Guerra in Libia: vergogna agli
Atlantici!
DI ALBERTO B. MARIANTONI
byebyeunclesam.wordpress.com
Il pesante e sproporzionato intervento
armato della NATO contro la Libia (una delle tante guerre per la “pace”…)
che, da più di sei mesi, sta mettendo a ferro ed a fuoco quel Paese,
distruggendo la quasi totalità delle sue infrastrutture e martirizzando
gran parte della sua popolazione, non ha niente a che fare o a che vedere
con i termini della “Risoluzione 1973” del Consiglio di Sicurezza
dell’ONU (No Fly Zone, per la difesa dei civili disarmati)
del 17 Marzo 2011.
Questo, ormai, lo sanno anche i bambini delle scuole elementari. I quali,
oltretutto, sono ugualmente a conoscenza dei reali motivi che sono all’origine
di quel conflitto. Vale a dire, l’immenso e lucroso business mancato
della Francia di Sarkozy con la Grande Giamahiriya Araba, Libica, Popolare
e Socialista del Colonnello Muammar Gheddafi. Un “affaruccio” che
– secondo la maggior parte degli esperti – prevedeva la vendita
al “negro” di turno, da parte di Parigi, di diverse centrali atomiche
civili (destinate a fornire energia elettrica, per alimentare impianti
per la desalinizzazione dell’acqua), di 14 caccia Rafale della
Dassault Aviation (che la Francia, oltre alle sue FF.AA. non è
riuscita, fino ad ora, a vendere a nessun altro Paese!), di 35 elicotteri
da combattimento (Eurocopter EC725 Caracal) e di ben 21 aerei di linea
Airbus (quattro A-350, quattro A-330 e sette A-320, per la Lybian
Airlines, e sei A-350 per l’Afriqiyah Airlines), per diverse
decine di miliardi di euro.
E siccome il Colonnello di Tripoli, dopo la firma degli accordi preliminari
di Parigi (2007), non aveva voluto, per le ragioni che sono sue, ratificare
quei contratti, ecco che il medesimo Colonnello – che all’inizio
degli anni 2000 era addirittura ridiventato frequentabile (vedere per credere)
– ha incominciato ad essere additato al mondo come il mostro sanguinario
che bisognava abbattere ad ogni costo e con tutti i mezzi.
Frankgangsters in azione
Il resto è storia conosciuta.
La Francia, infatti – in stretta combutta con la Gran Bretagna e gli
Stati Uniti (tre Paesi, ormai, da qualche anno, sull’orlo del collasso
economico e finanziario), nonché il sostegno logistico e militare del
ricco e rinnegato Qatar e del suo diffusissimo e bugiardissimo canale
televisivo satellitare Al-Jazeera – non faticherà affatto a convincere
i responsabili degli Stati bancarottieri dell’Occidente ad organizzare
la rapina del secolo, a discapito della Libia: 83 miliardi di dollari
sequestrati negli USA; 52 miliardi di sterline, in Gran Bretagna; 20
miliardi di euro, in Francia; senza contare il “congelamento” preventivo
degli asset finanziari posseduti dalla Libyan Investment Authority
(LIA), dalla Central Bank of Libya (CBL) e dalla Libyan Foreign
Bank (LFB) – ad esempio, presso Banca UBAE SpA di Roma, la
Société Générale di Parigi e la Aresbank SA di Madrid,
nonché la ABC (Arab Banking Corp.) International Bank,
la British HSBC e la British Arab Commercial Bank Ltd
di Londra – né quello delle quote libiche detenute presso Nokia,
EDF-GDF, Lagardere, Nestlé e Danone, Sanofi-Aventi Lab., UniCredit,
ENI, Finmeccanica, Ansaldo, Impregilo, Assicurazioni Generali, Telecom,
la Juventus, etc.
L’ultimo ambito bottino affannosamente ricercato dagli Atlantici in
pieno fallimento (default) – oltre agli immensi giacimenti
di gas e di petrolio di cui sperano di potere, al più presto, far man
bassa in Libia, nel dopo Gheddafi – essendo le 144 tonnellate di lingotti
d’oro possedute dalla Banca centrale libica e che sono tuttora custodite
e salvaguardate dalle ultime forze militari della Giamahiriya.
