UNA CASETTA NEL VERDE

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DI UGO BARDI
crisis.blogosfere.it

A Bagdad, in Iraq, esiste ancora la famigerata “zona verde”, (green zone) un’area recintata da muraglie di cemento, filo spinato e posti di blocco dove le forze Americane (dal 2009 rimpiazzate dagli iracheni) garantiscono la sicurezza e i servizi essenziali. La situazione fuori dalla zona verde è migliorata dal tempo dell’invasione, nel 2003, ma a tutt’oggi ci si va a proprio rischio e pericolo.

Bagdad è una città molto particolare, ma ci sono tante città nel mondo dove ci sono dei posti dove si sa che non si deve andare. Se avete vissuto in qualche città americana, tipo New York, vi avranno subito detto come in certe zone non è bene andare a fare una passeggiata a piedi. Anche in automobile, ci si può passare attraverso, ma è bene stare attenti a non fermarsi; neanche per guardare la carta topografica.

Questo tipo di perdita di controllo della sicurezza in certe aree è tipico delle grandi città di paesi poveri, a partire dal Sud America, dove una polizia efficiente è un lusso che non tutti si possono permettere. Nascono quindi delle “zone verdi” informali: non c’è filo spinato e non ci sono posti di blocco, ma si sa benissimo che sono zone dove la sicurezza non è garantita. Dominano le bande di criminali locali.

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Con l’impoverimento generalizzato che arriva dal picco del petrolio, è probabile che l’ordine pubblico diventi un lusso impossibile per una frazione sempre più ampia della popolazione. Anche nelle nostre città, dove il problema finora non si è posto in termini drammatici, sappiamo tutti di aree dove non è il caso di andare a passeggiare e il problema può cominciare a peggiorare nel prossimo futuro. Se date un’occhiata alla vostra città in quest’ottica, potete già cominciare a determinare quale potrebbe essere la futura “zona verde”.

Da noi è spesso un area che corrisponde alle zone a traffico limitato, le “ZTL.” Tipicamente, la ZTL comprende principali edifici pubblici e la stazione ferroviaria. Immaginatevi i varchi telematici di oggi sostituiti da veri è propri posti di blocco presidiati. Immaginatevi i cartelli di divieto di accesso sostituiti da muri di cemento armato. Immaginatevi anche uno o più “corridoi di sicurezza” percorsi da convogli armati che connettono la ZTL all’aeroporto e ad altre zone vitali a formare una “zona verde” a macchia di leopardo.

Potrebbe essere una buona immagine del futuro della vostra città. A questo punto potete anche determinare se casa vostra sarà dentro o fuori la zona verde. Essere dentro vuol dire avere parecchi vantaggi ma, sotto molti aspetti, la situazione non sarà poi tanto differente. Quando casa vostra viene invasa da uomini armati e incappucciati che vi minacciano, se siete fuori dalla zona verde non potete chiamare la polizia. Ma se siete dentro la zona verde, quelli là sono la polizia.

Ugo Bardi
Fonte: http://crisis.blogosfere.it
Link: http://crisis.blogosfere.it/2010/06/una-casetta-nel-verde.html
15.06.2010

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