riservisti pronti a combattere. [24]

Questa forza d’attacco dovrebbe essere dotata, oltretutto, di un equipaggiamento leggero, in ossequio all’idea, veramente geniale, che tutto ciò permetterà ai soldati di schivare più facilmente i 6.500 carri armati russi! [25]
Dalla fine della Guerra Fredda l’esercito russo è cambiato poco, continuando ad essere un esercito adatto soprattutto a vaste operazioni di terra, a differenza degli eserciti degli stati europei membri della NATO, che hanno ridotto i loro numeri, compreso quello dei carri armati, sostenendo che le sfide militari erano diventate di natura completamente diversa.

Così, tra il 1989 e il 2014, la Francia ha ridotto i suoi carri armati da 1.348 a 297 unità [26], la Germania da 2.125 a 225 [27], ed in entrambi i paesi il servizio militare obbligatorio è stato eliminato o sospeso. L’America, infine, 25 anni dopo la caduta del “Muro di Berlino”, è militarmente così poco presente in Europa, che qualsiasi idea di un confronto militare con la Russia appare di assoluta incongruità. [28]

Nel confronto con la Russia la NATO è come un’ape davanti ad un orso … è destinata ad un inevitabile fallimento, prova assoluta che i funzionari americani hanno perso qualsiasi senso della realtà!

Il “colpo di stato” orchestrato dall’Occidente ha fatto perdere legittimità al governo centrale ucraino nei riguardi della popolazione di lingua russa, e ha quindi aperto la strada all’acquisizione dell’Ucraina Orientale da parte della Russia, probabilmente sotto forma di un’ampia autonomia all’interno di uno Stato Federale Ucraino, sottoposto ad una forte influenza russa.

Analogamente a quanto avvenuto in Medio Oriente, la politica ed il comportamento del Governo degli Stati Uniti, basati sull’infallibilità delle sue strategie e sulla sua onnipotenza, ha gettato nel caos un’intera regione ed ha rafforzato, in fin dei conti, le forze che si opponevano agli Stati Uniti. […]

Fonte: ww.leap2020.eu

Link: http://www.leap2020.eu/GEAB-87-est-disponible–Il-avait-ete-une-fois-l-Amerique_a16838.html

15.09.2014

Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org cura di FRANCO

NOTE:

[1] Ad esempio: Figaro du 29/05/2013 – Croissance: Pourquoi les États-Unis décollent et pas l’Europe; Huffington Post du 01/02/2014 – La reprise égoïste des États-Unis fait trembler le monde; euronews du 29/07/2014 – La Fed se réuni en attendant des chiffres confirmant la reprise; Süddeutsche Zeitung du 29/01/2014 – US-Notenbank will (wegen des Wirtschaftsaufschwungs) Anleihenkäufe weiter drosseln; Die Zeit du 12/04/2013 – Amerikas neue industrielle Revolution; Huffington Post du 10/03/2014 – The US Recovered Faster From The Recession Than Every Other Country But Germany; USNews du 15/012014 – 5 Reasons Why 2014 Is Looking Good For The U.S. Economy
[2] Ad esempio: CNN Money du 04/06/2014 – U.S. soon to recover all jobs lost in crisis; Süddeutsche Zeitung du 12/05/2014 – Arbeitslosenquote fällt auf Niveau zur Lehman-Pleite; Der Spiegel du 15/07/2014 – Fed Chefin Yellen deutet Zinserhöhung an – wenn die Arbeitslosigkeit weiter sinkt; rfi du 02/08/2014 – Aux États-Unis, la reprise du marché de l’emploi se poursuit ; Les Echos/Bourse du 07/06/2013 – Les Echos/Bourse du 07/06/2013 – La reprise du marché de l’emploi toujours fragile aux États-Unis.
[3] Ad esempio: Die Wirtschaftswoche du 04/09/2014 – Zukunft der Weltwirtschaft hängt von Amerika ab; DerStandard.at du 20/12/2013 – US-Wirtschaft zieht an Europa vorbei; atlantico.fr du 18/06/2013 – États-Unis-Europe, le match des politiques économiques face à la crise : la réponse avec le graphique qui tue (ou pas?); o, in materia di transizione energetica: DWN du 01/03/2014 e du 24/04/2014 in favore del fracking.
[4] Business insider du 10/09/2013 ; USA Today du 23/10/2013;BBC du 02/04/2014; TheGuardian du 12/11/2012 ; Courrier international du 23/11/2011 ; La Croix du 15/05/2014 ;
[5] 5 ways the US Enabled the Radical Islamic State (5 metodi a disposizione degli Stati Uniti per neutralizzare lo Stato Radicale Islamico). Fonte: AlterNet du 07/09/2014
[6] Per un richiamo generale sull’argomento si veda: Institute of Policy Studies
[7] Questo articolo sembra il ‘punto zero’ di questa politica della follia: Victor David Hanson, ‘Democracy in the Middle East’, le 22/10/2002 dans le Weekly Standard
[8] William Safire‚ Creeping Democracy, le 22/03/2004 dans le New York Times
[9] New York Times: We were wrong on Irak. Fonte: The Guardian du 26/05/2004
[10] 22 february 1946: George Kennan sends ‚long telegram‘ to the state department
[11] Si veda: Libération du 28/08/1998
[12] Global research du 25/03/2014
[13] Le Monde du 13/09/2012 ; foodwatch du 07/07/2014: Les spéculateurs de la faim
[14] Il figlio del Vice-Presidente Americano Joe Biden, Hunter Biden, ottiene un alto incarico presso la Burisma (produttrice di gas). Fonte: Der Spiegel du 14/05/2014
[15] Si veda: Student reporter du 30/07/2014
[16] “2014: Withdrawal continues and insurgency increases.” Wikipedia
[17] “Afghan opium production explodes despite billions spent’ says US report”. Fonte: The Guardian du 30/04/2014
[18] Fonte: Reuters du 20/07/2014
[19] Fonte: Washington Post du 19/06/2014
[20] Washington Post du 28/03/2013 : Study: Iraq, Afghanistan war costs to top 4 trillion.
[21] Fonte: USGovernmentspending.com
[22] Si veda: FAZ du 05/09/2014
[23] Fonte: Badische Zeitung du 10/09/2014
[24] Fonte: Wikipédia
[25] Fonte: Wikipédia
[26] Fonti: http://www.senat.fr/questions/base/1990/qSEQ900811332.html; wikipedia
[27] Fonte: Wikipedia
[28] Si veda: The New York Times du 26/03/2014 “Military Cuts Render NATO Less Formidable as Deterrent to Russia”.

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