VENDETTA, BARBARIE E “BASTARDI SENZA GLORIA” DI TARANTINO

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DI GILAD ATZMON
Counterpunch

Ancora una volta Quentin Tarantino è riuscito a produrre l’impossibile: ‘un film anti Olocausto’. Il genere cinematografico Olocausto può essere colto come una rappresentazione realistica cinematografica della ‘vittima ebraica’ (un individuo innocente e innocuo) di fronte all’ultima brutale ideologia burocratica omicida conosciuta come Nazismo. Il genere può essere recepito come un intenso ricatto emotivo che mira a descrivere la storia del 20° secolo attraverso un’identificazione empatica con un fantomatico, impeccabile protagonista ebraico. Inutile dire che questo genere ha avuto un certo successo. Se si tratta di Schindler’s List, Il pianista, Ogni cosa è illuminata, Il bambino con il pigiama a righe o di qualsiasi altro film sulla Shoah (termine ebraico per Olocausto), è sempre l’innocenza ebraica che affronta un terrore istituzionale di stato.

Tarantino riesce a risolvere la netta discrepanza tra la cinematografica ‘innocenza ebraica’ e l’ebraica nazionalista ‘realtà assassina’. Lo fa completamente attraverso la fantasia. Nella sua ambientazione immaginaria, l’ebreo è un soggetto vendicativo. Egli è un crudele selvaggio iconico e vendicativo, un assassino biblicamente motivato. Nell’epopea più recente di Tarantino, per la prima volta, l’ebreo della Diaspora assomiglia al suo nipote israeliano. Attraverso una trama cinematografica immaginaria, la storia diventa un continuum omogeneo in cui il passato ebraico e il presente israeliano sono unificati in un’implacabile spedizione di vendetta suicida. Se i film davvero assomigliano all’azione del sogno e dell’inconscio, l’ultimo di Tarantino può essere preso come una sveglia; illumina qualcosa che noi insistiamo nel voler sopprimere e negare.

A giudicare dalle apparenze, Bastardi Senza Gloria segue un tipico genere cinematografico hollywoodiano della Seconda Guerra Mondiale. Nel film, un’unità speciale di ebrei americani (I Bastardi Senza Gloria) sbarca nella Francia occupata solo per insegnare ai nazisti in cosa consiste la rappresaglia ebraica. Tendono imboscate alle pattuglie naziste e poi uccidono i loro prigionieri, esibendo una brutalità estrema, sia che si tratti di scalpare i nazisti morti sia che si tratti di uccidere i superstiti fracassando loro il cranio con una mazza da baseball. I Bastardi lasciavano sempre un tedesco vivo a testimonianza della loro implacabile brutalità, così poteva diffondere la notizia del terrore ebraico. Con una baionetta, incidevano una svastica sulla fronte del superstite al fine di rendere i nazisti identificabili a tutti dopo la guerra. Questo è presumibilmente un moderno impiego del marchio di Caino, ma è in qualche modo un gruppo di ‘ingloriosi esseri umani’ che assumono il ruolo di Dio.

La scena d’apertura del film ci porta nella Francia occupata dai tedeschi (1941). Il col. Hans Landa (Christoph Waltz) delle Waffen-SS alias “Il Cacciatore d’Ebrei”, interroga un agricoltore francese produttore di latte su voci secondo le quali egli nasconde una famiglia ebraica locale di produttori di latte. Il col. Landa riesce a piegare il contadino francese che ammette di nascondere gli ebrei sotto il pavimento. Il col. Landa ordina ai suoi soldati di sparare nel parquet uccidendo tutti tranne la giovane Shoshanna (Mélanie Laurent) che riesce a fuggire nel bosco. (Con riferimento al produttore di latte già là, Tarantino riesce in un modo molto sottile ad impostare lo schema per sprigionare la sua fantasia romanzesca. Sarebbe impossibile per me sostenere che NON vi erano agricoltori ebrei produttori di latte che, al momento, lavoravano nella Francia occupata. Tuttavia, è anche vero che l’allevamento da latte non era esattamente una professione tipicamente ebraica. Apprendiamo anche, proprio in questa scena, che i nomi dei figli della famiglia ebraica sono Shoshanna e Amos. Ancora una volta, questo può sembrare un dettaglio. Ma in realtà è piuttosto essenziale. Amos non è affatto un nome della Diaspora ebraica. E’ in realtà un nome biblico.)

