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La Redazione

 

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UN’ANALISI DEGLI ATTACCHI DI OSLO: TERRORISMO O DISTRAZIONE FALSE FLAG?

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A cura di supervice
Il 24 Luglio 2011
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DI MADISON RUPERT
End The Lie

La tempistica di questo incidente è
abbastanza interessante, e le citazioni in qualche modo irrilevanti del Primo Ministro della Nuova Zelanda nel seguente articolo di AFP
la rende ancora più intrigante.

Mentre le tensioni sociopolitiche si
alzano, l’Euro cala e la crisi del debito si aggrava, è stato ancora riciclato il sempre attuale uomo nero di Al Qaeda per unire i popoli contro un nemico esterno.

Subito dopo il lancio della notizia

un’operazione

di spionaggio israeliana era in corso in Nuova Zelanda ancora per furti di identità, e il Primo Ministro si è rifiutato di commentare e ha spostato l’attenzione sull’altro genere di terrorismo globale.

Le false identità che sono state

raccolte dagli agenti israeliani non dovevano essere usate per comprare

birra a ragazzini sotto età, ma sarebbero state utilizzate per operazioni

“delicate” come gli assassini.

Perché questo non viene considerato

un atto di terrorismo globale? Perché non è stato almeno

indagato o analizzato? Quando i leader nazionali si inchinano

ai servizi di intelligence stranieri, il mondo intero ha un problema

da risolvere.

Il presidente statunitense Barack Obama ha

portato le sue condoglianze alla Norvegia dopo il duplice attacco omicida

di venerdì e ha sollecitato le nazioni di tutto il mondo per incrementare

la cooperazione per combattere il terrorismo.

Nel corso di una riunione

con il Primo Ministro neozelandese, John Key, Obama ha definito gli

attacchi “un promemoria che l’intera comunità internazionale ha

il compito di prevenire che questo tipo di terrore prenda piede. […]

Dobbiamo lavorare cooperando insieme con le intelligence per

prevenire questo tipo di attacchi orribili.”

Fulton ha detto all’AFP:

“Gli Stati Uniti hanno contattato le autorità norvegesi per offrire

assistenza, ma finora non ci sono giunte specifiche richieste dalla

Norvegia”.

Il Primo Ministro della Nuova Zelanda,

nella sua riunione con Obama, ha anche espresso “accoramento e preoccupazione”

per gli attacchi in Norvegia: “Se è un atto di terrorismo globale,

allora credo che ci dimostra che nessun paese, piccolo o grande che

sia, è immune dal rischio. […] E questo è il motivo per cui la Nuova

Zelanda prende ancora parte alle operazioni in Afghanistan mentre cerchiamo

di unirci ad altri come gli Stati Uniti per rendere il mondo un posto

più sicuro.”

Leggete ancora qui.

Subito dopo gli attacchi i media

occidentali sono stati in grado di tracciare legami tra l’attacco

e il ramo di Al Qaeda nel mondo anglosassone.

Un articolo del Washington Post pubblicato oggi (ndt:

22 luglio 2011) mostra quanto siano confuse le informazioni sull’attacco.

Il primo paragrafo comincia con l’ipotesi

che gli aggressori fosse un gruppo di militanti curdi, collegati dal

governo USA ad Al Qaeda, chiamato Ansar al-Islam.

Poi, l’ambasciatore statunitense

in Norvegia, Barry White, ha detto in un’intervista che non c’erano

certezze su chi fosse il responsabile fino a quel momento.

Immediatamente dopo, c’è stato un

aggiornamento del redattore secondo cui altri report ufficiali

avevano riferito che l’aggressore fosse un norvegese.

La cosa è chiara: nessuno in

realtà sa cosa sta accadendo e le speculazioni contorte abbondano.

I media mainstream non ci mettono molto per trovare un gruppo

o un individuo responsabile di un attacco, anche se non ci sono

assolutamente prove a sostegno.

Per intorpidire le acque, il sindaco

di Oslo, Fabian Stang, ha

detto alla CNN che non

erano sicuri se la bomba e la sparatoria erano effettivamente attacchi

terroristici!

Come evidenziato dal presidente della

Commissione Europea subito dopo gli attacchi, non è il tipo di

evento che ci si aspetta di vedere in Norvegia.

