DI PETER WILBY
The Guardian
Sul Daily Mail di martedì scorso [5 agosto 2008, n.d.t.], la lettera principale, firmata Federazione dei Polacchi in Gran Bretagna, aveva come titolo “I polacchi si sentono perseguitati”. L’autore, Wiktor Moszczynski, si lamentava che le “notizie dei quotidiani enfatizzano gli aspetti negativi della presenza polacca nel Regno Unito”. I polacchi sono stati collegati ai problemi nel Servizio Sanitario Nazionale e nelle scuole, alla disoccupazione tra i britannici, allo spaccio di droga, agli stupri e ad altro ancora. Essi si sentono umiliati e vulnerabili, sono stati denunciati “centinaia di atti razzisti nei confronti di polacchi, alcuni dei quali sono sfociati nel ferimento o nella morte”.
La lettera non nominava alcun quotidiano autore di offese e i lettori del Mail potrebbero essere perdonati per il fatto di essersi chiesti perché essa fosse lì, in una pagina delle lettere che, come in molti giornali popolari, è relegata tra i programmi TV e le notizie sportive. In realtà, essa è il seguito di una lunga discussione tra Moszczynski e il Mail, e la sua lettera (una versione più lunga si trova sul sito Internet del Mail) fa parte di una risoluzione in cui la Press Complaints Commission svolge il ruolo di mediatore. Benché anche altri quotidiani raccontino storie che mettono in cattiva luce i polacchi e altri immigrati dell’Est europeo – ad esempio, Moszczynski ha segnalato alla PCC un editoriale del Times – il Mail è di gran lunga il maggiore autore di offese. La denuncia di Moszczynski elenca 80 titoli a partire dal maggio 2006, ma una ricerca nell’archivio online del Mail fa pensare che ne avrebbe potuti includere molti di più.La maggior parte delle notizie era meritevole di essere pubblicata e ben documentata. L’obiezione che viene fatta riguarda il modo in cui sono presentate e le conseguenze dovute all’evidenziare continuamente il legame con i polacchi. Secondo Moszczynski “esse assicurano che ogni volta il lettore medio del Daily Mail faccia un salto sulla sedia indignandosi o allarmandosi”. Il recente afflusso di Europei dell’est ha permesso al Mail e ad altri giornali di rianimare le loro tradizioni di fomentare la xenofobia. L’intolleranza nei confronti delle persone di carnagione scura non è più accettabile e potrebbe anche incorrere nei rigori della legge. Il trucco è quello di trovare dei sostituti. Il Daily Express preferisce i “clandestini”, il Mail si concentra sui “polacchi”.
Gli articoli del Mail, indipendentemente dalla notizia di partenza, ritraggono un’Inghilterra arcadica insudiciata da intrusi stranieri maleducati che vivono alle spalle dei contribuenti indigeni. “Qui a Peterborough,” scrive Sue Reid, “una bella, tipica città inglese…, la notizia della generosità del governo si è diffusa rapidamente all’interno della … comunità multi-etnica che sta crescendo più velocemente nella provincia della Gran Bretagna”. Il titolo è “La città in cui comandano i polacchi”. Fiona Barton entra nel negozio Polskie Delikatesy e, tra cavoli rossi e cetrioli sottaceto, non riesce a capacitarsi. “Mi sento una straniera, ma questa non è Varsavia, Cracovia o Gdansk. Sono a Southampton”.
Alcuni articoli hanno il chiaro obiettivo di suscitare indignazione: “Gli immigrati polacchi che vivono in Gran Bretagna rivendicano 21 milioni di sterline per i figli rimasti nel Paese di origine” e “Paura per il Servizio Sanitario Nazionale e le scuole dal momento che OGNI mese nascono 1000 bambini polacchi” sono degli esempi. Altri articoli sono leggermente più sottili. Ogni tentativo da parte di banche, supermercati, pub ed editori di venire incontro alle esigenze di un mercato polacco in crescita viene riportato assiduamente dal Mail, insieme ad articoli su come polizia, vigili del fuoco ed enti locali insegnino ad alcuni dipendenti a parlare polacco o producano volantini in quella lingua. Essi sono frequentemente preceduti dall’avverbio, “adesso”, cui fa seguito il sottotitolo “cos’altro in futuro?”.