Tre anni dopo la sua fuga, Shoshanna riappare a Parigi con una nuova identità. Diventa anche proprietaria di un piccolo cinema. Il film raggiunge il suo culmine quando Shoshanna festeggia l’opportunità di vendicare la morte della sua famiglia. Ella commette un atto eroico suicida, bruciando a morte tutta la dirigenza nazista e l’ alto comando che si trovano raccolti nel suo piccolo cinema per vedere l’ultimo film di propaganda nazista di Goebbels. Mentre i nazisti bruciano vivi e il teatro viene consumato dalle fiamme, con la faccia di Shoshanna che riempie lo schermo, ridendo satanicamente, ella dice alla folla nazista che brucia: “Questo è il volto della vendetta ebraica”. Da un punto di vista ebraico, l’atto suicida di Shoshanna può essere visto in riferimento all’eroico Sansone biblico, che fa cadere il santuario filisteo su di sé uccidendo vecchi, donne e bambini. Nell’ultimo film di Tarantino, più dei nazisti che bruciano gli ebrei, è in realtà l’ebreo che blocca i nazisti dietro le porte e li brucia a morte.

Ebreo vs nazista

Bastardi Senza Gloria mi ha fatto solo sorridere sempre. Quentin
Tarantino è un giusto e ogni ebreo dovrebbe scrivergli un biglietto di
ringraziamento. Ecco il mio

Sara Silverman su Twitter

Ci si può chiedere, come è possibile che un produttore ebreo affiliato con Israele e il sionismo stia dietro ad un film che ritrae gli ebrei in una luce così orribile. La risposta è molto semplice. I sionisti amano considerare se stessi come vendicativi e spietati. In Israele, Sansone, che non è altro che un assassino genocida, è considerato un eroe eterno. E’ persino riuscito ad ottenere un battaglione IDF chiamato come lui. Non è un segreto che la fantasia della ricompensa è profondamente permeata all’interno della psiche sionista e della politica israeliana. Il “Mai più” è lì per suggerire agli israeliani che gli ebrei non saranno mai più mandati come agnelli al macello. Quello che in pratica significa è che gli ebrei combatteranno e colpiranno duro come possono. La rappresaglia è un elemento chiave per la comprensione del comportamento di Israele. Per quanto il film mostri un’immagine terrificante dell’ebreo vendicativo, succede che ebrei e sionisti approvino il film e gli piaccia anche.

Ma Tarantino non si ferma qui. Egli offre anche una dura critica dell’identità ebraica, tracciando un paragone tra i protagonisti ebrei e nazisti.

A differenza dei protagonisti ebrei animati da una vendetta unidimensionale (I Bastardi Senza Gloria e Shoshanna), i nazisti di Tarantino sono più complessi e multidimensionali.

Per cominciare, essi presentano una dualità e perfino una contraddizione tra individualità e ruolo collettivo. Mentre i protagonisti ebrei presentano una convinzione che unifica il personale e il tribale nella ricompensa, il col. Landa, il “Cacciatore d’Ebrei” delle SS rimbalza tra edonismo e asservimento omicida nazista. Il col. Landa è anche un austriaco molto ben educato, un uomo colto e affascinante. Eppure, in pochi secondi potrebbe trasformarsi in una bestia mostruosa. Interpreta il suo comportamento in termini di produttività; sta ‘facendo il suo lavoro’. Alla fine della giornata, è un detective e il suo compito è quello di individuare gli ebrei nei loro nascondigli. Il col. Landa è persino disposto ad ammettere che lui è bravo a farlo perché è in grado di ‘pensare come un ebreo’: può prevedere in che modo le persone che ‘mancano di dignità’ potrebbero comportarsi. A differenza dei protagonisti ebrei che non sanno parlare nessuna lingua straniera, il col. Landa è immerso nella cultura occidentale. Parla correntemente l’inglese, il francese e l’italiano, oltre al suo nativo tedesco. A differenza dei protagonisti ebrei che sono concentrati su nient’altro che la vendetta, Landa tradisce infine il Terzo Reich solo per porre fine alla guerra e avere la pace in Europa. Inutile dire che riesce anche a garantirsi, allo stesso tempo, il suo futuro, negoziandolo con un ‘ pezzo grosso’ americano.