Altro che “diritti dell’uomo” o gli aneliti di “libertà”
e “democrazia”, del popolo libico!
Capite, ora, il perché dell’urgenza con la quale la Francia, già
dal Febbraio del 2011, incominciò immediatamente a sbracciarsi per
riunire, in quattro e quattr’otto, il Consiglio di Sicurezza dell’ONU,
e con la scusa dei “massacri indiscriminati” (mai verificati!),
delle “fosse comuni” (come quelle, mai esistite, di Timişoara!)
e dei presunti e mai avvenuti “10.000 morti civili” in Libia, falsamente
raccontati da Al-Jazeera (e ripresi a mo’ di “pappagallo” dall’insieme
dei Media dell’Occidente), fece votare le Risoluzioni 1970 e 1973
dell’ONU contro la Giamahiriya, e – il 19 Marzo 2011 – si precipitò,
assieme alle Forze aeree dei suoi accoliti britannici e statunitensi,
a bombardare l’esercito libico? Il tutto, ovviamente, senza tener
conto delle decine e decine di terroristi e di delinquenti comuni arruolati,
addestrati ed armati ad hoc dalle Forze NATO, con il beneplacito dell’onusiano
zimbello-ridens Ban Ki-moon e l’appoggio incondizionato, al suolo
(in violazione delle suddette Risoluzioni!), da almeno quattro mesi,
delle Forze speciali del Qatar, delle SAS (Special Air Service) britanniche
e della BFST (Brigade des Forces Spéciales Terre) francese, nella speranza
di poter detronizzare Gheddafi. E con un “Governo” di burattini,
dal “guinzaglio corto”, tirato fuori dal cappello di un mago e già
pronto all’uso, i cui principali responsabili nulla sembrano riuscire
a potere invidiare ai classici e proverbiali pendagli da forca di qualsiasi
film western americano.
Gli uomini “nuovi” della Libia
Tanto per citarne qualcuno: Mustafa Muhammad Abdel Jalil, il mediatico,
“democratico” e “mite” Presidente dell’attuale Consiglio Nazionale
di Transizione (CNT), quello che Bernard-Henri Lévy ha recentemente
qualificato di “De Gaulle libico” (sic!), è quel “galantuomo”
che per ben due volte (nel 1999 e nel 2007) – in qualità di Presidente
della Corte d’Appello di Tripoli e prima di diventare Ministro della
Giustizia di Gheddafi – ebbe a firmare le condanne a morte nei confronti
del medico palestinese Ashraf Ahmed El-Hajouj e delle infermiere bulgare
Kristiyana Vulcheva, Valentina Siropulo, Nasya Nenova, Zdravko Georgiev,
Valya Chervenyashka, Snezhana Dimitrova, tutti iniquamente accusati
di aver volontariamente contaminato con il virus HIV (Human Immunodeficiency
Virus) o AIDS (Acquired Immune Deficiency Syndrome) più di 400 bambini
libici; Mahmoud Djebril o Jibril, il Presidente del Consiglio esecutivo
del CNT o Primo Ministro, è un personaggio che – a dire dei suoi
ex colleghi di corso negli USA – avrebbe costantemente figurato sul
libro paga della CIA, sin dall’epoca in cui frequentava l’Università
di Pittsburgh, per ottenere un Master (1980) e un Dottorato (1985) in
Scienze politiche; Abdelhakim Belhadj, l’attuale comandante in capo
delle Forze militari ribelli della Tripolitania – che secondo i giornalisti
Webster Griffin Tarpley (USA) e Pepe Escobar (Brasile) si farebbe chiamare,
per l’occasione, Abdel-Hakim-Hasadak o Hassadi o Abu Abdallah Assadaq
– è uno degli uomini di punta di Al-Qaeda, il tristemente noto “Emiro
del terrore” di Derna e già detenuto a Guantanamo, colui che assieme
a Salim Hamdan (l’ex autista di Osama bin Laden) e Mohamed Barani
aveva formato, nel 2000, il Gruppo Islamico libico e convogliato decine
e decine di mujaheddin libici in Afghanistan ed in Iraq.
Occidente: la vergogna del mondo!
