UN PRESIDENTE SEMPLICE E FALSO

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DI BORIS NEMTSOV* E VLADIMIR PRIBYLOVSKIJ**

“Io mi adopero sempre per seguire qualche regola. Per prima cosa, non mentire. Dire la verità, che essa sia piacevole oppure no. Il nostro popolo si è meritato il fatto, che noi gli diciamo la verità”. – (Vladimir Putin, 3 ottobre 2004, all’incontro con i giornalisti cinesi, in risposta alla domanda sulle cause della sua popolarità.)

I 10 momenti delle bugie del governo

_ 1 Agevolazioni per i burocrati, una menzogna per i beneficiari delle agevolazioni.

“Tutte le decisioni in questo campo… devono convergere in ultima analisi non solo a non peggiorare, ma a migliorare la posizione di questa categoria di nostri cittadini” – (Vladimir Putin, sulla “monetizzazione delle agevolazioni”, 29 giugno 2004.)

Nel luglio 2004 il presidente ha firmato in un giorno l’approvazione di due leggi della Duma.
Una di esse è la legge sul “servizio civile governativo della Federazione Russa”, sulla base del quale si conservano completamente e per un periodo di tempo indefinito le agevolazioni e i privilegi per i burocrati del governo ed i componenti delle loro famiglie.

Compreso
– assistenza medica e servizi in case di cura e villeggiatura di qualità praticamente gratis.

– Pagamento della sovvenzione pubblica eseguita in soluzione unica per l’acquisto di una superficie abitabile.

– Servizio gratuito di trasporto “a seconda della categoria e del gruppo che occupa cariche negli uffici civili” e perfino “risarcimento per l’utilizzo di mezzi di trasporto personali per scopi d’ufficio e indennizzi delle spese sostenute collegate all’utilizzo di tutto ciò”.

Ma all’infuori di questo, ci sono “altre garanzie governative stabilite da leggi federali”.
Fra questi altri privilegi, che non sono entrati nel testo di legge di luglio sugli uffici governativi ma che trattano di quegli impiegati che occupano una posizione abbastanza alta nelle gerarchie burocratiche, troviamo:

– Conversazioni telefoniche illimitate, comprese quelle internazionali, e pagamento di telefoni cellulari con roaming internazionale.
– Appartamenti di stato gratuiti e dacie (case rurali n.d.R.) in coabitazione gratis.

Gli impiegati non ordinari hanno privilegi di fatto di tendenza feudale.
Parallelamente, il governo e l’amministrazione del presidente, appoggiandosi all’aiuto del partito “Edinaja Rossja” favorevole al presidente, hanno sfornato alla Duma una seconda legge, dai nomi confusi, più conosciuta come “legge sulle agevolazioni monetizzate”.
Le naturali agevolazioni (in ogni caso la maggioranza di esse) hanno poco in comune con l’economia di mercato.
Una riforma strutturale, per il mantenimento della quale ci deve essere il riscatto delle agevolazioni nei confronti degli abitanti per un giusto prezzo, per principio non è possibile.
Ma tutto ciò, ovvero come è stata realizzata la monetizzazione delle agevolazioni, non lascia alcun dubbio sulla completa inettitudine ed il cinismo del potere di Putin.
La storia delle agevolazioni dimostra un volta in più che gli interessi dei burocrati per l’attuale potere è di primaria importanza, e che Putin, prima di tutto, è il presidente dei funzionari, e non di tutta la società russa.

_ 2 Chi fa fuori nel cesso chi

“Inseguiremo i terroristi dappertutto. Se sono all’aeroporto, andremo all’aeroporto.
Significa che, scusate l’espressione, che noi li faremo fuori, alla fin fine, anche alla toilette o al cesso”. – (Vladimir Putin, 24 settembre 1999.)