Fredrick Zoller (Daniel Brühl), è un altro esempio di identità nazista multidimensionale. Zoller è un giovane eroe di guerra della Wehrmacht tedesca protagonista nell’ultimo film di propaganda di Joseph Goebbels Malgrado Zoller sia una macchina per uccidere decorata, egli è ben lungi dall’essere fiero di esserlo. L’aveva fatto per legittima difesa. Il suo affetto reale è il cinema. E’ al cinema che incontra Shoshanna e si innamora di lei, ignaro del suo retaggio e del suo piano di vendetta. Mentre Zoller riesce facilmente ad allontanarsi dal suo ruolo di eroico soldato nazista o addirittura di macchina per uccidere, Shoshanna non è pronta neppure a prenderne in considerazione la possibilità. Lei è programmata per compiere la sua missione. Finirà per sparargli alla schiena e distruggere il comando nazista.

Guida sommaria al simbolismo di Tarantino

Simbolismo e storia – Come menzionato prima durante il film, i Bastardi Senza Gloria intagliano svastiche sui soldati tedeschi ai quali è consentito sopravvivere alla loro terribile esperienza.

Non è esattamente un segreto che la storia della Seconda Guerra Mondiale sia ben lungi dall’essere ampiamente accessibile o liberamente discussa. Piuttosto che cercare di approfondire il significato della storia e della dinamica storica, siamo soggetti ad una crescente saturazione di simbolismo e anche di legislazione che suggerisce quali vedute sono permesse e quali no. ‘Terrore’, ‘nazisti’ e ‘fascismo’, ovviamente, sono ‘i cattivi’. ‘Democrazia’ e ‘Libertà’ sono le ‘bontà’. Tarantino è qui per offrire una dura critica di quanto sopra. Incidere la fronte delle persone con simboli (svastiche) è una forma di mantenimento di egemonia. Come sembra, siamo solo abbastanza potenti da dettare ‘una verità’. Se invece fossimo stati interessati al significato della nostra storia, avremmo potuto fermare l’Impero di Lingua Inglese dal ripetere il suo crimine dresdiano a Hiroshima, in Vietnam, in Iraq e a Gaza.

Il Golem– Ad un certo punto, l’alto comando nazista è convinto che “L’Orso Ebreo”, un ‘cacciatore di nazisti con un’oscillante mazza da baseball’ è in realtà un vendicativo Golem, chiamato da un rabbino arrabbiato. Nella leggenda ebraica, il Golem è una creatura fatta di argilla e portata alla vita da incantesimi magici. Nel film, “L’Orso Ebreo” è in realtà il Sergente Donny Donowitz (Eli Roth), secondo in comando dei Bastardi. Il riferimento al Golem è piuttosto significativo. A quanto pare, anche i nazisti non possono credere che un essere umano può rivelarsi così brutale verso un altro essere umano. Tuttavia, il simbolismo può anche essere maggiore. Il Golem ha la parola ebraica “verità” incisa sulla sua fronte. Per I Bastardi Senza Gloria il concetto di verità è la ‘verità’ che riescono a imporre agli altri incidendo svastiche sulle loro fronti.

Il Goy Sabbath – Il Tenente Aldo Raine (Brad Pitt), il comandante dei Bastardi, è un Goy [termine ebraico per indicare un non ebreo, ndt] americano che non ha nulla a che fare con l’ebraismo o l’ebraicità. Egli è un ufficiale del Tennessee di accentuato spessore, animato da vendetta. Ci si potrebbe chiedere perché Tarantino avesse lasciato ad un Goy cowboy il comando dei Bastardi ebraici. E’ possibile che Tarantino stia cercando di suggerire che il tenente Raine è solo uno sfogo (o un mercenario su commissione) della rappresaglia ebraica. Sconvolgente come possa sembrare, i suoi rapporti con i suoi subordinati ebraici possono somigliare ai rapporti tra Bush e i suoi Neocon guerrafondai. È difficile stabilire se il tenente Raine è soggetto a giudaificazione o se è lui, essendo un selvaggio assetato di sangue, che sfrutta la vendetta ebraica. Una cosa è piuttosto evidente, secondo l’immaginario cinematografico di Tarantino, la combinazione America ed Ebrei è ben lungi dall’essere una sana avventura umanista.

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[Quentin Tarantino]

Il Film e il Sogno

Invece di guardare al contenuto di un sogno, può anche essere possibile immaginare il sogno che guarda a noi come il suo ‘contenuto di realtà’. Come accade, nel sogno di solito siamo noi e la nostra cosiddetta realtà psichica che veniamo osservati e anche esaminati. L’interpretazione dei sogni si basa, nella maggior parte dei casi, sul presupposto che nel sogno, alcune onde involontarie di pensieri sono lì per far luce sull’essenza del nostro essere. È lì per portare alla nostra attenzione quelle cose che sopprimiamo e neghiamo. Questa idea fa venire in mente lo slogan di Slavoj Zizek del 1960 secondo cui ‘la realtà è lì per coloro che non possono affrontare il sogno ‘.