Inutile sottolinearlo. Quanto sta avvenendo in Libia ed il banditesco
comportamento dell’Occidente nei confronti di quel Paese – al di
là di quanto mi sono già permesso di analizzare o di commentare in
altre recenti occasioni: Crisi
libica o attacco all’Italia? – Libia: Evviva i “buoni”! – lasciano un profondo e stomachevole “gusto
amaro” alla bocca. Principalmente, in coloro che ancora posseggono
un minimo di senso della Societas, della Nazione e dello Stato,
ed ugualmente dell’Onore, dell’Imparzialità e della Giustizia,
senza contare un’ordinaria, spassionata, umana e virile concezione
della Vita e della Storia.

Quella spiacevole ed insopportabile sensazione di vomitevole e diffuso
disgusto ha quotidianamente tendenza a scaturire dall’incessante sentimento
di frustrazione e d’impotenza che si risente di fronte alle informazioni
ufficiali che – su quella guerra, sin dal primo giorno – sono state
studiatamente ed ingannevolmente fornite all’opinione pubblica dai
Media embedded dei nostri Paesi e dagli uomini politici mainstream delle
nostre Istituzioni. Quegli stessi uomini che, da un lato, ci governano
sfrontatamente per conto terzi e, dall’altro, continuano costantemente
a fuorviare i nostri intendimenti, non soltanto dai banchi della cosiddetta
maggioranza, ma finanche da quelli della così chiamata opposizione.
Pensiamo, per averne un’idea, a quell’inutile e complessato Frattini
che nell’Agosto del 2008 faceva letteralmente a gomitate con gli altri
Ministri del Governo Berlusconi per farsi fotografare più vicino al
Leader libico in visita a Roma, mentre oggi, essendo mutati i “venti”,
non esita affatto, per tentare di continuare a mettere in mostra il
compendio della sua risaputa inanità, ad alzare la voce ed a giocare
le “prime donne”, vomitando a più non posso gratuiti giudizi ed
avventate e puerili sentenze all’indirizzo del medesimo personaggio!
Che volete. La frustrazione ed il senso di impotenza sono in maggior
misura risentiti da coloro che, come me – pur conoscendo a menadito
l’origine culturale del copione propagandistico e comportamentale
che, oggi, gli Atlantici continuano pubblicamente a riservare alla Libia
del Colonnello Gheddafi – sanno di non potere fare concretamente nulla
(se non scrivere qualche modesto articolo sul web), sia per arrestare
e smascherare gli sfacciati, arroganti ed impuniti (per ora…) utilizzatori
e propagatori di quella “tecnica” che per ovviare e porre un qualsiasi
rimedio al triste ed impacciante handicap societario che è inalterabilmente
alimentato dalla continua e costante “memoria corta” dell’uomo
della strada.
Sempre lo stesso “copione”
Intendiamoci: molti cittadini dei nostri Paesi non ne sono al corrente;
altri fanno finta di non saperlo o, magari, di non accorgersene; altri
ancora, lo negano a priori, ma quel “copione” – lungamente e meticolosamente
inculcato a buona parte delle popolazioni europee dall’ideologia giudeo-cristiana
(in particolare, quella cristiano-battista, cristiano-calvinista, cristiano-congregazionista,
cristiano-evangelica, cristiano-puritana, cristiano-presbiteriana, cristiano-quacchera,
cristiano-avventista, cristiano-geovista, cristiano-metodista, cristiano-millenarista,
etc.) e dalla trisecolare prassi liberal-liberista, mercantilista, imperialista
e colonialista statunitense – prende direttamente ispirazione e giustificazione
dal soggettivo ed arbitrario sterminio biblico degli Amalekiti (Genesi
14, 7; Esodo 17, 14; Numeri 13, 29; 14, 25, 45; 24, 20; Deuteronomio
25, 17; Giudici 5, 14; 6, 3, 33; 7, 12; 10, 12; 1 Salmi 15; 27, 8; 30;
2 Salmi 1, 1, 8; 1 Cronache 4, 43) e dei Madianiti (Numeri 10; 25; 31;
Giudici 6; 7).