Come è noto, Putin è diventato presidente con la scusa della lotta senza compromessi al terrorismo, per l’istituzione della pace e dell’ordine in Cecenia.
E oggi, nonostante Beslan, il “Nord- Ost”, le esplosioni sugli aerei e metrò, le incursioni a Nazran’, i praticamente annuali scontri di guerra in Cecenia e l’uccisione di Achmat Kadyrov, Putin si sforza di credere che il problema ceceno sia praticamente chiuso.
Questa è una menzogna, non una innocua demagogia politica. Per questo c’è un’incapacità del potere di attuare effettive azioni per la realizzazione della pace in Cecenia.
Nel periodo di governo di Putin il numero dei soli uccisi come risultato degli atti terroristici e solo al di fuori dei confini della Cecenia è aumentato di circa 20 volte: da 26 persone nel 1998, cioè prima dell’avvento di Putin al potere, alle 503 del 2004.
Di gran lunga di più le vittime di azioni terroristiche e atti partigiani nello stesso territorio ceceno.
Le azioni di guerra sono passate a una forma ancora più crudele: nella forma di guerra partigiano- terroristica nella stessa Cecenia e nel terrorismo dell’ala estrema dei separatisti ceceni contro la popolazione civile negli altri territori della Russia.
È caratteristico come i rappresentanti del potere russo, giustificando la loro incompetenza, amano riferirsi alle esperienze mondiali, ragionare sull’invincibilità del terrorismo su scala mondiale.
Però dimenticano che grazie a misure tempestive ed efficaci nella lotta contro il terrorismo, dopo la tragedia dell’11 settembre 2001, per tre anni e mezzo negli USA non è più successo nessun attacco terroristico.
Nel nostro paese dalla seconda metà del 1999 (quando Putin divenne primo ministro) sono successi circa 40 grossi atti terroristici che hanno tolto la vita a 1397 persone. Nella stessa Cecenia nel periodo che va dal settembre 1999 all’autunno 2004 dalla parte dell’esercito russo e degli organi di tutela dell’ordine pubblico, secondo il bollettino ufficiale, sono 5908 le persone morte e disperse, molte di più che nel primo conflitto ceceno, le vittime del quale furono 5334 tra morti e dispersi fra i militari federali.
Però, secondo i dati non ufficiali dell’Associazione dei comitati delle madri dei soldati, le perdite russe nella seconda guerra cecena sono di gran lunga maggiori: non meno di 11000 morti e 25000 feriti.
Senza considerare il fatto che nei cinque anni del secondo conflitto sono morti 20000 abitanti ceceni.
Tuttavia il potere russo preferisce non accorgersi del proseguimento della tragedia cecena, e assicura l’opinione pubblica mondiale che la situazione si è normalizzata.
Durante la conferenza stampa dopo i colloqui con il cancelliere tedesco nella città di Leipzig (Lipsia) il 21 dicembre scorso Putin, passando al tedesco, si è così rivolto ai partecipanti di una dimostrazione di protesta contro la guerra in Cecenia: “ Sono già tre anni che in Cecenia non c’è la guerra, la guerra è già finita…”, “potete tornare tranquilli a casa, buon Natale a tutti”.

_ 3 La vittoria sugli ostaggi

“Quelle persone non sono morte a causa dell’azione del gas, perché il gas non era dannoso, era innocuo, e non poteva causare danni alle persone. Queste persone sono diventate vittime di una serie di circostanze: della disidratazione, di malattie croniche, del fatto stesso che a loro sia capitato di rimanere in quell’edificio… Noi possiamo dire che al momento dell’operazione nessun ostaggio è rimasto vittima”. – (Vladimir Putin, 20 settembre 2003, all’incontro con i giornalisti americani, sul salvataggio degli ostaggi del “Nord- Ost”.)

Questa dichiarazione, a nostro avviso, non ha bisogno di alcun commento.

_ 4 Controriforme nell’esercito

“Abbiamo bisogno di un esercito forte, professionale, ben equipaggiato, per assicurare un futuro pacifico e felice al nostro paese.” – (Vladimir Putin, 22 Maggio 2003).