Quando dei polacchi sono coinvolti in incidenti stradali, secondo il Mail questo solitamente accade perché non capiscono i segnali stradali in inglese. Ma quando gli enti locali installano segnali in polacco è uno spreco di denaro dei contribuenti. Un articolo ha confrontato la questione dei segnali stradali in polacco qui da noi con la minaccia del governo polacco di “deportare i britannici che si ammalano”. In realtà, solo gli stranieri con malattie gravi come il colera e la febbre gialla non verrebbero curati in Polonia – perché il Paese non ha risorse sufficienti per affrontarle.
Sul Mail, i polacchi sono accusati delle cose più incredibili. “I prezzi della birra pronti a salire mentre le vendite di birra chiara polacca crescono del 250%”, veniva messo in risalto da un titolo, come se le due cose fossero collegate. I polacchi non riescono a combinarne una giusta. Come molti immigrati, inviano sostanziose rimesse alle loro famiglie rimaste a casa – cosa che potrebbe essere considerata ammirevole, perché assicura che il denaro arrivi alle persone che ne hanno bisogno. Sul Mail, tuttavia, il titolo è il seguente: “Gli immigrati polacchi privano l’economia britannica di un milione di sterline”. Se i polacchi ritornano a casa, il Mail presenta il fatto come un abbandono del Regno Unito. Benché non sia normalmente vigile nel difendere gli omosessuali, il Mail ha riportato la notizia secondo cui il direttore generale del Ministero dell’istruzione polacco ha intenzione di licenziare gli insegnanti che promuovono la “cultura omosessuale”..
Talvolta l’odio del giornale nei confronti dei polacchi si scontra con il suo credo secondo cui la Gran Bretagna, in ogni caso, sta andando in rovina, come quando un adolescente polacco è ritornato a casa perché, ha dichiarato, le scuole in Polonia sono notevolmente superiori. L’implicito verdetto del Mail è stato che i polacchi non hanno fatto altro che peggiorare la situazione.
Moszczynski pensa che il Mail abbia corretto il suo atteggiamento da quando egli si è rivolto alla PCC e afferma che “non c’è stato molto di cui lamentarsi ultimamente”. A mio avviso, egli è troppo magnanimo. L’immigrazione non è più una notizia in primo piano come lo era un tempo, ma il Mail non perde l’opportunità di solleticare i pregiudizi dei lettori. Il mese scorso, ad esempio, ha raccontato che due dirigenti di un’autolinea erano stati arrestati dopo aver falsificato dei documenti per nascondere violazioni delle norme sulla sicurezza. Alcuni autisti lavoravano fino a 31 giorni consecutivi senza giorni di riposo e presso il deposito della compagnia sono stati trovati 16 autobus non sicuri. Onore al Mail per aver fatto conoscere questo esempio di imprenditori che mettono a rischio i loro lavoratori e clienti. L’aspetto che veniva evidenziato, tuttavia, era l’impiego di polacchi da parte dell’azienda. Essi erano nella prima frase dell’articolo e nel titolo sul sito del Mail (sebbene non nella versione cartacea). Un riquadro colorato posto in primo piano riferiva della “ricerca di personale polacco” da parte delle autolinee, quando il frequente mancato rispetto da parte dell’industria delle normative sulla salute e sulla sicurezza era sicuramente più importante.
Il Mail è particolarmente esperto nel percepire le questioni di attualità per l’Inghilterra media. Quello è il segreto del suo successo. Non nego – e non lo fa nemmeno Moszczynski – che l’arrivo dei polacchi in grande quantità abbia provocato un autentico risentimento, in parte probabilmente giustificato, nei confronti delle politiche governative. Ma non giustifica il Mail nel trasformare i polacchi in delinquenti e trascinarli gratuitamente in ogni articolo possibile. Come gran parte dei giornalisti, ammiro la professionalità del giornale che, occasionalmente, viene utilizzata per sostenere tesi che condivido. Tuttavia questo non dovrebbe nasconderci la verità: il Mail fa abitualmente uso di quello che una volta Tony Blair definì il suo “potere assoluto e irresponsabile” di legittimare odio e pregiudizio e svilire il dibattito pubblico.
Titolo originale: “A tale of Poles and prejudice”
Fonte: http://www.guardian.co.uk/
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11.08.2008
Scelto e tradotto per www.comedonchisciotte.org da ANDREA B.