Il medesimo “copione”, nel corso della Storia, lo ritroviamo sistematicamente
ed invariabilmente applicato – soltanto per citare alcuni esempi –
ai poveri Pellerossa d’America; ai Messicani di Antonio López de
Santa Anna; agli Spagnoli di Cuba e delle Filippine; ai Paesi della
Triplice Intesa nel corso della Prima guerra mondiale; al III Reich
di Adolf Hitler, all’Italia di Mussolini ed al Giappone di Hiro-Hito
e del generale Tojo Hideki, nel corso della Seconda; all’Argentina
di Peron; all’Unione sovietica di Stalin, di Chruščëv/Krusciov,
di Brèžnev, di Andropov, di Černenko e/o di Gorbačëv (prima maniera);
alla Cina di Mao Tse-Tung; alla Corea di Kim Il-Sung e Kim Jong-Il;
al regime cubano di Fidel e di Raoul Castro; al Movimento Mau-Mau del
Kenya di Dedan Kimathi detto “Ciui”; all’Egitto di Nasser; agli
indipendentisti congolesi di Patrick Lumumba; all’Algeria di Ahmed
Ben-Bella; ai Palestinesi di Yasser Arafat, di Georges Habashe e/o di
Ahmed Jibril; al Vietnam di Ho Chi Minh; all’Iran di Mossaddegh, di
Khomeini e/o di Ahmedinejad; al Cile di Salvador Allende; al Nicaragua
di Daniel Ortega; all’isola di Grenada di Bernard Coard; alla Repubblica
di Panama dell’ex agente della CIA, Manuel Noriega; all’Iraq di
Saddam Hussein; alla Iugoslavia o alla Serbia di Milosevic; all’Afghanistan
di Babrak Karmal, di Mohammed Nadjibullah e/o dei Talebani; allo Zimbabwe
di Mugabe; all’Hezbollah libanese di Mohammed Husayn Fadl-Allah e
di Hassan Nasrallah; al Venezuela di Chavez; ai Palestinesi di Hamas;
alla Siria di Bashār al-Asad, etc.
In altre parole, ogni volta, qualunque sia o possa essere l’avversario
con cui l’Occidente è in contrasto o in disaccordo, US-Israel ed
i loro striscianti e strombazzanti valvassini europei pretendono sistematicamente
avere ragione per definizione. E siccome posseggono perfino la forza
militare e propagandistica (spero ancora per poco…) per imporre i
loro punti di vista all’opinione pubblica, come per incanto le loro
false o discutibili versioni della realtà diventano, ogni volta, ufficialmente
oggettive, irrefutabili ed incontestabili!
E, malauguratamente, il più delle volte, il “popolo bue” ci casca.
Se le beve tutte d’un fiato, e ci crede. Permettendo indirettamente
a certi delinquenti in S.P.E. di continuare a regnare!
E’ ciò che sta accadendo, dallo scorso Marzo, in Libia. Dove gli
stessi Paesi occidentali che per 42 anni hanno steso “tappeti rossi”
e rimpinguato le loro casse vendendo, all’ “arabo di servizio”,
tutte quelle armi e quegli equipaggiamenti logistici e militari che
quest’ultimo richiedeva, cercano di farci credere – da 6 mesi a
questa parte – che il medesimo “beduino della Sirte” è sempre
stato un tiranno, un malvivente, un essere terrorista. In una parola
(come al solito): il MALE ASSOLUTO. Qualcuno, cioè, degno, come minimo,
di essere catturato e processato dal Tribunale internazionale dell’Aia,
addirittura per “crimini contro l’umanità”!
Purtroppo, la gente non riesce a rendersene conto. Se riflettesse un
attimo, invece, si accorgerebbe immediatamente che tutte le infinite
ed obbrobriose malefatte che, oggi, vengono quotidianamente attribuite
al Colonnello di Tripoli, sono parte integrante, in definitiva – come
abbiamo visto – di una semplice “tecnica” di guerra.
“Tecnica” che è ben spiegata e riassunta dal filosofo svizzero
Eric Werner, in questo suo paragrafo: “Quando si vuole sterminare
qualcuno, il miglior mezzo (per eliminarlo) è di designarlo come sterminatore.
Che merita, infatti, uno sterminatore se non di essere lui stesso sterminato?
E’ uno sterminatore, dunque, è da sterminarsi!” (De l’extermination,
Ed. Thael, Lausanne, 1993, pp. 91- 92).
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Fonte: Uno
sterminatore è da sterminarsi
01.09.2011