Questo è il punto di arrivo di un processo interminabile, iniziato anche prima che la Rousseff rivincesse le elezioni alla fine del 2014, con oltre 54 milioni di voti. Ho definito Bastarda guerra di iene tutto il branco di artefici di quello che la creatività brasiliana ha chiamato ‘golpeachment’ ( NdT: Vedi * Articolo sotto) un mix di colpo di stato – “golpe” in portoghese – e impeachment)- .
Un sofisticato golpeachment – sostenuto da qualcosa che equivale a un Collegio di Inquisizione Elettorale – ha spinto una guerra bastarda fino a livelli inimmaginabili
E’ una guerra bastarda quella che ha portato in Brasile tutti i più classici elementi di una rivoluzione colorata. Naturalmente non c’è stato bisogno né di una no-fly zone, né del (solito) imperialismo umanitario per “proteggere i diritti umani” – o per provocare una guerra civile. Ma considerando l’alto livello di resistenza dello stato vittima, nel quale la società civile è molto dinamica, chi ha progettato la guerra Bastarda, in questo caso ha dovuto scommettere su un mix di capitolazione – e tradimento – delle élite locali, il tutto mescolato con “proteste pacifiche” e con una incessante campagna di media main-stream . Diciamo ‘Una Guerra Civile-Light’.
Che portava con sé un favoloso rapporto costi-benefici. Ora il sistema sistema politico legislativo brasiliano (corrotto fino all’osso) e l’attuale allineamento del potere giudiziario/esecutivo e dei media main-stream possono essere usati dai soliti noti per portare avanti la loro agenda geopolitica.
Benvenuti in un cambio di regime light – delle sole persone politiche, in poche parole – un altro modo di far guerra contro i BRICS. Un nuovo software, un nuovo sistema operativo. Metter mano a un patetico corollario; se gli Stati Uniti sono l’Impero del Caos, il Brasile ha ormai gloriosamente raggiunto lo status di sub-Impero fatto da Mascalzoni.
Quanti Mascalzoni …
La Rousseff può essere accusata veramente di mal-gestione economica, e di essere stata incapace di trovare una giusta articolazione politica in quella fossa di squali che è la politica brasiliana. Ma lei non è corrotta, anche se ha fatto un grave errore nella lotta contro l’inflazione, permettendo che i tassi di interesse fossero fatti arrivare ad un livello insostenibile; così in Brasile la domanda è scesa drasticamente, e la recessione è diventata norma. Mentre Lei è diventata il (conveniente) capro espiatorio per la recessione del Brasile.
Di certo può essere accusata di non aver previsto un piano B per combattere la recessione globale. Il Brasile lavora essenzialmente su due pilastri: esportazioni di materie prime e imprese locali che si alimentano entrambi dalle tette dello stesso Stato. Le infrastrutture in genere sono depresse – oltre a quanto viene descritto come il “costo brasiliano” per fare business. Con il crollo delle materie prime, sono diminuiti i fondi statali e si è paralizzato tutto – credito, investimenti, consumi.
Il pretesto per l’impeachment della Rousseff – presumibilmente il trasferimento di prestiti dalle banche pubbliche al Tesoro per mascherare le reali dimensioni del deficit fiscale del Brasile – è quanto meno fragile. In Occidente lo ha fatto qualsiasi amministrazione, inclusi Clinton, Bush e Obama.
L’Operazione Car Wash dopo due anni di indagini, avrebbe dovuto portare a scoprire la corruzione nel sistema politico brasiliano – come la collusione dei dirigenti del gigante petrolifero Petrobras, delle imprese di costruzione brasiliane e del finanziamento delle campagne politiche. Car Wash non ha avuto niente a che fare con la conduzione di questo golpeachment. Anche se queste sono due strade parallele che corrono verso una sola destinazione: la criminalizzazione del Partito dei Lavoratori, e se possibile al definitivo assassinio politico della Rousseff e del suo mentore, l’ex presidente Lula.
Quando il golpeachment è arrivato alla Camera Bassa del Congresso – uno spettacolo spaventoso – la Rousseff è stata sbranata da una serie di bastarde iene da guerra, iene della razza BBC; “BBC”, in inglese, sta per “proiettili”, “bibbia” e “bestiame”, dove dicendo “Bullet” ci si riferisce alle armi e all’industria privata del security, “Bible” indica i pastori e gli evangelici fanatici, e “Cattle” la potente lobby dell’agroalimentare.