Ad onta delle numerose assicurazioni di Putin sull’assoluto bisogno di una riforma delle forze armate in chiave professionale, la situazione non fa’ che peggiorare. Negli ultimi cinque anni, i caduti non in combattimento nelle forze armate russe sono stati 10.799. La maggior parte di queste morti è causata dal nonnismo (dedov__ina); questo genere di abusi colpisce 20.000 soldati ogni anno. E ogni anno 5000 soldati (l’equivalente di due reggimenti!) diserta in seguito ai pestaggi e agli abusi subiti. L’esercito continua con l’arruolamento obbligatorio di giovani totalmente inadatti al servizio: il 30% dei soldati soffre di malnutrizione; il 60% ha problemi di alcolismo; il 20% problemi di dipendenza da stupefacenti; inoltre il 20% ha soltanto la licenza elementare, e il 7% ha precedenti penali. Mentre si diffondono trionfanti dichiarazioni (praticamente, sfacciate menzogne) sugli illusori successi delle “riforme in corso”, ogni anno più di mille giovani muoiono a causa della dedov__ina e di altre privazioni (dati raccolti dall’Unione dei Comitati delle Madri dei Soldati). La minaccia di essere arruolati a forza in un esercito del genere pende ora sulla testa di studenti universitari, musicisti, gente di spettacolo, qualsiasi giovane di talento, perfino i suonatori di balalaika, tutta gente particolarmente sgradita al Ministro della Difesa Sergei Ivanov. Negli ultimi tempi, infatti, Ivanov è stato particolarmente zelante nel suo sforzo di abolire ogni rinvio del servizio di leva.

_ 5 I corvi con i corvi non si cavano gli occhi, ovvero come Putin ha abbandonato i cittadini russi in balia del Turkmenbashi

“Desidero informarvi che tutte le agenzie di stato, incluso il Ministero degli Esteri della Federazione Russa, hanno ricevuto istruzioni di dedicare particolare attenzione alla situazione dei nostri compatrioti all’estero, e di offrire loro qualsiasi tipo di assistenza richiedano, a livello informativo, organizzativo, legale ed amministrativo.” – (Vladimir Putin, 30 Agosto 2002).

Il Presidente del Turkmenistan Saparmurad Nijazov, noto anche come il “Turkmenbashi” (cioè “Padre del Popolo Turkmeno”), è alla guida del regime più dispotico dell’ex Unione Sovietica. E in Turkmenistan le prime vittime di questo dispotismo sono stati i russi, sia di lingua sia di etnia. Senza né motivi né spiegazioni, si sono visti privare di casa, lavoro, diritto allo studio. Per questi nuovi paria della società turkmena l’unica speranza era che la Madre Russia e il suo presidente intercedessero in qualche modo per loro. Lungi da offrire loro aiuto e sostegno, Putin ha abbandonato i nostri compatrioti nel momento del peggior bisogno. Durante la visita a Mosca del Presidente Nijazov (Aprile 2003), Putin accettò la cancellazione dell’accordo russo -turkmeno sulla doppia cittadinanza. E il 22 Aprile dello stesso anno, il Turkmenbashi emise un decreto che rendeva nulla la doppia cittadinanza in Turkmenistan. Come risultato, 100.000 persone persero la loro cittadinanza russa, e si ritrovarono preda della sorte in un paese che è loro ostile, un paese che li priva di casa e lavoro.

_ 6 “Le elezioni non saranno abolite , ma i governatori saranno designati da me”

“Sarebbe un errore privare il popolo del suo diritto di eleggere rappresentanti locali… Sarebbe una mancanza di rispetto nei confronti degli elettori. Il fatto che i leader regionali vengano eletti li rende maggiormente responsabili nel loro comportamento.” – (Vladimir Putin, 6 maggio 2000).

Tra il febbraio del 2000 e il dicembre del 2002 Vladimir Putin ha assicurato, in almeno sei occasioni, che non avrebbe abolito l’elezione diretta dei leader regionali. E a seguito di tanto solide garanzie, nel dicembre del 2004 le elezioni dei governatori locali sono state abolite, con la motivazione totalmente pretestuosa del sostegno alla lotta contro il terrorismo. Alcune conseguenze del passaggio a governatori regionali di nomina federale sono facilmente prevedibili. I funzionari dell’amministrazione presidenziale sponsorizzeranno i loro favoriti per il posto di governatore, in cambio di mazzette o favori politici. La nomina dei governatori diventerà l’ennesima merce sul mercato della corruzione. I leader regionali designati, essendo responsabili più nei confronti del Cremlino che della popolazione locale, non si cureranno affatto degli interessi del loro territorio. Come risultato, il processo di diminuzione dei budget regionali continuerà, e molti programmi sociali e investimenti nelle regioni saranno cancellati.

_ 7 La banda di Putin conquista la YUKOS

“Lo stato non si prefigge l’obbiettivo di nazionalizzare e controllare questa impresa. Questo non è stato, non è e non sarà mai il suo obbiettivo” (Vladimir Putin, 24 settembre 2004).

