Continua la serie inerente le prossime elezioni amministrative ed europee previste per l’ 8 e 9 giugno prossimi.
Si alterneranno tante voci e posizioni, nella migliore tradizione di CDC, utenti e lettori sono invitati e benvenuti al dibattito: andare, o non andare, a votare? Questo è il dilemma…
Buona lettura.
La Redazione
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Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org
E a quel punto Pierino disse piagnucolando: “E allora io non ci gioco più!”
Quanti anni pensate che abbia Pierino? Tra 2 e 7 anni, oppure tra 20 e 70 anni o più?
Relativamente al gioco elettorale il Pierino nostrano è senz’altro del secondo tipo, il Pierino anagraficamente adulto, per quanto riguarda almeno metà del campione. L’altra metà essendo rappresentata da un Pierino spesso “embedded” nella guerra dell’informazione e della propaganda mediatica, un Pierino completamente manipolato e pertanto indegno di vivere democraticamente.
Ancora una volta i mandanti del “divide et impera” hanno ottenuto lo scopo, spaccare a metà la popolazione, a tutto loro vantaggio.
«Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.»
Sarebbe a dir poco imprudente dar torto a Salvatore Quasimodo. Eppure è vero anche il contrario: nessuno può essere veramente solo, neppure un orfano o un trovatello. Tutti hanno un padre e una madre per legge naturale, e la maggior parte ha fratelli, figli, nipoti, amici, amanti, complici. Sempre che non prevalgano le nuove tecnologie transumaniste, ma per ora godiamoci un presente tradizionale.
Ed è proprio grazie alla morte individuale predestinata che siamo tutti costretti a trascendere l’unitarietà concettuale rappresentata dall’io, cioè dall’entità che, tra le altre cose, si presume governi la nostra singola vita.
Senza l’ingombrante presenza di un io-governo saremmo dei pesci fuor d’acqua, dei semplici animali quasi senza più istinti, candidati a rapida fine prematura. E questo nessuno lo vuole.
Così si colloca all’interno della nostra condizione esistenziale la dimensione sociale, che ci appartiene ed alla quale apparteniamo, compresa la necessità di un governo unitario.
Gli antenati delegavano, subendolo, il governo comunitario al capo-clan, al capo-tribù, allo stregone, ai sacerdoti, al Principe o al Re, che poi si fa Imperatore. Oggi deleghiamo il potere di governo alla rappresentanza democratica, che si auto contraddice facendosi casta, fatalmente corrotta dal superiore potere finanziario. Abbiamo scelta? No, questo è il destino di sempre, diversamente rappresentato nelle varie epoche ma inesorabilmente tendente verso il principio democratico inteso come metodo di governo, per quanto tradito e irraggiungibile appaia nella realtà quotidiana.
Se ognuno non è solo, tutti insieme siamo però soli, con o senza la presenza incombente di un “grande fratello”, che comunque è parte di una famiglia allargata. E infatti distinguiamo il governo a più livelli, separandone le competenze, da quello locale in su. Di extracomunitari ne conosciamo tanti, anche troppi, ma di extraterrestri ancora nessuno, pur sapendo che necessariamente esistono, e che quindi prima o poi ci avremo a che fare, senza che neppure questo possa eludere in alcun modo il problema dell’autogoverno. Si può infine obiettare che l’unità-governo non riguarda gli schiavi, che non possono scegliere. Tuttavia nessuno può scegliere di non scegliere, questa è una contraddizione in termini insanabile. La condizione di schiavitù, parziale o totalizzante, essendo parte intrinseca della condizione umana, non può essere una scusante per declinare ogni responsabilità di autogoverno.
Ho letto e ascoltato le ragioni dei votazionisti e degli astensionisti, che meritano tutte rispetto, tranne quando esprimono una totale mancanza di rispetto della controparte, cosa che purtroppo capita spesso, a testimonianza della profondità del solco tracciato dalle “superiori” entità divisioniste di cui sopra. E mi sono schierato, ancora una volta e non senza il beneficio del dubbio, dalla parte di chi esce di casa per andare a votare, magari annullando la scheda, forma volgare ma obbligata vista l’assenza della casella “astenuto”. E’ fondamentale capire l’enorme differenza che c’è tra la dichiarazione formale di astensione (scheda nulla) e l’astensione implicita nel non votare. E’ la differenza tra l’assumersi la responsabilità dell’autogoverno, che abbiamo visto esistere comunque, e la fuga dalla realtà del Pierino infantile di cui sopra. Col massimo rispetto per la condizione infantile, caratteristica enormemente prolungata nella specie umana, che sta a fondamento dell’evoluzione e della conseguente primazia su tutte le altre specie terrestri più evolute. Questo è ovviamente un giudizio politico, non biologico. Non me ne vogliano i batteri.
In sintesi perché è più giusto votare comunque? Per il semplice fatto che siamo, in quanto umani, predestinati ad autogovernarci, così come la forma di auto-governo democratico è l’unica meta possibile ed auspicabile di un lunghissimo percorso di civiltà ancora ai primi passi, che non va interrotto in alcun modo. Se l’ ”offerta politica” è irricevibile, a maggior ragione è giusto e doveroso esprimere attivamente il proprio dissenso in modo chiaro ed esplicito, mentre la non partecipazione non può distinguere tra le forme più elevate delle motivazioni protestatarie ed il semplice menefreghismo irresponsabile. L’infanzia dell’essere umano è la più lunga di tutte, ma anche lei finisce biologicamente. Sarebbe il caso di verificare con una semplice autoanalisi se è finita anche psicologicamente.
Di Alberto Conti per ComeDonChisciotte.org
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Il PRIMO ARTICOLO DELLA SERIE
Andare, o non andare, a votare? Questo è il dilemma…
By CptHook
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Per chi fosse interessato/a a dibatterne direttamente con l’autore può contattare la redazione.
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Alberto Conti. Laureato in Fisica all’Università Statale di Milano, docente matematica e fisica, sviluppatore software gestionale, istruttore SAP, libero pensatore, collaboratore di Giulietto Chiesa, padre di famiglia, appassionato di filosofia, psicologia, economia politica, montagna, fotografia, fai da te creativo, sempre col gusto alla risoluzione dei problemi.