Le iene della “BBC” sono sparse in quasi tutti i partiti politici brasiliani, sono i Paperboys – i portaborse – delle grandi imprese e – last but not least – sono le stampelle della corruzione. Tutti hanno goduto di campagne politiche milionarie. L’intera indagine Car Wash in ultima analisi, ruota intorno al finanziamento delle campagne che, in Brasile, a differenza degli Stati Uniti, con le sue lobby legalizzate, è un selvaggio West degno del miglior Tarantino.
Il Senato brasiliano non è proprio un “piano nobile della Casa” – nel senso che non è tirato a lucido. L’80 % dei senatori sono uomini bianchi – in un paese dove l’incrocio delle razze è normale. Un incredibile 58% è sotto indagine penale – legata al Car Wash, mentre il 60% discende da dinastie politiche. E il 13 % non sono stati eletti e sono lì per sostituire altri senatori. Tra quelli a favore dell’impeachment, 30 su 49 sono nei guai con la legge. I reati contestati comprendono soprattutto riciclaggio di denaro, crimini finanziari e corruzione conclamata. Renan Calheiros, Presidente del Senato – che ha curato la votazione dell’impeachment – è coinvolto in almeno nove differenti reati per riciclaggio e corruzione – secondo le indagini relative al Car Wash, più altri crimini comuni.
L’incontro dei tre amigos della Banana Republic
Ora la Rousseff è stata sospesa per un massimo di 180 giorni, mentre una commissione del Senato deve decidere se metterla sotto accusa definitivamente. Entra quindi Michel Temer, il Presidente-pro-tempore/Temer – una persona ombrosa e controversa – etichettata “usurpatore” dalla Rousseff. E certamente è un usurpatore questo Brutus di provincia – secondo le sue stesse parole. Il 30 marzo dello scorso anno aveva mandato un tweet scrivendo che, “Impeachment è impensabile, si creerebbe una crisi istituzionale e non c’è nessun fondamento giuridico o politico per proporlo”.
La sua amministrazione è cominciata con il peccato originale di essere illegale e oltremodo impopolare; il suo indice di gradimento fluttua tra un epico 1% ed il 2 %. E’ stato già multato, la settimana scorsa, per aver violato i limiti di finanziamento della sua campagna. E, com’era prevedibile, sta annegando in una palude di corruzione – è stato chiamato a fare due patteggiamenti nel processo Car Wash con l’accusa di essere uno degli attori di un regime illegale per l’ acquisto di etanolo e può anche essere dichiarato ineleggibile per i prossimi otto anni. Quasi il 60% dei brasiliani vogliono un suo impeachement – per gli stessi addebiti fatti contro la Rousseff.
Brutus 1 (Temer) non si crogiolerebbe al sole dei suoi 15 minuti di fama senza gli imbrogli fatti da Brutus 2 (il numero UNO dei truffatori brasiliani, l’ex speaker della Camera bassa Eduardo Cunha, accusato di corruzione e falsa testimonianza, titolare di conti illegali in Svizzera ed ora finalmente allontanato dalla Corte Suprema). E’ stato Brutus 2 che ha aperto un corsia preferenziale per l’impeachment per pura vendetta contro il Partito dei Lavoratori che non è stato pronto a coprirsi le spalle mentre stava per essere travolto da uno tsunami di accuse per corruzione. Brutus 2 ha usato tutto il suo grande potere – finanziando tutto questo imbroglio fin dentro lo stesso Congresso – per ostacolare le indagini del Car Wash. Anche il suo sostituto, portavoce ad interim, è sotto inchiesta per corruzione.
Così si sono messi insieme Temer, Cunha e Calheiros; sono questri tre amigos le vere Star della Banana Republic fatta da Mascalzoni e Truffatori.
E come se alla Corte Suprema non ci fosse nessun mascalzone libero …. il giudice Gilmar Mendes, per esempio, è un umile vassallo dei plutocrati. Quando un avvocato ha avviato un’istanza per sospendere l’impeachment per conto del governo, ha commentato allegramente “Ah, possono andare in cielo, dal Papa, o all’inferno”. Con fare arrogante un altro giudice, che aveva ricevuto una richiesta di esonero per Cunha già nel dicembre 2015, ha esaminato la richiesta solo più di quattro mesi dopo, quando l’intero imbroglio del golpeachment era già arrivato alla fase decisiva. E poi si è anche permesso di dire “Non c’è nessuna prova che Cunha abbia inquinato il processo di impeachment”.