Arrivati al dicembre 2004, la YUKOS è stata completamente sopraffatta dallo stato, e parte di essa è stata confiscata. La Yuganskneftegaz, la maggior sussidiaria della YUKOS nella produzione di petrolio, è passata de jure sotto il controllo dello stato; de facto è finita nelle mani degli ex-KGB ex-Cheka di San Pietroburgo. La “truffa dell’anno” (come l’ha definita il consigliere economico presidenziale Andrei Illarionov) lascia molti quesiti insoluti. Dove mai gli affaristi del Gruppo Finanziario Baikal (Baikalfinansgrup), le cui identità sono note solo a Putin, hanno trovato 9,35 miliardi di dollari? Che ne è stato delle procedure per la vendita della Yuganskneftegaz? Tanto per dirne una, perchè non usare quel denaro per le compensazioni dovute per l’abolizione dei benefici sociali (Si tratta della riforma che avrebbe dovuto sostituire i servizi “in natura”, p.es. trasporti gratuiti, con compensi monetari – N.d.T.) E infine, gli interessi personali di Igor Sechin, vice- responsabile dell’amministrazione presidenziale nonché presidente del consiglio d’amministrazione della Rosneft (la compagnia che alla fine si è impossessata della Yuganskneftegaz), o gli interessi di altri burocrati e affaristi della squadra presidenziale, sono o non sono coinvolti in questo affare?

_ 8 Dispute sul business.

“La libertà di stampa è uno dei capisaldi che sostiene la nostra democrazia; è una garanzia che lo sviluppo democratico è indipendente e che questi processi sono irreversibili.” (Vladimir Putin, 24 Settembre, 2004.)

Per potere mentire impunemente è necessario imbavagliare coloro che potrebbero smascherare il bugiardo mentre mente; cioè, è necessario stabilire un monopolio sui media. Gli incidenti più significativi e rilevanti nella battaglia dell’amministrazione Putin contro i giornalisti e la libertà di parola in televisione sono ben noti. Come risultato tutti i network televisivi nazionali russi sono ora
controllati dall’amministrazione presidenziale ed hanno tutti adottato la stessa politica di programmazione delle notizie di zombificazione dei cittadini in uno spirito di lealtà al regime di Putin.
L’addomesticamento dei media ha avuto anche una componente economica: le azioni della ORT (Primo Canale) e dei network della NTV furono trasferiti a compagnie controllate da superiori controllati dal Cremlino.

_ 9 Le fantasie sul PIL

“Siamo in grado di raddoppiare la nostra crescita economica entro una decade. Se i tassi di crescita vengono mantenuti al livello del primo quarto del 2004, possiamo raddoppiare il PIL entro il 2010.”- (Vladimir Putin, 26 Maggio, 2004.)

Il punto saliente della seconda campagna elettorale di Putin era l’obbiettivo di raddoppiare il PIL entro una decade. Realizzare questo obbiettivo, secondo Putin, metterebbe la Russia sulla via per divenire una delle potenze leader mondiali sviluppate economicamente. Tuttavia, meno di un anno dopo che questa tesi largamente promossa fu annunciata, si dimostrò essere un bluff perfettamente mediocre – come alcuni dei più prominenti ufficiali di Putin hanno apertamente ammesso. E la
fantasia fu terminata dai risultati economici del 2004: crescita del PIL di solo il 6% (per lo più grazie ai prezzi elevati del petrolio alto), la crescita industriale è rallentata al 4%, nessun aumento sul mercato dei valori.

Come risultato, il ministro dello sviluppo economico Herman Gref è stato forzato ad ammettere apertamente che il PIL potrà essere raddoppiato solo per il 2015, e solo se le riforme economiche verranno realizzate e la proprietà privata sarà protetta. Pertanto, la crescita economica di stile putiniano si è rivelata essere un bluff come la vittoria in Cecenia, l’osservanza dei diritti umani, e la protezione della libertà di espressione. Un’economia che non è libera – un’economia nella morsa della burocrazia – non può essere efficiente e non può svilupparsi con successo. In una classifica della libertà economica compilata dalla Heritage Foundation e il Wall Street Journal per il 2004, la Russia si è piazzata 124esima su 161, tra il Camerun e il Rwanda; l’economia russa è classificata come “per lo più non libera”.