Il film ricorda il ruolo del sogno. Per quanto tendiamo a credere di essere noi stessi spettatori, di volta in volta, siamo noi che veniamo osservati. L’ultimo film di Tarantino è un classico esempio. È lì per elevare la coscienza verso il regno dei pensieri che noi ci ostiniamo ad evitare. Solleva questioni che sono considerate tabù. Ci offre l’occasione di guardare in noi stessi dal punto di vista dell’inconscio. Attraverso la fantasia, disegna la nostra realtà. Come nel sogno, Bastardi Senza Gloria sposta e rimodella gli eventi, senza alcun impegno di qualsiasi verità storica; non è neppure vincolato a fatti ben accertati. Da questo non deriva alcuna narrazione riconosciuta, tuttavia, fornisce il significato. Il successo del film può essere dovuto alla sua capacità di comunicare con una realtà pre-simbolica (Il Reale lacaniano). Esso ci spoglia del nostro simbolismo e ordine simbolico. Come un’opera d’arte, ci porta più vicino all’Essere. Attraverso la violenza, esso tocca la nostra etica dell’essenza e risveglia la nostra brama di bontà. Per la prima volta andiamo al di là della discrepanza che ci impone di chiudere un occhio sull’origine dei sionisti, sulla barbarie e sul commercio bellico su scala mondiale. Attraverso la fantasia, riusciamo a guardare il male in faccia e questo è esattamente dove Tarantino termina il suo film. Nella scena finale, la fotocamera prende il posto degli occhi del tenente Raine (inquadratura soggettiva o “POV”). Noi sostanzialmente guardiamo il tenente Raine mentre sadicamente intaglia con la baionetta sulla fronte del col. Landa. Nel linguaggio cinematografico, fondamentalmente guardiamo con orrore come il tenente Raine intaglia tutti noi con croci uncinate.

L’inconscio, secondo Lacan, è il discorso degli altri. E’ quella dolorosa verità che si cerca di nascondere agli altri pur sapendo che questo occultamento può essere impossibile. Dal punto di vista ebraico, Bastardi Senza Gloria avrebbe dovuto essere realizzato come l’incubo di un brutto sogno che diventa realtà. È quasi impossibile negare che Tarantino è là fuori a gridare ‘il re è nudo’: egli non è né vittima né innocente. Il fatto che molti ebrei non lo riescono a vedere e, invece, finiscono per lodare il film, può essere un altro inquietante indizio che l’ identità collettiva sionista è riuscita a staccarsi da qualsiasi concetto riconosciuto di realtà umanista. Sebbene possa sembrare triste, esso spiega il sostegno istituzionale del mondo ebraico a Israele. Si può anche capire il perché i sionisti come collettivo non sono riusciti a interiorizzare il significato della Shoa. Invece di cercare la grazia in se stessi, i sionisti continuano a impegnarsi nella caccia al nazista e marchiare gli altri con etichette e simboli diversi.

Per troppi anni, le lobby sioniste in tutto il mondo sono riuscite a smantellare tutte le critiche su Israele. Sono riuscite a trasformare la storia della Seconda Guerra Mondiale in una ristretta zona interna di ricerca ebraica. Sono riuscite a trasformare la nostra conoscenza del passato in uno scambio simbolico, ma non sono riuscite a zittire in qualche modo il sogno. È qui che entra in gioco Tarantino. Attraverso la fantasia riesce a dirci tutto sulla nostra realtà.

Proprio mentre i Bastardi Senza Gloria, Shoshanna e gli israeliani (che si riuniscono sulle colline intorno a Gaza per guardare il loro esercito che semina morte) guadagnano un po’ di piacere dalla vendetta, è possibile che in due ore e mezzo di terapia guidata da Tarantino possiamo, infine, imparare a gustare i nostri sintomi e dire a voce alta: quello che è troppo è troppo. Non più la vendetta tipo Vecchio Testamento e la barbarie. Vogliamo invece grazia e misericordia.

Gilad Atzmon (20 giugno 1963) è uno scrittore e musicista israeliano di musica jazz, ed un attivista contro il sionismo. Attualmente vive a Londra.

Titolo originale: “Vengeance, Barbarism and Tarantino’s Inglourious Basterds”

Fonte: http://www.counterpunch.org
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20.03.2009

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CONCETTA DI LORENZO

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