È stato un vero attacco terroristico

o un altro assalto realizzato da qualche elemento della comunità internazionale

dei servizi di intelligence per distogliere l’attenzione sulle

operazioni di Israele all’estero, dalla devastante crisi finanziaria,

dalle misure di austerity istituite in risposta, dalle caterve

di truffe quotidiane sui debiti sovrani, e dal traballante sostegno

alle guerre in Libia, Afghanistan, Pakistan, Iraq e Yemen?

Se si tratta davvero di un atto terroristico,

devono ancora essere presentate le prove per dimostrarlo. Se fosse una

distrazione, ha una buona tempistica e una buona riuscita.

La sparatoria ben più letale

che ha provocato la morte di almeno 80 persone secondo la polizia norvegese,

è stata attribuita a un norvegese, Anders Behring Breivik.

Apparentemente, si tratta di un terrorista

di estrema destra con nessun collegamento a gruppi di militanti islamici.

È abbastanza semplice che anche l’altro attacco venga attribuito

a un cosiddetto estremista di “estrema destra”.

Come ho evidenziato in alcuni articoli precedenti, la vulgata si sta spostando dai folli musulmani

verso i terroristi “cresciuti in casa”. Negli Stati Uniti questo

gruppo è stato definito come cittadini

sovrani.

Sarebbe interessante vedere quale ideologia

politica o religione venga demonizzata da questo tragico attacco realizzato

da un killer squilibrato.

Qualunque sia la conclusione, possiamo

essere sicuri che le sue azioni verranno motivate dalle sue credenze,

stigmatizzando tutto quello di cui era convinto nei prossimi anni. Come l’islamofobia è ancora comune in tutto il mondo occidentale,

potremo cominciare a vedere la comparsa di una “conservatorfobìa”.

Dovremo aspettare prima di asserire

una conclusione definita, ma, indipendentemente da chi sia dietro a

questi eventi tristi, saranno una distrazione e un argomento per quelli

che cercano di proseguire la farsesca guerra al terrore.

***************************************

Fonte: http://endthelie.com/2011/07/22/analyzing-the-oslo-attacks-terrorist-event-or-false-flag-distraction/#axzz1T1UGg6wU

22.07.2011

________________________________________________

UN’ANALISI DEGLI ATTACCHI DI OSLO PARTE II: SE SI TRATTA DI UN FALSE FLAG, CHI C’È DIETRO?

DI MADISON RUPPERT
Activist Post

Una cosa da dire, prima

di tutto: questi attacchi sono una tragedia, sono da deplorare, orribili

e molto deprimenti. Detto questo, credo che faremmo un disservizio nel

non analizzare questi eventi come gli altri. L’individuo(i) responsabile

deve essere portato di fronte alla giustizia e solo con un’inchiesta

severa e indipendente questo potrà accadere.

Nel mio articolo pubblicato ieri avevo indicato quanto fosse

stranamente corretta la tempistica di questi attacchi. Ma ho errato

nell’evidenziare alcune delle prove più evidenti che mostravano un

ulteriore motivazione per gli attacchi, oltre la spiegazione semplicistica

del terrorismo di Al Qaeda scodellata dai media mainstream

occidentali.

Le prove a favore di

un’organizzazione di militanti islamici erano esili, a dir bene. Invece,

i media mainstream sono stati ben contenti di reiterarlo nell’immediatezza

del disastro malgrado la completa evanescenza delle loro ipotesi.

Una volta emerso che

il sospettato era un bianco trentaduenne psicopatico di “estrema destra”

di nome Anders Behring Breivik, hanno proseguito come se nessuno ne

avesse mai sentito parlare prima.

Breivik è stato vicino

al Partito del Progresso per un breve periodo, un partito anti-immigrazione

secondo il Businessweek. In effetti, il Partito

del Progresso in Norvegia è contro gli immigrati, ma solo nel caso

di immigrati musulmani. Definirlo un partito anti-immigrazione è un

fraintendimento completo, dopo che il leader del Partito del

Progresso, Siv Jensen, ha pubblicamente affermato che gli immigranti

musulmani stanno cercando di rovesciare di nascosto i governi europei.