_10 La lotta alla corruzione = corruzione fiorente.

“Misure precise e realistiche sono entrambe necessarie per combattere la corruzione e, cosa ancora più importante, per prevenire la corruzione.” – (Vladimir Putin, 12 gennaio, 2004.)

La più recente edizione della Transparency International’s annual Corruption Perceptions Index, rilasciata nell’ottobre 2004, vede la Russia condividere il 90esimo posto con il Gambia in una classifica globale di “non- corruttibilità”. Uno studio speciale di Transparency International nel 2003, assieme alla Georgy Satarov’s InDem Foundation, mostrò che le istituzioni più corrotte della Russia includono gli uffici statali responsabili per l’emissione delle quote e le licenze per l’export, per i sussidi al budget, la registrazione delle tasse, i servizi di contabilità delle banche statali, la registrazione dei debiti statali e la privatizzazione. L’attuale guadagno dalle mazzette per i burocrati non è un segreto: 10-30% del valore su ogni operazione, con la percentuale in crescita costante. La InDem Foundation riferisce anche che i cittadini russi comuni spendono un totale di almeno 37 miliardi di dollari all’anno in tangenti a vari funzionari. Per la comunità del business, le tangenti annuali totalizzano 33.5 miliardi di dollari – comparabili al budget delle entrate federali. Malgrado le teatrali affermazioni delle autorità russe, i crimini di corruzione stanno crescendo ancora più rapidamente. Durante l’anno al potere di Putin, il numero dei crimini in quest’area (stando al comitato d’investigazione del Ministro degli Interni) è cresciuto dai 72.800 nel 1999 ai 82.000 nel 2003; e la crescita della corruzione aumenta con ogni anno che passa. Il numero dei crimini annessi alle tangenti è cresciuto del 16.8% nel 2003 e del 28% nella prima metà del 2004.

Le politiche basate sulle bugie sono destinate a fallire.

Le politiche di Putin e la sua leadership hanno avuto le seguenti conseguenze per la Russia:

– è stata stabilita la dittatura personale del presidente, con estesi abusi dei diritti democratici e delle libertà;

– la guerra in Cecenia si sta intensificando, con il problema del terrorismo che cresce più acuto, con molte migliaia di civili e personale militare ucciso;

– le riforme militari stanno fallendo, i soldati muoiono in massa a causa di percosse e abusi, c’è un fenomeno di diserzione e di renitenza alla leva esteso;

– stagnazione economica, che minaccia di aggravarsi trasformandosi in un sistema;

– crisi estese con conseguenze catastrofiche se i prezzi dell’export cadono;

– corruzione fiorente, e cittadini che non hanno diritti alcuni quando devono confrontarsi con gli abusi arbitrari di potere dei burocrati;

– un’eruzione di discontento sociale, lo smembramento dell’armonia sociale e dell’ordine in Russia.

Ai cittadini russi pensanti è già chiaro che il regime di Putin è condannato al fallimento. Il cambio di regime è essenziale.

Boris Nemtsov [*] e Vladimir Pribylovskij [**]
Fonte:Novaja Gazeta
10 febbraio 2005

Traduzione a cura di:

Chiara Zambrini

Domenico D’Amico per www.Comedonchisciotte.net

Il gestore del blog CeceniaSOS (http://ceceniasos.ilcannocchiale.it/) , Marco Masi.

[*] Boris Nemtsov, fisico di formazione, è un ex vice-primo ministro “riformista” sotto la presidenza di Boris Eltsin da cui si dimise dopo che Eltsin licenziò il suo stesso governo nel 1998. Oggi è uno dei dirigenti del partito democratico “Unione delle forze di destra” che è stato escluso dalla Duma dalle elezioni legislative del dicembre 2003 e si schiera all’opposizione di Vladimir Putin. “Spero che la Russia segua la via Ucraina”, dice.

[**]Vladimir Pribylovsky, storico di formazione, che prima del crollo dell’Unione Sovietica lavorava come guardia notturna, è il presidente del centro d’informazioni e ricerche Panorama, autore di vari articoli e lavori tra i quali la prima biografia di Vladimir Zhirinovsky e Alexander Lebed (generale che firmò con Maskhadov gli accordi di Khasavyurt per mettere fine alla prima guerra in Cecenia).

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