Infine, per completare al meglio tutta questa truffa, troviamo in prima fila i grandi media brasiliani, come il velenoso impero del Globo – quello che stesso che trasse generosamente profitto dal colpo di stato militare del 1964.
Tutti acclamano la restaurazione neoliberista
Wall Street – così come la City di Londra – non ha potuto nascondere la sua emozione per il golpeachment, perché sperano che Brutus 1-Temer farà qualche cambiamento nell’economia. Probabilmente, potrebbe osare di modificare il kafkiano codice fiscale del Brasile o fare qualcosa per l’enorme buco nel sistema pensionistico. Ma quello per cui stanno sbavando sia la mitica entità – quella dei “mercati” – che tutta la miriade degli “investitori” è la prospettiva dei favolosi tassi di rendimento in un Brasile riaperto-alla-speculazione. Il gioco di Brutus 1 sarà una festa neoliberale, in realtà una restaurazione, senza nessunissima rappresentanza popolare.
Tutta la banda del golpeachment si infuria davvero quando qualcuno li chiama golpisti. Eppure, non gliene frega assolutamente niente né dell’OAS, né del Mercosur e dell’ Unasur – tutti organismi che hanno condannato il golpe – per non parlare del Santo Graal: i BRICS. Sotto Brutus 1, il Ministero degli Esteri, che sarà guidato da un senatore indolente e destinato a perdere, il Brasile è destinato ad affondare, malgrado il suo ruolo chiave, insieme a tutti i BRICS, a tutto vantaggio dell’Exceptionalistan.
Tutto quello che si deve sapere è che né il Premio Nobel per la Pace -“Kill List”- Obama né la Queen of Chaos Hillary – “Siamo venuti, abbiamo visto, è morto” – Clinton hanno condannato il cambiamento di regime/golpeachment che stava avvenendo alla luce del sole. Tutto questo era prevedibile, considerando che la NSA dell’Exceptionalistan aveva spiato sia la Petrobras che Dilma Rousseff personalmente – la genesi di quella che si sarebbe sviluppata come l’indagine Car Wash.
Il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest si è limitato ai soliti proverbiali luoghi comuni: “momento difficile”; “piena fiducia nelle istituzioni democratiche del Brasile”; o anche “democrazia matura”. Eppoi, ha aggiunto, forse intenendo qualcosa, che il Brasile è “sotto controllo”.
Naturalmente, la fase attuale di una sofisticata strategia di guerra bastarda è stata completamente messa in atto, ma restano da affrontare ancora innumerevoli scogli. L’indagine Car Wash – che attualmente si sta muovendo al rallentatore – prenderà velocità e scoppierà improvvisa come uno sfogo sulla pelle con tanti patteggiamenti dubbi e creando le condizioni che serviranno per criminalizzare non solo Dilma Rousseff, ma anche il pezzo forte della scacchiera: Lula.
Gioco finito? Non così in fretta. Il fronte anti-golpeachment ha una strategia: a cominciare dal “profondo del Brasile”, quello delle masse di milioni di lavoratori poveri, per imprimere in queste persone la nozione di cosa è l’illegalità; per ricostruire l’immagine della Rousseff come vittima di una profonda ingiustizia, per ridare-energia al fronte politico progressista, per assicurarsi che il governo di Brutus 1 fallirà e per creare – all’uomo che verrà dal freddo – le condizioni pe vincere le elezioni presidenziali del 2018.
Una House of Cards Brasiliana? Possiamo scommettere su tutto, anche sul fatto che potrebbe finire strisciante, come una Anaconda, con Lula che immobilizza le bastarde iene da guerra in una stretta da cobra.
La corruzione dei media non è uno scherzo, tutti hanno bisogno di aiuto se vogliamo avere qualche speranza di un reale cambiamento. Questo articolo è pubblicato (e tradotto) gratuitamente grazie a donazioni e al lavoro di volontari, chiunque voglia può fare la sua parte Spring crowdfund NOW LIVE on Indiegogo.
Fonte : http://www.counterpunch.org/
Link : http://www.counterpunch.org/2016/05/13/dilma-out-brazilian-plutocracy-sets-54mn-votes-on-fire/
13.05.2016
Il testo di questo articolo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali, citando la fonte comedonchisciotte.org e l’autore della traduzione Bosque Primario
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