Jensen abbraccia un’ingannevole teoria della cospirazione che indica

come i musulmani di tutto il mondo stiano partecipando a un’“Islamizzazione

sorniona” dell’Europa e dell’Occidente.

Nel febbraio del 2010

Jensen ha ritirato le sue affermazioni che la Norvegia fosse nascostamente

stata islamizzata e ora invece parla

di un’Islamizzazione oramai conclamata.

Jensen è anche un

fanatico sostenitore di Israele, che ha ripreso la Norvegia per aver

riconosciuto Hamas, accusandola di trattare con i terroristi.

Jensen ha pubblicamente

difeso Israele nel suo “diritto a difendersi” e le sue opinioni

sono veicolate dalle posizioni generalmente a favore di Israele nel

Partito del Progresso.

Jensen ha affermato

in un’intervista a Standpoint

Magazine nel 2010

che Israele “rispetta i diritti umani” e che quei “giornalisti

di sinistra” che dicono altrimenti stanno “riportando un punto di

vista molto soggettivo”. Spiacente, Jensen, ma le salme dei bambini

palestinese non sono una cosa soggettiva.

Curiosamente assente

dai notiziari mainstream di questo duplice attacco è il collegamento

israeliano con l’attentatore che è chiaramente un sostenitore di

Israele.

Bisogna anche considerare

che la Norvegia ha ufficialmente appoggiato la richiesta della Palestina

per ottenere il riconoscimento alle Nazioni Unite, un qualcosa che non

ha fatto felice Israele.

La Norvegia ha anche

riferito che si

ritirerà dalla campagna di bombardamenti in Libia, cosa che farà sicuramente

infastidire gli interessi del settore bancario e industriale che fanno

profitti dal conflitto israelo-palestinese, dalla campagna di bombardamenti

in Libia e dalle guerre in Iraq, Afghanistan e Yemen.

E questo è solo l’inizio;

le coincidenze, se sono coincidenze e niente più, sono sorprendenti.

Nei giorni precedenti

alla sparatoria avvenuta a Utoya, il Ministro degli Esteri, Jonas Gahr

Store, si è incontrato con i partecipanti di un campo estivo della

Lega Giovanile Laburista. Nel corso della visita gli è stata fatta

la richiesta che la Norvegia debba riconoscere lo stato della Palestina.

Il ministro ha risposto dicendo che “i palestinesi devono avere il

loro stato, l’occupazione deve finire, le mura vanno demolite e questo

deve avvenire ora.”

Il giorno successivo

almeno 80 persone sono state trucidate in un massacro brutale. È una

coincidenza? Sono una semplice circostanza le convinzioni pro-Israele

del sospettato e il fatto che l’obbiettivo fossero un gruppo di persone

a favore della Palestina?

Il Guardian mette in mezzo altri due fatti

interessanti:

In precedenza, [la pagina di Facebook

del sospettato] elencava come interessi il bodybuilding, le politiche

conservatrici e la massoneria.

I media

norvegesi hanno detto che ha aperto un account

su Twitter account pochi giorni prima e che ha postato un solo messaggio

il 17 luglio: “Una persona con un credo ha la forza di 100.000 che

hanno solo interessi.”

Bisogna anche considerare

che solo lo scorso anno cinque

governi scandinavi hanno smantellato un servizio di spionaggio statunitense che sorvegliavano illegalmente

i cittadini da circa dieci anni.

Sarebbe un bel punto

di partenza per le unità della CIA collegate a ogni ambasciata straniera

che potrebbero puntare il dito sugli attacchi e dire:“Questo è quello

che vi succede quando non ci lasciate infrangere tutte le vostre leggi

e spiare i vostri cittadini innocenti.”

Dopo essere stata presa

sul fatto a spiare un’altra nazione sovrana senza permesso, i funzionari

americani hanno affermato che il governo norvegese era stato informato

delle operazioni segrete di sorveglianza.

La Norvegia ha negato

e ha chiesto una spiegazione, con molte dei paesi scandinavi che non

erano felici per le infrazioni sistematicamente commesse dalle operazioni

di intelligence USA.

Per intorpidire ancora

di più le acque, la Polizia di Oslo ha svolto un’esercitazione in

città nei giorni che hanno preceduto l’attacco. Gli articoli che

girano in rete sembrano tutti riferirsi a un articolo di Aftenposten

che non sono stato in grado di rintracciare.

Comunque, il video

è ancora disponibile. Se qualcuno fosse in grado di rintracciare l’articolo

originale, gliene sarei grato.

Potrebbe trattarsi

di un errore innocente e scollegato, ma il fatto che uno dei maggiori

elementi di prova siano stati rimossi dopo essere stato citato da un

articolo di Paul

Joseph Watson

che si è fatto strada nella comunità delle notizie alternative è

una cosa discutibile.

Come evidenzia Watson,

ci sono fin troppi esempi di specifiche esercitazioni dopo le quali

è avvenuto un vero attacco terroristico con le stesse o similari caratteristiche.

Fu il caso dell’11

settembre del 2001, quando la CIA pianificò un’esercitazione che

riguardava un aereo dirottato che si schiantava su un edificio, come riportato dall’ Associated

Press.

Naturalmente è stato

considerato una pura coincidenza, che potrebbe essere anche comprensibile

se la cosa non fosse successa così spesso prima degli attacchi terroristici.

Al momento, ci sono

prove significative che questo attacco è stato la risposta al movimento

pro-Palestina in Norvegia. Naturalmente alcuni sostenitori dell’occupazione

israeliana diranno che si tratta di un’immensa cospirazione antisemita,

in modo analogo alle ridicole teorie della cospirazione islamista.

Il Ministro degli Esteri

norvegese, Jonas Gahr Store, è stato biasimato

dai media israeliani,

con tutta la nazione norvegese, come antisemita e anti-israeliano.

Store ha con forza negato queste accuse, e l’unica prova contro di

lui è il suo “appoggio” per un libro scritto da due laureati norvegesi

che erano in Palestina al tempo della campagna d’assalto israeliana

nota con il nome di “Piombo Fuso”.

In realtà, non ha

appoggiato il libro in alcun modo o forma. Store ha lodati gli autori

per aver resistito e pubblicato quello di cui erano stati testimoni;

non ha condiviso le loro opinioni in alcun modo. L’assenza della stampa

indipendente durante l’operazione Piombo Fuso ha fatto del libro una

fonte dal valore inestimabile e Store ha semplicemente evidenziato questo.

Ci sono state anche

lamentele nel media israeliani che l’attuale governo della

Norvegia sia “accanitamente ostile” a Israele. Haaretz sembra aver

citato un “leader dell’opposizione norvegese” mentre ha affermato

che le preoccupazioni di Israele sulla Norvegia sono “comprensibili”.

Ci si potrebbe chiedere

se il leader dell’opposizione fosse nient’altro che Siv Jensen,

ma la mancanza di una propria citazione ci lascia senza una risposta.

L’articolo insinua

anche che la scelta norvegese di disinvestire i finanziamenti da un’azienda

che stava costruendo un muro nella West Bank fosse il risultato

di un atteggiamento anti-israeliano. Comunque, Store ha fatto notare

che stanno ancora investendo in 40 aziende israeliane.

Degno di nota è anche

il fatto che ci sono stati testimoni

oculari di un secondo uomo armato

coinvolto nell’assalto. Per una qualche ragione, sembrano essere totalmente

ignorati dai media che si concentrano su un solo individuo. La

situazione sarebbe molti differente se ci fossero più tiratori e se

il trentaduenne che si dice essere un estremista di destra massone non

avesse agito da solo. Alex Thomas ha assemblato alcune dei fatti ancora

senza risposta che ho elencato in quest’articolo.

Al momento non ho ancora

abbastanza prove per giungere a una qualsiasi conclusione ma come sempre

credo che per questo ci voglia un’indagine approfondita all’emergere

di fatti nuovi. Saltare alle conclusioni a questo punto potrebbe essere

imprudente, ma possiamo dire con certezza che ci sono una serie di fatti

oscuri in questa vicenda.

Chi credete che ci

sia dietro? Pensate che si tratti di uno psicolabile e che il resto

sia una coincidenza irrilevante? Vorrei sentire cosa ne pensate o vedere

i vostri articoli/ricerche per le analisi successive. Potete contattarmi

a [email protected]

***************************************

Fonte: http://www.activistpost.com/2011/07/analyzing-oslo-attacks-part-two-if-it.html>

23.07.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

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